E' la lotta contro l'ansia che crea "ansia"

a.devincentiis
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta

Se si smettesse di lottare con i propri stati di ansia ci si accorgerebbe che basterebbe questo per eliminarla. Se si smettesse di cacciare i pensieri intrusivi ci si renderebbe conto che basterebbe questo per non farci sommergere da loro. Se smettessimo di lottare con il peso dei nostri chili di troppo quest'ultimi smetterebbero di far sentire i loro effetti, così come, in caso di depressione, ci accorgeremmo che non è quest’ultima a spingerci a rinunciare alla vita ma tale rinuncia a costruire la depressione. Dov'è allora la malattia? Esclusivamente nella Lotta!

Difficilmente ci rendiamo conto che sono proprio i maldestri tentativi di risolvere un problema che, in realtà, tendono ad incrementarlo. L’accanimento sul problema, sia psicologico sia relazionale, non solo ne conferma la sua presenza ma fa si che esso sia il perno del nostro impegno. Se un membro della coppia decide di mettere in discussione il passato del proprio partner, involontariamente non sta facendo altro che collocare questo passato nel presente e subirne tutti gli effetti. Un esempio è la classica gelosia retroattiva che, per nulla, distrugge moltissime coppie.

Un agorafobico passa la maggior parte del tempo a cercare strategie per non affrontare da solo le uscite o per rimanere sempre in compagnia, questi non si rende conto che è proprio la messa in atto di queste azioni che confermano la presenza della condizione fobica e ne incrementano la sua carica patogena. Più si attiverà nella ricerca di aiuto più consoliderà la sua fobia costruendo, pian piano, un circolo vizioso che si autoalimenta.

Un depresso rinuncerà ai divertimenti e alle azioni quotidiane, ma sono proprio queste rinunce che lo incastreranno in uno stato di angoscia confermandone la giustezza della sua scelta in un circolo che così può essere espresso: ero poco motivato ed ho deciso di rimanere in casa rinunciando alla festa dei miei amici ieri, dopo di che sono stato colto da una profonda angoscia. Non era proprio serata di festa. Sarebbe stato colto dall’angoscia se si fosse recato alla festa? E’ stata la depressione a determinare la scelta di rinuncia o la rinuncia ha costruito e/o incrementato il suo sentimento di angoscia?

E, infine, quante coppie sono arrivate alla rottura solo perché non hanno voluto mettere da parte un’azione o una parola poco gradita del partener ad hanno voluto sviscerare la situazione mantenendola sempre viva anche a distanza di tempo?

Una soluzione davvero elegante ed economica nella soluzioni di determinati problemi potrebbe essere proprio la loro NON soluzione. Una soluzioni che, proprio grazie alla sua semplicità, difficilmente viene colta!

 


Da “i segreti della mente non ansiosa” Ed.Libellula

 

 

Data pubblicazione: 18 luglio 2013

10 commenti

#1
Utente 325XXX
Utente 325XXX

Quindi chi soffre d'ansia dovrebbe evitare di andare dallo psicoterapeuta per curare l'ansia???

#2
Dr. Armando De Vincentiis
Dr. Armando De Vincentiis

Scorretto, chi soffre di ansia mette in atto soluzioni fai date per combatterla ma, in realtà, la alimenta. La Psicoterapia, soprattutto se di orientamento sistemico-strategica, insegna al paziente strategie funzionali per controllarla NON per combatterla. E se si smette di combattere la si vince.

#3
Utente 325XXX
Utente 325XXX

Ok, quindi non bisognerebbe combatterla ma imparare ad accettare di soffrirne e incanalarla cercando di tenersi impegnati il più possibile?

#4
Dr. Armando De Vincentiis
Dr. Armando De Vincentiis

è ancora in errore, significa semplicemente attribuire alle sensazioni valenze differenti. Ma questo lo si impara solo con un teraputa se da soli non si hanno gli strumenti per farlo..

#5
Utente 325XXX
Utente 325XXX

Sono in cura da una psicoterapeuta per disturbo d'ansia, quanto tempo ci vuole per imparare a comprendere le sensazioni del nostro corpo e imparare a dargli valenze differenti per poterle controllare?

#6
Dr. Armando De Vincentiis
Dr. Armando De Vincentiis

dipende dagli obiettivi stabiliti, dalle strategie utilizzate e dal tipo di psicoterapia, oltre che dai tempi personali del paziente.

#7
Utente 325XXX
Utente 325XXX

Va bene, la ringrazio molto del tempo che mi ha dedicato.

#8
Utente 404XXX
Utente 404XXX

Articolo molto utile. Dopo la nascita di mia figlia sono riapparsi attacchi di panico di cui avevo sofferto in passato (ma non avevo mai curato). Ora sono in cura da una psicologa/psicoterapeuta da un paio di mesi e mi sto aiutando con un ansiolitico per tenere a bada l'ansia. La situazione è già migliorata però ho la paura di stare male, ascolto troppo il mio corpo e questo mi crea sempre più ansia, ho sempre paura di avere chissà che! Il percorso di psicoterapia in quanto tempo comincia a dare i suoi frutti? E dopo quanto tempo si può definire e cambiare percorso? Possono essere possibili ricadute durante questo periodo giusto? Ho sempre paura di aver intrapreso la strada sbagliata! Grazie.

#9

Bellissimo articolo Collega!
Ho sempre sostenuto che non bisogna mai lottare contro le proprie emozioni altrimenti si moltiplicano al quadrato...

Grazie
Complimenti e buon anno!

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