Applausi funerei

Da molti anni è invalsa l'abitudine collettiva di salutare un feretro con scroscianti e prolungati applausi.

L'applauso è elargito a prescindere da chi sia il defunto, quale sia stata la sua vita,quali le cause o le circostanze della sua morte.

L'applauso è una gestualità utilizzata per esternare approvazione e consenso nei confronti di una o più persone che esprimono una opinione, verso chi interpreta un personaggio in teatro, verso una performance canora, sportiva ecc.

Esternare tale approvazione a un feretro , oltre che di pessimo gusto, è quindi estremamente contraddittorio.

Questa abitudine non esiterei a definirla barbara. Antiche popolazioni applaudivano i condannati a torture pubbliche, non per approvazione, ma per coprirne le grida di dolore.

E' una abitudine ormai talmente diffusa che, per la sua estensione su tutto il territorio nazionale,  dovrà essere considerata quasi come necessaria. E' solo un fenomeno italiano, non mi pare che in nessun altro Paese si verifica.

Le motivazioni le cercheranno i sociologi, ma rimane un dato sconcertante: tutti applaudono e nessuno si chiede quanta stupidità viene espressa con quegli applausi.

E' un altro esempio di condizionamento collettivo cui gli Italiani sembriamo molto vulnerabili.

Uno ulteriore è la marcia in autostrada nella corsia di mezzo, mentre quella di destra è pressochè vuota. E' sufficiente che una o due auto procedano in mezzo e tutte le altre vi si accodano.

La cosa poi stupefacente è che chi procede regolarmente nella corsia di destra e, magari, supera (non sorpassa,si badi bene!) il veicolo della corsia centrale è considerato un trasgressore del Codice della Strada.

Si applaude, quindi, la vittima di un omicidio, di un incidente stradale, di un soldato morto in guerra, di un poliziotto nell'esercizio del suo dovere.

Qual'è il significato che tale gesto dovrebbe esprimere? Solidarietà? A chi?  Comprensione per chi ha procurato la morte? Non mi pare! Affetto? Non si esprime con l'applauso.

L'unico caso che fa eccezione e in cui è opportuno manifestare affetto, stima, gratitudine con l'applauso è la morte di un artista del teatro, del cinema e dello spettacolo in genere.

Applaudire in questo caso è rendergli omaggio per  l'ultima volta, l' ultimo degli applausi che l' artista  ha rincorso per tutta la propria vita.

In tutti gli altri casi la compostezza, il silenzio e la preghiera sono la migliore manifestazione d'affetto per chi ci ha lasciati.

Data pubblicazione: 25 giugno 2011

17 commenti

#1
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Dr. Giovanni Beretta

Caro Giovanni,

condivido a pieno le tue riflessioni su tale aspetto finale della nostra esistenza ed anche al sottoscritto, in più occasioni l'applaudire, durante un funerale è apparso quasi sempre fuori posto.

#2
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Dr. Armando De Vincentiis

dipende dal significato culturale che un gruppo attribuisce ad un applauso. Nel nostro paese ha assunto un significato di conforto e sostegno. Si vedano gli applausi alle mogli delle vittime di mafia.

Ogni gesto va inquadrato nel contesto in cui si esprime e se è vero che ad un funerale potrebbe sembrare fuori lugo va considerato che, in quella occasione, esso assume automaticamente un sognificato di sostegno e conforto per il parente e, simbolicamente, un saluto per chi ci ha lasciato.

Esso fa bene a chi rimane. I significati bisogna interpretarli con la mente del gruppo non con la propria. ^_^

#3

I simboli, le espressioni simboliche,non possono essere applicabili ora a un evento ora all'altro se gli eventi sono diametralmente opposti.
Applaudire significa apportare plauso e plauso significa approvare.
Fischiare significa dileggio,scherno e disapprovazione.
Entrambe queste manifestazioni non sono interscambiabili.

Battere le mani dopo una romanza mirabilmente interpretata non è solo l'effetto di un suono generato dai palmi che entrano in contatto con forza, ma esprimono anche il sentimento di piacere, di emozione, di bellezza che ci ha suscitato l'interpretazione.

Come fa il dolore,il pianto a generare quel gesto che presuppone anche una certa forza muscolare,impetuosi movimenti che in quei frangenti vengono necessariamento meno?

