Buongirono egregi dottori, domanda sulla cannabis
Buongiorno egregi dottori, vi scrivo perché vorrei capire in che quantità ho "assunto" il principio attivo della marijuana.
Vi spiego la mia situazione... sono andato per una settimana in vacanza con amici ad Amsterdam a fine gennaio. Nessuno dei miei amici è utilizzatore, ma li in quanto sdoganata ne hanno fatto uso e vorrei capire in qule quantità ho assunto questo principio attivo.
Ogni sera in quella settimana mi è capitato di entrare per tre quarti d'ora circa in quei coffee-shop, dove essendoci mediamente una ventina di persone che fumavano marijuana e poco ricircolo d'aria e posto piccolo penso di aver inalato modeste quantità di passivo (c'era una bella cappa di fumo).
1) La prima domanda è quindi: in queste situazioni di passivo quanto principio attivo si inala ed entra in circolo effettivamente, e quanto avrà effetto sui neuroni in tale quantità?
Dopo aver ricevuto molte insisenze dai miei amici in quei giorni per non essere il solito che dice di no ho fatto dei tiri molte volte da queste sigarette contenenti solo marijuana ma non ho "buttato giù" nei polmoni solo tenuta in bocca e fatta uscire nel caso dal naso. Devo dire però che una minima parte credo sia entrata nei polmoni pur cercando di tenerla solo in bocca perché ho sentito un po' di fastidio in gola.
2) In questo caso mi chiedo quanto principio attivo potrei aver assunto tramite le pareti orali e "buttando giù" così poco fumo? Quanto può aver avuto effetto sui neuroni/cervello/sistema nervoso? Inoltre devo dire che non ho subito alcun effetto (anche se non so quale sia) sui sensi e cognitivi dopo questi tiri. Non ho infatti avuto capogiri, sguardo perso (come i miei amici) ecc... insomma non mi pare di aver avuto questi sintomi, percui credo la quantità entrata in circolo fosse modesta.
Detto ciò vorrei sapere da voi signori medici quali considerazioni si possono fare sui due punti/domande sopra elencati. Ve ne sarei grato perché son curiosità che non saprei a chi chiedere.
Vi auguro un buon sabato,
Luca
Vi spiego la mia situazione... sono andato per una settimana in vacanza con amici ad Amsterdam a fine gennaio. Nessuno dei miei amici è utilizzatore, ma li in quanto sdoganata ne hanno fatto uso e vorrei capire in qule quantità ho assunto questo principio attivo.
Ogni sera in quella settimana mi è capitato di entrare per tre quarti d'ora circa in quei coffee-shop, dove essendoci mediamente una ventina di persone che fumavano marijuana e poco ricircolo d'aria e posto piccolo penso di aver inalato modeste quantità di passivo (c'era una bella cappa di fumo).
1) La prima domanda è quindi: in queste situazioni di passivo quanto principio attivo si inala ed entra in circolo effettivamente, e quanto avrà effetto sui neuroni in tale quantità?
Dopo aver ricevuto molte insisenze dai miei amici in quei giorni per non essere il solito che dice di no ho fatto dei tiri molte volte da queste sigarette contenenti solo marijuana ma non ho "buttato giù" nei polmoni solo tenuta in bocca e fatta uscire nel caso dal naso. Devo dire però che una minima parte credo sia entrata nei polmoni pur cercando di tenerla solo in bocca perché ho sentito un po' di fastidio in gola.
2) In questo caso mi chiedo quanto principio attivo potrei aver assunto tramite le pareti orali e "buttando giù" così poco fumo? Quanto può aver avuto effetto sui neuroni/cervello/sistema nervoso? Inoltre devo dire che non ho subito alcun effetto (anche se non so quale sia) sui sensi e cognitivi dopo questi tiri. Non ho infatti avuto capogiri, sguardo perso (come i miei amici) ecc... insomma non mi pare di aver avuto questi sintomi, percui credo la quantità entrata in circolo fosse modesta.
Detto ciò vorrei sapere da voi signori medici quali considerazioni si possono fare sui due punti/domande sopra elencati. Ve ne sarei grato perché son curiosità che non saprei a chi chiedere.
