Morte improvvisa

Buonasera Dottori,
due settimane fa mio padre è venuto a mancare.
La sua morte è stata inaspettata e molto rapida, e lo shock di una perdita così improvvisa e repentina ci lascia ancora senza parole.
Col passare dei giorni però comincio a chiedermi cosa abbia avuto di preciso, se magari si poteva evitare, cosa potevamo fare che non abbiamo fatto ecc ecc.
Vi racconto brevemente.
Mio padre aveva problemi cardiaci, aveva avuto un primo infarto una ventina di anni fa (a 50 anni circa) ed un secondo più lieve infarto una decina di anni fa.
Ovviamente prendeva tutte le medicine del caso, faceva controlli costanti, conduceva una vita abbastanza sana, non fumava, mangiava sano, insomma faceva tutto ciò che è consigliato fare.
La sera della sua morte, erano le 23:30, stava tornando a casa con mia madre, a piedi, dopo una passeggiata estiva, quando all'improvviso si è messo la mano alla testa. Mia madre gli ha chiesto se per caso gli stesse girando la testa, lui ha risposto di si, mia madre lo ha abbracciato per sorreggerlo e lui è morto nel giro di qualche secondo tra le sue braccia.
L'ambulanza è arrivata poco dopo ma non ha potuto far altro che constatare la morte.
Durante quell'ultimo giorno mio padre è stato benissimo, non ha mai accusato malori o fastidi, era tranquillo e normale come sempre...e lo è stato fino all'ultimo secondo prima di andarsene.
Io non mi faccio capace di questa morte così assurdamente improvvisa, ci hanno detto che potrebbe essere stata una aritmia.
Sul momento non mi interessava sapere cosa poteva essere stato, mio padre era morto e non cambiava niente sapere il motivo.
Adesso però più passa il tempo e piu sento il bisogno di saperlo.
Essendo morto davanti casa non è andato per nulla in ospedale, è rimasto in casa per 36 ore prima del funerale, quindi ovviamente non c'è stata nessuna autopsia.
Lo so che non è facile dare una spiegazione a distanza, ma a parer vostro è verosimile che sia morto per una aritmia?
Poteva essere evitata?
Durante l'ultimo controllo dal cardiologo un mese fa, gli era stato detto che il cuore e le arterie erano a posto, che l'unica cosa che poteva avere erano delle aritmie notturne e avrebbe dovuto mettere l'holter per verificarlo...
però praticamente non ne ha avuto il tempo...
ora vivo nel terrore che questa morte si sarebbe potuta evitare...
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Dr. Maurizio Cecchini Cardiologo 107.3k 3.6k 3
Mi spiace di cio' che ci ha raccontato.
Ma vede questa e' la storia di oltre 70.000 persone all'anno che muoiono in questo modo, 200 persone al giorno, una ogni sette minuti.
So che questo non la puo' consolare.
Puo' invece consolarla il fatto che suo padre non abbia sofferto, perche' quella che lei ha descritto e' una morte aritmica, come quella di Morosini, per intenderci.
Chi come me da oltre 30 anni si occupa di questa patologia ha sempre difficolta' a spiegare.
Il cuore cambia ritmo, da un sinusale normale ad una fibrillazione ventricolare (movimento velocissimo e scoordinato che di fatto non permette al cuore ne' di riempirsi ne' di svuotarsi); il cervello non riceve piu' sangue, ed il paziente perde conoscenza.
A volte l'impiego immediato 8entro 3 minuti) di un defibrillatore automatico puo' compiere il miracolo.
ma per fare questo occorre che queste macchine salvaviata siano diffuse sul territorio, perche' nessuna ambulanza puo' giungere sul luogo del malore entro i fatidici tre minuti.
Le sono vicino e penso di poter interpretare in questo modo anche il sentimento di tutti i Colleghi di Medicitalia.
Un caro saluto

cecchini

Dr. Maurizio Cecchini - Cardiologo - Universita' di Pisa
www.cecchinicuore.org
Medicina di Emergenza ed Urgenza e Pronto Soccorso

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dopo
Utente
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Dottore la ringrazio molto per le sue parole...
So che nessuna spiegazione medica può essermi realmente di aiuto in questo momento, ancora faccio fatica ad accettare che sia davvero successo, mi sembra ancora di vivere in una specie di realtà parallela...
In effetti, come ha detto lei, io e mia madre troviamo consolazione solo nel pensiero che almeno lui non abbia sofferto, non abbia dovuto subire il calvario di una malattia lunga e debilitante, abbia vissuto pienamente la sua vita fino all'ultimo minuto.
Ancora grazie Dottore e buon lavoro.
Infarto

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