Morbo di basedow e terapia
Egregio dottore mi rivolgo a Lei perchè sono preoccupata e vorrei avere un chiarimento che finora nessuno ha saputo darmi. Sono una ragazza di 21 anni, nell'autunno 2001 ho cominciato ad evere problemi alla tiroide: esami sballati, ipertiroidismo, gozzo, tachicardia, sudorazioni, ecc. A febbraio 2002 mi è stato detto che avevo il morbo di Basedow con esoftalmo. Da allora sono in cura con Tapazole (ho iniziato con 3 pastiglie al giorno) e successivamente diminuendo Tapazole ho aggiunto Eutirox 75 fino ad arrivare a luglio 2005 con solo 1/2 pastiglia di Tapazole. Purtroppo però dopo tre mesi, eseguiti gli esami ematici, si è riscontrato una ripresa dell'ipertiroidismo. L'endocrinologo mi ha detto che a questo punto l'unica soluzione è la tiroidectomia.Un altro a cui mi sono rivolta mi ha consigliato il radio iodio. Possibile non si possa guarire diversamente? Può esserci una causa che ha scatenato tutto questo? Nella mia famiglia, anche andando molto indietro nel tempo, non mi risulta ci siano stati casi di gozzo o altro. Vorrei anche precisarLe che nel 1999 (all'età di 14 anni!!) , lamentandomi che avevo peli superflui oltre misura, la mamma mi porto' ad un centro di endocrinologia e lì, dopo vari esami, mi dissero che ero affetta da irsutismo e tiroidite cronica. La mamma chiese cosa volesse dire, se la tiroidite cronica fosse cosa di cui preoccuparsi.. da tenere sotto controllo, il medico rispose di non preoccuparsi , che molte persone non sanno di averla e vivono benissimo. Può essere stato quello l'inizio della malattia che sottovalutandolo mi ha portato ai problemi di oggi? Puo' uno stress psico fisico avere influito? Cosa mi consiglia di fare ? La ringrazio per la sua attenzione e la saluto cordialmente
[#1]
Perfezionato in medicine non convenzionali
Le cause dell’ipertiroidismo sono ben conosciute, come sono ben conosciuti gli esami del sangue che servono ad individuare precocemente le alterazioni della tiroide, non è vero niente che se molte persone presentano disturbi della tiroide e non sanno di averla, vivono benissimo, hanno disturbi, che sono quelli iniziali, che se individuati precocemente, eviterebbero molti guai successivi. Sottovalutare certi sintomi può essere abbastanza pericoloso, nell’organismo umano non si riesce mai a prevedere cosa succederà in futuro, ed ogni organismo è diverso dall’altro, per cui è sempre bene analizzare adeguatamente ogni sintomo, anche se vago e aspecifico. Per questo motivo, in studio ho esami strumentali che mi permettono una attenta analisi della persona, per poter tempestivamente individuare il motivo di quei disturbi vaghi e aspecifici, che altrimenti verrebbero sottovalutati. Questo era il momento di agire: “Vorrei anche precisarLe che nel 1999 (all'età di 14 anni!!) , lamentandomi che avevo peli superflui oltre misura, la mamma mi porto' ad un centro di endocrinologia e lì, dopo vari esami, mi dissero che ero affetta da irsutismo e tiroidite cronica.”, non sottovalutare l’irsutismo, che era un sintomo importantissimo di disregolazione del sistema PNEI e HPA, Hypothalamic Pituitary Adrenal axis nelle sue funzioni, la PNEI, psiconeuroendocrinoimmunologia, la ghiandola tiroidea dava già espressione del suo stato di disregolazione, influendo sugli ormoni sessuali. Lei domanda cosa ha scatenato tutto questo, cercherò di spiegarlo, forse sarò poco chiaro e scientifico. I suoi disturbi sono cominciati nell’Ottobre del 2001, e nel Febbraio del 2002, le hanno somministrato Tapazole, ma quali sintomi aveva prima dell’ottobre 2001? Cosa era successo, tonsilliti, febbre, vaccinazioni, tutto ha importanza. La tiroidite autoimmune, come tutte le malattie autoimmuni, riconosce come meccanismo iniziale un fenomeno ben conosciuto in immunologia che si chiama mimetismo molecolare, quando un agente patogeno entra nell’organismo, viene “processato” da cellule specializzate, confrontato con il “self”, l’organismo stesso, che si chiama HLA, antigene umano linfocitario, se una sequenza di amminoacidi delle proteine dell’agente esterno che viene analizzato, coincide con la sequenza di amminoacidi dell’HLA, quando tutto questo viene presentato ai linfociti, questi producono anticorpi, non solo contro