Vi auguro un buon sabato,
Luca
[#1]
Gentile utente,
non è possibile stimare bene la quantità di cannabis consumata nel Suo caso, anche perché, non essendo il mercato di droga controllabile così come quello dei farmaci legali, ogni partita di cannabis e ogni spinello possono avere concentrazioni diverse di principio attivo, inoltre esistono specie diverse di marijuana.
Tuttavia, in Olanda il consumo è più regolarizzato. In realtà vendere la cannabis nei coffe-shop non è permesso dalla legge, ma tollerato, però ad una persona a giorno non dovrebbero vendere più di 2 mg di cannabis. Questa regola, ai tempi, ha portato quasi ad una crisi economica dei locali, perché la quantità di cannabis in uno spinello "standard" (che può arrivare anche a 30 o più mg), sebbene può variare molto, è normalmente più di 2 mg, e, perché i consumatori possano "gustare" l'effetto, 2 mg è appena sufficiente, è un valore soglia, sotto il quale sentire gli effetti è meno probabile. Non sappiamo però se il rispettivo locale ha rispettato la regola, ed inoltre, trattandosi di consumo in gruppo, ed il fumo passivo, il calcolo diventa difficile.
Un altro fattore riguarda la sensibilità individuale. Per qualcuno la soglia d'effetto non è 2 mg, ma più alta. Anche gli effetti di questa droga in parte sono individuali: qualcuno già con una dose bassa ha le allucinazioni, e qualcuno, con la stessa dose può avvertire solo un po' più di calma o niente. Gli effetti non sempre sono prevedibili.
L'assorbimento della cannabis può avvenire non solo per inalazione, ma anche tramite la mucosa orale. In tal caso l'assorbimento è più lento (e gli effetti possono non essere avvertiti così in fretta come nel caso di inalazione), ma la permanenza della droga nell'organismo può essere più duratura.
Infine,
credo che dipenda anche dalla intenzione: se la persona fa di tutto per non assorbirlo, dunque ci riesce almeno parzialmente in tale obbiettivo.
Per quanto riguarda gli effetti possibili della cannabis sul cervello e sul resto dell'organismo, nel Suo caso specifico non credo che dobbiamo drammatizzare, ma nemmeno rassicurarLa, perché se Lei non voleva fumarla e nemmeno esporsi al fumo passivo, allora non doveva farlo (non si fanno le cose che non si vuole fare), e se lo voleva fare... allora lo ha fatto, perché era consapevole di quello che fa.
Dr. Alex Aleksey Gukov
[#2]
Ex utente
La ringrazio per la risposta ben articolata con molti spunti di riflessione e nel replicarle volevo sottolineare che non voglio assolutamente nè drammatizzare nè esser rassicurato, nemmeno voglio fare un calcolo preciso (del tutto impossibile) dei valori assunti. Più che altro voglio capire se per tali metodologie di "assunzione" orale, passiva ecc si può considerare una vera assunzione o no e soprattutto quanto in via TEORICA una bassa quantità di principio attivo fa male al sistema nervoso. Dico bassa perché non credo che assunta in tal termini raggiunga valori stratosferici, poi magari sbaglio e mi corregga Lei.
Per quanto riguarda la soglia di sensibilità è sicuramente individuale, ma io parlavo puramente di livelli del principio attivo in circolo e non degli effetti provati. Ad esempio uno può non sentire nulla ma avere alti livelli in circolo e ciò non vuol dire che a lui farà meno male a livello fisico di uno che sente molto di più a pari valore. Ovvero effetto sui sensi e effetto a livello biologico penso sian scorrelati.
Come dicevo in apertura la sua risposta mi piace molto perché mi ha dato molti spunti per accrescere l'informazione personale: ad esempio non sapevo della politica della tolleranza e ho indagato oltre legendo e la trovo un modo davvero strano (forse logicamente quasi un controsenso) "proibirla" ma tollerala. Davvero curioso come sistema. Inoltre ho visto che la soglia vendibile è 5g per individuo, noi eravamo in 5 e ricordo che prendevano 5g al giorni che diviso 5 son appunto 1g percui sotto il livello di non tolleranza. Percui a testa era 1g, anche se io son sicuro di non aver "utilizzato" la mia quantità facendola incrementare per altri....
