Ileostomia

Buongiorno,
Sono la figlia di una signora di 61 anni a cui, in seguito all'operazione di rimozione di un tumore all'utero non andata a buon fine, è stata confezionata un'ileostomia.
Sono trascorsi 16 mesi dalla data del primo intervento per applicare l'ileostomia e tralasciando tutte le complicanze, infezioni avute in questo lasso di tempo, è ancora in attesa di eseguire l'intervento di ricanalizzazione. Le mie preoccupazioni sono tante, mia made non riesce ancora a gestire questa condizione e sembrerebbe che le sue feci, se così possiamo chiamarle, siano sempre liquide procando inevitabili bruciori nella zona circostante. Vorrei sapere se è un problema frequente per le persone nelle sue condizioni e se veramente sia possibile una qualità di vita migliore di quella che sta vivendo. Mia madre non sopporta il fatto che la sua l'ileostomia sia sempre gonfia e quindi secondo lei, pronta ed essere svuotata (passa la maggior parte del suo tempo in bagno), che le sue feci siano liquide e che questo, le impredisca ormai da molto tempo una vita normale.La sua vita si limita fra le mura domestiche, entrate e uscite in bagno ed è chiaro che è davvero ossessionata da questa "sacca" che lei reputa la sua nemica numero uno, non considerando il fatto che le ha salvato da una parte, la vita. Vorrei sapere se tutti i pazienti portatori di ileostomia hanno questo tipo di problema, girando sui vari forum non mi sembra una situazione comune a tutti. Quello che la deprime maggiormente, oltre al fatto di dover sottoporsi ciclicamente ad analisi per verificare che il tumore non si sia ripresentanto (in seguito a svariate complicazioni nel mese di aprile dell'anno scorso il tumore si è ripresentato sulla cupola vaginale, operato a luglio)è il pensiero della ricanalizzazione. Se, come speriamo, tutti gli esami oncologici andranno bene, l'intervento di ricanalizzazione sarà programmato, quali sono i rischi per un paziente dopo un periodo così lungo in queste condizioni?(Prima dell'intervento di ileostomia le sono stati asportato 15 cm di intestino, e a novembre 2011 si è sottoposta a 6 sedute di brachiterapia) Potrà riprendere una vita normale? Mi chiedo anche perchè non ci siano più forum dove si parli della vita di tutti i giorni di questi pazienti con consigli magari banali ma utili (alimentazione, igiene ecc). Grazie in anticipo per la vostra risposta.
Saluti
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Chirurgo generale, Urologo, Chirurgo oncologo, Chirurgo d'urgenza, Colonproctologo attivo dal 2008 al 2015
Chirurgo generale, Urologo, Chirurgo oncologo, Chirurgo d'urgenza, Colonproctologo
Gentilissima Signora,
l'ileostomia evacua feci più liquide che non hanno effettuato il passaggio nel grosso intestino. Le feci sono anche maggiormente irritanti perché più ricche di acidi biliari. Psicologicamente è difficile accettare una ileostomia, ma - se non ho male interpretato quanto da Lei scritto - nel caso della signora si tratta di una soluzione temporanea.
Si possono utilizzare farmaci o preferire alcuni alimenti per rendere le feci della ileostomia più solide.
L'intervento di ricanalizzazione viene eseguito in anestesia generale. Nel caso della signora non dovrebbero verificarsi problemi legati alla brachiterapia ed alla pregressa asportazione di 15 cm.
Di solito per ottenere una migliore gestione dello stoma i pazienti vengono affidati alle cure di un centro stomizzati ove personale qualificato sa come gestire questi pazienti.
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Dr. Sergio Sforza Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo d'urgenza 10.3k 329
Gentile signora, il collega che mi ha preceduto è stato esaustivo, le confermo che se la situazione oncologica è sotto controllo è auspicabile in una ileostomia la ricanalizzazione e potrà riprendere una vita normale se non sorgono complicanze (problemi intra e post-operatori che comunque sono contemplati in tutti gli interventi di ricanalizzazione con incidenze assolutamente accettabili). Sulla carenza di forum su questo argomento, forse i referenti d'area potrebbero dare risposte più appropriate delle mie, ma fondamentalmente quello che mi sento di condividere probabilmente è una scarsa comunicazione sulle difficoltà di gestione di una nuova situazione spesso angosciante che i pazienti portatori di una stomia per la prima volta si trovano ad affrontare.
Auguri.
Cordiali saluti.

