Paura e dubbi ancora persistenti

Gentilissimi e soprattutto pazientissimi dottori,
ho 53 anni e a distanza di più di un anno (era il marzo 2014) da un I.MA. con angioplastica e posizionamento di due stent di cui uno medicato ho, nonostante le decine di esami, controlli e terapie (nell'ultima visita cardiologica di controllo avvenuta in novembre 2015 con esito ottimo mi è stato persino sospeso il farmaco Plavix...) ed il fatto che io non fumi assolutamente più sigarette e che i valori di colesterolo (170 cica l'ultimo controllo) siano nella norma e costantemente assuma cardioaspirina e metoprololo ancora momenti di ingiustificata paura che l'infarto ritorni.
La pressione è in genere regolata (135/85) ma a volte, se mi agito un pò o faccio sforzo fisico i battiti arrivano a 98-100 per poi abbassarsi a 90 se mi rilasso.
Sono in cura costante presso uno psicologo e assumo sertralina e xanax quando a volte , inspiegabilmente e senza apparente motivo sento fiato corto e dispnea o indolenzimento epigastrico (ma devo evidenziare che soffro di reflusso gastroesofageo e sindrome del colon irritabile). In effetti parrebbe trattarsi di ansia unita a gastrite (con acidità alla bocca dello stomaco, e gonfiore...) che in genere passa con 10 gocce di xanax dato che altri strani sintomi associati in più non ne precepisco. Tuttavia non riesco in questi momenti a darmi pace chiedendomi sempre ogni volta quanto io sia in pericolo effettivo circa un effettivo ritorno di un nuovo infarto. Mi sembra tuttavia "razionalmente" improbabile che seguendo le cure scrupolosamente ed eliminando quindi (tranne l'ansia lavorativa) tutti gli altri fattori di rischio possa così facilmente , dall'oggi al domani , richiudersi una coronaria. Avrei bisogno di un Vs. parere. Grazie.
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Dr. Chiara Lestuzzi Cardiologo 1.5k 64 3
Gentile utente,
mi pare che lei abbia illustrato lucidamente la sua situazione e che -dentro di sé- abbia già trovato le risposte.
Come molte persone, dopo l' infarto ha cambiato radicalmente vita e quindi il suo rischio di una recidive è adesso molto ridotta.
Avendo avuto un infarto da giovane, d' altronde, ha subito un trauma e ha una comprensibile paura delle recidive.

Però sa -razionalmente- che molte delle sue paure sono ingiustificate. Il fatto che i disturbi che lamenta passino con un ansiolitico conferma il fatto che non si tratta di altro che di ansia. Quando succede, pensi solo al fatto che ADESSO, seguendo le cure e facendo una vita sana, il suo rischio di infero è molto molto inferiore di quel che fosse due anni fa.

Dr. Chiara Lestuzzi
Cardiologia, Centro di Riferimento Oncologico (CRO), IRCCS, Aviano (PN)

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La ringrazio del conforto professionale e soprattutto morale dottoressa ... la mia inquitudine è rappresentata dal fatto che anche in allora (al momento dell'infarto) sentivo un senso di indolenzimento epigastrico credendo che fosse solo il solito effetto del reflussso gatroesofageo ...... tuttavia, come con immensa pazienza continuano a ripetermi i medici e la psicologa, .... quel giorno avevo non solo fastidio epigastrico ma anche "senso di mancamento" , improvviso rifiuto totale per il cibo, dispnea ma ... soprattutto ... sudorazione fredda in tutto il corpo ......il medico di base, dopo avermi misurato la pressione (e, forse per non farmi spaventare eccessivamente, non dicendomi quali valori stava rilevando....) mi invitava a recarmi velocemente al pronto soccorso fiutando (per fortuna) qualcosa di più che un semplice attacco di gastrite .........c'è da dire che (unica nota forse positiva di tale esperienza) da allora ho realmente e definitivamente smesso di fumare quel pacchetto e mezzo di letali e disgustose sigarette ...... Buona serata a Lei.
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Gentile dottoressa Lestuzzi,
mi permetto ancora di disturbarla per un solo chiarimento:
1) a prescindere dai valori della pressione , i quali tutto sommato, con la pastiglia di Norvasc 10mg al giorno appaiono regolati abbastanza bene , ho invece notato che a volte le pulsazioni appaiono un pò alte (toccando a volte i 90-100....); il cardiologo dell'ospedale che ha proceduto all'ultima visita di controllo l'anno scorso mi ha confermato che posso aumentare la dose di metoprololo giornaliera non rischiando affatto (a detta sua) un soggetto come me, la bradicardia .....ora prendo 1/4 alla mattina e 1/2 alla sera di metoprololo (da 100 mg); ritiene che io possa aumentare la dose a 1/2 al mattino e 1/2 alla sera al fine di portare le pulsazioni stabilmente intorno ai 70-80 ? oppure è rischiosa tale dose ? Grazie, buona sera.
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Dr. Chiara Lestuzzi Cardiologo 1.5k 64 3
Il metoprololo riduce sia la frequenza cardiaca che la pressione, quindi se il suo cardiologo le ha detto di aumentare la dose, e se questo non le provoca ipotensione, lo faccia pure!

Se ha una frequenza elevata nonostante il betabloccante, tuttavia, immagino che lei sia un soggetto sedentario.

Una regolare attività fisica aerobica (come la camminata a passo veloce, la bicicletta, il nuoto) per 3-4 ore alla settimana è assolutamente indicata: abbassa la frequenza, riduce la pressione, migliora la circolazione e riduce il rischio di un nuovo infarto.
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La ringrazio molto, è stata molto chiara dottoressa, buona serata.
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