Linfoadenopatia/e
La linfoadenopatia è una condizione clinica caratterizzata da aumento di volume di uno o più linfonodi, in particolare:
- se di un linfonodo o di una catena linfonodale si parla di forma localizzata;
- se c'è un aumento di volume di più catene linfonodali non contigue si parla di forme generalizzate.
La dimensione dei linfonodi dipende dall'età del soggetto, dalla localizzazione e da qualsiasi evento immunologico antecedente o attuale che li coinvolge.

Quali sono le cause della linfoadenopatia?
La maggior parte delle linfoadenopatie sono dovute a malattie benigne autolimitanti, spesso ad eziologia virale o batterica, ma possono essere causate da una vasta gamma di condizioni immuno-reumatologiche, metaboliche ed oncologiche che devono essere rapidamente riconosciute.
L'esatta incidenza di linfoadenopatie non è nota; circa il 75% di tutte le linfoadenopatie sono localizzate e causate da patologie specifiche dell'area di drenaggio; le linfoadenopatie da causa non determinata non sono comuni (< 1% dei pazienti) mentre circa il 25% sono invece forme generalizzate e rappresentano, non di rado, una manifestazione di una malattia di base più importante.
Per approfondire:Linfonodi ingrossati: cosa fare?
Cosa fare in caso di linfoadenopatia?
I pazienti devono essere attentamente valutati da un punto di vista anamnestico, senza trascurare anamnesi farmacologica e lavorativa (esposizione a sostanze ed inquinanti) ed eventuali abitudini voluttuarie e sessuali.
Attenzione inoltre deve essere posta a possibili segni e sintomi associati quali:
- febbre (caratteristiche ed andamento),
- sudorazione notturna,
- malessere generale,
- perdita di peso,
- rash cutaneo,
- dolore o eventuali altri segni di infezione locale o sistemica.
È importante eseguire il controllo clinico di tutte le stazioni linfonodali superficiali:
- numero di linfonodi interessati,
- consistenza,
- mobilità,
- presenza di dolorabilità,
- eritema o calore.

Inoltre, è utile escludere il coinvolgimento di stazioni addominali (catene lomboaortiche) e l’eventuale interessamento di fegato e milza (epatomegalia o splenomegalia), anche con il ricorso ad esami strumentali.
Nella maggior parte dei casi un’accurata valutazione anamnestica e clinica sarà in grado di determinare la gravità o meno delle manifestazioni e la conseguente necessità di esami laboratoristici e strumentali specifici o il consulto di un altro specialista (infettivologo, immunologo, ematologo, oncologo etc).
L'aspetto più importante è quindi la gestione, il riconoscimento e l'esclusione di malattie gravi.
I pazienti in follow up diagnostico e/o terapeutico devono essere avvisati di prestare attenzione in caso di peggioramento o comparsa di altri segni o sintomi. Eventuali complicazioni, così come prognosi e terapia, dipendono in larga misura dal l'eziologia sottostante.
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