Referto operatorio parotidectomia

Vogliate gentilmente chiarire un quesito per meglio comprendere un referto operatorio di parotidectomia per l'aspostazione di un esteso oncocitoma parotideo. Il chirurgo che ha curato l'intervento sostiene di aver asportato, oltre al lobo superficiale, anche il lobo profondo della parotide ma tale circostanza risulta palesemente smentita dall'esame ecografico di controllo effettuato poco dopo l'intervento ove si parla di "persistenza di uno strato ghiandolare per uno spessore di 19,6 mm". Possiamo asserire che uno strato ghiandolare di tali dimensioni possa corrispondere alla totalità del lobo profondo della parotide?
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Dr. Alessandro Medici Chirurgo maxillo facciale, Medico estetico, Gnatologo 139 4
Egregio utente,
francamente ho i miei dubbi che un referto ecografico possa arrivare a tale precisione (19,6 mm) essendo comunque "operatore dipendente"; in questi casi una RMN sarebbe meglio.
Inoltre un qualsiasi esame eseguito subito dopo un tale intervento presenterebbe degli inevitabili artefatti mal interpretabili; ecco perchè tali esami vengono di norma effettuati come controlli nel tempo.
Infine le dimensioni della ghiandola parotide variano di soggetto in soggetto (per costituzione,per stato funzionale, ecc).
Saluti

Dott. Alessandro Medici
www.medermal.it

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dopo
Utente
Utente
Gentili ssimo Dr. Medici,

la ringrazio per le preziose osservazioni, mi preme solo chiarire che l'esame ecografico è stato eseguito due mesi dopo l'intervento, dunque più attendibile dato che, le confermo, viene chiaramente citata tale misura di 19,6 mm?
Per cortesia, sa dirmi approssimativamente, quali sono le dimensioni medie dello strato ghiandolare che può definirsi come "lobo profondo della parotide" in una donna di 70 anni di età, alta 1,5 m e con fisicità nella norma?

Grazie ancora
Cordiali Saluti

Luca Bartolini
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Dr. Carmine Taglialatela Scafati Chirurgo maxillo facciale, Chirurgo d'urgenza 98 1
Secondo il mio avviso, dopo due mesi dall'intervento di parotidectomia totale, l'esame ecografico eseguito da persona esperta, è dirimente per una diagnosi postoperatoria di residuo ghiandolare, e le assicuro che non sarebbe la prima volta. Comunque per una maggiore sicurezza le consiglierei anch'io di effettuare una RMN o una TC con mezzo di contrasto.

Cordiali saluti
Carmine Taglialatela Scafati
CHIRURGO MAXILLO-FACCIALE
www.carminetaglialatela.it

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dopo
Utente
Utente
Scusi Dr. Carmine ma non capisco bene a cosa è riferito "e le assicuro che non sarebbe la prima volta". Dunque a due mesi possiamo definire l'esame risolutivo?Quale tra RMN e TC con mezzo di contrasto è più sensibile e precisa?

Quesito non trattato:
Per cortesia, sa dirmi approssimativamente, quali sono le dimensioni medie dello strato ghiandolare che può definirsi come "lobo profondo della parotide" in una donna di 70 anni di età, alta 1,5 m e con fisicità nella norma?

Grazie infinite
Luca Bartolini
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Dr. Carmine Taglialatela Scafati Chirurgo maxillo facciale, Chirurgo d'urgenza 98 1
Gentile sig.ra Bartolini, non la voglio allarmare. Come prima cosa, le dico che l'oncocitoma non è una patologia maligna e non richiede necessariamente l'asportazione totale della ghiandola, bensì parziale, a meno che non sia di considerevoli dimensioni, cosa molto improbabile, o il chirurgo che la tratta ha una visione diversa (èquestione anche di scuole di pensiero!). La cosa importante quindi, non è asportare tutta la ghiandola, ma radicalmente l'oncocitoma. Premesso questo, il fatto di lasciare un residuo di ghiandola sana, è ininfluente sul risultato dell'intervento. Per quanto riguarda le dimensioni della ghiandola parotide, dai dati della letteratura scientifica, si evince che esse sono molto variabili con un rapporto che varia da 1 a 5, quindi può bene immaginare. Comunque per personale esperienza le dico che in un soggetto di media corporatura, della sua età, in buona salute, il lobo profondo può essere compatibile con le dimensioni riportate dal collega ecografista. Infine per quanto riguarda la frase "non sarebbe la prima volta", mi è capitato di osservare residui ghiandolari parotidei clinicamente silenti in corso di indagini diagnostiche per altre patologie, di ghiandole che erano state asportate totalmente. Ciò signora cara, può capitare, soprattutto quando le lesioni che si vanno a rimuovere, sono in stadio avanzato, al punto da sovvertire l'anatomia normale, creando molte difficoltà al chirurgo operatore. Per quanto riguarda la TC o la RMN le dico che è la stessa cosa; importante è il mezzo di contrasto.