Gli applausi ai funerali sono quindi condizionati dall'imitazione e esprimono solo esteriormente la partecipazione al dolore che invece dovrebbe essere intimo, non eclatante.
Prova di ciò è che i congiunti del defunto non ci pensano nemmeno ad applaudire.

#4
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Dr. Giuseppe Santonocito

Come dice Armando, i significati di ciò che è pubblico è opportuno interpretarli non (solo) con la propria mente, ma con quella del gruppo, e soprattutto attraverso la cultura di riferimento.

Quello del funerale è un rito che può assumere sembianze diversissime a seconda della cultura. Ad esempio in Messico ancora oggi il funerale somiglia, per contenuto emotivo, sberleffo ostentato alla morte e manifestazione allegorica, più a una nostra sfilata carnevalesca che ad altro.

In molti paesi si celebrano *feste* per ricordare i morti e al contempo esorcizzare la morte, come il 2 novembre da noi e Halloween nei paesi anglosassoni.

Tutte manifestazioni di fronte alla quale un innocente applauso mi sembra ben poca cosa, tutto sommato.



#5

Il 2 novembre si COMMEMORANO i defunti, non si FESTEGGIANO.
C'è un bella differenza sia di contenuto che di significato ancorchè(semplicemente) etimologico.
L'Etimologia delle parole che usiamo dovrebbe esser conosciuta e di essa tenerne conto quando usiamo le parole e quando le utilizziamo per esprimerci.

#6
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Dr. Giuseppe Santonocito

Ho scritto "feste per ricordare", ossia COMMEMORARE. E ho evidenziato di proposito *feste* proprio come elemento contraddittorio, perché in molte parti d'Italia se vai nei cimiteri attorno al giorno dei Morti, potrai vedere bancarelle che vendono cotillon, croccanti e brigidini. Esattamente le stesse bancarelle che vengono montate in occasione delle feste dei Santi Patroni.

È innegabile che queste manifestazioni abbiano lo scopo di controbilanciare la tristezza e l'ineluttabilità della morte, e "confonderla" con qualche elemento "festivo" serve proprio a questo. Ciò avviene in molte parti del mondo, con toni più o meno marcati.

Avendo studiato tanto dovremmo essere in grado di esercitare un minimo di flessibilità nel leggere la realtà che ci circonda, senza inutili manicheismi.



#7
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Ex utente

Da modesto utente di 22 anni, provo un discreto imbarazzo nell'intromettermi in una discussione tra voi pluri-titolati.

Vorrei comunque porre 2 osservazioni :

1 - mi sembra eccessivo affermare che ci sia un'abitudine ad applaudire durante i funerali. Ci vorrebbe una valutazione statistica per affermare ciò (sembra quasi comico tutto questo!), ma non credo che in tutti i funerali si applauda.

2 - a mio modesto parere, il valore di un atto di questo tipo dipende dalla spontaneità con cui viene compiuto, e con spontaneità intendo la presenza di una forza unicamente interiore che spinge al gesto. Si può sempre distinguere tra gli atti che provengono da condizionamenti esterni rispetto a quelli veramente sentiti, autentici e spontanei (credo che il concetto di spontaneità cambi nel corso dei luoghi, del Tempo personale e dei tempi storici, ma penso sia sempre possibile distinguere un atto spontaneo da un atto innaturale o dovuto). Perchè bollare un applauso ad un funerale come atto di stupidità a priori? Bisognerebbe essere presenti per cercare di capire il sostrato di quel gesto. Era un gesto di conformismo? Oppure un gesto realmente sentito? A priori non si può dire.
A proposito di etimologia, che dire allora delle condoglianze? Se volessimo fare i puristi, dare le "condoglianze" vorrebbe dire condividere intimamente il dolore per la perdita del defunto. Ma per quanti dei partecipanti al rito ciò è realmente vero? Questo è uno dei tanti casi in cui i termini si staccano dal significato etimologico. Vi citerei, a questo proposito, un aforisma abbastanza noto per essere stato citato da Umberto Eco : "stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus", cioè "la rosa, che era, [ora] esiste solo nel nome, noi possediamo soltanto nudi nomi". Questo spiega molto bene come i nomi possano perdere il significato "sostanziale" per diventare puri artifici formali e comunicativi.

