Professori come i medici: alunno bocciato? Il giudice ti promuove!

Nella “bustina” di Umberto Eco del n. 28 del 17 luglio u.s. de L’Espresso, leggo che i genitori di un alunno di un Liceo Classico che era stato bocciato con 3 in matematica e 4 in Fisica hanno fatto ricorso al TAR i cui giudici hanno dato loro ragione, annullando la bocciatura.

Ai miei tempi (che non sono quelli di Carlo Cotica) i genitori punivano il figlio poco studioso che, imparata la lezione, in seguito o studiava di più e meglio o andava a fare il garzone del fornaio.

La motivazione dei magistrati è stata che quelle materie scientifiche non hanno molta importanza (sic!) per uno che ha scelto il Liceo Classico.

E’ una ennesima sentenza che lascia allibiti e misura altresì il “polso” di alcuni dei nostri illuminati giudicanti.

Costoro non sanno che, conseguendo il Diploma di Maturità Classica ci si può iscrivere in Ingegneria, dove (ho il vago sospetto) che qualche nozione di matematica e fisica possa servire o in Medicina dove l’ignoranza della Fisica rende incomprensibile la Fisiologia, la Biochimica e di conseguenza i processi fisiopatologici utile per fare diagnosi e curare.

Questa sentenza è un primo passo che, a breve, porterà al successivo ovvero quello di condannare il o i professori che (per imperizia? per imprudenza? per negligenza?) bocceranno un asino che, qui si, per negligenza, non ha aperto i libri.

Gli insegnanti dovranno assicurarsi per la responsabilità professionale così come i medici che devono costantemente difendersi e dimostrare che se una terapia non ha sanato un paziente non è una colpa, ma un evento insito nella patologia che il medico si trova a trattare pur con grande perizia.

Ormai la nostra magistratura sembra essere dotata dell’onniscienza oltre che dell’ onnipotenza consentendole di imporre e quindi di prescrivere terapie che non hanno alcuna valenza scientifica, di condannare medici che non riescono a ridare gioventù e salute ed ora gli insegnanti che non promuovono gli ignoranti.

Che sia una identificazione con il proprio passato di studenti?

Ovviamente con tutte le eccezioni del caso poiché di magistrati seri e illuminati ce ne sono ancora!

 

Data pubblicazione: 21 luglio 2014

7 commenti

#1
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Prof. Alessandro Caruso

Egr. Dott. Migliaccio almeno nei casi di Medicina e Chirurgia, ove si sospetta una colpa medica, i Giudici per fortuna si rivolgono ad un CTU specialista del settore, per essere illuminati, qui hanno stabilito loro sic et simpliciter......, tramite luce ....divina !!!!!
Cordialita'

#5

Quella sentenza del TAR è indiscutibile, come tutte le sentenze dei nostri Tribunali, equiparandole quasi, ma forse senza quasi,ai dogmi di fede.
Sarebbe quella sentenza da sottoporre al vaglio di una sorta di CTU (come per il giudizio sull'operato dei medici) invocando la responsabilità professionale del Giudice.

Purtroppo, però, tale responsabilità non è equiparabile alla responsabilità del medico perchè presuppone un giudizio soggettivo, pur nei margini, molto ampi, di un Codice.
Inoltre, nel nostro ordinamento giudiziario, esistono 4 gradi di giudizio che possono diventare 8 se la Cassazione impone la revisione del processo e questo, implicitamente esclude, non già l'errore (che quindi è ammesso), ma la colpa del Giudicante il cui operato è sottoposto a ulteriori valutazioni con i sucessivi gradi di giudizio.

Per la colpa medica non può essere certo così poichè l'eventuale errore di una terapia non potrà mai essere considerata una convinzione soggettiva, diversamente dal verdetto di una Corte che, non solo applica la Legge, ma la deve interpretare o comunque tener conto di molte variabili.

Se un Giudice condanna un innocente, salvo comprovare falsità negli atti, corruzione di testimoni ecc., non può essere ritenuta una colpa anche se in un grado successivo egli sarà smentito da un'altra sentenza che assolverà l'imputato.

In tal caso sarà lo Stato a risarcire per una detenzione ingiusta.
E' un argomento complesso e importante che dovrà essere un cardine della riforma della Giustizia, se mai si farà.

#6
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Utente 171XXX

purtroppo l'Italia è un paese di caste, una è quella dei magistrati (ciò non toglie che ve ne siano molti di preparati) , un'altra quella dei notai( che potrebbero tranquillamente sparire. Non mi è chiara una cosa: perché non dovrebbe esistere soggettività in una terapia ( e quindi errore scusabile di un medico?)? Non tutte la malattie hanno cure standard...
A mio avviso si è quasi arrivati, per i medici, ad una obbligazione non più di mezzi ma di risultato...
viceversa, i magistrati che hanno condannato e ucciso Tortora hanno finito brillantemente la loro carriera, salvo chiedere scusa una volta in pensione.

#7

La soggettività in una terapia non è ammessa,ovvero non si può agire al di là di ciò che la Comunità scientifica indica come procedure globalmente valide e accettate.
In sintesi io non posso decidere di curare un tumore con il bicarbonato se ciò non ha valenza scientifica.
Le terapie sono sostanzialmente standard, nel senso che io posso decidere di darLe una aspirina piuttosto che il ketoprofene per il mal di testa, ma non posso darLe un antibiotico per curare il solo mal di testa.

Che oggi si tende a considerare il medico come il meccanico del corpo umano, assimilato a una macchina, per cui se il meccanico non mi ripara come si deve il motore è obbligato a risarcirmi o a ripararlo nuovamente gratis,mi trova d'accordo.

I Magistrati hanno certo sbagliato con Tortora e verosimilmente potranno ancora sbagliare, ma, a meno che non si provi la volontà dolosa di condannare proprio Enzo Tortora e proprio lui, non si può attribuire loro una colpa professionale.

Un processo si svolge in base a testimonianze,indizi prove, documenti che in una successiva fae processuale possono essere smentiti e poi magari riconfermati in Cassazione e quindi la sentenza di condanna di un innocente o di assoluzione di un copevole non può essere sicuramente ascritta a un comportamento colposo del Giudice.

Che l'allora PM dr. Marmo abbia fatto carriera e non abbia chiesto scusa non devono essere considerati atteggiamenti negativi.
Avrebbe potuto dire < sono contento che alla fine giustizia sia stata fatta >, ma non si può pretendere che si attribuisca la colpa delle sue opinioni, poi risultate infondate, in quel processo.

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