Eroina e metadone: un aneddoto per spiegare la differenza
Nell’utima puntata di “Chi l’ha Visto ?” è stato trattato il caso di una ragazza, scomparsa da casa con il fidanzato tossicodipendente, dopo un periodo in cui anche lei si era avvicinata all’uso di droghe. Gli avvistamenti poi confermati la davano a Barcellona, e i due si sono recati ai servizi per le tossicodipendenze del posto per ricevere metadone. Le indagini raccolgono testimonianze di altri utenti del servizio, che spesso dormono intorno all’ospedale o in luoghi di fortuna, i quali dicono di aver visto i due, e di aver notato come lei fosse in un rapporto di subordinazione a lui. Uno dei tossicodipendenti da un’osservazione, per dire quanto il rapporto tra i due fosse sbilanciato, e come lei fosse soggiogata da lui, e cioè più o meno dice “E poi sa lui cosa faceva ? Il metadone glielo davano a lui, ma lui lo faceva prendere a lei ? Ha capito ?”.
Detta così, la cosa lascia un po’ stupiti. Potrebbe sembrare un atto di generosità: se il metadone serve a tutti e due come medicina, lui le cede il suo, oppure parte del suo. Per come l’aneddoto è raccontato però si capisce che il senso è opposto: lui si approfittava della debolezza di lei e le “rifilava” il metadone che avrebbe dovuto prendere lui come medicinale.
A cosa serve il metadone ? Ha due usi, uno contro l’astinenza, per chi è abituato a usare eroina. L’altro è l’uso terapeutico per la tossicodipendenza, al fine di sopprimere l’istinto incontrollabile ad assumere eroina, e questo è un effetto che richiede una certa dose. Le dosi anti-astinenza sono basse e agiscono subito, per avere l’effetto sul desiderio di eroina ci vogliono dosi molto maggiori, da raggiungere con gradualità, così come con gradualità si raggiunge l’obiettivo.
I tossicodipendenti, lasciati a sé, tendono a fare un uso del metadone improprio, o limitato. Lo usano contro l’astinenza, quindi magari non sempre ma solo quando non hanno eroina. Oppure, lo usano per evitare di sprecare eroina per l’astinenza, e usarla per sentire l’effetto narcotico, che è quello che interessa loro. Per far così le dosi di metadone devono essere basse, perché con dosi alte l’effetto dell’eroina è “bloccato”. Se quindi ci sono due tossicodipendenti, può accadere che uno dei due, prepotente, voglia l’eroina tutta per sé, e quindi costringa l’altro ad accontentarsi di non star male, di non avere l’astinenza, usando il metadone, mentre l’eroina acquistata se la fa tutta lui. Dal punto di vista di un tossicodipendente questo è un comportamento di prevaricazione: lei chiedeva l’elemosina, i soldi servivano per l’eroina, che però andava per lo più a lui, mentre lei assumeva il metadone con cui almeno non stava male. Non si rado accade che i tossicodipendenti assumano solo parte della dose di metadone, e si tengano l’altra di scorta per quando non troveranno eroina, mentre nel frattempo assumono metadone “quanto basta” per non andare in astinenza, ma “abbastanza poco” da riuscire a farsi d’eroina e sentirla bene. Tutt’altro che “sostitutivo” all’eroina, il metadone è solo sostitutivo all’astinenza da eroina, per cui come sostanza non ha attrattiva, ha solo un uso logico rispetto alle sue proprietà. Uso che per i tossicodipendenti è limitato all’astinenza, per i medici è anche contro l’istinto di drogarsi di eroina.
Naturalmente questo ragionamento e questo comportamento ha senso solo in un’ottica tossicomanica, perché chi cercasse solo un effetto anti-astinenza, o un effetto oppiaceo generico, preferirebbe allora un effetto duraturo, e senza spendere niente: ritirerebbe quindi il medicinale e non avrebbe bisogno di chiedere elemosina.
Si potrebbe anche intendere che lui “le dava il metadone” per tenerla stordita, in qualche modo passiva: rimane il fatto che dando il metadone a lei in teoria lui rimane senza cura, per cui ci guadagnerebbe poco. La cosa si capisce nell’ottica tossicomanica, in cui prendersi la dose anche dell’altro che si “accontenta” del metadone, è preferibile a prendersi la propria medicina per poi non poter sentire l’eroina, di cui si ha ancora voglia. Questo paradosso scompare in soggetti curati a dosi adeguate, che non ragionano più dietro all’eroina, ma dietro alla propria salute. Purtroppo la norma in Italia almeno è che le dosi siano inferiori alla media consigliata, e che la gestione sia fatta dagli stessi tossicodipendenti, quando ancora stanno usando eroina.