Lnh b aggressivo a grandi cellule
Gent.mo dottore,
vorrei porle alcune domande circa la situazione di salute di mio marito, di anni 28, a cui è stato diagnosticato circa un mese fa, dopo asportazione di un linfonodo posto in sede parotidea che aveva notato intorno la fine di gennaio,un LnH B aggressivo diffuso a grandi cellule con indice di proliferazione del 95% e positivo a CD20; CD10; MUM1, bcl-6 e bcl-2. Sono stati eseguiti vari esami per la stadiazione della patologia tra cui: esami ematici (nella norma, compreso LDH), TAC negativa, BOM negativa, ECG, spirometria ed ecocardio nella norma e condizioni generali buone, senza alcun sintomo riferito.Dato l'esito negativo della TAC, fra due settimane mio marito dovrà sottoporsi alla PET per capire se sono coinvolte altre sedi linfonodali.
Quello che mi chiedo io a questo punto, è: con un indice di proliferazione così elevato, non si stà perdendo del tempo prezioso non iniziando quanto prima una terapia mirata? Anche lui è in ansia perchè ha paura che da uno stadio che poteva essere iniziale, queste cellule stiano lavorando e nel giro di qualche mese si possa ritrovare ad uno stadio avanzato. E se anche la PET dovesse risultare negativa, questo cosa significherebbe?Vorremmo alcune delucidazioni in merito.
Grazie per la disponibilità.
vorrei porle alcune domande circa la situazione di salute di mio marito, di anni 28, a cui è stato diagnosticato circa un mese fa, dopo asportazione di un linfonodo posto in sede parotidea che aveva notato intorno la fine di gennaio,un LnH B aggressivo diffuso a grandi cellule con indice di proliferazione del 95% e positivo a CD20; CD10; MUM1, bcl-6 e bcl-2. Sono stati eseguiti vari esami per la stadiazione della patologia tra cui: esami ematici (nella norma, compreso LDH), TAC negativa, BOM negativa, ECG, spirometria ed ecocardio nella norma e condizioni generali buone, senza alcun sintomo riferito.Dato l'esito negativo della TAC, fra due settimane mio marito dovrà sottoporsi alla PET per capire se sono coinvolte altre sedi linfonodali.
Quello che mi chiedo io a questo punto, è: con un indice di proliferazione così elevato, non si stà perdendo del tempo prezioso non iniziando quanto prima una terapia mirata? Anche lui è in ansia perchè ha paura che da uno stadio che poteva essere iniziale, queste cellule stiano lavorando e nel giro di qualche mese si possa ritrovare ad uno stadio avanzato. E se anche la PET dovesse risultare negativa, questo cosa significherebbe?Vorremmo alcune delucidazioni in merito.
Grazie per la disponibilità.
[#1]
Beh due settimane sono un pò tante (siamo difronte ad un linfoma aggressivo). Speriamo che non ci sono altre localizzazioni di malattia alla PET, così è molto meno il trattamento (chemio/immuno/radioterapico) a cui dovrà essere sottoposto.
Mi tenga informato.
La saluto
Mi tenga informato.
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[#2]
Utente
Gent.mo Dr. Ciminiello,
abbiamo ritirato il referto della PET che è risultata completamente NEGATIVA!!!
Comunque l'ematologa, nonostante la bella notizia ci ha ugualmente proposto 6 cicli di R-CHOP o al massimo un protocollo sperimentale di 4-CHOP+6 Rituximab,ma lei preferisce il protocollo standard, il che mi pare un pò esagerato vista la fase iniziale della malattia ed un nostro diritto sentire un secondo parere.
Infatti abbiamo deciso di sentire al Sant'Orsola di Bologna, con cui abbiamo a giorni un appuntamento con un Prof. di ematologia.
Mio marito si è accorto del nodulo alla parotide ormai 5 mesi fa, gli è stato asportato 2 mesi fa, hanno decretato questo indice di proliferazione così elevato del 95%, ma in 5 mesi la malattia fortunatamente non ha arrecato nessun danno, se non l'abbattimento psicologico....siamo sicuri che si tratti di un linfoma così aggressivo? Anche il medico di base ci ha consigliato di rifar analizzare i vetrini altrove.
Intanto ritiriamo anche i vetrini e li portiamo dal Prof. Pileri, anatomo patologo d'eccelenza sempre al Sant'Orsola di Bologna.
Lei cosa ne pensa in merito?
Grazie.
abbiamo ritirato il referto della PET che è risultata completamente NEGATIVA!!!
Comunque l'ematologa, nonostante la bella notizia ci ha ugualmente proposto 6 cicli di R-CHOP o al massimo un protocollo sperimentale di 4-CHOP+6 Rituximab,ma lei preferisce il protocollo standard, il che mi pare un pò esagerato vista la fase iniziale della malattia ed un nostro diritto sentire un secondo parere.
