La PAS esiste? Eccome!

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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta

Negli ultimi giorni stiamo assistendo ad accesi dibattiti sull’esistenza o meno della cosiddetta PAS Sindrome da Alienazione Genitoriale, ossia quella patologia relazionale che insorge nel gruppo dei famigliari in cui, dopo una separazione, si crea una contesa conflittuale del o dei figli. Essa è caratterizzata non da una “malattia” del singolo, ma da una condizione che riguarda l’intero sistema famigliare e che evidenzia i suoi effetti esclusivamente nel bambino conteso, vero capro espiatorio del conflitto di gruppo. Essa è alimentata non solo da uno dei genitori ma anche dal gruppo (nonni, fratelli ecc.,) che prende le parti di questo genitore che ha deciso di mettere in cattiva luce il suo o la sua ex compagna.

Ogni volta che ti allontani dalla mamma le dai una pugnalata nel cuore.

La mamma ti chiama solo quando non è con il suo nuovo marito.

Papà fa finta di volerti bene ma ci ha abbandonati ed ha scelta altri al posto tuo.

Lo vedi in che condizioni ci lascia vivere la mamma?

Il tuo papà è davvero cattivo sta regalando tutto il suo affetto ad un’altra famiglia.

Questi sono solo esempi di frasi tipiche che, ripetutamente, ora dopo ora, giorno dopo giorno e settimana dopo settimana, il piccolo riceve dal genitore mediante un vero e proprio lavaggio del cervello. Immaginate la quotidianità di un bambino vissuto con questo martellamento, e provate ad immaginare con quale luce potrà incontrare l’altro genitore che andrà a trovarlo. Pensate che lo accoglierà con serenità?

La mente di un bambino è particolarmente plastica ed è in grado di assorbire suggestioni molto più di un adulto che ha già una personalità consolidata ed opinioni sul mondo circostante ormai radicate. Il piccolo, in via di formazione, è in grado di integrare, assorbire e far sue idee e comportamenti, soprattutto se questi sono dettati da figure significative come quelle di un genitore che lo ha in affido. Se poi a questo martellamento si aggiungono rinforzi provenienti dalla nonna, da un fratello o da un parente prossimo, ecco che il piccolo si trasforma in una vera arma letale carica di odio e rancore versa l’altro genitore. E, spesso, usata proprio per far male all’altro dal quale si ritiene di avere risarcimenti, soprattutto, di carattere emotivo. Tu hai fatto soffrire me? Ora tocca a te!

La PAS, intesa come dinamica relazionale disfunzionale e non come malattia del singolo, quindi, esiste, eccome! E i suoi effetti sono tangibili.

Nonostante la sua evidenza e i numerosi studi che ne confermano la sua veridicità, essa è messa in discussione per il semplice fatto che non è riportata nel Manuale Internazionale dei Disturbi Mentali, DSM. Beh nel DSM non c’è un grande approfondimento di quelle patologie che riguardano il sistema famigliare. In esso ci si concentra maggiormente su quelle caratteristiche diagnostiche che possono essere perfettamente inquadrate esclusivamente nel singolo individuo. Ricordiamo, inoltre, che in molti manuali nemmeno il Mobbing, così come i danni da Stalking sono menzionati. Ma qualcuno si sognerebbe di metterne in dubbio la loro esistenza? Essendo la PAS al centro di diatribe legali allora, in barba alla scienza, con questa ci si può permettere di tutto.

Ma non si capisce nemmeno a quale comunità scientifica che la rifiuta si riferiscano quegli avvocati che ne negano l’esistenza. Poiché una mole di studi esiste in letteratura sulle patologie della relazione, patologie che, ricordiamo, sono espressione di una distorta dinamica del gruppo famigliare.

Ovvio, cercando nel mucchio, si trova sempre quel professionista che, magari a caccia di identità, ne nega l’esistenza per fini prettamente ideologici, come quelli che ritengono la necessità di rispettare l’opinione del bambino, in barba alle influenze negative in grado di condizionare fortemente questa opinione. (Anche in ambito scientifico c’è chi fa ideologia). Così come, sempre nel mazzo, è possibile trovare quel professionista che nega in toto l’esistenza delle malattie mentali, chi nega l’efficacia delle cure sul cancro e, addirittura, nega l’esistenza di malattie come l’AIDS.

Chi nega la PAS o fa solo ideologia o è completamente ignaro della realtà clinica delle dinamiche relazionali distorte.

