La percezione del corpo brutto: la dimensione dismorfica

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Dr.ssa Teresita Forlano Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo

Il termine dismorfia deriva dalla parola greca “dis- morfè” che letteralmente significa “cattiva forma” e quindi “bruttezza”. 

Il termine fa riferimento alla sensazione soggettiva di essere particolarmente brutti, impresentabili, ripugnanti, deformi, di avere un difetto fisico in una parte del corpo che rende oggetto di attenzione da parte degli altri nonostante che, ad un riscontro reale, il difetto risulti assente e la forma del corpo nella norma.

Va detto che talvolta un difetto fisico può anche esistere, ma la reazione della persona appare decisamente amplificata.

La dismorfia può presentarsi come sintomo transitorio nel periodo adolescenziale, dove la trasformazione fisica dovuta alla pubertà può essere rifiutata dall’individuo o vissuta con angoscia più o meno marcata anche per una non accettazione della pubertà da parte della famiglia.

Oppure può far parte di un quadro psicopatologico dove il rifiuto del proprio aspetto, del proprio corpo o parti di esso, può assumere caratteristiche fobiche che disturbano profondamente l’espressione della personalità. In questo caso si parla di dismorfofobia che può assumere la forma ora di un’idea prevalente, ora di un’idea ossessiva, ora di un vero e proprio delirio di trasformazione corporea.

Nella dismorfofobia c’è una vera è propria alterazione dell’esperienza corporea. Il corpo si carica di un significato di non adeguatezza che, ad un’attenta indagine rivela una profonda inadeguatezza interna esistenziale. Il corpo diviene teatro di disagi interni.

In alcuni soggetti questa forma fobica può causare stress emozionale e incapacità di tessere adeguate relazioni sociali e sessuali, con conseguente isolamento e rischio di dare il via a una sequenza di altre patologie.

Si possono anche determinare comportamenti ossessivi relativi alla propria immagine che, nei casi più gravi, evolvono in disturbi della sfera alimentare quali anoressia e bulimia (parliamo di malattie psicologiche conseguenti ad una percezione alterata dell’immagine corporea riflessa allo specchio).

Chi sperimenta dismorfofobia, evita di guardarsi allo specchio per non vedere il proprio corpo brutto o una parte di esso ritenuta brutta e mortificante da guardare.

Data pubblicazione: 04 febbraio 2014

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