Un operaio giuntista
Egregi Dottori, vorrei un Vostro cortese parere sul problema che di seguito illustro.
Nel 2002 ho subito interventi di neurolisi del nervo mediano per STC ad entrambe le mani.
Dopo pochi mesi, per avendo seguito le prescritte terapie, sono ricominciati i dolori, attribuiti a un problema di ispessimento cicatriziale. Nel corso degli ultimi anni periodicamente si sono ripresentati i sintomi, talora così forti da impedirmi di lavorare anche per mesi. La terapia è sempre stata riposo e antidolorifici. Nel mese di dicembre del 2004, nell’arco di 20 giorni vengono praticate n. 4 infiltrazioni ad ogni mano. A novembre del 2006 i dolori riprendono così forti da costringermi all’astensione dal lavoro (a tutt’oggi) e all’utilizzo costante di antidolorifici. Al momento ho problemi di presa con piccoli oggetti e comunque non ho l’esatta percezione di quanta forza esercito con le mani. L’ortopedico che ha sostituito il precedente, dopo avermi visitato, mi ha prescritto una terapia a base di Lyrica e Nimedex, ed ha richiesto una neurografia sensitiva e motoria, eseguita a novembre 2006 di cui riporto le conclusioni: “Severa sofferenza neurogena cronica a carico dei miomeri C8-T1 bilateralmente in assenza di denervazione in atto. Consiglia RM rachide cervicale e plesso brachiale unitamente a consulenza neurologica”. Ipotizzando un probabile problema al plesso brachiale e/o alla colonna cervicale, richiede RM e consulenza di un neurochirurgo.
La scorsa settimana, dopo avere eseguito le RM, mi rivolgo al neurochirurgo per la consulenza richiesta dall’ortopedico. Questi esamina i risultati della RM, esegue nuova visita e referta quanto segue: “Pregressi interventi per STC bilaterale con iniziale beneficio. Dopo circa sei mesi dagli interventi si è ripresentata la sintomatologia (dolore mano e polso dx e sn durante i movimenti e a riposo nel territorio di innervazione del n. mediano). Si associa sintomatologia da compressione del n. ulnare dx al gomito. RM cervicale: spondilosi e discopatia con osteofiti in C5-C6 e C6-C7.
Esame obiettivo: Tinel + al tunnel carpale bilaterale e al tunnel cubitale per dx>sn. Non deficit sensitivo motori.
Conclusioni: il quadro clinico depone per sofferenza del nervo mediano dx e sn al polso e iniziale sofferenza del n. ulnare al gomito dx (Tinel +). La palpazione della zona sovraclaveare, ascella e decorso dei nervi al braccio non evidenzia masse. La spondilosi cervicale non giustifica la sintomatologia, prettamente locale, del g7”.
Sulla base di quanto sopra mi è stato detto che, volendo, potrei eseguire un nuovo intervento che però potrebbe dare benefici solo temporanei.
Vi chiedo: veramente non ho alcun modo di risolvere questo problema che progressivamente sta diventando sempre più difficile e invalidante? Se decidessi comunque per un nuovo intevento ritenete più indicato un chirurgo ortopedico o un neurochirurgo?
Ritengo doveroso informarvi che ho 43 anni, sono un operaio giuntista in una piccola ditta e nel mio lavoro utilizzo anche martelli demolitori, trapani ed altri attrezzi manuali da compressione. Ho famiglia, non ho alcuna possibilità di cambiare lavoro e queste sempre più frequenti assenze stanno mettendo seriamente a rischio il mio posto di lavoro.
COSA POSSO FARE?
Nel 2002 ho subito interventi di neurolisi del nervo mediano per STC ad entrambe le mani.
