Decesso in intervento
Gentilissimo Dottore, purtroppo di recente mia mamma ha subito un intervento di cardiochirurgia (innesto di 3 by pass e sostituzione di valvola mitrale e aortica), a seguito del quale è deceduta. Le scrivo perché non riesco a darmi pace ed a trovare una risposta.. Il chirurgo che l'ha operata, oltre a non essere stato chiaro nel darci una spiegazione, ce l ha comunicato in una maniera che definire brutale e disumana è un eufemismo... Premetto che mamma era ricoverata e l intervento era stato programmato in anticipo, ma che i dottori non sono stati molto solleciti nell informarci prima dello stesso.. Nonostante fossimo tutti i giorni in ospedale ci hanno fermato sulle sue cale il giorno prima dicendoci tre parole, senza dare molte spiegazioni, ma puntualizzando che l intervento '' non essendo una passeggiata '' testuali parole, comportava il minimo rischio di un 'operazione del genere, definita di routine. Il giorno dell intervento, dopo 8 ore il chirurgo ci ha avvisati che la situazione non era per niente bella in quanto' 'non si decide a coagulare '' quasi fosse colpa della mia mamma, ci ha fatto stare li fino all una del mattino dandoci ad intervalli notizie poco chiare e contrastanti.. La situazione è critica.. Se non ci fosse speranza non sarei qui, io non sono ne' di guardia ne' reperibile, ma resto.. In pratica secondo lui non aveva fatto effetto il farmaco che danno come antidoto All eparina, credo sia la protamina quindi non c era coagulazione... Poi ci hanno rimandati a casa, per telefonarci 4 ore dopo dicendoci brutalmente di portare i vestiti perché nel giro di un 'ora la mamma sarebbe trapassata.. Ce l hanno restituita morta, senza una parola di spiegazione in più, come nulla fosse.. Io le chiedo dottore, umilmente, da ignorante in materia quale sono, se da queste ahimè scarse informazioni, sia possibile per lei darmi un chiarimento di quello che può essere successo, perché non riesco ad accettarlo senza nemmeno sapere perché.. Inoltre ci hanno anche detto che l eco transesofageo era venuto perfetto.. Ma se non c'è mai stata coagulazione questo com'è possibile? Se l emorragia era così massiva e il sangue non affluiva correttamente al cuore? Nel ringraziarla anticipatamente le porgo i miei più cordiali saluti
[#1]
Innanzitutto condoglianze.
Purtroppo la Cardiochirurgia è una specialità chirurgica, in cui è impossibile non dover fare i conti con una certa percentuale di mortalità operatoria.
L'intervento al quale è stata sottoposta la paziente poi, (triplo bypass coronarico e doppia sostituzione valvolare), è un intervento molto lungo e pesante, con un rischio operatorio significativo.
Prima dell'intervento pazienti e familiari devono essere informati del rischio operatorio ed il paziente firmare il foglio del consenso informato alla procedura.
Non conoscendo il quadro preoperatorio (età, funzione ventricolare sinistra, copatologie associate), è impossibile però quantificare il rischio in maniera precisa.
In quasi tutte le Cardiochirurgie si dà conferma dell'intervento chirurgico il giorno prima (in casi particolari il giorno stesso).
Un importante sanguinamento postoperatorio, non responsivo alla protamina e alle eventuali emotrasfusioni con sangue ed emoderivati è una situazione con la quale purtroppo in qualche caso si deve fare i conti.
Il risultato dell'esame transesofageo, poi, è totalmente indipendente dal sanguinamento in atto, che è significativo, ma non da impedire nella stragrande maggioranza dei casi il riempimento cardiaco.
Se non si ritiene soddisfatta di quanto riferitole dall'equipe che ha effettuato l'intervento deve fare una richiesta di cartella clinica, per poter avere dei riscontri più precisi su quanto effettivamente successo.
Facendo visionare la cartella ad un medico legale o ad un cardiochirurgo, si potrà cercare di comprendere qualcosa in più.
GI
Purtroppo la Cardiochirurgia è una specialità chirurgica, in cui è impossibile non dover fare i conti con una certa percentuale di mortalità operatoria.
L'intervento al quale è stata sottoposta la paziente poi, (triplo bypass coronarico e doppia sostituzione valvolare), è un intervento molto lungo e pesante, con un rischio operatorio significativo.
Prima dell'intervento pazienti e familiari devono essere informati del rischio operatorio ed il paziente firmare il foglio del consenso informato alla procedura.
Non conoscendo il quadro preoperatorio (età, funzione ventricolare sinistra, copatologie associate), è impossibile però quantificare il rischio in maniera precisa.
In quasi tutte le Cardiochirurgie si dà conferma dell'intervento chirurgico il giorno prima (in casi particolari il giorno stesso).
Un importante sanguinamento postoperatorio, non responsivo alla protamina e alle eventuali emotrasfusioni con sangue ed emoderivati è una situazione con la quale purtroppo in qualche caso si deve fare i conti.
Il risultato dell'esame transesofageo, poi, è totalmente indipendente dal sanguinamento in atto, che è significativo, ma non da impedire nella stragrande maggioranza dei casi il riempimento cardiaco.