Dr. Sergio Sforza
https://www.medicitalia.it/sergiosforza/

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Utente
Utente
Buongiorno,

Grazie delle vostre risposte.
Se, mia madre potrà riprendere una vita normale dopo l'intervento di ricanalizzazion la rincuorerà sicuramente e dopo tante vicissitudini, lo spero di vivamente.
Nonostante si scrivano libri o si spieghi su molti supporti le cause, gli interventi e le conseguenze di questo tipo di intervento, trovo che il quotidiano di questi pazienti non abbia molto spazio.
I centri stomizzati possono aiutare nella gestione delle emergenze ma i consigli sono rari e le risposte vaghe. Capisco che ogni paziente é un caso a sé e che non ci sia un "manuale universale" del paziente portatore di ileostomia ma delle linee guida sull'alimentazione (purtroppo, quelle presenti nel web danno per scontato che si possa introdurre a poco a poco frutta e verdura o yougurt ma non é affatto cosi'), sull'attività fisica, sull'igiene nella vita quotidiana e perché no, testimonianze dirette di altri pazienti portatori di ileostomia, non sono presenti.
Grazie ancora del vostro aiuto

Saluti
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Dr. Lucio Piscitelli Chirurgo vascolare, Chirurgo generale 6.2k 234
Come suggerito dai Colleghi riporto dei link che Le potranno essere utili, anche se suppongo potrebbero esserLe già noti.

http://www.aistom.org/index.php?option=com_content&view=article&id=224&Itemid=308

http://www.istitutotumori.mi.it/istituto/cittadino/ALSI.asp

http://www.stomia.it/index.php/IDcod/291/Centri-Faisa44

Spesso anche le stesse aziende distributrici dei presidi utilizzati forniscono un supporto informativo.

Lucio Piscitelli - Napoli - 338 6503365
https://www.medicitalia.it/luciopiscitelli/#sede_1

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Utente
Utente
Buongiorno,
Sono passati due mesi dal mio ultimo messaggio e mia madre ha subito l'intervento di ricanalizzazione una settimana fà.
Nonostante l'intervento di per sè sia andato bene e che mia madre sia riuscita a riprendere le normali funzioni fisiologiche dopo 4 giorni una strana febbre è arrivata e una sostanza di colore verdasro è iniziata ad uscire dal catetere alo stomaco.
Come i medici supponevano dopo tutti gli interventi subiti un anno e mezzo fà, mia madre ha dovuto subire oggi un'ulteriore intervento dovuto alle numerose aderenze presenti nelll'intestino. Ora si sta riprendendo lentamente ma siamo stati avvertiti che nonostante questo secondo intervento sia riuscito, se tutto non andrà come dovuto dovranno procedere alla colostomia definitiva.
Ormai l'idea di una colostomia definitiva credo sia il "male minore" ma vista la situazione del suo addome mi chiedo solamente quanto tempo normalmente dovrà passare prima che si possa valutare se sia il caso o meno di agire ancora e che cosa succede se queste aderenze si presenteranno nuovamente.
Ci hanno spiegato che possono ripresentarsi ma allo stesso tempo sperano di operare il meno possibile l'addome di mia madre proprio per evitare il rischio di crearne di nuove.
Tutto queto puà portare ad un' occlusione intestinale con l'andare del tempo? Ci sono sintomi per prevenirla? Un'altra domanda, la più semplice anche se so che la risposta è impossibile a distanza ma che purtroppo sorge, quanti interventi a distanza ravvicinata può sopportare una persona. Grazie mille per le vostre risposte che sono comunque di grande sostegno
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Dr. Sergio Sforza Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo d'urgenza 10.3k 329
Gentile utente la possibilità dell'insorgenza di un'occlusione intestinale è sempre presente nel caso di sua madre, non è possibile prevenirla, nè è possibile rispondere, come lei ha già intuito, alla domanda sui numeri di interventi ravvicinati che un paziente può sopportare, perchè è molto soggettivo.
Cordiali saluti ed Auguri per sua mamma.
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Utente
Utente
Gentile Dottor Sforza,