Dissento solo di un punto, ed è proprio il motivo per cui son qui <<e se lo voleva fare... allora lo ha fatto, perché era consapevole di quello che fa>>, piutosto si potrebbe asserire <<e se lo voleva fare... allora lo ha fatto>> al di la della consapevolezza perché spesso le cose si posson fare anche per ignoranza, e non la giustifico, piuttosto dico che è bene informarsi. Prima sarebbe meglio, dopo è comunque apprezzabile, mai è deprecabile....
In quel momento in effetti l'ho fatto perché mi andava di farlo, non in piena coscienza di ciò che facevo, ma non ho rammarico perché non avevo voglia di sentirmi dire "sei sempre il solito che non fa le cose" e rovinare l'atmosfera. Percui ho agito creando il meno danno possibile sia per la convivialità che per me (o per lo meno quello che sul momento mi sembrava il miglior modo per non asumerla in maniera elevata).
Per quanto riguarda la soglia di sensibilità è sicuramente individuale, ma io parlavo puramente di livelli del principio attivo in circolo e non degli effetti provati. Ad esempio uno può non sentire nulla ma avere alti livelli in circolo e ciò non vuol dire che a lui farà meno male a livello fisico di uno che sente molto di più a pari valore. Ovvero effetto sui sensi e effetto a livello biologico penso sian scorrelati.
Come dicevo in apertura la sua risposta mi piace molto perché mi ha dato molti spunti per accrescere l'informazione personale: ad esempio non sapevo della politica della tolleranza e ho indagato oltre legendo e la trovo un modo davvero strano (forse logicamente quasi un controsenso) "proibirla" ma tollerala. Davvero curioso come sistema. Inoltre ho visto che la soglia vendibile è 5g per individuo, noi eravamo in 5 e ricordo che prendevano 5g al giorni che diviso 5 son appunto 1g percui sotto il livello di non tolleranza. Percui a testa era 1g, anche se io son sicuro di non aver "utilizzato" la mia quantità facendola incrementare per altri....
Dissento solo di un punto, ed è proprio il motivo per cui son qui <<e se lo voleva fare... allora lo ha fatto, perché era consapevole di quello che fa>>, piutosto si potrebbe asserire <<e se lo voleva fare... allora lo ha fatto>> al di la della consapevolezza perché spesso le cose si posson fare anche per ignoranza, e non la giustifico, piuttosto dico che è bene informarsi. Prima sarebbe meglio, dopo è comunque apprezzabile, mai è deprecabile....
In quel momento in effetti l'ho fatto perché mi andava di farlo, non in piena coscienza di ciò che facevo, ma non ho rammarico perché non avevo voglia di sentirmi dire "sei sempre il solito che non fa le cose" e rovinare l'atmosfera. Percui ho agito creando il meno danno possibile sia per la convivialità che per me (o per lo meno quello che sul momento mi sembrava il miglior modo per non asumerla in maniera elevata).
[#3]
Sono d'accordo con Lei.
Rispondo ad alcune delle Sue domande:
<<..tali metodologie di "assunzione" orale, passiva ecc si può considerare una vera assunzione o no ..>>
in entrambi i casi il principio attivo si assorbe, si distribuisce nell'organismo, esplica i propri effetti, e dopo un certo tempo (più breve nel caso di assunzione occasionale, ma più lungo e, a rigore, non più occasionale, se si è trattato di più giorni di assunzione) viene man mano eliminato (è noto il fenomeno dei test delle urine positivo delle persone che sono state solo nell'ambiente dove fumano gli altri e dunque esposte al fumo di cannabis).
<<..quanto in via TEORICA una bassa quantità di principio attivo fa male al sistema nervoso. Dico bassa perché non credo che assunta in tal termini raggiunga valori stratosferici, poi magari sbaglio e mi corregga Lei..>>
non credo nemmeno io che Lei abbia raggiunto valori stratosferici, forse all'incontrario; ma, per quanto riguarda "la dose bassa", non posso rispondere obbiettivamente alla Sua domanda. L'argomento è complesso.
