La “pausa di riflessione” esiste davvero?

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

Mi trovo spesso a consolare e supportare donne ed uomini, transitoriamente abbandonati dai loro compagni di vita, abitati dallo sconforto, confusione, rabbia ed efferato dolore.
I coniugi che si allontanano e che vanno via da casa, chiedono spesso una “pausa di riflessione”, un momento, più o meno lungo, di incontro con se stessi, un  “tagliando di riflessione sull’amore”, sulla coppia, sul loro male di vivere e su quello che in realtà vogliono ancora fare da grandi.

La famigerata richiesta/necessità, nasce subito dopo il post-femminismo e, nonostante non abbia elementi di veridicità, tende ad  auto perpetuarsi nel tempo, attraversando generazioni e generazioni e generando sofferenza e dolorosa attesa.

Da clinico che si occupa stabilmente di coppie, delle loro gioie e dolori, pene d’amore e della loro vita familiare, mi e vi chiedo:

  • La pausa d riflessione esiste davvero?
  • Stare lontani dal partner, agevola la riflessione?
  • La lontananza fisica, facilita la vicinanza emozionale?
  • E’ bastevole la distanza e la pausa dal rapporto, per far poi funzionare il rapporto stesso?
  • A pausa conclusasi , basterà avere sentito la mancanza dell’altro\a, per rimettere a posto quello che aveva generato il desidesio\bisogno della pausa stessa?
  • E se a pausa concordata, il partner scopre di vivere una ritrovata e piacevole autonomia?

Personalmente non credo che una semplice pausa di riflessione, caratterizzata da un allontanamento fisico, sia fautrice di “cambiamenti” all’interno delle dinamiche della coppia, di riscoperta armonia e di riaccensione del desiderio sessuale, ma rappresenta invece una strategia, forse non troppo faticosa e  dolorosa, di evitamento delle possibili conflittualità di coppia.

La pausa di riflessione, sembra assumere le caratteristiche di “prove generali” per una futura separazione: il partner cela a se stesso e, spesso al coniuge, il disagio, lo stempera all’interno di “altro” dal rapporto, dice di sentirsi stanco, confuso, di non sapere quello che vuole e di stare attraversando un momento difficile della sua vita e , che quindi una pausa di riflessione diventa quasi terapeutica, se non indispensabile.

Se l’etiologia della famigerata pausa è una problematica con il partner, solitamente è proprio con lui o con lei, che dovrebbero essere affrontate  le difficoltà, non allontanandosi, per riflettere quasi in esilio dalla coppia ed in perfetta solitudine.

Uno scambio verbale, anche se conflittuale, collerico, animato, creativo, doloroso, ma pur sempre “dialettico” , diventa obbligatorio;  nei casi più severi, recidivi o prolungati nel tempo, una consulenza di coppia, potrebbe aiutare a trasformare la crisi in risorsa!


Data pubblicazione: 03 dicembre 2012 Ultimo aggiornamento: 07 dicembre 2012

19 commenti

#1
Dr. Armando De Vincentiis
Dr. Armando De Vincentiis

io ritengo la pausa di riflessione un tentativo di riflettere si, ma sull'eventuale terzo incomodo che ha mandato in crisi la coppia o sull'eventuale sensazione dello starsene soli dal momento in cui si è già deciso di rompere la coppia. La pausa di riflessione, secondo la mia esperienza, è una prova generale di rottura, quella rottura della coppia che ormai aleggia nella mente di chi la chiede.

#2
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Buon giorno Armando,
Grazie delle tue riflessioni, che condivido e concordo.
La pausa di riflessione e' sempre una prova generale della futura rottura, una strategica (a mio avviso non tanto poi strategica), richiesta di apparente cautela e tutela dalla decisione della rottura del legame.
La pausa di riflessione solitamente ha un nome , un cognome ed una fisicita' ed eroticita' , ben delineata.
Andando poi a ritroso nella vita della coppia, il "terzo incomodo", spesso si insinua a coppia gia ' naufragata, a processo separativo in corso. ...

#3
Utente 311XXX
Utente 311XXX

Carissima dottoressa, mi permetto di farle un appunto e di dissentire parzialmente; onestamente mi sembra alquanto riduttiva come lettura, in quanto accomuna un po' tutte le esperienze, le persone, le situazioni, indirizzando verso un unico modo "giusto" di vedere la cosa. Forse si basa sull'esperienza di pazienti che hanno fatto o "subito" pause per poi arrivare alla rottura, ma questo non vuol dire che non ci siano pause che abbiano avuto un ruolo anche sanificatore, esperienza della quale magari non viene a conoscenza in quanto coppie che non sono giunte in terapia da lei.
Mi sembra più voler trarre una conclusione e voler dare un proprio modo di vedere la cosa, del tutto personale, più che proporre una chiave di lettura, con basi scientifiche. Dire che "è così che si deve fare" è molto riduttivo, come si fosse un unico modo di fare, e lo psicologo non dice che "è così o non così che si risolve una crisi", ma dovrebbe aiutarti a trovare il TUO modo, che magari per qualche coppia contempla anche un momentaneo momento di distacco, non trova? Anche Whitacker nel "Il crogiolo della famiglia" parlando ad esempio, se non ricordo male, di coppie di stampo simbiotico-dipendenti, dice che a volte per queste coppie basterebbe un periodo di separazione, anche se poi, per ovvi motivi, non avviene.
In sostanza, se non si era capito, io non ritengo che la pausa sia sempre dannosa e sia sempre preludio di rottura. Ma al di là di questo, soprattutto non ritengo ci sia una regola valida e uguale per tutti.