Per un approfondimento

http://www.alienazione.genitoriale.com/sintesi-della-letteratura-sullalienazione-parentale-www-alienazionepar-altervista-org/

 

Data pubblicazione: 26 marzo 2013

72 commenti

#1
Utente 219XXX
Utente 219XXX

Mi fa piacere che abbia scritto quest'articolo, perché l'argomento merita di essere approfondito. Effettivamente sono innegabili i condizionamenti, o meglio, i lavaggi del cervello a cui sono sottoposti molti figli di divorziati che vengono così ignobilmente strumentalizzati dai genitori.
Peccato però che l'attenzione invece di concentrarsi sul contesto relazionale in cui vive il ragazzino, sulle emozioni, sui vissuti, si sia spostata su dispute intorno al valore nosografico della summenzionata "sindrome".
Rimane il fatto che esiste un bambino che sta soffrendo moltissimo e che invece di ricevere un'adeguato supporto si trova a dover affrontare una guerra parentale e come se non bastasse anche l'atteggiamento contraddittorio da parte dell'autorità giudiziaria. Prima è stato prelevato con la forza da scuola e poi con un provvedimento contrario restituito alla madre. Sarà sindrome di alienazione parentale, o sindrome da manipolazione parentale? O qualche altra nomenclatura? Questi dispositivi diagnostici vanno presi unicamente per il loro valore descrittivo ed euristico e declinati nella realtà concreta. Mi sembra che tutto questo sia mancato in questo caso.

#2
Dr.ssa Paola Scalco
Dr.ssa Paola Scalco

Per un ulteriore approfondimento, allego le Linee Guida in tema di abuso sui minori elaborate dalla SINPIA (Società Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza) in cui la PAS è assolutamente contemplata:

http://www.sinpia.eu/atom/allegato/154.pdf

D'altro canto, non credo si tratti di teoria, ma di fatti osservabili, indipendentemente appunto dalla loro presenza sul DSM.
Peccato che, in generale, se ne faccia oggetto più di disquisizioni di tipo giuridico invece che clinico.

#3

Gentile utente, concordo con lei.
Nel caso che cita troppa voce è stata data agli avvocati di parte che, facendo il loro lavoro, hanno trovato solo la capacità dialettica di negare una evidenza solo a fini giudiziari. Peccato che la loro opinione ha sovrastato quella della scienza. Negare la PAS sarebbe come negare conflitti come il mobbing, bossing, stalking e così via.
I genitori usano, spesso, i bambini come arma solo per colpire l'altro. La PAS è la conseguenza di questo lavaggio del cervello, ma c'è chi non ha capito nulla e animato da una ideologia priva di alcun senso continua ad affermare anche nei talk show: " l'opinione del piccolo va rispettata"

#5
Dr. Nunzia Spiezio
Dr. Nunzia Spiezio

Un argomento che andrebbe approfondito nelle dovute sedi e non lasciato allo sbaraglio di interessate trasmissioni televisive nazional-popolari a pro audience.Il fatto che non sia contemplata nel DSM non significa che non vi debba essere una discussione costruttiva rispetto alla sua esistenza.

#6

sono d'accordo, ma qui la sua esistenza o meno è stata decisa dai giudici e non da specialisti del settore.
Come quando Galileo insisteva sui movimenti dei corpi celesti che, non contemplati nelle sacre scirtture, nessuno voleva vedere.

#7
Dr. Antonio Vita
Dr. Antonio Vita

Grazie ad Armando de Vincentiis di aver voluto inserire questo blog sulla PAS, Sindrome di Alienazione Parentale (o genitoriale, il più delle volte).
Stigmatizzo e deploro il fatto che gli estensori americani, soprattutto, ma anche tutti gli altri, non abbiano voluto inserire nel DMS-V appena pubblicato in inglese e di prossima pubblicazione in lingua italiana, questo diffuso evento che colpisce gran parte dei componenti le coppie esplose e spaccate.
Avverto che anche nei test di personalità, come il disegno della famiglia e altri (favole della Düss, etc.), appaiono segni sintomatici di un’evidente condizione di PAS esistente e che mette in condizioni difficili e problematiche molti bambini che già soffrono per la separazione dei genitori.
Quindi un ulteriore merito del collega è quello di aver voluto ricordare a tutti che la PAS esiste ed è attiva e nociva.

