La Depressione Post-Partum

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Dr.ssa Cristina Selvi Psicoterapeuta, Psichiatra

La Depressione Post-Partum

La Depressione Post-Partum è un Disturbo dell’Umore che compare, appunto, nel periodo che fa seguito alla nascita del bambino.

I disturbi depressivi legati alla gravidanza si possono manifestare con tre diverse situazioni cliniche e cioè la Maternity blues, nota anche come Baby blues, la Depressione post-partum e la Psicosi puerperale.

Esse differiscono per la gravità e la durata dei sintomi e per il tipo di intervento terapeutico che richiedono.

La Maternity Blues è un disturbo piuttosto diffuso, colpisce un’elevata percentuale di donne, variabile dal 50 all’80% secondo gli studi e non necessariamente si trasforma in depressione post-partum. Presenta un decorso transitorio, reversibile e caratterizzato da una sintomatologia depressiva sfumata. Insorge solitamente nei primi giorni dopo il parto e tende a regredire entro il primo mese. E’ sempre consigliabile monitorare le donne che manifestano una sintomatologia depressiva, anche lieve, per valutare l’andamento dei sintomi e la loro evoluzione.

 

Si parla di Psicosi post-partum o puerperale nei casi in cui il Disturbo dell’Umore è particolarmente grave. L’incidenza è bassa, circa 1 ogni 1000 parti e il rischio di ricadute nelle successive gravidanze è molto elevato.

In questi casi ai sintomi depressivi compaiono entro un mese dal parto e si possono avere ideazione delirante e fenomeni allucinatori. Possono essere presenti comportamenti bizzarri e inadeguati rispetto ai bisogni del bambino, insonnia grave e agitazione psicomotoria. Sono possibili pensieri autolesivi e comportamenti potenzialmente dannosi nei confronti del bambino, come trascuratezza o impulsività e scoppi di rabbia.

Questa situazione richiede sempre un intervento farmacologico e va attentamente valutata la necessità di una momentanea ospedalizzazione per consentire alla donna di essere adeguatamente curata e sollevata da un’incombenza che in una situazione clinica come questa è certamente controindicata.

 

La Depressione post-partum è una forma di Depressione Maggiore che si può manifestare con differenti livelli di gravità: Lieve, Moderata, Grave.

Le cause scatenanti possono essere biologiche, intese come una predisposizione genetica a sviluppare la malattia, oppure ambientali e psicologiche. Come in tutti i casi di depressione è più spesso la concomitanza di fattori BIO-PSICO-SOCIALI a determinare la comparsa di sintomi conclamati.

Questa patologia compare solitamente entro 6-8 settimane dopo il parto e comunque entro il primo anno dalla nascita del bambino, ha un impatto profondissimo sulla donna e sul suo ambiente famigliare e può influire anche sugli esiti ostetrici del parto. Inoltre l’umore della mamma e il suo atteggiamento nei confronti del neonato sono decisivi per creare un’adeguata interazione madre-bambinoe sullo sviluppo emotivo e cognitivo a lungo termine del neonato.

 

Per porre diagnosi di Depressione post-partum i sintomi devono essere presenti per almeno due settimane consecutive. Come nella Depressione Maggiore può esservi umore depresso e marcata tristezza, incapacità di provare piacere e interesse verso il bambino, difficoltà di concentrazione, alterazioni del sonno e dell’appetito, riduzione dell’energia, sentimenti di inadeguatezza e colpa.

L’accudimento del bambino può essere vissuto come un peso eccessivo o una responsabilità troppo grande, la mamma si percepisce come non adeguata, tende a relazionarsi al bambino con grande insicurezza e spesso teme di rimanere sola con lui.

 

Fattori di rischio per lo sviluppo di una Depressione nel Post-Partum.

Nella comparsa di questa patologia, come prima accennato, intervengono fattori di vulnerabilità biologica e fattori di vulnerabilità psicologica e ambientale.

Tra i fattori ambientali hanno rilievo il basso livello socio-economico o la scarsa scolarizzazione. Anche l’assenza del partner o di un ambiente famigliare adeguato rappresentano fattori di rischio importanti. La Depressione post partum è più frequente se in un simile contesto la gravidanza non è stata desiderata e pianificata.

Per quanto riguarda i fattori di rischio biologici sicuramente il principale è di tipo genetico, sono cioè maggiormente esposte al rischio le donne che hanno già sofferto di depressione o che hanno un parente depresso nella famiglia di origine.

