pq corto e studio elettrofisiologico
Buonasera, sono una ragazza di 26 anni, che dal 2012 ha iniziato ad avvertire di quando in quando (circa 4-5 volte l'anno) della tachicardia, a risoluzione spontanea, sempre nel giro di pochi secondi o minuti. Andai cosi a fare un ECG, da qui ne uscì un blocco di branca destro minore e un pq corto (niente onda delta). Feci successivamente tutti gli accertamenti del caso: ecocolordopler, holter, visita aritmologica. Dal dopler non risultò nulla di anomalo, a parte un lieve soffio, ma non patologico. Dall'holter 24 ore, chiaramente, non risultarono segni di tachicardia, perché in quelle 24 ore non ne ebbi. L'aritmologo così mi disse che poteva trattarsi di una sindrome, che provoca tachicardia, perché ci sono dei fasci attorno al cuore che trasmettono gli impulsi in modo scorretto; ma siccome erano crisi di cardiopalmo molto sporadiche, e non c'era prova dall'holter che si trattasse proprio di quel genere di tachicardia (non so come si chiami, forse rientrante, ma non vorrei dire una stupidata), dovevo soltanto aspettare, e vedere se man mano il cardiopalmo sarebbe aumentato di frequenza o di durata, e solo poi valutare lo studio elettrofisiologico. Bene, da allora fino ad oggi, la frequenza di questa tachicardia è sempre stata più o meno uguale, salvo per gli ultimi 7 mesi: le palpitazioni sono diventate un pelo più frequenti (anche 2 volte in un mese), e leggermente più durature (ma sempre questione di minuti, nulla di più). Così, in aprile sono tornata dall'aritmologo. Mi ha fatto l'ECG, e risulta ancora il blocco di branca e il pq corto. Lui mi avrebbe detto di attendere ancora (era un medico diverso da quello del 2012 però), ma diciamo che più per tranquillità mia che per altro, mi avrebbe messa in lista per lo studio elettrofisiologico. Io ero d'accordo, e così il mese prossimo avrò questo esame da fare, con ricovero d'una notte. Nel frattempo, ho fatto anche il bubble test, risultato negativo, ma questo per altre ragioni di salute, che non mi dilungo a spiegare. Ora quello che io vorrei chiedervi è in cosa consiste questo studio, e le eventuali complicanze. Il medico mi ha detto che entrano con un sondino, o qualcosa del genere, attraverso l'inguine, o la coscia, e vanno a vedere se è presente questa aritmia. Poi se ci fossero fasci anomali, provvedono all'ablazione. Quello che però non ho capito è:
l'ablazione, se è da fare, si fa lì sul momento, o bisogna tornare per un altro ricovero?
E poi, su internet ho letto di rischi di trombi, una volta finito l'esame, è vera questa cosa?
E poi un'altra cosa che non ho chiarito col medico: una volta fatta l'ablazione, non avrò più tachicardia e sparirà il pq corto?
E infine, dubbio più importante: una volta eliminate quelle vie accessorie, ne segue una terapia con antiaritmici, o farmaci simili, a vita? Oppure il problema può definirsi risolto?
Vi ringrazio per l'attenzione. Cordialità.
l'ablazione, se è da fare, si fa lì sul momento, o bisogna tornare per un altro ricovero?
E poi, su internet ho letto di rischi di trombi, una volta finito l'esame, è vera questa cosa?
E poi un'altra cosa che non ho chiarito col medico: una volta fatta l'ablazione, non avrò più tachicardia e sparirà il pq corto?
E infine, dubbio più importante: una volta eliminate quelle vie accessorie, ne segue una terapia con antiaritmici, o farmaci simili, a vita? Oppure il problema può definirsi risolto?
Vi ringrazio per l'attenzione. Cordialità.
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Il PQ corto senza associati segni di preeccitazione ventricolare (come nel suo caso) non ha valore patologico e non è di per sé responsabile di aritmie...
Le sue tachicardie, se sono vere e proprie aritmie, hanno un meccanismo differente che lo studio elettrofisiologico permetterà di stabilire. Per le complicanze sono remote (i rischi esistono sempre anche nella vita quotidiana) e in soggetti giovani come lei ancor meno...L'ablazione, se sarà necessaria, verrà fatta contemporaneamente all'esame diagnostico. La percentuale di successo (e quindi di completa guarigione) dipende dal tipo di aritmia in questione e per molte forme è vicino al 100% (il più delle volte con una sola sessione interventistica e raramente con 2).
Cordialmente
Le sue tachicardie, se sono vere e proprie aritmie, hanno un meccanismo differente che lo studio elettrofisiologico permetterà di stabilire. Per le complicanze sono remote (i rischi esistono sempre anche nella vita quotidiana) e in soggetti giovani come lei ancor meno...L'ablazione, se sarà necessaria, verrà fatta contemporaneamente all'esame diagnostico. La percentuale di successo (e quindi di completa guarigione) dipende dal tipo di aritmia in questione e per molte forme è vicino al 100% (il più delle volte con una sola sessione interventistica e raramente con 2).
Cordialmente
Dr. Mariano Rillo
Specialista in Cardiologia con Perf. in Aritmologia
Clinica e Elettrofisiologia Interventistica
[#2]
Ex utente
Buongiorno dott. RIllo, la ringrazio per la risposta. Sono ora più tranquilla, e serena, sapendo di fare questo esame, e di poter sistemare forse, una volta per tutte questa tachicardia
Una cosa però non ho capito. Questa pre-eccitazione venTricolare di cui lei parla, sarebbe la cosiddetta "Sindrome di WPW", quella con l'onda delta, giusto? Ma la "Sindrome di LGL" invece che cos'è? Potrebbe essere quella la mia, dato che ho letto su internet, dà anch'essa un pq corto, ma senza onda delta, dove e tuttavia presente una via accessoria? Dato che mi è sempre stato parlato di pq corto e fasci accessori da bruciare, nella mia ignoranza, ho sempre pensato che potesser essere la sindrome di lown-ganong-levine, e che gli aritmologi pensassero la stessa cosa visto che generalmente mi parlavano di ''sindromi che si manifestano con il pq corto''.
Grazie per l'attenzione.
Una cosa però non ho capito. Questa pre-eccitazione venTricolare di cui lei parla, sarebbe la cosiddetta "Sindrome di WPW", quella con l'onda delta, giusto? Ma la "Sindrome di LGL" invece che cos'è? Potrebbe essere quella la mia, dato che ho letto su internet, dà anch'essa un pq corto, ma senza onda delta, dove e tuttavia presente una via accessoria? Dato che mi è sempre stato parlato di pq corto e fasci accessori da bruciare, nella mia ignoranza, ho sempre pensato che potesser essere la sindrome di lown-ganong-levine, e che gli aritmologi pensassero la stessa cosa visto che generalmente mi parlavano di ''sindromi che si manifestano con il pq corto''.
Grazie per l'attenzione.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 26k visite dal 08/06/2016.
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