"si osserva area ipostrutturata retroareolare bilateralmente da attribuire a ginecomastia
Nel settembre del 2010, all'età di 26 anni, mi sono sottoposto ad ecografia mammaria bilaterale in seguito a trattamento di circa 3 mesi con levopraid per problemi riferibili a sindrome da colon irritabile. Dall'indagine diagnostica era emerso quanto segue:"Si osserva area ipostrutturata retroareolare bilateralmente da attribuire a ginecomastia. Non adenomegalie loco-regionali. Si consiglia monitoraggio clinico-strumentale nel tempo".
Il mese seguente ho eseguito una visita chirurgica plastica, dove lo specialista ha refertato: "Lieve lipodistrofia regione mammaria bilateralmente. Apparato ghiandolare normoconformato e normopresente per sesso ed età. Non attuali indicazioni chirurgiche". Il chirurgo mi aveva inoltre spiegato che, siccome il problema era di carattere lieve, i costi del potenziale intervento sarebbero stati totalmente a carico mio.
Oggi ho 29 anni, altezza 170 e peso di 60kg rimasto invariato rispetto al 2010; purtroppo non ho mai avuto un fisico tonico. In questi ultimi tre anni, tuttavia, il lieve problema allora riscontrato continua a giocare un ruolo non indifferente da un punto di vista psicologico. Sono stato seguito a lungo da diversi psicologi e psicoterapeuti in quanto affetto da alcune crisi depressive in parte imputabili al fortissimo imbarazzo ad uscire di casa soprattutto durante il periodo estivo.
I miei pettorali, come affermato anche all'epoca dal chirurgo, non si presentano del tutto sviluppati, specie nella regione interna che dà verso lo sterno; di conseguenza la loro forma tende ad essere conica. Inoltre, l'area areolare di circa 2,5 cm di diametro, presenta un capezzolo estroflesso di circa 0,5 cm che mi crea un fortissimo imbarazzo in quanto nell'indossare magliette leggere si nota la punta sporgente del capezzolo.
Ormai non esco quasi più di casa durante il giorno per il fortissimo senso di vergogna che provo e le poche volte che esco la sera (ovviamente col buio) non lo faccio se non dopo aver applicato un paio di cerottini sui capezzoli in modo da farli rientrare così che non si noti la loro sporgenza sulla maglietta.
Non so più come venirne a capo, pensavo di acquistare una fascia toracica elastica compressiva di tipo post-operatorio, ma non so se indossandola per diverse ore al giorno potrebbe aiutarmi non dico a ridefinire il pettorale, ma quanto meno a far rientrare il capezzolo. Il mio medico di base continua a farmi discorsi sull'autoaccettazione ma senza alcun risultato; col passare del tempo questa situazione sta diventato sempre più un trauma per me e non riesco più a vivere in questo modo.
Potreste darmi qualche consiglio? Non so più davvero come fare.
Il mese seguente ho eseguito una visita chirurgica plastica, dove lo specialista ha refertato: "Lieve lipodistrofia regione mammaria bilateralmente. Apparato ghiandolare normoconformato e normopresente per sesso ed età. Non attuali indicazioni chirurgiche". Il chirurgo mi aveva inoltre spiegato che, siccome il problema era di carattere lieve, i costi del potenziale intervento sarebbero stati totalmente a carico mio.
Oggi ho 29 anni, altezza 170 e peso di 60kg rimasto invariato rispetto al 2010; purtroppo non ho mai avuto un fisico tonico. In questi ultimi tre anni, tuttavia, il lieve problema allora riscontrato continua a giocare un ruolo non indifferente da un punto di vista psicologico. Sono stato seguito a lungo da diversi psicologi e psicoterapeuti in quanto affetto da alcune crisi depressive in parte imputabili al fortissimo imbarazzo ad uscire di casa soprattutto durante il periodo estivo.
I miei pettorali, come affermato anche all'epoca dal chirurgo, non si presentano del tutto sviluppati, specie nella regione interna che dà verso lo sterno; di conseguenza la loro forma tende ad essere conica. Inoltre, l'area areolare di circa 2,5 cm di diametro, presenta un capezzolo estroflesso di circa 0,5 cm che mi crea un fortissimo imbarazzo in quanto nell'indossare magliette leggere si nota la punta sporgente del capezzolo.
Ormai non esco quasi più di casa durante il giorno per il fortissimo senso di vergogna che provo e le poche volte che esco la sera (ovviamente col buio) non lo faccio se non dopo aver applicato un paio di cerottini sui capezzoli in modo da farli rientrare così che non si noti la loro sporgenza sulla maglietta.
Non so più come venirne a capo, pensavo di acquistare una fascia toracica elastica compressiva di tipo post-operatorio, ma non so se indossandola per diverse ore al giorno potrebbe aiutarmi non dico a ridefinire il pettorale, ma quanto meno a far rientrare il capezzolo. Il mio medico di base continua a farmi discorsi sull'autoaccettazione ma senza alcun risultato; col passare del tempo questa situazione sta diventato sempre più un trauma per me e non riesco più a vivere in questo modo.
Potreste darmi qualche consiglio? Non so più davvero come fare.
[#1]
I consigli possono essere diversi...in primis effettivamente un supporto psicologico può aiutarla a non investire troppo sul suo inestetismo.
In secondo luogo, le consiglierei di ripetere l'ecografia per vedere la situazione del suo problema e una nuova visita con uno specialista in chirurgia plastica...sono passati 3 anni e in un ragazzo giovane come lei si possono essere evidenziate differenze rispetto al controllo precedente.
saluti
In secondo luogo, le consiglierei di ripetere l'ecografia per vedere la situazione del suo problema e una nuova visita con uno specialista in chirurgia plastica...sono passati 3 anni e in un ragazzo giovane come lei si possono essere evidenziate differenze rispetto al controllo precedente.
saluti
Dr. Daniele Bollero
Chirurgo Plastico - Ospedale C.T.O. - TORINO
www.chirurgiaplasticapiemonte.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.5k visite dal 23/06/2013.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.