Carcinoma a cellule squamose polmone

Salve. Scrivo per un consulto per mio padre. Un anno e mezzo fa è stato operato a quello che venne definito un "polipetto della corda vocale" e che successivamente ci ha messo in allarme per esito dell esame istologico borderline. Ha quindi effettuato la tac collo e polmoni che non evidenziava nulla di patologico. Nel corso di questi mesi ha effettuato ripetuti controlli in laringoscopia che non hanno evidenziato nulla. Un mese fa ha ripetuto la tac che ha evidenziato un addensamento in sede ilare destra. Ha eseguito la broncoscopia con prelievo di materiale per l'esame istologico ed ha effettuato la pet che rileva captazione del radiofarmaco suv 18,6. L'esito dell'esame istologico è "carcinoma a cellule squamose", i medici dell'istituto oncologico Pascale di Napoli stanno cercando di capire se è un tumore primitivo o una metastasi della corda vocale. La tac e la pet non evidenziano linfonodi con metastasi. Il chirurgo che lo sta seguendo dice che la massa (che la tac definisce di 33 mm) ostruisce il bronco inferiore destro dall'interno e avvolge il bronco intermedio e la biforcazione medio/inferiore. Ci ha detto che nel caso in cui fosse un tumore primitivo loro sconsigliano l'intervento in quanto dovrebbero togliere per intero il polmone destro, quindi potremmo probabilmente rivolgerci ad un centro specializzato in interventi di "sleeve resection" in modo da preservare il lobo superiore. Crede che sia possibile procedere con questo tipo di intervento? E se fosse una metastasi come bisognerebbe agire?

Grazie infinite
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Dr. Giorgio Lo Iacono Chirurgo toracico, Chirurgo oncologo 362 33
Carissimo, sebbene non ho documentazione da valutare, per come descrive lei il caso clinico è inverosimile che un polipo della corda vocale "bordeline" abbia potuto dare delle metastasi. Ad ogni modo, l'estensione definitiva della resezione polmonare da effettuare si può estendere, se indicato, ad una bilobectomia e fino alla pneumonectomia, previa valutazione cardiorespiratoria completa. Nell'istologia a cellule squamose spesso è difficile differenziare tra un primitivo e un secondario. Per tale ragione è necessario inquadrare il paziente con un team mutidisciplinare di oncologi e chirurghi per decidere la strategia terapeutica.

Dr. Giorgio Lo Iacono
Specialista in Chirurgia Toracica
IEO - Istituto Europeo di Oncologia, Milano

