Plurioperata colonna vertebrale

Egr. Dr. Sono una donna di 57 anni, la mia è una lunga storia di dolori tremendi prima da lombosciatalgia operata 2 volte di ernia discale L5/S1, ora forti dolori diffusi tra il tratto dorsale e lombo-sacrale. Operata di artrodesi nel 2002 (terzo int.) sono stata bene fino al 2009. In tale periodo sono iniziate prima crisi dolorose di mal di schiena che si risolvevano con riposo, antinfiammatori e miorilassanti. Da circa due anni il dolore è pressocchè continuo, farmaco resistente, ho fatto tecar terapie, laser, ionoforesi ecc. ecc.. Diverse infiltrazioni senza risultato alcuno! Ho una qualità di vita molto scadente, lavoro su dolore, torno a casa stravolta.Lavoro nella pubblica amministrazione quindi non posso mostrarmi sempre sofferente! Sono alta 172cm peso circa 60kg, non ho quindi problemi di sovrappeso. Ho provato esercizi di idrokinesiterapia ma, lo stesso medesimo risultato: dolore. Chiedo aiuto soffro troppo e, soffrono i miei due figli, la mia famiglia e chi mi vuol bene nel vedermi ridotta così. Sono stata nonostante gli acciacchi una donna molto forte e attiva. Ora sono allo stremo. Grazie per l'attenzione, aspetto fiduciosa un'indicazione per alleviare le mie sofferenze.
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Dr. Giancarlo Rando Medico dello sport, Angiologo 165 5 6
Buongiorno,
dopo la lettura del suo racconto, sintetico e con abbondanza di particolari, ritengo che lo specialista al quale sia necessario si rivolga sia uno specialista del dolore: un neurologo che si occupi di dolore o un anestesista con esperienza in terapia antalgica.
Per quanto Lei abbia fornito tanti particolari, la mancanza del dialogo diretto che possa aiutare ad approfondire tutti i molti gli aspetti che non ha ancora riferito e di una visita clinica approfondita non aiutano a poterle dare ulteriori indicazioni.
Occorre partire dalla sintomatologia che accusava prima del primo intervento per ernia del disco in L5S1, da come stava dopo l'intervento e per quale motivo sia stata sottoposta ad un secondo ed a un terzo intervento , questa volta di artrodesi.
Occorre definire meglio la localizzazione del dolore ( se soltanto in un punto o in più punti della schiena, o anche ad uno, o entrambi gli arti inferiori ), se questo era ( o è adesso ) continuo, variabile, intermittente, che caratteristiche avesse - o ha adesso - ( come una fitta,come un peso, come una scossa, come qualcosa che morde, che punge, che brucia,che scalda, che opprime , profondo, superficiale,,,,,,,,) .
Come regredisce - anche di poco - il dolore, in quali condizioni aumenta ?
Se sente formicolio in zone precise degli arti inferiori, se la sensibilità allo sfioramento , o al dolore degli arti inferiori è modificata o no, se le capita di sentire talvolta un cedimento improvviso degli arti inferiori mentre si muove o mentre cammina
Occorre conoscere bene la terapia che ha effettuato e le varie risposte ai farmaci assunti di volta in volta .
Quali tipi di visite specialistiche ha effettuato , con quale referto ?
Quali esami strumentali e di laboratorio ha eseguito , con quale referto ?
Vede, Cara Signora , occorre approfondire ancora tanto.
Poi in molti casi, sarà spiacevole dirlo, ma alcuni interventi non sono del tutto risolutivi al fine di far regredire definitivamente il dolore.
Capita che , nonostante un beneficio iniziale, esso torni a provocare sofferenza e disagio.....e bisogna sempre combatterlo, senza altri interventi per carità.
Mi tenga pure al corrente ,si rivolga ad uno degli specialisti che Le ho suggerito. rimango a sua disposizione .
Cordiali saluti.

