La dipendenza dallo smartphone e il bisogno di sentirsi connessi

michele.spaccarotella
Dr. Michele Spaccarotella Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo

Dal rapporto 'Net Children Go Mobile' realizzato dall'Università Cattolica di Milano emerge che il 79% dei ragazzi tra 9 e 16 anni dice di sentirsi in dovere di essere sempre raggiungibile, il 52% di avere un forte bisogno di controllare sempre il cellulare e il 43% si sente a disagio perchè non può controllare il cellulare in caso di mancanza di campo o di batteria scarica.

Questi dati non sono solo di pertinenza adolescenziale ma riguardano anche il mondo adulto, come riassunto in un brillante cortometraggio dal titolo 'I forgot my phone - Ho dimenticato il mio telefono'.

Si diffonde infatti in maniera silente l'esigenza di sentirsi sempre connessi, online, raggiungibili. Neanche in vacanza, luogo per eccellenza di fuga dallo stress e dalla propria routine, ci si concede di 'staccare', come testimoniato da una ricerca commissionata da un noto tour operator. La parola wi-fi sembra essere più dolce dell'idea di vacanza stessa.

Non a caso The Social Science Journal ha pubblicato di recente un articolo che parla dell'uso smodato di Whatsapp, una delle applicazioni che può essere utilizzata anche quando ci troviamo all'estero. Il 33% degli intervistati ha infatti dichiarato di utilizzare l'app anche 12 volte in un'ora. 

La diffusione del fenomeno sta sensibilizzando anche chi, come gli operatori della comunicazione, lavora con e per mezzo della tecnologia, arrivando a stilare una sorta di vademecum di 15 passi che risulti d'aiuto nel 'disintossicarsi' dall'ondata di notifiche a cui siamo quotidianamente sottoposti.

Tra i consigli in elenco troviamo:

  • impostare correttamente la sezione 'notifiche' in modo da ricevere solo quelle necessarie;
  • stabilire un numero di volte prefissato nel quale visionare/consultare i social;
  • non scaricare le applicazioni su tutti i dispositivi in possesso;
  • disattivare i messaggi sonori per i contenuti web;
  • spegnere il telefono in presenza di eventi sociali quali ristoranti o cinema;
  • disattivare le geolocalizzazioni;
  • evitare di fissare lo smartphone per schivare l'imbarazzo o la timidezza di parlare con qualcuno.  

La nomophobia (neologismo che lega i termini no mobile, senza telefono e fobia, paura) descrive quindi la paura incontrollata di rimanere senza il cellulare (o senza batteria) e di sentirsi tagliati fuori dal mondo. Le dinamiche della dipendenza da smartphone sono del tutto simili a quelle che riguardano la dipendenza da sostanze.

Non a caso la mobile addiction rientra nel novero delle new addictions, quelle dipendenze comportamentali nelle quali non viene assunta nessuna sostanza chimica ma l'oggetto della dipendenza diventa un comportamento o un'attività socialmente accettata.

Si parla quindi di "craving", la fame di essere connessi e la ricerca spasmodica di controllare il cellulare; di "assuefazione", dove i momenti spesi con il cellulare non sono abbastanza e si devono investire sempre più tempo ed energie nel contatto con esso; infine di "astinenza", dove si inizia a sviluppare nervosismo, stati di ansia e di agitazione se c'è una separazione forzata dallo smartphone. 

Il cellulare diventa il fulcro di tutte le possibili interazioni da intrattenere durante l'arco della giornata. La relazione con il cellulare si sostituisce a quelle reali, il virtuale diventa il luogo delle relazioni verosimili. Si ha paura di essere soli senza la connessione per poi accorgersi che la vera solitudine è rappresentata dall'incapacità di intrattenere una vera relazione umana basata sul contatto, sull'interazione e sulla sana comunicazione a due.Connessi con tutti, in relazione con nessuno. 

Data pubblicazione: 23 maggio 2014

1 commenti

#1
Dr. Luigi Marino
Dr. Luigi Marino

Il nostro nuovo cellulare, l'ultimo modello di smartphone,
i tablets e tutti gli altri gadgets sono davvero dannosi?



Che danni creano agli occhi?

I bambini trascorrono più di quattro ore davanti agli schermi televisivi e ai piccolissimi schermi dei giochi o tablets di ultima generazione.

Gli schermi televisivi, del computer o delle tavolette , sebbene non emanino radiazioni o campi elettromagnetici dannosi per gli occhi, possono creare alcuni problemi (luce blu).

La Miopia che trent’anni fa colpiva il 20% della popolazione europea ora ha raggiunto il 35%.

A cosa è dovuto questo aumento?

L’attività ravvicinata a uno schermo (Personal Computer, tablets, videogiochi) comporta un costante sforzo di messa a fuoco, che sebbene nel piccolo sia meno impegnativo rispetto all’adulto, determina un forte stimolo accomodativo.



La conseguenza più comune è la stanchezza visiva; inoltre, questo affaticamento accomodativo nel bambino, a lungo andare, può facilitare la formazione di miopia, ovvero una difficoltà a leggere da lontano.

L’attenzione che i monitor sollecitano comporta una minore frequenza dell’ammiccamento e questo induce un’alterazione cronica del film lacrimale; ciò perchè la cornea, il tessuto trasparente che si trova nella parte anteriore dell’occhio, si nutre attraverso l’ossigeno sciolto nelle lacrime; non è infrequente che gli stessi videoterminalisti adulti soffrano di problemi lacrimali e lamentino bruciore, sensazione di corpo estraneo e arrossamento.