l’agente esterno, ma anche contro le cellule dell’organismo, nel caso specifico, tiroidee (tiroide), recettore del TSH, (ipertiroidismo), cellule epiteliali della pelle (psoriasi), cellule con la mielina (sclerosi multipla), cellule connettivali (connettivite, lupus), ecc...... Per fare tutto questo, passa del tempo in cui la persona manifesta quei sintomi vaghi e aspeicifici, di cui parlavo prima, per questo necessitano esami strumentali particolari, per individuare questo iniziale fenomeno e correggerlo inizialmente, senza aspettare la malattia autoimmune conclomata. Quindi, infezione primaria, stato di latenza che può durare anche anni, malattia conclamata. La parte interessante, è la fase di latenza, individuarla, riconoscere l’agente patogeno, l’HLA della persona, che è molto indicativo, correggere l’errore, si riesce a fare una prevenzione veramente importante. Ma anche l’infezione primaria, riconoscere subito l’agente patogeno, essere sicuri che il sistema immunitario lo ha espulso, evita tutti i processi successivi, si fa una prevenzione primaria. Con questo obiettivo, bisogna sempre ragionare. Le cellule della tiroide vengono distrutte, liberano l’ormone contenuto dentro, che è abbondante, si verifica pertanto un ipertiroidismo, poi successivamente, questa distruzione, può regredire, si passa ad un normo- o ipo- tiroidismo. Possono accadere varie fasi alterne, più o meno accentuate, ma sempre importanti e rilevabili in qualsiasi momento, basta fare gli esami giusti. Capisce bene che la terapia con tapazole, radioiodio, (con tutte le problematiche connesse ad una sostanza radioattiva), l’intervento di ablazione della tiroide, sono tutti interventi che non tengono conto dei meccanismi immunologici che ho precedentemente descritto. “Purtroppo però dopo tre mesi, eseguiti gli esami ematici, si è riscontrato una ripresa dell'ipertiroidismo.” Questo è espressione della ripresa della malattia autoimmune, perchè nessuno è intervenuto sulle cause della medesima, lei ha eseguito solo terapie sintomatiche, tapazole, distrugge la ghiandola, così si elimina il problema; eutirox è solo sostitutivo, sostituisce l’ormone mancante. Come vede il lavoro a questo punto, non è facile, ma si riesce a riportare la giandola ad un funzionamneto più fisiologico. Individuare l’agente patogeno che ha scatenato il problema, informare il sistema immunitario della sua presenza, visto che se ne è dimenticato o l’agente patogeno è stato talmente bravo, da nascondersi, somministrando il genoma, agire sulla disregolazione della ghiandola con farmaci biologici rispettosi della fisiologia, poi se si integra, per la fase acuta con piccole dosi di tapazole, eutirox, questo non compromette certamete il risultato. La medicina biologica è integrativa, come vede, è importantissimo considerare tutti i fenomeni fisiopatologici che interngono, per poterli correggere, modularli. Tutto con l’obiettivo del benessere della persona e della prevenzione.Saluti
[#2]
Dopo quattro anni di terapia, senza risultati, e' indicato percorrere strade alternative alla terapia medica. Molto dipende dalle dimensioni del gozzo, se non sono eccessive, previo il parere del medico nucleare e' suggeribile la terapia con radioiodio, viceversa quella chirurgica e' l'opzione piu' appropriata.
Dr. Sergio Di Martino
Specialista in Endocrinologia
[#3]
Utente
Egregio dottore, grazie della chiarificazione. Lei domanda quali sintomi avevo prima dell'ottobre 2001. In effetti in primavera ho avuto l' herpes nella zona ombelicale , è scomparso poi nel giro di poco tempo con l'uso di una pomata locale. Nei mesi successivi ho anche attraversato momenti di stress psicologico, poi superato. Insomma da una cosa all'altra il mio fisico non ha ancora ritrovato l'equilibrio. Grazie per l'attenzione.
[#4]
Utente
Egregio dottore, grazie della chiarificazione. Lei domanda quali sintomi avevo prima dell'ottobre 2001. In effetti in primavera ho avuto l' herpes nella zona ombelicale , è scomparso poi nel giro di poco tempo con l'uso di una pomata locale. Nei mesi successivi ho anche attraversato momenti di stress psicologico, poi superato. Insomma da una cosa all'altra il mio fisico non ha ancora ritrovato l'equilibrio. Grazie per l'attenzione.