#8
Dr.ssa Paola Scalco
Dr.ssa Paola Scalco

Come prevedibile, la mamma di Padova, non appena riavuto il bambino, riprende con le sue pessime abitudini: così per 10 giorni staranno insieme 24 h su 24.

http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2013/03/26/news/mio-figlio-e-stanco-e-rientrera-a-scuola-solo-dopo-pasqua-1.6772019

Significativo, inoltre, il commento del legale della madre che, in riferimento al tutore dice:<<...dovrebbe spiegare perché ci siano in Veneto periti che fanno diagnosi di malattie che non esistono, come la Pas, violando la dignità di bambini e mamme.>>

Di strada da fare ce n'è ancora tanta, purtroppo.

#9

una di queste sarebbe quella di far evitare agli avvocati di entrare nel merito di argomenti clinici che non gli competono

#10
Dr. Fernando Bellizzi
Dr. Fernando Bellizzi

Gli avvocati entrano nel merito di argomenti clinici, laddove gli argomenti clinici non sono scientificamente supportati. Vedrai che se la scienza dimostra la PAS, anche gli avvocati non potranno far altro che adeguarsi alle prove.
Sull'argomento PAS poi si aprono tante questioni: si cura il bambino o si rieduca il genitore?
Il bambino è il sintomo, la malattia è nel\nei genitori.
Ma quale è la cura? Allontanare il bambino da entrambi i genitori? Ricoverare i genitori in un centro di rieducazione mentale?

#11
Utente 219XXX
Utente 219XXX

Attenzione! Non rendiamo questa discussione una disputa sugli universali altrimenti non ne usciamo più. Ribadisco a questo proposito la mia modesta opinione. Il termine PAS, come le innumerevoli nomenclature presenti nel DSM, ha un valore descrittivo che si riferisce a un contesto relazionale - ahimè molto reale e frequente - che si manifesta con delle precise dinamiche patologiche. Mi sembra che in questa tragica situazione l'attenzione si sia concentrata troppo su dispute teoriche piuttosto che sui vissuti del bambino e sulle relazioni famigliari avvelenate che gli stanno rendendo la vita un inferno.

#12

(.)se la scienza dimostra la PAS, anche gli avvocati non potranno far altro che (.)
non c'è da dimostrare un'evidenza, c'è solo da osservarla.
ma l'avvocato fa il suo lavoro e si applica alle affermazioni di quel professionista che, per professione, fa il negazionista sol perchè la sua Bibbia, il DSM, non la riporta. Vedi L'esempio degli indiani d'America e di Galileo.

#14
Dr. Armando De Vincentiis
Dr. Armando De Vincentiis

testualmente:
(..)La Corte d'Appello ha tra l'altro riconosciuto in pieno la presenza della Pas, la sindrome da alienazione genitoriale, che sarebbe al centro delle dispute tra i due genitori. (..)

finalmente qualcosa di buono!!

#24
Psicologo
Psicologo

Che la PAS sia una "sindrome", possiamo discutere parecchio. Anche sul costrutto scientifico alla base possiamo discutere. E sarebbe utile farlo, anche parecchio.

Mi sembra che, da un punto di vista strettamente clinico (e quindi non esclusivamente peritale), ci siano alcuni punti ampiamente condivisi:

- molte separazioni e divorzi presentano un'elevato tasso di conflittualità tra coniugi

- in molti casi, tali conflitti non sono elaborati e gestiti in modo maturo e costruttivo, ma divengono occasione per "colpire" l'altro coniuge

- spesso, i figli sono coinvolti in tali conflitti. Finora non mi è mai capitato di incontrare una coppia impegnata in una rottura conflittuale, ma che mantiene distinti "rapporto di coppia" e "genitorialità". Anzi, spesso i figli ed il patrimonio divengono il primo terreno di conflitto.

- gli effetti sui figli sono innegabili. E che risulta molto difficile tenerli al riparo da accuse reciproche, etichettature dell'altro coniuge, addirittura resoconti più o meno dettagliati di tradimenti e maltrattamenti subiti da uno dei due ad opera dell'altro coniuge

- quando questo avviene, che vi sia tentativo deliberato di manipolazione ed alienazione o che sia un "effetto" subdolo di una distorsione della relazione, raramente i figli non ne subiscono le conseguenze, in termini emotivi, relazionali, di fragilità personale, depressioni più o meno manifeste, sintomi regressivi (come ad esempio il ripresentarsi di sintomi enuretici).

