Fistola a seguito canalizzazione

Buongiorno, Vi scrivo per sottoporre il caso di mio fratello (48 anni).Gli era stata diagnosticata circa 12 anni fà una rettocolite ulcerosa. Da circa 4 anni questa malattia era in remissione infatti anche le analisi del sangue eseguite erano a detta dell'endocrinologo "perfette". A seguito di colonscopia eseguita a Giugno scorso è stato però evidenziato un piccolo tumore al retto (T1). E' stato quindi sottoposto ad asportazione del colon e del retto con ricostruzione di pouch e ileostomia. L'intervento ha avuto un esito positivo ad eccezione di un ascesso della ferita non riconosciuto in tempo che ha ritardato i tempi del post-operatorio. Ad Ottobre è stato ricoverato nuovamente per ricanalizzare la stomia e qui è iniziato il suo calvario,
Già dopo circa due ore dall'operazione ha avuto una emoraggia dalla ferita ed è stato di nuovo portato in sala operatoria, il chirurgo ci ha informati che si era riaperto un vaso che hanno provveduto a suturare. Dopo 7 giorni dall'intervento ha iniziato ad avere febbre e tensione addominale, sintomi definiti dai medici sempre normali. Hanno eseguito ecografia e tac i cui esiti erano "Normali" sempre a detta dei medici. Dopo altri due giorni è stato eseguito un clisma che ha evidenziato una fistola ed è stato deciso di intervenire chirurgicamente con urgenza. Terminato l'intervento il chirurgo ci ha comunicato che per trovare la fistola avrebbe dovuto sollevare l'intestino ma lo stesso era talmente compromesso che gli si sarebbe sgretolato in mano. Sperava di poter fare di nuovo la stomia ma per lo stesso problema di fragilità non ha potuto farlo. Gli ha applicato quindi 5 drenaggi. Nei giorni successivi i drenaggi sono stati tolti ad eccezione di 1 che è attualmente in sede con una portata di circa 40/50 ml giornalieri. Ora il chirurgo vorrebbe intervenire nuovamente e effettuare una nuova stomia (sempre provvisoria). Sono molto preoccupata in quanto circa 20 giorni fà lo stesso medico mi aveva detto che questo intervento sarebbe stato molto pericoloso e date le condizioni dell'intestino non era neanche possibile sapere se poteva essere trovata un'ansa adatta. Ho sentito parlare di terapia iperbarica, vorrei sapere se è applicabile alla problematica di mio fratello ed eventualmente dove o a chi rivolgermi, oppure se esistono altre terapie che possano favorire la chiusura di questa fistola. Temo che un ulteriore intervento, che sarebbe il 5° da Giugno, possa essere troppo pesante per il suo fisico già tanto debilitato. A giugno pesava 80 chili ed ora 65 per 1,80 di altezza. Vi ringrazio moltissimo per la Vostra attenzione e mi scuso per non aver usato i giusti termini medici ma sono a disposizione per qualsiasi informazione aggiuntiva che riterrete necessaria. Grazie
[#1]
Dr. Marco Catani Chirurgo generale, Chirurgo vascolare, Chirurgo d'urgenza, Colonproctologo, Chirurgo apparato digerente 3.1k 73 9
gentile utente,

questo tipo di interventi sono estremamente delicati proprio perchè eseguiti su pazienti portatori di patologie croniche.

le condizioni generali e gli interventi precedentemente eseguiti hanno avuto il loro impatto ma il loro motivo mi sembrano sempre assolutamente giustificabili.

anche questo ulteriore intervento mi sembra sia condivisibile.

mi sembra inutile aggiungere che le nostre valutazioni sono molto limitate proprio per il mezzo che stiamo utilizzando.

per quanto riguarda la terapia iperbarica questa può essere utilizzata, previo controlli sia cardiologici che orl, anche se non ne conosco i motivi, probabilmente, forse, locali.

ci tenga informati

cordiali saluti

Marco Catani
http://www.marcocatani.it
Il consulto online non può nè deve sostituire la visita reale

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gent.mo Dott. Catani,

la ringrazio moltissimo per la celerità nella risposta.

Il mio dubbio sul nuovo intervento da eseguire è dovuto principalmente dal fatto che nei nove giorni trascorsi dalla canalizzazione al nuovo intervento di urgenza l'intestino di mio fratello è praticamente quasi andato in setticemia essendo stato lasciato macerare nei suoi liquidi, questo il motivo della fragilità riscontrata. A questo punto mi domando dal 25 Ottobre ad oggi c'è la possibilità che l'instestino si sia ripreso abbastanza per eseguire una nuova ileostomia? e nel caso non si trovasse un'ansa adatta (così come aveva pronosticato il professore) quale sarà l'esito di questo nuovo intervento?

Lei mi dice che la terapia iperbarica potrebbe essere utilizzata, mi saprebbe suggerire qualche struttura o centro specializzato al quale rivolgermi?
Tramite internet ho trovato il Centro Cure Ferite Difficili (CCFD) della AUSL di Ravenna, ma non so se esistono altri centri simili anche a Roma.

Grazie di nuovo per la Sua attenzione.

Cordiali saluti.

[#3]
Dr. Marco Catani Chirurgo generale, Chirurgo vascolare, Chirurgo d'urgenza, Colonproctologo, Chirurgo apparato digerente 3.1k 73 9
gentile utente,

nel nostro ospedale ne esiste una, ma ce ne sono altre credo anche all'università cattolica. le parlo della realtà romana visto che sembrerebbe scrivere da qui.

non credo dovrebbe essere suo impegno quello di identificare una struttura per il successivo trattamento, sarà viceversa la struttura dove è stato finora trattato a decidere il da farsi una volta superato l'intervento.

una curiosità il primo intervento di proctocolectomia totale e ricostruzione con puch è stato eseguito per via tradizionale o laparoscopica?

grazie per le ulteriori informazioni.

cordiali saluti
[#4]
dopo
Utente
Utente
Gent.mo Dottore,

il primo intervento è stato eseguito per via tradizionale.

Sto cercando in maniera autonoma la struttura in quanto i medici della struttura dove è attualmente ricoverato non prendono neanche in esame tale tipo di terapia.
Per loro l'unica soluzione al momento è un ulteriore intervento con ricostruzione della stomia, cosa che vorremmo invece evitare.

Grazie per tutto.

Cordiali saluti.
[#5]
Dr. Marco Catani Chirurgo generale, Chirurgo vascolare, Chirurgo d'urgenza, Colonproctologo, Chirurgo apparato digerente 3.1k 73 9
gentile utente,

la terapia iperbarica, sempre con i limiti di una valutazione a distanza, non è una procedura che possa essere iniziata in alternativa a quella proposta dai curanti.

questo mia considerazione deve essere interpretata per finalizzare gli sforzi senza intralcio e tantomeno senza inutili dispersioni di una vostra attività senza finalità.

una ulteriore possibilità è la richesta di un consulto con medico, chirurgo, di vostra fiducia.

questa richiesta una volta individuato il professionista e dopo un opportuno colloquio sia con il chirurgo che dovrà eseguire la consulenza, sia con il primario della struttura in cui attualmente è ricoverato può essere una ulteriore possibilità percorribile.

vorrei porre comunque l'attenzione sul fatto che questa è una soluzione estremamente delicata e difficile da gestire sotto il punto di vista "politico".

cordiali saluti

ci tenga informati