Dopo pochi mesi, per avendo seguito le prescritte terapie, sono ricominciati i dolori, attribuiti a un problema di ispessimento cicatriziale. Nel corso degli ultimi anni periodicamente si sono ripresentati i sintomi, talora così forti da impedirmi di lavorare anche per mesi. La terapia è sempre stata riposo e antidolorifici. Nel mese di dicembre del 2004, nell’arco di 20 giorni vengono praticate n. 4 infiltrazioni ad ogni mano. A novembre del 2006 i dolori riprendono così forti da costringermi all’astensione dal lavoro (a tutt’oggi) e all’utilizzo costante di antidolorifici. Al momento ho problemi di presa con piccoli oggetti e comunque non ho l’esatta percezione di quanta forza esercito con le mani. L’ortopedico che ha sostituito il precedente, dopo avermi visitato, mi ha prescritto una terapia a base di Lyrica e Nimedex, ed ha richiesto una neurografia sensitiva e motoria, eseguita a novembre 2006 di cui riporto le conclusioni: “Severa sofferenza neurogena cronica a carico dei miomeri C8-T1 bilateralmente in assenza di denervazione in atto. Consiglia RM rachide cervicale e plesso brachiale unitamente a consulenza neurologica”. Ipotizzando un probabile problema al plesso brachiale e/o alla colonna cervicale, richiede RM e consulenza di un neurochirurgo.
La scorsa settimana, dopo avere eseguito le RM, mi rivolgo al neurochirurgo per la consulenza richiesta dall’ortopedico. Questi esamina i risultati della RM, esegue nuova visita e referta quanto segue: “Pregressi interventi per STC bilaterale con iniziale beneficio. Dopo circa sei mesi dagli interventi si è ripresentata la sintomatologia (dolore mano e polso dx e sn durante i movimenti e a riposo nel territorio di innervazione del n. mediano). Si associa sintomatologia da compressione del n. ulnare dx al gomito. RM cervicale: spondilosi e discopatia con osteofiti in C5-C6 e C6-C7.
Esame obiettivo: Tinel + al tunnel carpale bilaterale e al tunnel cubitale per dx>sn. Non deficit sensitivo motori.
Conclusioni: il quadro clinico depone per sofferenza del nervo mediano dx e sn al polso e iniziale sofferenza del n. ulnare al gomito dx (Tinel +). La palpazione della zona sovraclaveare, ascella e decorso dei nervi al braccio non evidenzia masse. La spondilosi cervicale non giustifica la sintomatologia, prettamente locale, del g7”.
Sulla base di quanto sopra mi è stato detto che, volendo, potrei eseguire un nuovo intervento che però potrebbe dare benefici solo temporanei.
Vi chiedo: veramente non ho alcun modo di risolvere questo problema che progressivamente sta diventando sempre più difficile e invalidante? Se decidessi comunque per un nuovo intevento ritenete più indicato un chirurgo ortopedico o un neurochirurgo?
Ritengo doveroso informarvi che ho 43 anni, sono un operaio giuntista in una piccola ditta e nel mio lavoro utilizzo anche martelli demolitori, trapani ed altri attrezzi manuali da compressione. Ho famiglia, non ho alcuna possibilità di cambiare lavoro e queste sempre più frequenti assenze stanno mettendo seriamente a rischio il mio posto di lavoro.
COSA POSSO FARE?
[#1]
Gentilissimo Utente,
ho letto la sua richiesta di consulto e le rispondo immediatamente.
Essendo sottoposto già a Tenotomia decompressiva ad entrambi i polsi e premettendo che questi siano stati eseguiti correttamente, dobbiamo stabilire quanto possa trattarsi di un problema di fibrosi locale e quanto la sommatoria di questa condizione e la soferenza neurogena da compressione cervicale.
A mio modesto parere, assieme ai farmaci prescrittele sarei dell'avviso di somministrare complesso vitaminico B e risottoporla a tenotomia bilateralmente.
Il problema da Lei sollevato sulla competenza se Ortopedica o Neurochirurgica è facile da risolvere:
Deve essere eseguita in modo corretto! quindi ortopedico o neurochirurgo per me sono la stessa cosa!
L'uso di attrezzi quali quelli da lei descritti possono essere maggiormante la causa di patologie di interesse vasacolare (Danno del microcircolo più che neurologico!)