Alcuni studi, sugli animali, sembrerebbero di dimostrare che le dosi molto basse di cannabis possono avere effetti anzi protettivi sul sistema nervoso.. , e non dimentichiamo che nel XIX secolo la cannabis è stata diffusamente utilizzata come un medicinale, a vari scopi.
Dall'altro canto, scrivendo che la "sensibilità" è "individuale", intendevo, che, a parte le sensazioni soggettive, i nostri organi (compreso il cervello), senza che ne accorgiamo, possono avere una sensibilità diversa: ovvero, a qualcuno una dose bassa può far bene, e a qualcuno può far male (non soggettivamente, ma a livello d'organo).
Oltre agli effetti dei principi attivi sugli organi interni, c'è da considerare anche l'effetto di tutta la miscela e dei prodotti di combustione sulle mucose delle vie respiratorie (ovviamente minore se non viene inalata attivamente, ma presente anche se si fuma senza inalare profondamente). Si tratta di una azione irritante e alterante una normale fisiologia delle vie aeree, in analogia con il fumo di tabacco.
Rispondo ad alcune delle Sue domande:
<<..tali metodologie di "assunzione" orale, passiva ecc si può considerare una vera assunzione o no ..>>
in entrambi i casi il principio attivo si assorbe, si distribuisce nell'organismo, esplica i propri effetti, e dopo un certo tempo (più breve nel caso di assunzione occasionale, ma più lungo e, a rigore, non più occasionale, se si è trattato di più giorni di assunzione) viene man mano eliminato (è noto il fenomeno dei test delle urine positivo delle persone che sono state solo nell'ambiente dove fumano gli altri e dunque esposte al fumo di cannabis).
<<..quanto in via TEORICA una bassa quantità di principio attivo fa male al sistema nervoso. Dico bassa perché non credo che assunta in tal termini raggiunga valori stratosferici, poi magari sbaglio e mi corregga Lei..>>
non credo nemmeno io che Lei abbia raggiunto valori stratosferici, forse all'incontrario; ma, per quanto riguarda "la dose bassa", non posso rispondere obbiettivamente alla Sua domanda. L'argomento è complesso.
Alcuni studi, sugli animali, sembrerebbero di dimostrare che le dosi molto basse di cannabis possono avere effetti anzi protettivi sul sistema nervoso.. , e non dimentichiamo che nel XIX secolo la cannabis è stata diffusamente utilizzata come un medicinale, a vari scopi.
Dall'altro canto, scrivendo che la "sensibilità" è "individuale", intendevo, che, a parte le sensazioni soggettive, i nostri organi (compreso il cervello), senza che ne accorgiamo, possono avere una sensibilità diversa: ovvero, a qualcuno una dose bassa può far bene, e a qualcuno può far male (non soggettivamente, ma a livello d'organo).
Oltre agli effetti dei principi attivi sugli organi interni, c'è da considerare anche l'effetto di tutta la miscela e dei prodotti di combustione sulle mucose delle vie respiratorie (ovviamente minore se non viene inalata attivamente, ma presente anche se si fuma senza inalare profondamente). Si tratta di una azione irritante e alterante una normale fisiologia delle vie aeree, in analogia con il fumo di tabacco.
[#4]
Ex utente
La ringrazio per tutte le risposte, penso di avere ricevuto le giuste delucidazioni. Mi spiace in effetti non poter sapere quanto realmente ho assunto (o stimare) perché mi incuriosiva, ma d'altra parte è in effetti impossibile. Diciamo con ovvietà che la soglia è compresa sicuramente e inequivocabilmente nel range 0g se ipotizzo nessun assorbimento (impossibile) e 1g se assumo pieno assorbimento (anch'esso impossibile). Anche se poi il principio attivo non è ovviamente 1g dato che un grammo è il peso della parte di vegetale essiccata venduta.
Volevo solo chiedere un ulteriore chiarimento perché ho letto in vecchi consulti che alcune volte si dice il test delle urine risenta di THC passivo, altre volte specialisti dicono di no: https://www.medicitalia.it/consulti/medicina-dello-sport/406068-thc-passivo-urine.html
cito: <<Gentile utente,
Dagli studi compiuti in condizioni estreme, ovvero ambiente chiuso ermeticamente e saturo di fumo, non risulta che il fumo passivo produca positività ai comuni esami tossicologici, anche se può far assimilare piccole quantità di thc. >>
Mi chiedevo quindi è stato dimostrato univocamente che il fumo passivo di cannabis faccia risultare test positivi, perché non ho ben compreso.