Sempre relativamente al rapporto tra etimo e significato vorrei aggiungere la seguente riflessione : il dr. Migliaccio dice "I simboli, le espressioni simboliche,non possono essere applicabili ora a un evento ora all'altro se gli eventi sono diametralmente opposti."
Io invece direi : certo, gli atti, così come le parole,hanno ambiti d'impiego razionalmente prestabiliti, ma questo accade nel mondo "razionale" (nel quale, comunque, i significati e i modi di impiego si evolvono). Nel mondo dell'Arte (e senz'altro il momento della Morte è molto più vicino al mondo dell'Arte e della follia che a quello della razionalità), i significati usuali e comuni dei gesti iniziano a sfrangiarsi e a confondersi. I codici convenzionali si rompono e ne nascono di nuovi. Se nasce spontaneamente l'appaluso, si può applaudire anche senza attribuire ad esso un significato di piacere ed emozione positiva. Semplicemente si applaude perchè ci si sente di farlo, e a questo punto del significato chi se ne importa....

#8

"Se nasce spontaneamente l'applauso, si può applaudire anche senza attribuire ad esso un significato di piacere ed emozione positiva.Semplicemente si applaude perchè ci si sente di farlo, e a questo punto del significato chi se ne importa...."

Quindi se nasce spontaneamente una pernacchia....chi se ne importa, è la stessa cosa!

#9
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Ex utente

Mah, per spontaneo io intendo una spontaneità positiva, una naturalezza positiva nell'esprimersi. Non la metterei sullo stesso piano di una pernacchia...

#10
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Utente 110XXX

Non ho alcuna laurea,però ancor prima che si esponesse questo fatto, ero ben conscio nel disapprovare questo nuovo modo di esternare il cordoglio,in special situazione di militari tornati dalle missioni dette di pace,che pace non è.

#11
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Utente 261XXX

non vedo il motivo di questo post.

#13
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Dr.ssa Anna Potenza

Trovo anch'io di cattivo gusto e fuori luogo l'applauso durante i funerali, tanto più se sono frutto dell'adozione irriflessa di un comportamento collettivo. Oggi i media biasimano un partecipante ad uno show che ha sorriso mentre la presentatrice si commuoveva ricordando Fabrizio Frizzi. Il poveretto si è dovuto scusare. Se avesse invece applaudito forsennatamente sarebbe stato lodato?
A conferma del fatto che i fenomeni di costume non sempre sono spontanei e radicati, e in particolare gli italiani adottano l'applauso fuori contesto, c'è l'applauso al momento dell'atterraggio degli aerei, il quale, praticato solo dagli italiani, ha richiesto una sanzione internazionale, per cui adesso chi applaude nel momento stesso in cui l'aereo tocca terra, confondendo il pilota che deve compiere ben altre operazioni ancora, è passibile di multa.

#14

Non sapevo delle sanzioni per chi applaude ad atterraggio concluso (che in effetti non ho mai condiviso), ma a me sembra una esagerazione.
L'applauso in tali casi esprime il liberarsi di una tensione creatasi per qualche motivo di apprensione, ma solitamente quando il pilota effettua un atterraggio morbido che non è da tutti.
La motivazione che gli applausi distraggano il pilota una volta toccata la pista mi sembra inconsistente, infatti non deve far altro che guidare l'aereo come un'auto fino all'area di parcheggio.
Io non ho mai applaudito il pilota, ma passando davanti alla cabina di pilotaggio per scendere, ho fatto spesso i complimenti al Comandante.

#15
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Utente 110XXX

Secondo me, non per l'ultimo esequie.Ritengo superfluo tale pubblicazione della dipartita di persone dello spettacolo.Ci inondano per molti giorni di tale avvenimento.Appartengo alla classe operaia,e quando avvengono disgrazie sul lavoro,si è no, si cita tale fatto.

#16

Guardi che quando ci sono i funerali di operai morti sul lavoro, la gente purtroppo applaude. A cosa? A chi?
Applaudire vuol dire approvare, lodare.
Non trova che sia di cattivo gusto dare segno di approvazione a una vittima sul lavoro?

#17
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Utente 110XXX

Il mio disappunto è proprio l'applauso,che non vedo corretto.Non l'approvo a nessuno, ho fatto solo una puntualizzazione di importanza che la classe operaia non ha.