Auguri vivissimi
Dr.Giovanni Piazza
PS: le cicatrici chirurgiche sul polso sono verticali o orizontali?
e per quanto si estendono?
ho letto la sua richiesta di consulto e le rispondo immediatamente.
Essendo sottoposto già a Tenotomia decompressiva ad entrambi i polsi e premettendo che questi siano stati eseguiti correttamente, dobbiamo stabilire quanto possa trattarsi di un problema di fibrosi locale e quanto la sommatoria di questa condizione e la soferenza neurogena da compressione cervicale.
A mio modesto parere, assieme ai farmaci prescrittele sarei dell'avviso di somministrare complesso vitaminico B e risottoporla a tenotomia bilateralmente.
Il problema da Lei sollevato sulla competenza se Ortopedica o Neurochirurgica è facile da risolvere:
Deve essere eseguita in modo corretto! quindi ortopedico o neurochirurgo per me sono la stessa cosa!
L'uso di attrezzi quali quelli da lei descritti possono essere maggiormante la causa di patologie di interesse vasacolare (Danno del microcircolo più che neurologico!)
Auguri vivissimi
Dr.Giovanni Piazza
PS: le cicatrici chirurgiche sul polso sono verticali o orizontali?
e per quanto si estendono?
Dr. Giovanni Piazza
Chirurgo Oncologo
www.Gruppopalermomedica.blogspot.com
www.drgiovannipiazza.blogspot.com
[#2]
Caro Signore,
sicuramente l'intervento da lei subito non è riuscito. O ripete la procedura chirurgico sottoponendosi ad un esperto della mano, oppure può tentare di alleviare i sintomi con applicazioni combinate di Hydroelettroforesi antalgica (è una moderna jonoforesi, con risultati sicurament migliore, grazie alla tipologia della corrente utilizzata)e laserterapia IR (infrarosso a 8192 Hz). Sperando di averLa aiutata, rimango a sua disposizione per eventuali chiarimenti in merito
sicuramente l'intervento da lei subito non è riuscito. O ripete la procedura chirurgico sottoponendosi ad un esperto della mano, oppure può tentare di alleviare i sintomi con applicazioni combinate di Hydroelettroforesi antalgica (è una moderna jonoforesi, con risultati sicurament migliore, grazie alla tipologia della corrente utilizzata)e laserterapia IR (infrarosso a 8192 Hz). Sperando di averLa aiutata, rimango a sua disposizione per eventuali chiarimenti in merito
dr. mirko campisi
[#3]
Ex utente
Gentili Dottori, anzi tutto Vi ringrazio per le Vostre risposte.
Volevo informarVi che in questi ultimi giorni sono stato visitato presso una struttura ospedaliera e la diagnosi è stata di epicondilite bilaterale (???) per la quale mi è già stata praticata una infiltrazione locale (avambraccio. A dire il vero, a distanza di quattro giorni non ho notato alcun beneficio, anzi, ho la sensazione di "nervo corto" ed ho difficoltà a piegare il polso verso l'interno. Ritenete corretto l'approccio? I problemi sono ben distinti o possono essere in qualche modo collegati? In risposta al Dott. Piazza aggiungo che le cicatrici sono verticali (perpendicolari rispetto al polso).
Grazie per l'attenzione dedicatami.
Volevo informarVi che in questi ultimi giorni sono stato visitato presso una struttura ospedaliera e la diagnosi è stata di epicondilite bilaterale (???) per la quale mi è già stata praticata una infiltrazione locale (avambraccio. A dire il vero, a distanza di quattro giorni non ho notato alcun beneficio, anzi, ho la sensazione di "nervo corto" ed ho difficoltà a piegare il polso verso l'interno. Ritenete corretto l'approccio? I problemi sono ben distinti o possono essere in qualche modo collegati? In risposta al Dott. Piazza aggiungo che le cicatrici sono verticali (perpendicolari rispetto al polso).
Grazie per l'attenzione dedicatami.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 6.2k visite dal 06/02/2007.
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