- esiste un certo numero di situazioni in cui il tentativo di allontanare i figli dal coniuge, come "ripicca" o ritorsione, è deliberato, e le manipolazioni sono quasi "scientifiche".

Vogliamo chiamarla PAS? Vogliamo chiamarla patologia della relazione? A me questo poco importa.

E questo in ragione della mia formazione: cerco di rintracciare schemi funzionali, che mettano insieme ciò che ci accade, come reagiamo, come ci rappresentiamo quello che accade, cosa proviamo. Ed in termini funzionali, gli acronimi diventano solo una mera questione terminologica.

#25
Dr. Armando De Vincentiis
Dr. Armando De Vincentiis

a tal proposito
L’alienazione genitoriale era già nota alla scuola della Terapia Familiare fin dal 1960 ....
http://www.alienazione.genitoriale.com/lalienazione-genitoriale-era-gia-nota-alla-scuola-della-terapia-familiare-fin-dal-1960/

e
(...)Lo schema relazionale caratteristico della PAS – una alleanza transgenerazionale tra un genitore e il figlio per la denigrazione e il rifiuto dell’altro genitore – venne per la prima volta osservata negli anni 50 a livello ospedaliero dagli psichiatri infantili: Nathan Ackerman (1958, 1961, 1965); Murray Bowen (1971, 1978); Don Jackson (1971); Salvador Minuchin (1974, 1978, 1981, 1993, 1996; et al.), che più tardi fondarono il movimento della “family therapy”, che svolsero osservazioni e scrissero estesamente su questo schema di interazione familiare. Murray Bowen (1971, 1978) lo definì “triangolo patologico” e Jay Haley (1963, 1968, 1973, 1977, 1990) lo chiamò “il triangolo perverso”, affermando che,in casi estremi, era causa di psicosi nel bambino.
Questa lunga storia documentata sulla “triangolazione” è stata estesamente validata da una seconda generazione di terapisti familiari (Andolfi 1983, 1989; Angelo, 1983; Boscolo, 1987; Nichols, 1992, Gottlieb, 2012 et al.), anche se gli psichiatri e gli specialisti di terapia familiare del movimento “family therapy” non hanno mai applicato l’etichetta “sindrome di alienazione familiare” a questo schema interazionale. Ma, insomma, quando ci sono più di 60 anni di dati, ricerche e documentazione, non ci si può formalizzare su un nome!(..)
da "La vera “scienza spazzatura” è negare la PAS "
http://www.alienazione.genitoriale.com/la-vera-scienza-spazzatura-e-negare-la-pas-linda-j-gottlieb/

#26
Psicologo
Psicologo

Infatti, proprio il tema delle alleanze e triangolazione transgenerazionali è uno dei contributi più utili delle scuole sistemiche. E tra l'altro è ampiamente condiviso anche da altri approcci.

#28
Dr. Fernando Bellizzi
Dr. Fernando Bellizzi

Gentile Utente 219318 le dinamiche relazionali sono un conto, ed un conto è ciò che Lei definisce come "lavaggio del cervello", manipolazioni e strumentalizzazioni, tutti effetti psicologici ben noti, che non richiedono di una sindrome specifica.
Come Lei stesso scrive, sono molto comuni quelle dinamiche relazionali, ed alcuni figli di genitori divorziati soffrono per questa situazione: si chiama triangolazione relazionale.

#29
Utente 219XXX
Utente 219XXX

Sì, sono molto comuni e non vedo perché dinamiche relazionali che si ripetono secondo configurazioni ricorrenti e che di conseguenza provocano, e non possono non provocare, disagio, non debbano essere iscritte e classificate in un quadro sindromico.

#37
Dr. Armando De Vincentiis
Dr. Armando De Vincentiis

la dinamica relazionale tra Un soggetto (a) ed un soggetto (b) non rappresenta la somma di a+b ma darà vita ad una interazione nuova (x) che può non nascere se il soggetto (a) interagisce con un soggetto (non a)e viceversa.
Si le dinamiche sono dei soggetti ma assumono dimensioni relazionali a sè nell'interazione di questi soggetti. Questa interazioni può essere patologica, i soggetti no! (teoria generale dei sistemi) Ludwig von Bertalanffy.

