Tachicardia con aneurisma

buongiorno. mio padre 75-enne soffre da 5 anni di tachicardia con episodi di frequenza 1-2 volte l'anno (mai gravi). L'ultimo episodio risalente a 1 mese fa ha però avuto una durata di 36 ore.
Soffre anche di un aneurisma dell' aorta (zona addominale) che viene tenuto sotto controllo ogni 6 mesi, per il quale per ora è sconsigliato l'intervento. Ci si trova ora fra due fuochi: il cardiologo specialista x tachicardia consiglia terapia con anticoagulanti, mentre dall'altro lato lo specialista dell'aneurisma sconsiglia tale terapia in quanto potenzialmente dannosa. Cosa ci consigliate?
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Dr. Davide Ventre Cardiologo 842 15 12
Salve, le rispondo in qualità di Medico Frequentante di un reparto di Cardiologia.
Che tipo di tachicardia è stata diagnosticata esattamente a suo padre?
Che dimensioni ha l'aneurisma ora?
E' stata fatta una Ecocardiografia? Se si, l'ultima con quale esito?
Ora come ora è impossibile, dai pochi dati, formulare una ipotesi terapeutica.
Saluti.

Dott. Davide Ventre
Specialista in Cardiologia
Tel. 037483016 - 03094930891
e-mail: dott.davideventre@gmail.com

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Dr. Guglielmo Mario Actis Dato Chirurgo toracico, Cardiologo, Cardiochirurgo 553 19 5
le aritmie di cui soffre suo padre probabilmente sono fibrillazioni parossistiche (motivo per cui le hanno consigliato una terapia anticoagulante). In effetti la presenza di un aneurisma aortico merita di essere considerata...quanto è grande detto aneurisma?? Se inferiore a 50 mm e suo padre non è iperteso potrebbe aspettare diversamente vi è indicazione chirurgica. Quanto alla terapia anticoagulante al momento aspetterei almeno sino a che questi episodi non si fanno più frequenti o persistenti.

auguri

Dr Actis Dato

GM Actis Dato
Cardiochirurgo
Ospedale Mauriziano
Umberto I di Torino

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Dr. Davide Ventre Cardiologo 842 15 12
Guglielmo, non ho risposto al quesito terapeutico perchè aspettavo per l'appunto l'intervento di un collega specializzato.
Ti chiedo: nel caso del padre della signora, un beta-bloccante non sarebbe opportuno nel controllare la frequenza cardiaca e di conseguenza anche il volume di sangue che viene spinto in aorta (e con esso potenziali trombi che possono andare in zona aneurismatica a fare danni)?
A questo punto perchè il collega cardiologo curante e il chirurgo vascolare non sono d'accordo sull'opportunità di fare sia la terapia beta-bloccante sia anticoagulante (o forse è meglio antiaggregante?)?
Grazie per le spiegazioni che vorrai fornire anche a me.
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Dr. Guglielmo Mario Actis Dato Chirurgo toracico, Cardiologo, Cardiochirurgo 553 19 5
Caro Davide, la tua è un'ottima idea...in effetti un beta bloccante (es. sotalolo) potrebbe essere indicato nel caso in questione. Circa il problema dei trombi questi si formano generalmente in relazione alla insorgenza di una FA e solitamente se questa è persistente, cioè dura per almeno 48 ore o più. Con il ritorno al ritmo sinusale alcuni di questi trombi possono embolizzare riprendendo l'atrio una attività contrattile e questo può provocare un ictus.... Ecco allora la necessità di fare una anticoagulazione. Ovviamente il cardiologo vede questo aspetto mentre il vascolare la potenziale fragilità di una perete aneurismatica che si può rompere.
Bisognerebbe avere anche informazioni sul cuore mediante un ecocardio per escludere che vi siano vizi valvolari (anche la mitrale stenotica può essere tromboemboligena!) e inoltre un aneurisma addominale può essere anche associato ad un aneurisma della aorta ascedente....
L'antiaggregante è anche una buona idea... Nell'attesa di completare un iter diagnostico se il paziente non soffre di gastrite o ulcera può costituire una terapia a basso costo e comunque parzialmente efficace.

GAD
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Dr. Davide Ventre Cardiologo 842 15 12
Ti ringrazio per la delucidazione ;).