Buona serata.
Volevo solo chiedere un ulteriore chiarimento perché ho letto in vecchi consulti che alcune volte si dice il test delle urine risenta di THC passivo, altre volte specialisti dicono di no: https://www.medicitalia.it/consulti/medicina-dello-sport/406068-thc-passivo-urine.html
cito: <<Gentile utente,
Dagli studi compiuti in condizioni estreme, ovvero ambiente chiuso ermeticamente e saturo di fumo, non risulta che il fumo passivo produca positività ai comuni esami tossicologici, anche se può far assimilare piccole quantità di thc. >>
Mi chiedevo quindi è stato dimostrato univocamente che il fumo passivo di cannabis faccia risultare test positivi, perché non ho ben compreso.
Buona serata.
[#5]
Mi chiedevo quindi è stato dimostrato univocamente che il fumo passivo di cannabis faccia risultare test positivi, perché non ho ben compreso.
- Rispetto al passato la tecnologia della rivelazione delle sostanze nelle urine è più sensibile, e l'esame può risultare positivo anche nel caso del fumo passivo.
- Rispetto al passato la tecnologia della rivelazione delle sostanze nelle urine è più sensibile, e l'esame può risultare positivo anche nel caso del fumo passivo.
[#6]
Ex utente
Buongiorno la ringrazio nuovamente e volevo porre un'ultima domanda sull'argomento trattato.
Essendo io una persona abbastanza protettiva nei confronti degli amici (in realtà un po' in generale, fa parte di me) oltre alla preoccupazione per quanto ho sopra esposto son preoccupato -forse anche di più avendo visto gli effetti- per loro. Ovvero, in quei giorni ho visto degli sguardi molto persi, ed essendo io poco preparato sull'argomento mi son preoccupato parecchio, ero sempre vigile per intervenire in caso di bisogno.
Quel che ora mi chiedevo è questo:
1) come diceva all'inizio il mercato non regolamentato sicuramente non assicura concentrazioni del principio attivo sempre nelle stesse quantità, ma parlando mediamente, considerando un uso quotidiano per 7 giorni di circa 1g (qualcuno poco di più qualcuno meno ovvio) e INALATO attivamente delle sostanze contenute nella marijuana posson far molto male?
2) Ci sono degli studi che possano affermare se i miei amici hanno subito danni permanenti e di che tipo (non dimenticherò mai quegli sgaurdi)?
3) E in ultima analisi: 1g al giorno è da considerarsi un uso elevato o rientra in una bassa assunzione per inalazione?
Essendo io una persona abbastanza protettiva nei confronti degli amici (in realtà un po' in generale, fa parte di me) oltre alla preoccupazione per quanto ho sopra esposto son preoccupato -forse anche di più avendo visto gli effetti- per loro. Ovvero, in quei giorni ho visto degli sguardi molto persi, ed essendo io poco preparato sull'argomento mi son preoccupato parecchio, ero sempre vigile per intervenire in caso di bisogno.
Quel che ora mi chiedevo è questo:
1) come diceva all'inizio il mercato non regolamentato sicuramente non assicura concentrazioni del principio attivo sempre nelle stesse quantità, ma parlando mediamente, considerando un uso quotidiano per 7 giorni di circa 1g (qualcuno poco di più qualcuno meno ovvio) e INALATO attivamente delle sostanze contenute nella marijuana posson far molto male?
2) Ci sono degli studi che possano affermare se i miei amici hanno subito danni permanenti e di che tipo (non dimenticherò mai quegli sgaurdi)?
3) E in ultima analisi: 1g al giorno è da considerarsi un uso elevato o rientra in una bassa assunzione per inalazione?
[#7]
1) sì che, evetualmente, possono fare anche male. La sensibilità di ciascuno è diversa. Lo stavo scrivendo dalla mia prima replica.