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Grazie mille per la sua risposta. I medici che lo stanno seguendo sembrerebbero dell'idea di iniziare con la chemio per ridurre la massa per poi pensare ad un eventuale intervento. Con la chemio è possibile che la malattia continui ad estendersi? Oppure se non dovesse avere gli effetti sperati ci sarebbe solo il rischio che non si riduca? Fermo restando che so benissimo che parliamo di una malattia a volte imprevedibile. Grazie per la sua disponibilità.
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Dr. Giorgio Lo Iacono Chirurgo toracico, Chirurgo oncologo 362 33
Carissimo, sebbene senza le immagini della TC non le possa dire di più, se ipotizza che sia un primitivo del polmone, senza coinvolgimento linfonodale, ne a distanza, l'indicazione potrebbe essere l'intervento chirurgico direttamente.
Purtroppo l'efficacia della chemioterapia non è prevedibile, ne in un senso, ne nell'altro.
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Tutto chiaro. Se volessimo rivolgerci all'ieo, anche in regime di libera professione, quali sarebbero i tempi?Bisognerebbe rifare tutti gli esami presso il centro oppure sarebbero validi quelli effettuati al Pascale di Napoli? È passato già un mese nell'attesa di una diagnosi, l'idea di far passare altro tempo mi spaventa un po'. Grazie infinite.
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Dr. Giorgio Lo Iacono Chirurgo toracico, Chirurgo oncologo 362 33
Basta chiamare il CUP dell'IEO per avere le disponibilità, non credo che passi molto tempo.
Io direi di portare in visione gli esami che avete al momento, chi valuterà il caso richiederà degli esami che riterrà necessario che potranno anche essere effettuati in IEO.
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Grazie infinite per tutte le informazioni. Mercoledì saremo a Milano per una visita.
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Gentile dottore, in attesa di avere domani un consulto con il primario del reparto di chirurgia toracica ci tengo ad esporle un mio dubbio: il chirurgo che segue mio padre dice di non voler effettuare l intervento direttamente e senza fare prima la chemio perché non ha abbastanza spazio (tessuto sano) da togliere, dato che la massa risulta molto vicina all arteria ( ma senza infiltrazione, cioè l arteria non è coinvolta, non so se uso i termini giusti )...pur non potendo vedere le immagini cosa ne pensa? È possibile che sia realtente una limitazione la vicinanza all arteria?
Grazie ancora
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Dr. Giorgio Lo Iacono Chirurgo toracico, Chirurgo oncologo 362 33
Carissimo, è davvero impossibile esprimere un parere in questo modo.
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Gentile dottore, giovedì 11 saremo all IEO per effettuare tutti gli accertamenti richiesti dal dott. Spaggiari. Ci hanno detto che nel caso in cui dovessimo intraprendere una terapia chemioterapica sarebbe oppurtuno rivolgerci al Moscati di Avellino per evitare di andare ogni volta a Milano. Mi chiedevo se l'IEO prescriverebbe anche il tipo di chemio da effettuare qui compresi i dosaggi, oppure dovremmo affidarci alle cure di un oncologo del posto. Grazie
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Dr. Giorgio Lo Iacono Chirurgo toracico, Chirurgo oncologo 362 33
Dopo una valutazione oncologica, in caso di indicazione a terapia medica, c'è sempre una prescrizione con farmaci e dosi, ma servirà un oncologo che vi segua al domicilio per la parte della somministrazione.
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Grazie.
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Gentile dottore, scusi se la disturbo ancora. Il caso di mio padre è stato valutato dal suo staff presso l'IEO, ed è stato giudicato operabile previa ridiscussione dello staff dopo scintigrafia polmonare (già effettuata ma probabilmente non ancora refertata) e prova da sforzo cardiopolmonare. Comunque dagli altri esami effettuati risulta essere in buone condizioni. Lui è molto preoccupato in quanto l'intervento da effettuare è una pneunomectomia destra e a Napoli l'avevano molto spaventato a riguardo...a partire dal rischio operatorio, complicanze post-operatorie e qualità di vita successivamente. Se fosse così gentile da rispondermi ancora avrei alcune domande da porle.
- Sappiamo bene che è un intervento importante, ma è davvero così devastante?
- una pneunomectomia destra si può eseguire anche in chirurgia mininvasiva oppure a torace aperto?
- Il tumore di mio padre risulta essere ben differenziato e non presenta linfonodi patologici al momento, questo può farci sperare bene riguardo ai rischi di recidiva e metastasi?
Spero che potrà aiutarmi ancora.
Buon lavoro
Roberta
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Dr. Giorgio Lo Iacono Chirurgo toracico, Chirurgo oncologo 362 33
Carissimo, l'intervento è un intervento molto importante e che presenta dei rischi, sicuramente superiori ad interventi polmonari più limitati.
Tutti gli esami effettuati servono per fare la cosiddetta stratificazione del rischio, ovvero per capire bene i rischi e benefici legati alla procedura in se.

L'intervento viene eseguito con tecnica open.