#45
Dr. Armando De Vincentiis
Dr. Armando De Vincentiis

premettendo che ritengo l'articolo del dottor Mazzeo fuorviante e scorretto, evidenzio, anche, che gran parte della bibliografia di riferimento utilizzata sia composta non da specialisti del settore (psicologi della famiglia ecc ) ma da avvocati e giuristi(ossia non addetti ai lavori).
Questo fa capire anche che la PAS non è riconosciuta soprattutto da CHI NON LA CONOSCE! da figure (anche psichiatri) che, non lavorando sul campo con le famiglie e non avendo nel loro campo di percezione un quadro generale dei sistemi che compongono una famiglia (anche di separati), non hanno alcuna possibilità di notare determinate dinamiche patologiche che, si veda sopra, vengono ADDIRITTURA, negate! Basti vedere come anche le linee guida della società italiana di Neuropsichiatria infantile riconosca la PAS http://www.sinpia.eu/atom/allegato/154.pdf
contrariamente ad altre figure come gli psichiatri, o certi. Il neuropsichiatra infantile riconosce nella patologia del piccolo l'espressione di dinamiche patologiche dell'intero nucleo famigliare ed è proprio su quest'ultimo che allarga la sua osservazione; questo gli permette di osservare con maggior cognizione di causa ciò che chi cerca solo nella scatola cranica dell'individuo NON può e non potrà mai osservare!

#51
Dr. Chiara Lestuzzi
Dr. Chiara Lestuzzi

Scusate se mi intrometto, ma vorrei fare alcune considerazioni, da medico sensibile alle patologie psichiatriche per motivi personali e culturali.

Mi viene un po' da ridere, se penso che ho studiato a Trieste negli anni '70, dove le lezioni di psichiatria erano tenute dal prof. Campailla, organicista convinto, per cui la terapia delle patologie psichiatriche era farmacologica e basta. Ma a pochi metri di distanza c'era la psichiatria ospedaliera con gli allievi di Basaglia. Campailla all' epoca diceva che nella sua clinica si faceva medicina, dall' altra si faceva politica.

Secondo il collega Mazzeo -se ben capisco- la malattia esiste solo se c'è un problema organico. Quindi il depresso avrà problemi di mediatori chimici cerebrali e si curerà con il litio, gli ISSR ecc. Il che è assolutamente vero per alcune forme depressive. Come è logico pensare che il bipolare (magari con familiarità) ha un disturbo geneticamente determinato, quindi con una base organica,e che la terapia farmacologica sia la seclta migliore.

Ma la depressione reattiva (a un lutto, a gravi problemi economici) o il disturbo da stress posttraumatico che insorgono in un individuo adulto che mai aveva avuto problemi psichici prima, ha una base organica? E la cura farmacologica è la più adatta? Non sono queste patologie (intendendo come patologia una sofferenza, uno stato di alterazione del benessere) legate solo alla sfera psichica che possono trarre giovamento da una psicoterapia? Soprattutto, non sono queste le tipiche patologie in cui magari con i farmaci si ottiene magari un beneficio soggettivo più veloce e più evidente che con la psicoterapia ma si maschera solo il sintomo senza rimuovere la causa? Come dare l' antipiretico a uno che ha una febbre legata all' infezione: non è necessario ANCHE (se non solo) un antibiotico?

Riguardo alla PAS, lasciando da parte il padre violento che il figlio non vuole vedere perché è violento, ipotizziamo due scenari:

A) Il marito pianta la moglie per andare a vivere con una più giovane. La moglie -che a suo tempo aveva lasciato una prometetnte carriera per dedicarsi alla famiglia, e che è una persona con bassa autostima- si sente uno straccio, piange sempre, cade in depressione. Non dice niente contro il marito, ma il figlio, che è rimasto a vivere con lei si rende conto che soffre, e che la causa della sua sofferenza è il padre che l' ha abbandonata. Quando va dal padre, lo vede felice e contento con la nuova compagna, magari quando stanno insieme il padre comunque si occupa più della nuova donna che del figlio, che quindi si sente poco amato. In questo caso automaticamente il figlio può sviluppare un sentimento di rancore nei confronti del padre (perché fa soffrire la madre e il bambino stesso) e rifiutare gli incontri che lo mettono a disagio, o addirittura lo fanno soffrire perché vede che il padre gli preferisce la nuova compagna. Questa NON è una PAS, ma un distrurbo di relazione a tre (o a quattro).

