Il lichen vulvo-vaginale: come affrontare questo problema?
Un prurito persistente, delle piccole ragadi che si aprono soprattutto in corrispondenza dei rapporti sessuali. Delle macchie bianche, un ispessimento della pelle e della mucosa, delle erosioni o delle piccole ulcereazioni, possono essere tutti segni di una patologia più complessa: il lichen sclerosus vulvo-vaginale.
In occasione di queste situazioni, è bene sempre evitare il fai da te e rivolgersi prontamente allo specialista di riferimento quali è il dermatologo esperto di venereologia. In questo modo con la valutazione clinica, la dermo-scopia dei genitali e se occorre, un piccolo prelievo bioptico in anestesia locale della zona, si riuscirà a effettuare una diagnosi corretta e a stabilire una terapia indicata.
A volte le terapie topiche sono inizialmente sufficienti ad arginare il quadro clinico, ma molto spesso è necessario approntare una terapia che spazi da approcci topici a sistemici e soprattutto a rigenerativi della mucosa vulvo vaginale.
Approfondendo quest’ultimo aspetto, ovvero quello della rigenerazione della mucosa, vi è da dire che l’impiego di nuove sostanze usate per infiltrazioni sotto cutanee, senza effetti collaterali, che detengono lo scopo di stimolare le cellule staminali della nostra pelle, hanno condotto a nuovi scenari prognostici in questo ambito.
È altresì necessario ricordare che questa patologia è una pre cancerosi non obbligata: ciò vuol dire che non tutti i lichen evolvono verso il cancro vulvo vaginale, ma un’alta percentuale di carcinomi vulvo vaginali hanno una storia pregressa di lichen scleroatrofico.
Per tale ragione in occasione di lesioni dubbie è sempre necessaria l’asportazione chirurgica preventiva e la validazione istologica.
Farsi seguire da uno specialista di questa condizione è quanto mai opportuno e ribadiamo sempre che in questo ambito il dermatologo specialista in venereologia è il medico di riferimento.