Acidosi lattica e metforal
Gentile medico,
mio padre di ci70 anni prende da circa tre anni il metforal 850 2 volte al giorno. Da un pò di tempo però lamenta indolenzimento alle gambe, come quando si è fatto un grande sforzo fisico. Questo indolenzimento lo ha portato a cadere 2 volte negli ultimi 3 mesi. Inoltre è anche dimagrito molto. Ieri, leggendo il foglietto illlustrativo del farmaco ho letto di questa acidosi lattica e mi sono molto spaventata. sa dirmi che tipo di analisi si devono fare per sapere se si tratta davvero di questa malattia? Dice di sospendere il trattamento?
La ringrazio anticipatamente
mio padre di ci70 anni prende da circa tre anni il metforal 850 2 volte al giorno. Da un pò di tempo però lamenta indolenzimento alle gambe, come quando si è fatto un grande sforzo fisico. Questo indolenzimento lo ha portato a cadere 2 volte negli ultimi 3 mesi. Inoltre è anche dimagrito molto. Ieri, leggendo il foglietto illlustrativo del farmaco ho letto di questa acidosi lattica e mi sono molto spaventata. sa dirmi che tipo di analisi si devono fare per sapere se si tratta davvero di questa malattia? Dice di sospendere il trattamento?
La ringrazio anticipatamente
[#1]
Gentile Utente
La Metformina è un derivato delle biguanide e agisce abbassando la concetrazione di insulina nel plasma provocando una maggior captazione periferica del glucosio e diminuendone la produzione epatica. È pure un farmaco interessante perché l’effetto ipoglicemizzante avviene anche attraverso la sensibilizzazione dell'insulina nei tessuti periferici senza esercitare la stimolazione delle cellule pancreatiche.
Inoltre nei pazienti diabetici in sovrappeso, la metformina abbassa significativamente il rischio di mortalità generale, cardiovascolare e quella connessa al diabete mellito. La metformina quindi è divenuta nel tempo il farmaco orale per eccellenza nella cura del diabete di tipo 2.
Ma purtroppo ci sono alcune precauzioni, avvertenze e certe controindicazioni specifiche da tenere in conto. Nei pazienti anziani è raccomandabile oltre all’aderenza ottimale, un monitoraggio frequentemente nel corso della terapia, proprio al fine di prevenire l'acidosi lattica, che in alcuni casi può essere letale. Utile individuare i fattori o le condizioni che possono favorirne la comparsa. Uno dei fattori da controllare di frequente è la funzionalità renale, poichè un disturbo anche lieve può aumentare notevolmente il rischio di acidosi lattica. È consigliabile quindi controllare i valori di creatinina plasmatica ogni 8-12 settimane. Inoltre sarebbe auspicabile istruire il paziente a riconoscere per tempo i sintomi premonitori dell'acidosi lattica quali anoressia, nausea, febbre, vomito, aumento dell'ampiezza e della frequenza del respiro, malessere, dolori addominali, diarrea, obnubilamento sensorio o perdita di conscienza.
A disposizioni per ulteriori chiarimenti.
Dr. Rodolfo RIVERA
La Metformina è un derivato delle biguanide e agisce abbassando la concetrazione di insulina nel plasma provocando una maggior captazione periferica del glucosio e diminuendone la produzione epatica. È pure un farmaco interessante perché l’effetto ipoglicemizzante avviene anche attraverso la sensibilizzazione dell'insulina nei tessuti periferici senza esercitare la stimolazione delle cellule pancreatiche.
Inoltre nei pazienti diabetici in sovrappeso, la metformina abbassa significativamente il rischio di mortalità generale, cardiovascolare e quella connessa al diabete mellito. La metformina quindi è divenuta nel tempo il farmaco orale per eccellenza nella cura del diabete di tipo 2.
Ma purtroppo ci sono alcune precauzioni, avvertenze e certe controindicazioni specifiche da tenere in conto. Nei pazienti anziani è raccomandabile oltre all’aderenza ottimale, un monitoraggio frequentemente nel corso della terapia, proprio al fine di prevenire l'acidosi lattica, che in alcuni casi può essere letale. Utile individuare i fattori o le condizioni che possono favorirne la comparsa. Uno dei fattori da controllare di frequente è la funzionalità renale, poichè un disturbo anche lieve può aumentare notevolmente il rischio di acidosi lattica. È consigliabile quindi controllare i valori di creatinina plasmatica ogni 8-12 settimane. Inoltre sarebbe auspicabile istruire il paziente a riconoscere per tempo i sintomi premonitori dell'acidosi lattica quali anoressia, nausea, febbre, vomito, aumento dell'ampiezza e della frequenza del respiro, malessere, dolori addominali, diarrea, obnubilamento sensorio o perdita di conscienza.
A disposizioni per ulteriori chiarimenti.
Dr. Rodolfo RIVERA
Dott. Rodolfo F. RIVERA
[#4]
Utente
Gentile Dr Rivera, sono arrivati gli esiti. Cercherò di essere breve, risultano perfettamente nella norma: GLICEMIA (102), creatinina,transaminasi GPT, CPK, trigliceridi colesterolo LDL, proteine totali,tutta l'elettroforesi serica (unico commento: aumento della frazione ALFA2), leucociti, emoglobina,ematocrito, concentrazione media HB, RDW, tutto ciò che riguarda le piastrine, i monociti (poi un commento: macrocitosi+), PSA TOTALE. Esame urine perfetto.
Risultano alterati: Transaminasi GOT 42, colesterolo totale 214, eritrociti 4,20, volume globulare medio 102, contenuto medio HB 35,20, neutrofili 75,9, linfociti 16,5, eosinofili 0,4.
Non abbiamo capito cosa vuol dire e il medico di famiglia ha detto che va tutto bene e che tra poco può riprendere il trattamento con metforal.
A questo punto, visto che la glicemia, a una settimana dalla sospensione del trattamento, è ancora fissa a 102 (misurata stamattina), perchè deve ricominciare la cura? E poi da quando ha smesso dice di sentirsi meglio e che le gambe non gli fanno più male. Mangia con più appetito e sembra anche aver assimilato il cibo (prima era dimagrito molto).
La nostra idea è di portarlo da uno specialista ma, alla luce degli esami da chi ci consiglia di andare? Noi non abbiamo nemmeno capito se si tratta di acidosi.
La ringrazio anticipatamente per il tempo che vorrà dedicarmi.
Risultano alterati: Transaminasi GOT 42, colesterolo totale 214, eritrociti 4,20, volume globulare medio 102, contenuto medio HB 35,20, neutrofili 75,9, linfociti 16,5, eosinofili 0,4.
Non abbiamo capito cosa vuol dire e il medico di famiglia ha detto che va tutto bene e che tra poco può riprendere il trattamento con metforal.
A questo punto, visto che la glicemia, a una settimana dalla sospensione del trattamento, è ancora fissa a 102 (misurata stamattina), perchè deve ricominciare la cura? E poi da quando ha smesso dice di sentirsi meglio e che le gambe non gli fanno più male. Mangia con più appetito e sembra anche aver assimilato il cibo (prima era dimagrito molto).
La nostra idea è di portarlo da uno specialista ma, alla luce degli esami da chi ci consiglia di andare? Noi non abbiamo nemmeno capito se si tratta di acidosi.
La ringrazio anticipatamente per il tempo che vorrà dedicarmi.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 18.2k visite dal 13/12/2007.
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