Per quello che sono gli esami preoperatori non ci sono sospetti di localizzazioni linfonodali, il che fa sperare bene, ma ovviamente dobbiamo attendere l'esame istologico definitivo per avere la situazione più chiara.
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Gentile dottore,
Mi perdoni se la disturbo ancora. L'operazione di mio padre è stata confermata ( pneumonectomia destra con interessamento atriale). Ci hanno chiamato venerdì 19 aprile per informarci del fatto che entro una decina di giorni lo avrebbero operato...ma ad oggi non sappiamo ancora nulla. Capiamo benissimo che gli interventi del vostro reparto sono tutti molto seri e confidiamo molto nel vostro lavoro, ma i giorni passano e abbiamo paura che la situazione di mio padre possa peggiorare e che in sala operatoria non sia più possibile intervenire...la prego di aiutarci...buona giornata e buon lavoro.
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Dr. Giorgio Lo Iacono Chirurgo toracico, Chirurgo oncologo 362 33
Carissimo, non è questa la sede per la gestione di queste problematiche. Le suggerisco di contattare i recapiti della segreteria per esporre le sue richieste.
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Mi perdoni, non volevo infastidirla...è solo che mio padre comincia ad avere un respiro affaticato e rumoroso, cosa che non aveva prima...ho paura che stiamo perdendo tempo prezioso. Abbiamo il timore che una volta entrati in sala operatoria non si possa più procedere con l'intervento perché la situazione è degenerata.
Potrebbe esserci questa possibilità oppure queste cose si riescono a prevedere e si programmano determinati interventi con più urgenza rispetto ad altri? La ringrazio comunque per la sua disponibilità.
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Dottore mio padre ha la febbre al momento, 37,6...questo indica un peggioramento?
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Dr. Giorgio Lo Iacono Chirurgo toracico, Chirurgo oncologo 362 33
Io non sono infastidito, ma per risolvere problematiche cliniche ha dei numeri a cui rivolgersi, in modo che la sua richiesta possa essere presa in carico. Questo sito è per avere dei pareri generici.
La febbre può comparire per tanti motivi, non è legata necessariamente ad una condizione oncologica.
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Gentile dottore, innanzitutto la ringrazio di cuore per il supporto che continua a darmi. Per quanto riguarda l'ospedale abbiamo chiamato tutto i giorni praticamente ma la segretaria non sa dirci nulla, quindi presa dalla disperazione ho tentato un'altra strada, mi scuso ancora.
Per quanto riguarda le condizioni di mio padre ieri sera aveva 38 e dolori generalizzati, poi è scesa con la tachipirina e stamattina aveva 37,2...le sembra compatibile con un peggioramento? Inoltre il problema del respiro rumoroso potrebbe essere anche lagato semplicemente a dei muchi accumulati o anche questo potrebbe indicare un peggioramento? Mio padre al momento non è seguito da nessuno, il medico di famiglia gli ha dato la terapia antibiotica piu tachipirina al bisogno, cosa ci consiglia di fare? L'IEO non prevede un supporto in questi casi? Insomma vorrei un consiglio su come dobbiamo muoverci per i prossimi giorni...la ringrazio infinitamente.
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Gentile dottore, purtroppo sono ancora qui a chiederle un consulto. Mio padre è stato inserito ufficialmente in lista d'attesa, questi giorni sembrano non finire più. L'ultima tac risale al 12 aprile...dopo circa dieci giorni dalla tac mio padre ha iniziato ad avvertire un po' di "ostruzione" al respiro. Dopo un paio di giorni è arrivata la febbre, con dolori al torace destro. Ha curato il tutto con 10 giorni di antibiotico. Questo respiro "rumoroso " , che persiste tutt'ora potrebbe essere dovuto ad un accumulo di muchi? Oppure indica la crescita della massa tumorale?
La cura con antibiotico è finita...sarebbe utile nell'attesa fare un po' di aerosol per evitare un ulteriore peggioramento?
Un'ultima domanda...il tipo di tumore di mio padre quanto può crescere in due mesi? Stiamo perdendo tempo prezioso?
Grazie mille
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Gentilissimo dottore, l'intervento di mio padre di un paio di mesi fa è stato rimandato per tentare di ridurre la massa con la chemioterapia. Al momento è stato rivalutato dal prof. Spaggiari dopo il terzo ciclo di chemioterapia con cisplatino e gemcitabina e la situazione è rimasta pressoché invariata, il problemi che c'erano riguardo al cuore ci sono ancora. Il prof. Spaggiari ci ha spiegato che lui può intervenire, con dei rischi per il paziente...rischi che mio padre ha deciso di affrontare non avendo altra scelta. Quindi dopo il 4 ciclo verranno di nuovo eseguiti esami TAC, PET E SPIROMETRIA, se il quadro resta quello attuale si procederà ad un intervento di pneumonectomia destra con resezione parziale dell'atrio destro. Il paziente aveva già fatto tutti i test cardiorespiratori,che erano risultati buoni. All'epoca ci dissero che l 'intervento sarebbe stato effettuato con l'aiuto dell'ECMO, invece ora ci ha detto che non sarà così. Ci sono dei rischi maggiori legati alla circolazione extracorporea senza ECMO? Ho paura di chiederlo....ma la percentuale di rischio per un paziente in buone condizioni per un intervento del genere quanto è?
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