[#5]
Medico nucleare
Gentilissima utente dalla sua storia clinica si evince chiaramente come la terapia medica (antitiroidei e levotiroxina) abbia fallito portando ad una ripresa dell'ipertiroidismo.Continuare con la terapia medica significherebbe non solo il persistere della sua patologia di fondo ma la possibilita' a medio-lungo termine di effetti tossici da Tapazole ed Eutirox.Credo sia opportuno percorrere le altre due opzioni terapeutiche disponibili. Vista la giovane eta' e' consigliabile o la tiroidectomia totale con la risoluzione della sintomatologia ipertiroidea o se lei non vuole operarsi e' possibile sottoporsi alla terapia radiometabolica con 131 ioduro di sodio che ha la medesima efficacia terapeutica della tiroidectomia.Tale trattamento medico nucleare consiste nella somministrazione per os di una capsula di radioiodio a dosi ablative.Sia nel caso della tiroidectomia che della terapia medico nucleare si puo' andare incontro ad ipotiroidismo facilmente correggibile con la somministrazione di Eutirox per tutto il resto della vita.
[#6]
Perfezionato in medicine non convenzionali
Sembrerebbe tutto facile, si leva la tiroide, si dà la pasticchina con il radioiodio, la tiroide non funziona più, tanto si dà la pasticchina, eutirox, ma tutto poi torna normale, fisiologico?, le cause che hanno prodotto l'ipertioridismo, non contano più?, "facilmente correggibile con la somministrazione di Eutirox per tutto il resto della vita." dove vanno a finire gli anticorpi antitiroide?, dove si rivolgono?, tutta la letteratura della ricerca dove va a finire?, l'agente patogeno che con mimetismo molecolare ha causato la malattia autoimmune, che fine farà?, ci sono troppe domande a cui manca la risposta. Allora, non conviene agire sulle cause che hanno determinato la patologia, riporare tutto il sistema a una condizione fisiologica?, da una parte la semplicità, dall'altra la difficoltà, cosa scegliere?, certamente non è facile, ma la prospettiva di rimanere tutta la vita senza tiroide ed essere costretti ad assumere tutta la vita una pasticchina, non è molto allettante. Poi quando si leva la tiroide le paratiroidi che fine fanno?, certamente si conservano, diranno, ma dalla mie esperienza, questo non è mai successo, tutte le volte le hanno tol insieme alla tioride. L'influenza che ha la tioride ome organo sull'asse PNEI e HPA dove va a finire?, quale alterazione provocherà?, La ricerca mi ha spinto verso soluzioni più difficili, ma più fisiologiche, la conoscienza del sistema immunitario, dei suoi meccanismi, indicano una terapia fisiologica, che incide sulle cause che hanno determinato la patologia. Lei giustamente domanda: "Vorrei anche precisarLe che nel 1999 (all'età di 14 anni!!) , lamentandomi che avevo peli superflui oltre misura, la mamma mi porto' ad un centro di endocrinologia e lì, dopo vari esami, mi dissero che ero affetta da irsutismo e tiroidite cronica.", questo era il momento di fare una terapia fisiologica, ma ancora è in tempo, perchè la tiroide risponde ancora, una diagnosi esata a questo punto si impone, esami strumentali idonei esistono, farmaci che possano influire sulle cause esistono, basta scegliere la via più difficile, ma conservativa!.
saluti alberto3691òalice.it
saluti alberto3691òalice.it
[#7]
Giuseppe Ielo
Medico Chirurgo
Specialista in Ecografia
Specialista in Endocrinologia
Specialista in Medicina Nucleare
viale Oriano, 27
24047 Treviglio (Bg)
Studio: viale Ariosto, 9
Tel: 0363-41183
Mobile 333-3164013
Gentile Utente 12853,
il problema da Lei presentato e che la sta tormentando è effettivamente di semplice soluzione, dal punto di vista del trattamento.
La diagnosi differenziale fra le patologie tiroidee che le sono state poste non è possibile farla con gli esami da Lei effettuati, ma può essere Clinica: sia la tiroidite che il morbo di Flajani-Basedow hanno in comune l'elevazione degli anticorpi antitiroide (specialmente negli stati tiroiditici dove è comune riscontrare valori di migliaia di unità), è pertanto poco utile basarsi su tale considerazione; piuttosto va valutato il valore degli anticorpi anti-TSH, che normalmente sono elevati nel Basedow.
Se poi si sospetta una tiroidite cronica autoimmune (o di Hashimoto), non vi è altra possibilità di porre diagnosi in tal senso, se non facendo un esame citologico con ago sottile sulla tiroide (agoaspirato), dato che la malattia ha comune denominatore la "infiltrazione linfocitaria tiroidea con distruzione della normale architettura follicolare".