2) Gli studi fatte su altre persone non possono confermare l'ipotesi dei danni ai Suoi amici. Se le loro situazioni sono davvero preoccupanti, allora ciascuno deve sottoporsi ad una visita specialistica. Ma se non si tratta di un rischio di vita quasi immediato (e, da come Lei lo descrive, non lo è), allora rimane il loro diritto personale di decidere come fare, e certe nostre insistenze o preoccupazioni possono anzi peggiorare la situazione. Dopo l'uso di cannabis possono essere presenti certi segni esternamente avvertibili anche dagli altri, come le ha avvertito Lei nei Suoi compagni, ma tali segni sono destinati a scomparire se non si perpetua l'uso di cannabis. Dunque, non bisogna spaventarsi, la cosa più importante è non farlo più.
3) è una quantità che, se inalata, produce le concentrazioni basse nell'organismo. Tuttavia, anche le basse concentrazioni possono produrre alcuni effetti.
Non bisogna drammatizzare,
ma, come ho già scritto, non ho neanche l'intenzione di rassicurarvi.
Se i Suoi amici avvertono loro stessi di stare male, devono loro stessi rivolgersi ai medici. Si può suggerirlo a loro, ma, se non è un'urgenza - non insistere. Devono e hanno il diritto di prendersi le loro proprie responsabilità.
2) Gli studi fatte su altre persone non possono confermare l'ipotesi dei danni ai Suoi amici. Se le loro situazioni sono davvero preoccupanti, allora ciascuno deve sottoporsi ad una visita specialistica. Ma se non si tratta di un rischio di vita quasi immediato (e, da come Lei lo descrive, non lo è), allora rimane il loro diritto personale di decidere come fare, e certe nostre insistenze o preoccupazioni possono anzi peggiorare la situazione. Dopo l'uso di cannabis possono essere presenti certi segni esternamente avvertibili anche dagli altri, come le ha avvertito Lei nei Suoi compagni, ma tali segni sono destinati a scomparire se non si perpetua l'uso di cannabis. Dunque, non bisogna spaventarsi, la cosa più importante è non farlo più.
3) è una quantità che, se inalata, produce le concentrazioni basse nell'organismo. Tuttavia, anche le basse concentrazioni possono produrre alcuni effetti.
Non bisogna drammatizzare,
ma, come ho già scritto, non ho neanche l'intenzione di rassicurarvi.
Se i Suoi amici avvertono loro stessi di stare male, devono loro stessi rivolgersi ai medici. Si può suggerirlo a loro, ma, se non è un'urgenza - non insistere. Devono e hanno il diritto di prendersi le loro proprie responsabilità.
[#8]
Ex utente
Certamente, condivido quanto dice, la libertà personale è alla base della mia ideologia.
Più che altro mi stavo informando un po' perché son di mio curioso, un po' appunto perché in caso di bisogno (mi parlassero di problemi) voglio poter dare loro il consiglio giusto: quello di rivolgersi a un medico; ma qualora non mi fosse detto nulla di certo non insisterei ma nemmeno sarei io a tirare fuori il consiglio. Non sono di certo ansioso e invadente. L'uso di sicuro non avverrà più, soprattutto qui in Italia, perché è stato un caso sporadico dovuto alla vacanza in quel posto dove è appunto tollerata. Nessuno prima ne aveva mai fatto uso e non credo ricapiterà percui posso star tranquillo.
La ringrazio per tutti i dettagli, ne sono uscito piacevolmente informato. Le auguro un buon lavoro,
Luca
Più che altro mi stavo informando un po' perché son di mio curioso, un po' appunto perché in caso di bisogno (mi parlassero di problemi) voglio poter dare loro il consiglio giusto: quello di rivolgersi a un medico; ma qualora non mi fosse detto nulla di certo non insisterei ma nemmeno sarei io a tirare fuori il consiglio. Non sono di certo ansioso e invadente. L'uso di sicuro non avverrà più, soprattutto qui in Italia, perché è stato un caso sporadico dovuto alla vacanza in quel posto dove è appunto tollerata. Nessuno prima ne aveva mai fatto uso e non credo ricapiterà percui posso star tranquillo.
La ringrazio per tutti i dettagli, ne sono uscito piacevolmente informato. Le auguro un buon lavoro,
Luca
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 4.2k visite dal 21/02/2015.
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