Grazie per la Sua risposta.
E' possibile sapere, dopo questo tipo di intervento, dopo quanti giorni il paziente può essere considerato fuori pericolo?
Grazie in anticipo
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Dr. Lucio Pennetti Chirurgo generale, Chirurgo vascolare 1.2k 27
Gentile utente,come già detto dai Colleghi,è impossibile fare previsioni soprattutto per la situazione clinica di sua madre.Considerare fuori pericolo un paziente,comprende valutazione delle condizioni generali e del decorso postoperatorio per il tipo di intervento subito.Nel caso specifico,se riprende la canalizzazione , le suture intestinali hanno buona tenuta e non intervegono complicazioni di ordine generale, nel giro di dieci giorni si potrà considerare fuori pericolo(immediato).A quel punto si spera nell'assenza di complicanze tardive.

Saluti e in bocca al lupo.

Dr. Lucio Pennetti
Specialista chirurgia generale
Specialista chirurgia vascolare
Chirurgia videolaparoscopica

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Utente
Utente
Buongiorno,

Grazie della risposta Dottor Pennetti.
Non resta che attendere e vedere come la situazione si evolverà.

Saluti
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Dr. Sergio Sforza Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo d'urgenza 10.3k 329
Di nulla.
Cordiali saluti.
[#11]
Utente
Utente
Gentili Dottori nuovamente buongiorno,
Vorrei chiedervi un consulto sulla situazione attuale di mia madre.
In seguito all'intervento di ricanalizzazione che ho riportato sopra, nel giro di una settimana i medici sono stati costretti ad operare nuovamente due volte per via della bile che fuoriusciva dal catetere gastrico inserito dopo il primo intervento.
La seconda volta sono state incise alcune delle numerose aderenze che aveva all'intestino e la terza è stato sezionata nuovamente una parte d'intestino (e colon),visto che quella che avevano cercato di ricanalizzare non era andata a buon fine.
La degenza è durata un mese, mia mamma è stata dimessa dopo 18 giorni dall'ultimo intervento e non aveva più febbre, andava in bagno abbondantamente come dicono sia normale in queste situazioni e da una settimana o poco più non aveva conati di vomito di saliva.
Dopo il terzo intervento di fatti, almeno 3 o 4 volte al giorno aveva degli sforzi di stomaco da cui fuoriusciva muco e saliva.
Mia madre è dunque ritornata a casa da tre giorni, la più parte del tempo riposa visto il freddo di questi giorni e non potendo uscire a causa dell'urgenza che ha di andare in bagno e nuovamente, si sono presentati questi conati di vomito sempre di muco e saliva.
Ieri la temperatura era di 37, le sono stati prescritti degli antibiotici che lei però non ha preso visto che la febbre è scesa da sola ma oggi, ha vomitato nuovamente saliva e catarro, all'improvviso, senza che abbia tosse o raffreddore. Vorrei sapere da cosa dipende, se sia dovuto ad un'infezione delle vie respiratorie o ad altro perchè davvero strano che si presenti all'improvviso e senza alcun sintomo di raffreddamento. Grazie mille per la vostra risposta
Saluti
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Dr. Sergio Sforza Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo d'urgenza 10.3k 329
Gentile utente, potrebbe non esserci necessariamente una relazione con gli interventi subiti, comunque è necessaria una visita da parte del curante e se persistono dei dubbi, anche da un chirurgo.
Saluti.
[#13]
Utente
Utente
Gentile Dottor Sforza,