B) La coppia era costituita da una donna in carriera, arrogante ed egoista, che umilia il marito. Dopo anni di sofferenza, il marito decide di andarsene perché ha trovato un' altra donna affettuosa e comprensiva (o anche solo perché non sopporta la situazione). Il figlio, come nel 99% dei casi, viene affidato alla madre e il marito si trova a campare con difficoltà economiche dovendosi pagare l'affitto e dovendo contribuire al mantenimento del figlio e magari anche della moglie. La moglie, offesa nel suo amor proprio perché il marito-cagnolino è sfuggito al suo controllo, e per puro spirito di vendetta comincia a dire al bambino che il papà è cattivo, che è scappato con una puttana, che se ne è andato di casa perché non vuole bene al figlio... e a riprova del fatto che lei vuole bene al bambino e il papà no gli fa notare come lei gli compra sempre giocattoli costosi, lo porta in vacanza in posti splendidi, mentre il papà non gli compra mai niente PERCHE' E' TIRCHIO e non gli vuole bene (in realtà il papà non ha soldi). Oppure (vedi il caso Mia Farrow-Woody Allen) insinua nel figlio (o figlia) l' idea che i gesti affettuosi del padre siano cose brutte, che si tratti di forme di aggressione sessuale, che il padre sia pericoloso, o che voglia sottrarlo all' amore della mamma. Il bambino o la bambina cominceranno ad avere paura del padre, e ogni suo tentativo di riconquistare l' affetto avrà l' effetto paradossale di spaventare di più il figlio (la mamma ha detto che gli abbracci di papà sono "cose brutte"). QUESTA E' PAS. Se la madre (ma potrebbe essere anche il padre) per egoismo scientemente diffama il coniuge (mente, sapendo di mentire) instillando nei figli piccoli la paura di essere in pericolo quando sono con lui (lei) non si tratta più della "normale" sofferenza dei figli di separati, ma di una vera e propria alterazione della realtà come viene percepita da un bambino, e che può causare danni gravissimi.

Io conosco esempi sia del tipo A (addirittura, un ragazzo che non ne vuole sapere del padre che era assente quando la famiglia era intera, e ancora più assente dopo la separazione nonostante la sua nuova compagna cerchi in tutti i modi di essere disponibile con il ragazzo) che del tipo B (moglie che butta fuori di casa il marito infedele, lui che rompe con l' amante, se ne sta da solo e anni dopo si rifà una famiglia; la madre sobilla i figli dicendo loro che la nuova compagna è quella donna brutta e cattiva che ha rubato il papà alla mamma -non è vero, ovviamente- e i bambini ogni volta che vanno dal padre aggrediscono la nuova compagna fino a far scoppiare la nuova coppia. La madre è soddisfatta perché ha rovinato la vita all' ex)


#52
Dr. Armando De Vincentiis
Dr. Armando De Vincentiis

Dottoressa Lestuzzi, la tua analisi è davvero straordinaria nella descrizone dei due casi, in effetti l'esperienza di chi lavora sul campo si basa proprio su scenari simili....

#53
Dr. Chiara Lestuzzi
Dr. Chiara Lestuzzi

# 38

Il fatto di ammettere che la PAS esista non significa dire che debba essere accettata. E l' esistenza di casi in cui è stata erroneamente diagtnosticata non significa che non esista.

Credo che la diagnosi si particolarmente difficile, e il fatto che la sindrome sia chiamata in causa in pricedimenti giuridici, dove c'è un evidente interesse di parte sia in chi la sostiene che in chi la nega non semplifica le cose.

Alcuni anni fa c' è stato un famoso caso (a Trento mi pare) in cui due figlie adolescenti hanno accusato il padre di abusi sessuali. Dopo anni (e dopo aver distrutto la vita al padre) hanno confessato di essersi inventate tutto per ripicca perchè il padre era severo e non le lasciava uscire fino a tardi con gli amici, e poi non avevano il coraggio di ammettere la menzogna. Questo sigtnifica che non dovremo mao più credere a nessuna figlia che accusi il padre?

Ho citato il caso Mia Farrow-Woody Allen, in cui la figlia (ormai adulta) ribadisce di essere stata molestata, altri figli della coppia dicono che è stata manipolata e che Mia Farrowe ci aveva provato anche con loro; alcuni dei figli di Mia la descrivono come una madre affettuosa e dolcissima, altri come una mezza psicopatica che adotta figli come si raccolgono gattini per strada, per poi mollarli a baby sitter e governanti e che è possessiva e gelosa. Qualcuno di voi crede al 100% a lei e non a Woody?

