Aneurisma aorta ascendente
Gent.li Dottori, mio padre ha un aneurisma dell'aorta ascendente di circa 6,5 cm, rilevato nel 1995, gli è stato detto più volte di fare l'intervento chirurgico, ma dato l'età 80 anni ci stiamo pensando abbastanza però non vogliamo metterlo in pericolo di vita, ieri in tv abbiamo visto una trasmissione che parlava dell'intervento con endoprotesi al policlinico tor vergata di Roma, ora mi domando è fattibile farlo per l'aorta ascendete, ci sono pericoli e rischi come l'intervento normale e dato che ce l'ha dal 1995 sempre stabile (è aumentata di 1 millimitro l'ultimo anno) è possibile che possa peggiorare? la pressione viene mantenuta bassa e prende il plavix.
grazie
grazie
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Gent. Sig.re
la sua domanda richiede una valutazione approfondita che non può essere eseguita a distanza, senza conoscere il paziente e senza poterlo visitare....Sicuramente le dimensioni dell'aorta di suo padre non pongono dubbi....deve essere trattato anche se la pressione viene mantenuta bassa, perchè il rischio di rottura dell'aorta è alto, con altrettanto elevato rischio di morte...
La valutazione del rischio chirurgico è un processo complesso e multidisciplinare nel quale sono coinvolte molte figure professionali (cardiologo clinico, cardiologo interventista, cardiochirurgo, geriatra,
cardio-anestesista).
La TAVI (l'endoprotesi aortica impiantata attraverso l'arteria femorale) rappresenta un’opzione terapeutica nei pazienti affetti da stenosi aortica severa, sintomatica, in cui l’intervento chirurgico di sostituzione valvolare risulti controindicato o ad alto rischio.
Indipendentemente dalla concomitante stenosi della valvola (e non ha esplicitato se suo padre ne sia o meno portatore) il trattamento endovascolare degli aneurismi aortici è stato ideato all’inizio degli anni ’90 (dal chirurgo argentino Juan Carlos Parodi), mentre la chirurgia tradizionale ha visto i suoi albori all’inizio degli anni ’50. E' per questo che la tecnica endovascolare è tuttora in fase di sviluppo.
Il consiglio che posso darle è di affidarsi a specialisti del settore che dovranno poi eventualmente operare suo padre.
Cordialmente
la sua domanda richiede una valutazione approfondita che non può essere eseguita a distanza, senza conoscere il paziente e senza poterlo visitare....Sicuramente le dimensioni dell'aorta di suo padre non pongono dubbi....deve essere trattato anche se la pressione viene mantenuta bassa, perchè il rischio di rottura dell'aorta è alto, con altrettanto elevato rischio di morte...
La valutazione del rischio chirurgico è un processo complesso e multidisciplinare nel quale sono coinvolte molte figure professionali (cardiologo clinico, cardiologo interventista, cardiochirurgo, geriatra,
cardio-anestesista).
La TAVI (l'endoprotesi aortica impiantata attraverso l'arteria femorale) rappresenta un’opzione terapeutica nei pazienti affetti da stenosi aortica severa, sintomatica, in cui l’intervento chirurgico di sostituzione valvolare risulti controindicato o ad alto rischio.
Indipendentemente dalla concomitante stenosi della valvola (e non ha esplicitato se suo padre ne sia o meno portatore) il trattamento endovascolare degli aneurismi aortici è stato ideato all’inizio degli anni ’90 (dal chirurgo argentino Juan Carlos Parodi), mentre la chirurgia tradizionale ha visto i suoi albori all’inizio degli anni ’50. E' per questo che la tecnica endovascolare è tuttora in fase di sviluppo.
Il consiglio che posso darle è di affidarsi a specialisti del settore che dovranno poi eventualmente operare suo padre.
Cordialmente
Dr. Mariano Rillo
Specialista in Cardiologia con Perf. in Aritmologia
Clinica e Elettrofisiologia Interventistica
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.1k visite dal 19/03/2015.
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