Infatti abbiamo deciso di sentire al Sant'Orsola di Bologna, con cui abbiamo a giorni un appuntamento con un Prof. di ematologia.
Mio marito si è accorto del nodulo alla parotide ormai 5 mesi fa, gli è stato asportato 2 mesi fa, hanno decretato questo indice di proliferazione così elevato del 95%, ma in 5 mesi la malattia fortunatamente non ha arrecato nessun danno, se non l'abbattimento psicologico....siamo sicuri che si tratti di un linfoma così aggressivo? Anche il medico di base ci ha consigliato di rifar analizzare i vetrini altrove.
Intanto ritiriamo anche i vetrini e li portiamo dal Prof. Pileri, anatomo patologo d'eccelenza sempre al Sant'Orsola di Bologna.
Lei cosa ne pensa in merito?
Grazie.
[#4]
Utente
Salve Dottore,
ieri siamo stati al Sant'Orsola dal suo collega.
Anche lui, opta per 6 R-CHOP, nonostante si trovi davanti ad un caso particolare e così iniziale, attualmente in totale assenza di malattia rilevabile con gli strumenti diagnostici a nostra disposizione.
Ha parlato bene del rituximab e dello zevalin, come ottimi farmaci anti CD20 che stanno dando dei risultati sorprendenti, al che io mi sono permessa di chiedere, allora perchè non vengono dati, anche in casi particolari come questi, in monoterapia e lui mi ha risposto che c'è stato uno studio sperimentale in casi di LNH B a grandi cellule, ma solo in stadi III/IV o in caso di recidiva, attualmente il loro uso senza l'abbinamento a cicli di chemioterapia è valido solo per i linfomi follicolari...
Sempre ieri abbiamo abbiamo consegnato i vetrini nel reparto di emolinfopatologia in cui ci hanno detto che i risultati li avremmo avuti entro 1 settimana, ma durante la visita son bastati 5 minuti, che servono al massimo a percorrere la distanza tra l'ambulatorio, il laboratorio andata e ritorno, che già il medico era entrato dicendo che avevano confermato la diagnosi di LNH B a grandi cellule con indice di poliferazione del 95%.
Io sono del parere che non si deve mai esagerare ed in questo concordo con lei, quando parla di overtretment, sicuramente non sono un medico, nè tantomeno un oncologo ma sò perfettamente quello che causa la chemioterapia, non è la perdita dei capelli che alla fine è solo un fattore estetico temporaneo, ma i danni a lungo termine che questa lascia per questo quando si può sarebbe meglio andarci cauti.
Un medico nel prescrivere la cura dovrebbe sempre pensare che la stà prescrivendo ad una persona a lui cara, solo così può essere sicuro di fare la cosa migliore.
Confidando in una sua risposta le porgo cordiali saluti.
ieri siamo stati al Sant'Orsola dal suo collega.
Anche lui, opta per 6 R-CHOP, nonostante si trovi davanti ad un caso particolare e così iniziale, attualmente in totale assenza di malattia rilevabile con gli strumenti diagnostici a nostra disposizione.
Ha parlato bene del rituximab e dello zevalin, come ottimi farmaci anti CD20 che stanno dando dei risultati sorprendenti, al che io mi sono permessa di chiedere, allora perchè non vengono dati, anche in casi particolari come questi, in monoterapia e lui mi ha risposto che c'è stato uno studio sperimentale in casi di LNH B a grandi cellule, ma solo in stadi III/IV o in caso di recidiva, attualmente il loro uso senza l'abbinamento a cicli di chemioterapia è valido solo per i linfomi follicolari...
Sempre ieri abbiamo abbiamo consegnato i vetrini nel reparto di emolinfopatologia in cui ci hanno detto che i risultati li avremmo avuti entro 1 settimana, ma durante la visita son bastati 5 minuti, che servono al massimo a percorrere la distanza tra l'ambulatorio, il laboratorio andata e ritorno, che già il medico era entrato dicendo che avevano confermato la diagnosi di LNH B a grandi cellule con indice di poliferazione del 95%.
Io sono del parere che non si deve mai esagerare ed in questo concordo con lei, quando parla di overtretment, sicuramente non sono un medico, nè tantomeno un oncologo ma sò perfettamente quello che causa la chemioterapia, non è la perdita dei capelli che alla fine è solo un fattore estetico temporaneo, ma i danni a lungo termine che questa lascia per questo quando si può sarebbe meglio andarci cauti.
Un medico nel prescrivere la cura dovrebbe sempre pensare che la stà prescrivendo ad una persona a lui cara, solo così può essere sicuro di fare la cosa migliore.
Confidando in una sua risposta le porgo cordiali saluti.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 5k visite dal 23/04/2012.
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