Altro caso molto fumoso: l' asilo di Rignano Flaminio. E' verosimile che in un asilo ci fosse una concentrazione di pedofili che si sono costituiti in associazione a delinquere e che nessuno se ne sia accorto? O le testimonianze del bambini sono state influenzate dalle domande dei genitori? Avendo letto la storia solo sui giornali, evidentemente è impossibile dare un giudizio; ma basta la testimonianza dei bambini a stabilire che c'è stato reato di pedofilia? Mettere in dubbio questo specifico caso non significa affermare che non esistono educatori pedofili, ma se fosse davvero tutta una bufala dimostrerebbe che E' POSSIBILE che un bambino di 4 anni racconti cose non vere.

Vi suggerisco di leggere due libri: "Testimone inconsapevole" di Gianrico Carofiglio (sul valore che si può dare alle testimonianze; ricordiamo che è un ex magistrato) e "Un giorno perfetto" di Melania G. Mazzucco (sui rapporti familiari disfunzionanti pre- e post- separazione e su come i figli li possono vivere)

#56
Dr. Armando De Vincentiis
Dr. Armando De Vincentiis

credo che a questo punto sia inutile continuare la discussione, per quel che riguarda il dottor Bellizzi è straordinaria la sua incapacità di comprensione (forse dovuta alla mancanza di informazioni), ma lui fa l'ipnostisa, mentre il dottor Mazzeo sembra ormai accecato dall'ideologia verso la quale nessuna argomentazione può nulla. Fortunatamente è tra i pochi a pensarla così!

#62
Dr. Armando De Vincentiis
Dr. Armando De Vincentiis

(...)perché penso che un genitore normale non userebbe dolosamente il figlio per punire l' ex coniuge (..)
Chiara non occorre essere affetti da qualche psicopatologia per portare avanti una operazione denigratoria nei confronti dell'ex coniuge. Può bastare un risentimento, della rabbia (anche se con motivazioni scorrette) uno spirito di vendetta; tutti elementi che possono impiantarsi in persone assolutamente sane ma che assumono conseguenze patologiche se agite in una interazione. Separatamente le persone sono sane, messe insieme con i giusti ingredienti di comunicazione disfunzionale danno origine a psicopatologia. Si veda "i giochi psicotici della famiglia" o "pragmatica della comunicazione umana" e tutti gli studi sistemico relazionali esistenti.

#65
Utente 219XXX
Utente 219XXX

<<La diagnosi di PAS è fatta su esclusive basi cliniche come la maggior parte della diagnosi in ambito psichiatrico.>>
Anche se le basi cliniche della psicologia non sono quelle della medicina in mancanza di referti anatomo-patologici e una "sindrome" come la PAS non è come un sintomo allucinatorio.
Secondo me, il valore che si può attribuire alla PAS è quello di un utile strumento euristico per individuare configurazioni relazionali tipiche; consapevoli, però, che l'uso del termine sindrome ha un valore descrittivo non nosologico.

#71
Dr. Manlio Converti
Dr. Manlio Converti

Ma cosa c'è di patologico nel litigare per proteggere la maternità nel corso della separazione?
Capisco il desiderio paterno di trovare una scusa per vedere riconosciuta la paternità, ma la violenza usata, questa volta istituzionale, è assolutamente patologica quanto quella supposta essere tale per la madre.
Il comportamento aggressivo è profondamente umano.
Anche la strutturazione difensiva da parte dei figli che subiscono la guerra di Kramer contro Kramer.
Le istituzioni dovrebbero proteggere per quanto possibile il minore, non abusare la madre in nome di sindromi inventate dagli psicologi a fini commerciali!

In Italia la legge sulla cogestione del minore è applicata in meno del venti per cento dei casi.

Applicate la legge invece di inventarvi le malattie !

#72
Dr. Giuseppe Santonocito
Dr. Giuseppe Santonocito

>>> Ma cosa c'è di patologico nel litigare per proteggere la maternità nel corso della separazione?
>>>

Ma che bisogno c'è di tifare madri, se il fenomeno in discussione è definito PARENTAL (genitoriale)? E che quindi può riguardare tanto la madre quanto il padre?

Credi che ogni madre sia buona a prescindere?

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