Non possiamo e non dobbiamo dimenticare che l’utilizzo di queste apparecchiature comporta ulteriori conseguenze:

la sedentarietà, con l’associato maggior rischio di obesità già rilevato nelle nuove generazioni, e l’introversione dovuta al continuo, esclusivo e diseducativo rapporto con la realtà virtuale, che si accompagna invariabilmente a una scarsa propensione al contatto con i compagni di gioco e a un’indisponibilità alla relazione interpersonale, non trascurabile elemento del crescere sociale.



Come scoprire se un bambino non vede bene?

Osservare il comportamento generale del bambino:

Se il bimbo avvicina molto le cose al viso per vederle
Se il bimbo strizza gli occhi per vedere: è sospetto di avere un problema visivo
Se il bambino si strofina con una certa frequenza uno o entrambi gli occhi
Se il bambino dopo un po’ che usa la vista da vicino si stanca
Se osservando la pupilla del bambino si noti qualcosa di strano
Se il bambino ha un occhio strabico: va portato immediatamente dal medico oculista; lo strabismo non è solo un problema estetico; è sempre correlato ad un problema visivo e relativa ambliopia (occhio pigro); circa due bambini su cento hanno una qualche forma di strabismo
Se il bimbo tiene una posizione viziata del capo o soffre di torcicollo: avrà verosimilmente un problema visivo
Se gli occhi del bimbo hanno movimenti strani od oscillatori
Se chiudendo prima un occhio e poi l’altro si nota un comportamento diverso fra un occhio e l’altro
Se in famiglia ci sono problemi di vista come miopia ed astigmatismo o ipermetropia; genitori miopi è facile che facciano figli miopi


Proteggiamo i nostri occhi e quelli dei nostri figli dalla luce Blu!

Al giorno d'oggi trascorriamo sempre piu' tempo davanti al PC. Dalla mattina presto sino a sera tardi (ed a volte molto tardi). Secondo vari studi di ricerca condotto su di un campione statisticamente significativo trascorriamo davvero tantissimo tempo davanti ai nostri dispositivi digitali: il 30% di questo campione utilizzava i dispositivi smartphone, i tablet (le magiche tavolette), i computer, almeno 6 ore al di, un altro 14 % oltre 10 ore.

E' oggi assolutamente normale vedere ragazzi in giro, per strada che anche mentre mangiano un panino o passeggiano guardano o chattano con il loro cellullare. La luce blu e' presente naturalmente nello spettro luminoso, nella luce naturale (quella solare), la sua lunghezza d'onda e' simile a quella da raggi ultravioletti ma la luce blu e' anche emessa in maniera molto maggiore ed ARTIFICIALE da tutti i dispositivi LCD e LED di martphone, tablet, TV, e PC, dai sistemi di illuminazione e lampade a basso consumo energetico.

La luce BLU ha una lunghezza d'onda corta e quindi maggior frequenza ed energia. I dispositivi come gli smartphone e tablet emettono sino al 40 % di luce blu e la loro diffusione e' in crescita e cosi' anche gli effetti negativi sul benessere visivo, e sull'occhio.



Le cause del problema sono principalmente due:

- la distanza di utilizzo molto ravvicinata

- l'alta emissione di luce BLU



La luce blu influenza il ciclo sonno - veglia?

Direi proprio di sì... e' come un JET LEG senza il viaggio o la vacanza.

L'esposizione a luce BLU influenza il ciclo circadiano in quando e' in grado di inibire la produzione di MELATONINA, molecola responsabile di un buon equilibrio SONNO - VEGLIA.

L'effetto benefico (a piccole dosi) e' che puo' migliorare i nostri tempi di reazione nelle ore serali e notturne.

L'effetto negativo e' che in altri casi, invece, crea disturbi importanti del sonno.

La sovraesposizione alla luce blu puo' dare insonnia, irritabilita', cali di attenzione, patologie oculare importanti:

dislacrimie
alterazioni qualitative e quantitative del film lacrimale
fotofobia, bruciore , irritazioni
congiuntiviti croniche o ricorrenti
cataratta precoce
degenerazione maculare.
Infine alcuni autori (Bass e Turek 2005 e Haus e Solesnsky 2006) hanno sottolineano che le alterazioni del sonno (indotte da luce Blu) possono portare a Diabete ed Obesità, ma anche alterazioni della postura, lombosciatalgie, cefalea ed emicrania ricorrenti.



Per proteggerci dalla luce blu?

Sicuramente possiamo introdurre nella dieta antiossidanti e prodotti ricchi di pigmenti retinici ed in particolare di Luteina.

Quindi mangiamo frutta e verdura della piu' colorata che ci sia, aumentiamo il carico idrico cosi da avere una buona composizione e sufficiente quantita' del film lacrimale ed un corpo vitreo ben organizzato e trasparente.

Ma cambiare le nostra dieta ed il nostro stile di vita a volte e' molto difficile.

L'alternativa molto valida ed efficace e' ora possibile grazie ad un trattamento BLUE-CONTROL che puo' essere applicato alle comuni lenti da vista.

Gli effetti benefici sono immediati: le lenti trattate con BlueControl hanno effetti rilassanti sugli occhi, grazie ad un aumento del contrasto alla visione, alla riduzione dell'abbagliamento, garantendo una percezine naturale dei colori.

Quindi le lenti Hoya BlueControl costituiscono davvero un fattore di protezione importante per studenti, ragazzi, adulti ed anziani (soprattutto dopo intervento di cataratta se non sono state inserite IOL con trattamento anti luce Blu e ultravioletti).

Per trovare le lenti BlueControl basta cliccare su www.hoya.it


Per aggiungere il tuo commento esegui il login

Non hai un account? Registrati ora gratuitamente!