Dolori gambe, contraccettivi ormonali
Salve, da tre anni soffro di dolori alle gambe (crampi diffusi dalla coscia fino al ginocchio, soprattutto parte posteriore) ed edemi alle caviglie (il colore del gonfiore è verdastro e le venuzze/capillari in evidenza viola) sempre più insistenti e persistenti (a volte invalidanti; la sera non esco perchè fatico a stare in piedi). Ho preso per più di dieci anni contraccettivi ormonali combinati (dalla pillola all' anella)e lavoro in piedi (dalle 8 alle 12 ore al giorno). Ho provato vari tipi di integratore e prodotto (dall' arvenum, al venoruton, alla centella, alle creme gel, alle docce fredde...) senza ottenere particolare giovamento. Ho riscontrato che l' unico miglioramento DAVVERO significativo l' ho avuto quando ho interrotto la contraccezione ormonale (-40% dell' intensità e durata dei crampi e degli edemi dopo tre mesi di sospensione) La visita angiologica fatta due anni fa non ha evidenziato nessuna particolare problematica (se non la mia altezza di 180cm che rende più facile il ristagno linfatico). Dato che nessun ginecologo finora ha preso sul serio questa mia sintomatologia, chiedo a voi specialisti in angiologia se, prima di riprendere l' assunzione di ormoni, devo fare accertamenti più approfonditi. Chiedo inoltre consiglio su come limitare i "danni" causati dalle ripetute ore in piedi. Specifico che uso regolarmente le calze a compressione e vado in palestra 2/3 volte la settimana. Non so se pertinente, ma soffro di ipotiroidismo cronico, trattato con Eutirox da 75mg. Grazie mille per l' attenzione
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Gentile Signora,
nella mia esperienza i rapporti tra assunzione di contraccettivi ormonali e manifestazioni di insufficienza venosa sono incostanti, imprevedibili e non sempre correlati con alterazioni dei rilievi strumentali, quanto piuttosto con una polimorfa sintomatologia soggettiva o con la comparsa ed estensione di teleangectasie.
Nel suo caso esiste la controprova del miglioramento dei sintomi alla sospensione del trattamento.
L'assunzione di farmaci "venotropi" non sempre è in grado di controllare i sintomi, per cui i provvedimenti più efficaci restano l'elastocompressione e l'attività motoria, cose per altro da Lei già messe in atto.
Più costanti le correlazioni con il distiroidismo e l'assunzione di Eutirox. Ma anche in questo caso, trattandosi fra l'altro di un trattamento di necessità, non vedo ulteriori possibilità terapeutiche.
Potrebbe essere opportuno sottoporre la problematica all' Endocrinologo (anche per valutare l'associazione delle due terapie ormonali), mentre un controllo angiologico periodico resta altrettanto utile, anche per escludere la comparsa nel trempo di segni di progressione delle manifestazioni venose (insufficienza valvolare, ecc.).
nella mia esperienza i rapporti tra assunzione di contraccettivi ormonali e manifestazioni di insufficienza venosa sono incostanti, imprevedibili e non sempre correlati con alterazioni dei rilievi strumentali, quanto piuttosto con una polimorfa sintomatologia soggettiva o con la comparsa ed estensione di teleangectasie.
Nel suo caso esiste la controprova del miglioramento dei sintomi alla sospensione del trattamento.
L'assunzione di farmaci "venotropi" non sempre è in grado di controllare i sintomi, per cui i provvedimenti più efficaci restano l'elastocompressione e l'attività motoria, cose per altro da Lei già messe in atto.
Più costanti le correlazioni con il distiroidismo e l'assunzione di Eutirox. Ma anche in questo caso, trattandosi fra l'altro di un trattamento di necessità, non vedo ulteriori possibilità terapeutiche.
Potrebbe essere opportuno sottoporre la problematica all' Endocrinologo (anche per valutare l'associazione delle due terapie ormonali), mentre un controllo angiologico periodico resta altrettanto utile, anche per escludere la comparsa nel trempo di segni di progressione delle manifestazioni venose (insufficienza valvolare, ecc.).
Lucio Piscitelli - Napoli - 338 6503365
https://www.medicitalia.it/luciopiscitelli/#sede_1
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.4k visite dal 17/09/2011.
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