#4
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Gentile Utente,
non esistono regole univoche ed universalmente valide per tutte le coppia, l'universo coppia è talmente complesso e variegato, che sarebbe alquanto riduttivo immaginarlo..

Lo psicologo, aiuta a trovare le giuste strategie adattive per risolvere le svariate situazioni di crisi, ha ben detto, ma la pausa dall'altro non è una strategie, né una soluzione, ma un'astensione dal dolore e dalle difficoltà di coppia.

Anche nel caso delle coppia simbiotiche da lei citate, la semplice separazione e\o allontanamento, senza un'adeguata elaborazione non porta assolutamente a nessun cambiamento.

Grazie per avere scritto
Un saluto
Valeria Randone

#5
Utente 311XXX
Utente 311XXX

dottor De Vincentiis, mi scusi ma quella del terzo incomdo onestamente la trovo una banalizzazione. Trovo piuttosto banale, mi scusi la ripetizione, ridurre sempre al terzo incomdo. Non sempre c'è una terza persona, come non sempre la pausa significa voler chiudere,come non sempre la pausa rappresenta uno svantaggio e non una risorsa per una coppia. Poi posso capire che come persona si possano avere certi pensieri,magari dettati da esperienze personali, come mi pare di intuire, ma come professionista delle relazioni no, dal mio punto di vista.Insomma la trovo anche questa un'osservazione poco "oggettiva" e molto qualunquista, detta in qualità di psicologo, non di Armando, se mi posso permettere.

#6
Utente 311XXX
Utente 311XXX

La ringrazio per la risposta; comprendo il suo punto di vista, e di fatto non lo trovo sbagliato, anzi, però ancora ci leggo un modo restrittivo di vedere la cosa,indicando che la pausa non è una soluzione nè una strategia in modo assoluto. E' questo assolutismo che mi lascia perplessa, non tanto il contenuto. Lei conosce dei testi in merito a questo argomento?
Comunque grazie ancora per la risposta,ho molto apprezzato.
Caterina

#7
Dr. Armando De Vincentiis
Dr. Armando De Vincentiis

e lei che attribuisce valore di banalizzazione a ciò che si evince, spesso, dall'esperienza clinica, che tipo di studi, ricerche e o esperienza su larga scala ha effettuato? Ciò che mi sembra ingenuo, mi consenta, è la generalizzazione di una opinione prettamente personale o di quello che si vorrebbe fosse vero. La clinica, invece, ci insegna il contrario. Parola di Armando-psicologo/psicoterapeuta relazionale e di coppia.

#10
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Gentile Utente,
le nostre non sono esperienze soggettive, chi fa il nostro lavoro, lo fa dopo anni ed anni di formazione, studi e pazienti aiutatati nella loro sofferenza e dolore.
Lei di cosa si occupa?
Le è mai capitato di vivere una pausa di riflessione e se si, con quali risvolti per la sua coppia?
Il terzo, di cui parla il Collega, non è obbligatoriamente la causa, ma a volte la conseguenza di un processo separativo già in corso.
Le allego una lettura
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1719-i-preliminari-della-separazione-e-la-separazione.html

#11
Utente 311XXX
Utente 311XXX

Non credo di aver ben capito, provo a rispondere ugualmente.
E' una questione di statistiche quindi? Lei nella sua esperienza professionale quindi dice in sostanza che la maggior parte delle volte, perlomeno, se non tutte,questo non lo so, quando c'è pausa c'è un terzo. E' corretto? E quindi io banalizzo la clinica perchè non tengo conto della sua esperienza clinica? Boh...forse...però io a vedermi la scena, banalizzata qui volutamente, giusto per dare un'idea semplificata, di uno che dice "mio/a moroso/a ecc si è preso una pausa" e lo psicologo che dice, o anche solo che pensa "ci sarà un altro" io è qui che ci vedo generalizzazione. E addirittura dire a chi non pensa che ci sia per forza una terza persona che è ingenuo..mah, anche qui, non è un po' troppo rigido?
Che poi quando c'è una pausa alla fine per la coppia non credo che il nocciolo sia se c'è un'altra persona o no..se non come lettura, come dice la dottoressa Randone, di una coppia già naufragata. Anche se anche qui..non sono del tutto d'accordo, il tradimento non vuol dire necessariamente fine di un rapporto, ma è sicuramente un sintomo di qualcosa che non va, a livello di coppia e magari che ne so, di poche strategie personali, non so...