grazie per la sua risposta.
Se non c'è relazione con gli interventi subiti, come mai il vomito si presenta sporadicamente e ora che mia madre è stata ricanalizzata? Ricordo bene che eppisodi di questo tipo non si sono mai verificati nel periodo post operatorio dell'intervento d' ileostomia.
Perchè questi liquidi (che credo siano solo muco e catarro )si evacuano con il vomito?Normalmentenon si dotrebbero evacuare altrimenti? Crede che facendo più movimento la ripresa possa essere migliore?
Spero davvero che la situazione di ma mamma sia dovuta alla normale degenza dei pazienti ricanalizzati ma i conati di vomito e il vomito stesso sono fastidiosi e dolorosi per il paziente e inquietanti per chi sta vicino a loro. La paura di un'altro intervento è sempre in agguato e a questo punto, mi chiedo se ci sia un periodo in cui si possa tirare un respiro di sollievo.
Grazie della Sua gentile risposta dottore
[#14]
Dr. Lucio Pennetti Chirurgo generale, Chirurgo vascolare 1.2k 27
Gentile utente,sempre con i limiti di una valutazione a distanza,nel caso di vomito legato a problemi di canalizzazione ,dovrebbe essere costituito non solo da muco ma anche da alimenti.Probabilmente se è presente una eccessiva produzione di muco a livello bronchiale,ma la paziente non riesce ad espellerlo, lo deglutisce e poi lo elimina con il vomito.Un accurato controllo clinico da parte del curante,consentirà risposte più esaustive.
Saluti
[#15]
Utente
Utente
Grazie dottor Pennetti,
In effetti non sembra ci sia traccia di cibo e avviene lontano dai pasti.
Grazie ancora per le Vostre risposte, speriamo che i futuri controlli non rileverennanno grossi problemi
Saluti
[#16]
Utente
Utente
Buonasera, ritorno su questo forum con una nuova domanda e chiedervi gentilmente la vostra opinione sempre riguardo a mia madre, operata sette mesi fà per un'intervento di ricanalizzazione che,dopo tre tentativi, è finalmente riuscito.
La situazione di mia madre è al momento buona, in effetti si spera che le conseguenze delle numerose operazioni e infezioni avute all'addome in questi due anni, non si presentino.
Ad un anno dall'ultimo ciclo di brachiterapia, l'oncologa ha suggerito di fare a 10 mesi di distanza dall'ultima operazione una retto-coloscopia. L'ultimo esame era stato fatto più di due anni fà prima del primo intervendo per l'asportazione del tumore all'endometrio.
Mia madre conosce bene questo esame essendo soggetta a polipi del colon e essendo stata operata per questi già due volte ma ora come non mai, a causa della situazione del suo addome, è veramente terrorizzata.
La preoccupazione non è tanto il dolore, quanto teme che l'esame in questione le provochi ulteriori danni e abbia delle conseguenze e ci chiediamo se sia veramente necessario, nonostante tutti gli esami eseguiti come "routine" oer le visite oncologiche(per esempio tac con mezzo di contrasto).
Come se non bastasse, nei mesi successivi all'ultimo intervento, i tessuti del suo addome hanno naturalmente ceduto provocando un laparocele alquanto visibile, non operabile in lapaoscopia per i numerosi punti e per l'estensione. Quest'ultima non complica ulteriormente l'esame proposto dal medico? E' possibile convivere con un laparocele? Consigliereste una retto-scopia ad un paziente con un'addome che sia, mi sembra di capire purtroppo e con grande sconforto, un'eterno "cantiere"per i chirurghi.
Grazie mille della vostra gentile risposta

[#17]
Dr. Sergio Sforza Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo d'urgenza 10.3k 329
Gentile utente, se lo specialista che segue sua madre ritiene che lei abbia necessità nel follow-up di eseguire una colonscopia, ha considerato che con le dovute difficoltà l'esame sia espletabile, quindi avendo il polso reale delle condizioni di sua madre abbia considerato che la colonscopia si possa fare. Il laparocele può ovviamente, se molto voluminoso, rendere l'esame più complesso per una sindrome aderenziale sottesa, ma fortunatamente le colonscopie sono eseguibili anche in pazienti con laparocele in maniera parziale o completa, in relazione anche all'esperienza dell'endoscopista. La convivenza con un laparocele è possibile se vi sono controindicazioni ad un successivo intervento e se non vi sono complicanze che impongono la correzione dello stesso, pena la vita della persona stessa.
Cordiali saluti.
[#18]
Utente
Utente
Buonasera,
Grazie della Sua cortese risposta dottor Sforza
Cordiali saluti
[#19]
Dr. Sergio Sforza Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo d'urgenza 10.3k 329
Di nulla e auguri.
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