Nelle tiroidite di Hashimoto solo nel 5% dei pazienti si riscontra una evoluzione della malattia verso l'ipotiroidismo, pertanto una attenta valutazione endocrinologica evita sempre i rischi di effetti indesiderati dell'ipofunzione tiroidea.
Nel morbo di Flajani-Basedow, nei casi poco fortunati di fallimento della terapia Medica (per vari motivi), non è possibile, nell'ovvia ottica della salute del paziente, utilizzare metodi spannometrici, per questo all'inizio Le avevo accennato alla semplice soluzione di casi come il Suo.
La giovane età porterebbe a valutare l'indicazione chirurgica, ma solo per l'eventualità del richio stockastico (cioé casuale) della irradiazione; tutto ciò non è scientificamente vero e non perché lo afferma un Medico Nucleare: se mia figlia soffrisse di un M.di Basedow non esiterei a somministrarle del radioiodio.
L'intervento chirurgico in sé stesso, l'asportazione totale della tiroide, gli esiti dell'intervento (la cicatrice, l'ipotiroidismo ineluttabile), l'avidità della tiroide verso lo iodio, e quindi la pressoché nulla irradiazione in altri organi, la concreta possibilità di ipotiroidismo post-irradiazione dopo 10-15 anni dalla somministrazione, il corretto dosaggio dell'ormone tiroideo (impossibile nella iperfunzione organica), rendono il trattamento Medico-Nucleare preferibile, avendo come unica precauzione, verso le giovani e fertili pazienti, l'astenersi da eventuali gravidanze per un adeguato periodo di tempo (massimo 6 mesi).
Gradisca i miei saluti.
Dottor Giuseppe Ielo
Medico Chirurgo
Specialista in Ecografia
Specialista in Endocrinologia
Specialista in Medicina Nucleare
viale Oriano, 27
24047 Treviglio (Bg)
Studio: viale Ariosto, 9
Tel: 0363-41183
Mobile 333-3164013
Gentile Utente 12853,
il problema da Lei presentato e che la sta tormentando è effettivamente di semplice soluzione, dal punto di vista del trattamento.
La diagnosi differenziale fra le patologie tiroidee che le sono state poste non è possibile farla con gli esami da Lei effettuati, ma può essere Clinica: sia la tiroidite che il morbo di Flajani-Basedow hanno in comune l'elevazione degli anticorpi antitiroide (specialmente negli stati tiroiditici dove è comune riscontrare valori di migliaia di unità), è pertanto poco utile basarsi su tale considerazione; piuttosto va valutato il valore degli anticorpi anti-TSH, che normalmente sono elevati nel Basedow.
Se poi si sospetta una tiroidite cronica autoimmune (o di Hashimoto), non vi è altra possibilità di porre diagnosi in tal senso, se non facendo un esame citologico con ago sottile sulla tiroide (agoaspirato), dato che la malattia ha comune denominatore la "infiltrazione linfocitaria tiroidea con distruzione della normale architettura follicolare".
Nelle tiroidite di Hashimoto solo nel 5% dei pazienti si riscontra una evoluzione della malattia verso l'ipotiroidismo, pertanto una attenta valutazione endocrinologica evita sempre i rischi di effetti indesiderati dell'ipofunzione tiroidea.
Nel morbo di Flajani-Basedow, nei casi poco fortunati di fallimento della terapia Medica (per vari motivi), non è possibile, nell'ovvia ottica della salute del paziente, utilizzare metodi spannometrici, per questo all'inizio Le avevo accennato alla semplice soluzione di casi come il Suo.
La giovane età porterebbe a valutare l'indicazione chirurgica, ma solo per l'eventualità del richio stockastico (cioé casuale) della irradiazione; tutto ciò non è scientificamente vero e non perché lo afferma un Medico Nucleare: se mia figlia soffrisse di un M.di Basedow non esiterei a somministrarle del radioiodio.
L'intervento chirurgico in sé stesso, l'asportazione totale della tiroide, gli esiti dell'intervento (la cicatrice, l'ipotiroidismo ineluttabile), l'avidità della tiroide verso lo iodio, e quindi la pressoché nulla irradiazione in altri organi, la concreta possibilità di ipotiroidismo post-irradiazione dopo 10-15 anni dalla somministrazione, il corretto dosaggio dell'ormone tiroideo (impossibile nella iperfunzione organica), rendono il trattamento Medico-Nucleare preferibile, avendo come unica precauzione, verso le giovani e fertili pazienti, l'astenersi da eventuali gravidanze per un adeguato periodo di tempo (massimo 6 mesi).
Gradisca i miei saluti.
Dottor Giuseppe Ielo
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 67.3k visite dal 23/04/2006.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.