POi se io devo basarmi sulla mia esperienza allora, sicuramente misera e ristretta rispetto la sua, ho vissuto pause miei e di persone vicine, che non hanno tutte portate al termine del rapporto, ma anzi li ha poi portati in terapia, e su 3 esempi che ora ricordo solo in una c'era una terza persona.Tenendo per vero quello che ci dicono le persone, per carità.

Ah, mi metto in gioco, io sto vivendo un momento di pausa, l'ho preso io, dopo 8 anni di convivenza, e non c'è un terzo nemmeno come ultimo dei miei pensieri nè in quelli del mio compagno. I problemi sono altri..Solo per dire che ci possono essere casi senza un'altra persona, e secondo me non sono così rari. Ma magari questi non giungono in terapia, è questo che mi chiedevo o è un ragionamento sbagliato?

#12
Utente 311XXX
Utente 311XXX

Si sì, sono d'accordo che il terzo non sia la causa dottoressa Randone, anzi, non credo lo sia mai, ma è una conseguenza.

Capisco e legittimo le vostre osservazioni,anche se a mio avviso non si può dire che non ci sia mai una parte soggettiva, è sempre soggettivo, di oggettivo c'è proprio poco, anche se un professionista come voi è formato appositamente per avere un maggior senso critico e per non buttare dentro le proprie cose in quelle altrui o perlomeno di accorgersene e gestirle a fine terapeutico magari anche.
Io sono PRO psicologi assolutamente, e sono molto triste per come questa disciplina non venga degnamente tenuta in considerazione, di quanta ignoranza in merito ci sia ancora nel nostro paese..Questo per dire che nelle mie parole non c'è una resistenza nei confronti della categoria, nè vostra personale.
Solo che su alcune cose non mi trovo del tutto d'accordo.
Secondo me l'esperienza clinica non sempre è esuastiva o cmq va letta con creanza..Cioè, magari non è che coppie che riescono ad usare la pausa come una risorsa abbiano magari una certa resilienza tale che non le porta in consulto? Chi arriva in consulto? si può generalizzare a tutti quello che si vede nel proprio lavoro? Forse s', forse dopo tanti anni sì..però io davanti ad atteggiamenti del tipo "è così"..mm..resto dubbiosa.

Saluti

#13
Utente 311XXX
Utente 311XXX

la pausa non può essere anche un modo per dire "non voglio più fingere che qualcosa non va!" se l'altro è sordo e verbalmente non disponibile? non può essere anche un messaggio non verbale che dice "non metto la testa sotto la sabbia". Forse bisognerebbe parlare delle pause, perchè forse stiamo intendendo, o io non ho capito, 2 cose diverse. UN conto è la pausa indefinita nel tempo, vaga, un conto è dire "ho bisogno di riflettere lontana dal chiasso delle asperità. torno tra 20 giorni" per dire...Mi sembrano diverse come pause, che ne pensate?

#14
Dr. Armando De Vincentiis
Dr. Armando De Vincentiis

(..)la pausa non può essere anche un modo per dire "non voglio più fingere che qualcosa non va!" se l'altro è sordo e verbalmente non disponibile? non può essere anche un messaggio non verbale che dice "non metto la testa sotto la sabbia". (..)

quest'ultima mi sembra una pausa punitiva per arrivare là dove la comunicazione non riesce ad arrivare, quasi a dire, visto che non mi ascolti ora ti faccio provare qualche momento senza di me. E chi le dice che possa funzionare? Le pause senza comunicazione portano a degenerazione e, soprattutto, a scatenare meccanismi paranoici che di sicuro non portano a riflessioni positive. l'"arte" della pausa, nella coppia, anche se può aver dato qualche risultato a qualcuno, è solo una tentata soluzione che peggiora il problema.

#15
Utente 311XXX
Utente 311XXX

sì, ha ragione sul discorso della punizione, non è bello ammetterlo, ma pensandoci credo sia vero, anche se credo che sia più complesso di così. Però è un buon spunto di riflessione, grazie!

Per il resto, ancora non credo che sia così per forza, per tutti, sempre e quindi la trovo una generalizzazione. Forse quel che mi ha disturbato di più è stato il "tono" che mi è apparso poco aperto a considerare altre opzioni, altri modi di vedere, altre letture... Probabilmente ero più perplessa dal modo che dal contenuto.

Grazie per aver dedicato tempo a questo scambio a entrambi, l'ho davvero apprezzato.

Buon lavoro,saluti

#16
Utente 311XXX
Utente 311XXX

ci sono, anche qui si medicitalia, alcuni vostri colleghi che suggerisocno invece una pausa di riflessione. quindi non credo che, nemmeno tra i professionisti, ci sia un unico modo di vedere le cose, proprio perchè secondo me non c'è un unico modo di farle che porta necessariamente ad un unico risultato.

basta, vi lascio in pace :)
Grazie

#18
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Ogni professionista, in funzione alla propria formazione, sempre con i limiti del mezzo informatico, fornisce indicazioni all'utente, ma consideri che ogni individuo e coppia, sono unici ed irripetibili nella loro storia di vita ed emozionale...

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