Si stima, infatti, che, se nella popolazione generale le donne che vanno incontro a questa complicanza sono intorno al 10 -15 %, questa percentuale si alza al 30-40% nel caso di donne che già hanno sofferto di depressione.

Nel periodo dopo il parto, e già durante la gravidanza, avvengono importanti modifiche dell’assetto ormonale che preparano l’organismo allo sviluppo del bambino, al parto e all’allattamento. Durante la gravidanza i livelli di molti ormoni aumentano per poi diminuire drasticamente dopo il parto. Estrogeni, progesterone, testosterone, ormoni di origine ipofisaria e cortisolo subiscono modifiche importanti dei loro livelli plasmatici.

In questo periodo vi sono cambiamenti importanti anche a livello metabolico e immunitario, così come a livello dei neurotrasmettitori. E’ cioè implicato tutto il sistema PNEI (psico-neuro-immuno-endocrino).

Ad esempio, alcuni studi hanno evidenziato che nel periodo post-partum vi è una riduzione del neurotrasmettitore GABA, che ha un’azione ansiolitica e sedativa e una diminuzione del tono serotoninergico. Queste modifiche sono fisiologiche e transitorie e non portano normalmente a nessuna conseguenza, solo nei soggetti predisposti possono favorire l’insorgenza di una forma depressiva.

Altri studi evidenziano una riduzione nel sangue materno di BDNF, questa neurotrofina, cioè una proteina con un ruolo fondamentale nei processi di formazione delle cellule nervose, contribuisce a regolare la plasticità dei collegamenti tra le cellule del sistema nervoso e la neurogenesi cioè la formazione di nuove cellule e si sta studiando la sua correlazione con la depressione. Sono, infatti, stati rilevati bassi livelli di BDNF nelle donne dopo il parto e anche nelle donne con depressione post-partum. La riduzione di questa neurotrofina pare inoltre correlata con bassi livelli di serotonina.

 

Prevenzione della Depressione Post-Partum

Le misure preventive sono indispensabili soprattutto per quella fascia di donne identificate come vulnerabili a causa della presenza di fattori di rischio.

 Sono essenziali una adeguata informazione e consulenza prenatale, che può essere attuata all’interno dei corsi di preparazione al parto. I contatti con il pediatra, oltre ad essere utili per valutare la crescita fisica e neuro-psicologica del bambino e il suo stato di salute, dovrebbero anche essere un momento di rassicurazione e di supporto alla neo-mamma.

Nei casi in cui dovessero manifestarsi sintomi depressivi, o nel caso in cui la mamma o la famiglia desiderino avere un sostegno più specifico, è necessario rivolgersi al proprio medico di base che valuterà l’eventuale invio ad uno specialista psichiatra, il quale dovrà valutare il quadro clinico e decidere se intervenire farmacologicamente, come sempre deve essere nelle Depressioni post-partum, o se si tratta di una situazione più contenuta di disagio psicologico, legata al periodo di adattamento, che può beneficiare di un supporto di psicoterapia.

 

E’ quindi importante informare e sostenere la donna e la famiglia, convincerla dell’importanza di un supporto nelle prime settimane che permetta alla donna di riposare, mantenere un sonno adeguato e pianificare qualche attività piacevole senza il bambino.Può sembrare banale ma spesso invece la donna, soprattutto se alla prima gravidanza, sviluppa un approccio di grande responsabilità e di dedizione al neonato con un vissuto di totale focalizzazione all’accudimento del bambino che spesso finisce per non lasciare più alcun tempo per se stessa e anche per il loro suo ruolo di compagna all’interno della coppia.

Alcuni studi stanno approfondendo il ruolo di una corretta supplementazione alimentare di Vitamina D e di Omega 3 sull’incidenza di depressione post-partum, sono però ancora valutazioni iniziali che hanno bisogno di ulteriori approfondimenti.

Sicuramente una dieta adeguata ed equilibrata in macronutrienti (proteine, carboidrati e lipidi) e micronutrienti (vitamine e minerali) associata ad una buona idratazione e anche ad una attività di movimento mirata per il periodo della gravidanza, fanno parte delle strategie di prevenzione.

Dott.ssa Cristina Selvi
Studio Psichiatria Integrata
www.cristinaselvi.it  

 

Data pubblicazione: 20 ottobre 2013

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