Stipsi ostinata

Buongiorno
Sono una ragazza di 22 anni ed è circa un anno che sono vittima di una stipsi a dir poco assurda.Premetto che sono sempre stata stitica,fin da bambina,ma ora la situazione appare veramente peggiorata. Eccetto qualche mese fa,quando ho avuto un periodo di una defecazione normale (andavo quasi ogni giorno ;non riesco però a ricollegarla a nessuna dieta particolare o a nessun evento della mia vita) ora sono tornata nella solita routine. Arrivo a 4, 5 giorni di totale assenza di defecazione. al 4° giorno avverto il classico stimolo,ma gli sforzi sono enormi e il "risultato" molto poco soddisfacente. così mi trovo costretta ad aiutarmi,ormai quasi sempre,con microclismi al miele o con tisane alle erbe (che mi hanno detto non essere il massimo poichè irritano il colon). Ho notato inoltre che,soprattutto di recente (mi scuso per l'argomento poco piacevole) quando provo ad andare in bagno senza l''ausilio di sostanze stimolanti le mie feci assumono le fattezze di tanti bastoncini sottili. Non ho mai avuto simile episodio in precedenza,il che mi ha spaventata.Preciso però che feci di questo tipo si presentano solo quando tento di "fare da me" mentre,quando mi aiuto con qualcosa,esse hanno un aspetto decisamente più comune e normale. Navigando in Internet ho infatti letto ,in merito a questa tipologia di feci,le peggiori cose possibili e sono andata un po' nel panico. Per ultimo,vorrei aggiungere che sono in cura con Mutabon Mite (che so che può dare stitichezza) e che ,soprattutto dopo gli sforzi, avverto spesso piccole fitte all''ano, un po'' fastidiose. I miei genitori non comprendono i disagi di chi soffre di stipsi e tendono a riderne o a considerarla una situazione non grave e di poco conto. Per me invece è un vero incubo. Sto cercando inoltre di bere acqua e di assumere un po' più fibre, ho acquistato anche il BioTransit,a base di fibra liquida,che però per ora sembra non aver sostito molto effetto. lei cosa mi consiglia? qualche visita,qualche esame? sono seriamente costernata.
Ringrazio in anticipo per la risposta
[#1]
Dr. Sergio Sforza Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo d'urgenza 9.5k 303 2
Gentile utente, per la sua problematica le consiglio di rivolgersi ad un gastroenterologo e sulla natura della stessa non vada a pensare alle diagnosi più cattive, considerata anche la sua giovane età.
Saluti

Dr. Sergio Sforza
https://www.medicitalia.it/sergiosforza/

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la pronta risposta Dottore
Il mio terrore più grande è in realtà un altro: è mai possibile che uno sforzo intenso nella defecazione possa creare un prolasso del retto,un rettocele o qualcosa di simile?
Sono letteralmente disperata,perchè anche stamane ho provato un intenso bisogno di andare al bagno e il risultato di tanti sforzi è stato veramente misero. Non ho mai avuto qualcosa di simile,pur essendo sempre stata stitica nei tempi addietro le mie feci erano perfettamente modellate e oserei dire "normali".
Ho veramente paura che si possa trattare di un prolasso,ma al tempo stesso non so con chi potermi consultare. provo fastidio all'ano,perchè lo sento ingombro, provo disagio nel camminare correttamente fin quando non mi svuoto con un piccolo clistere, a quel punto la cosa migliora notevolmente e ,anche di notte,riesco ad avere un sonno più equilibrato.
Questa notte,ad esempio,per la sensazine di feci nell'ano che provavo,ho preso sonno molto tardi,cercando di non badare al fastidio.
i miei genitori non comprendono questa problematica,non conosco dottori ,non conosco nessuno che mi possa aiutare o dal quale possa andare per una visitamsenza dover chiedere ai miei. I quali,sicuramente,non acconsentirebbero alla visita,giudicandomi ipocondriaca.
Non metto in dubbio di esserlo, sono in effetti in cura presso uno psicoterapeuta, ma questo disagio va ben oltre la semplice "sensazione" psicologica.
[#3]
Dr. Sergio Sforza Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo d'urgenza 9.5k 303 2
Gentile utente deve sottoporsi ad una visita proctologica, ovviamente continuando il trattamento dello psicoterapeuta. Cerchi di far comprendere la sua problematica anche ai genitori, se può servire attraverso il suo curante o lo psicoterapeuta.
Saluti