Se non si ritiene soddisfatta di quanto riferitole dall'equipe che ha effettuato l'intervento deve fare una richiesta di cartella clinica, per poter avere dei riscontri più precisi su quanto effettivamente successo.
Facendo visionare la cartella ad un medico legale o ad un cardiochirurgo, si potrà cercare di comprendere qualcosa in più.
GI
Per visite Ospedale San Raffaele:
[#2]
Ex utente
La ringrazio moltissimo per la sua risposta, molto chiara ed anche per la sua gentilezza.. Sto appunto richiedendo la cartella clinica ed ho intenzione di sottoporla ad un medico legale perché, veramente, non ci avevano assolutamente parlato di un rischio superiore a quello che solitamente è associato a interventi di questo tipo. Inoltre, mia mamma era stata visitata due anni e mezzo fa dal chirurgo che l'ha poi operata un mese fa, il quale aveva detto che non era proprio il caso di intervenire, rivoluzionando completamente le conclusioni, basate sulla coronorografia, dei suoi colleghi...
[#3]
Ex utente
Vorrei aggiungere, che se è vero che questi interventi hanno un rischio così significativo, dovrebbe essere un dovere da parte dei dottori e chirurghi comunicarlo con maggiore puntualità e dettaglio ai familiari.. E non, ripeto, fermando gli stessi sulle scale per dire a fatica tre parole in croce il giorno prima senza essersi mai degnati nei 10 giorni di ricovero precedenti, di parlare! Se avessi saputo che il rischio era alto, avrei vagliato altre opzioni, o e se proprio l intervento fosse stato l unica strada da percorrere, avrei passato più tempo con mia mamma.. La mia città dista più di 100 km dall ospedale e pur andando da lei ogni giorno, mi trattenevo un paio d'ore. Inoltre, non so quale sia la procedura, ma il fatto di aver firmato la liberatoria non credo dia il diritto al chirurgo di sbraitare in faccia a familiari disperati e riconsegnare la paziente morta così, come se nulla fosse, senza spiegazioni chiare di ciò che era successo.. Dopo averne causato la morte e queste sono le parole che il chirurgo stesso ha detto.. Le sembra il modo? Mi scuso per lo sfogo, ma mi sembra veramente troppo comodo un comportamento simile oltreché scorretto...
[#4]
Il rapporto medico-paziente/familiari è un aspetto molto importante.
Il chirurgo deve avere a mio avviso un rapporto di estrema franchezza e trasparenza con pazienti e familiari.
In Cardiochirurgia nessun intervento ha una mortalità inferiore all'1%, ma in questo caso immagino che potesse essere anche superiore al 10 %.
Mi stupisce e rammarica secondo quanto riporta, che non ci sia stato nessun colloquio esplicativo nè durante le visite che hanno portato al ricovero in elezione nè nei 10 giorni che hanno preceduto l'intervento, essendo la paziente in un reparto Cardiochirurgico all'interno del quale il rapporto medico/paziente è praticamente continuo.
Per il resto è suo diritto far chiarezza su quanto successo, facendo visionare la Cartella Clinica.
Ancora condoglianze
GI
Il chirurgo deve avere a mio avviso un rapporto di estrema franchezza e trasparenza con pazienti e familiari.
In Cardiochirurgia nessun intervento ha una mortalità inferiore all'1%, ma in questo caso immagino che potesse essere anche superiore al 10 %.
Mi stupisce e rammarica secondo quanto riporta, che non ci sia stato nessun colloquio esplicativo nè durante le visite che hanno portato al ricovero in elezione nè nei 10 giorni che hanno preceduto l'intervento, essendo la paziente in un reparto Cardiochirurgico all'interno del quale il rapporto medico/paziente è praticamente continuo.
Per il resto è suo diritto far chiarezza su quanto successo, facendo visionare la Cartella Clinica.
Ancora condoglianze
GI
[#5]
Ex utente
La ringrazio moltissimo per la sua gentilezza e mi scuso ancora per il mio sfogo... Mi conforta molto sapere che ci siano invece specialisti come lei in cui il lato umano e la sensibilità sono così marcati.. Dopo tanta brutalità finalmente mi confronto con un medico che rispecchia l idea che della categoria ho sempre avuto e che non può che suscitare estremo rispetto.. Grazie mille di nuovo
[#6]
Ex utente
Gentilissimo Dottor Laci, mi scuso se mi permetto di disturbare di nuovo. .. La cartella clinica della mia mamma è finalmente arrivata. ..Incompleta e scritta a mano. .non l ho consultata quindi nel modo dovuto, ma ho visto che si parlava di acidosi metabolica. ..Ho letto su internet che questa condizione se unita all ipotermia da cui può generarsi se non ho capito male, può essere causa di coagulopatia. .Potrebbe quindi essere questa la causa del persistente sanguinamento indicato come causa del decesso? M scuso ancora, ma vorrei tanto trovare un pochino di pace. .grazie mille per il suo prezioso tempo
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 7.2k visite dal 25/11/2014.
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