Tempi di recupero post intervento cisti pilonidale

Buongiorno, il giorno 24 Maggio ho subito un intervento ad una cisti pilonidale (scoperta per puro caso dopo 7 anni di dolori sporadici). . Mi hanno operato dopo circa 6 mesi dalla prima visita con il chirurgo (dato che la cisti era scoppiata, sembrava un brufoletto). Insomma, mi operano in day hospital, appena sveglia dall’anestesia totale mi fanno una flebo di antidolorifico, torno a casa alle 19. 00 e passo la prima notte d’inferno (ho un alta sopportazione del dolore). . . dopo 3 giorni dall’intervento sono stata costretta a tornare a lavoro, dato che mi sono sentita minacciata dalla datrice.. ho fatto sforzi enormi, che non potevo fare, tirando su scatoloni molto pesanti, nonostante i punti e il dolore.
I giorni seguenti per circa una settimana, ho dormito molto poco dal dolore, ho fatto tutte le varie medicazioni, dopo 20 giorni mi hanno tolto tutti e 10 i punti, piano piano ho ripreso..
Ma ad oggi, 7 Settembre, quindi quasi 3 mesi dopo, questo dolore ancora persiste e se passo troppo tempo in piedi o seduta mi si forma nuovamente una bozza, che il giorno seguente sparisce, per di più lungo la cicatrice (rimarginata benissimo e senza secrezioni, a detta dei dottori) vi si è formato un buchino minuscolo che sembra non chiudersi, non fuoriesce nulla, sembrerebbe.. . Ma questo dolore ancora c’è, ogni tanto si riforma questa bozza e ho paurissima.. Cosa cavalo sta succedendo? Non ne posso più, è un fastidio che mi limita. Grazie mille!
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Dr. Giovanni Migliorini Chirurgo generale, Colonproctologo 53 6
Con che tecnica è stata operata?
La tecnica più comunemente usata prevede l'asportazione di una losanga di cute e sottocute, spesso fino al piano osseo, asportando tutto il tessuto infiammato. La lunghezza dei tramiti fistolosi determina la grandezza della losanga. Dopodiché alcuni chirurghi sono soliti chiudere la ferita (tecnica open), altri la lasciano aperta (tecnica chiusa).
Ultimamente si sta diffondendo una nuova tecnica, la cosiddetta Epsit, che consiste nell'esplorare i tramiti fistolosi tramite un fistuloscopio e tramite lo stesso asportare i peli e quindi cauterizzare i tessuti. Questa promettente tecnica è molto meno invasiva.

Dr. Giovanni Migliorini