Dr. GIANCARLO RANDO
MEDICO DELLO SPORT, ANGIOLOGO, FISIATRA

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dopo
Utente
Utente
Egr. Dr. Rando.
La ringrazio per la cortese e sollecita attenzione. Ho iniziato ha soffrire di lombosciatalgia a ds durante la prima gravidanza, all'età di 22 anni. Mi fu detto che dopo il parto sarebbe passata, cosa che non è avvenuta. Un altra gravidanza a 25 anni intanto il dolore all'arto inf.ds aumentava. Consultai un Ortopedico che mi consigliò un busto steccato, che, anche se mi limitava nei movimenti ho portato. Intorno ai 27 anni mi ha visitata un Neurochirurgo che oltre alla terapia farmacologica Voltaren, Muscoril e Decadron, mi consigliò di fare nuoto e ciclette. Ho seguito i suoi consigli, ho fatto fisiokinesiterepia, agopuntura rivolgendomi sempre a persone specializzate senza ottenere alcun risultato. Nel 1992 semi paralizzata mi operano di ernia del disco L5S1 in Neurochirurgia. Mi fu detto che avevano trovato un'ernia vecchia e adesa alla Dura.. per cui l'intervento era stato lungo e indaginoso. Non vi era stenosi del canale. Dopo due mesi il dolore non solo non era regredito ma aumentato. Ripeto la T.A.C. che evidenzia un'ernia più grossa della prima!! Nel 1995 mi operano di recidiva, il Neurochirurgo (un'altro..) mi mostra le riprese dell'intervento, ha rimosso tutto il materiale discale che ha trovato facendo un'accurata "pulizia". Ma, i dolori continuano 4' e 5' dito del piede ds completamente insensibili così parte esterna della coscia e dolore crurale. Sono sata visitata in vari centri di Terapia del dolore, innumerevoli infiltrazioni sempre in sede lombo sacrale, ho girato mezza Italia...(tutto questo sempre per quanto potevo e lavorando sodo). Tra innumerevoli sofferenze arrivo al 2002 quando per la prima volta un Ortopedico mi fa la diagnosi di spondilolistesi e mi propone l'intervento di artrodesi, (bastava una diretta lombo-sacrale!!!) Mi opero e , come Le ho detto nella mia prima esposizione dopo circa 7 mesi rientro in possesso della mia vita. Finalmente spriscono quei dolori lancinanti, quelle fitte atroci ormai a tutti e due gli arti inferiori. Potevo guidare senza stancarmi, andare in moto, a ballare ma soprattutto ridere con i miei figli, la mia famiglia e quantaltro. Nel 2004 scopro di essere affetta da Distrofia Fascio Scapolo Omerale, Autosomica dominante l'ho infatti "regalata ai miei due ragazzi". Il primogenito ed io di grado degenerativo, il secondo di grado lieve!! La mia non è una divagazione Egr. Dr. Rando, poichè come ho già scritto sono stata bene dopo l' intervento di artrodesi fino al 2009... Nel 2011 su consiglio dell'Ortopedico che mi ha operata ho eseguito RM COLONNA LOMBARE: a L5S1 laminectomia bilaterale, osteosintesi posteriore con barre e viti ed artrodesi intersomatica con 2 protesi cilindriche, conservata l'ampiezza dello spazio intersomatico, metameri allineati, assenti protusioni ossee o discali nel canale spinale, lieve dilatazione della guaina radicolare S1 destra, non segni di fibrosi epidurale.
A L4/L5 ernia discale di medie dimensioni, ad ampio raggio paramediana e postero-laterale sinistra, che impronta il sacco duralee impegna il recesso laterale e la base del canale di coniugazione,
Accenno a cifotizzazione del rachide in L3L4, con lieve salienza marginale del disco. Piccola protusione erniaria del disco D12-L1 in sede foraminale sinistra. Non si rilevano altri significativi elementi patologici. RX COLONNA LOMBOSACRALE:
Esiti di intervento chirurgico di correzione di spondilolistesi di L5 su S1 trattata con mezzi di sintesi in buona posizione. Segni di spondiloartrosi.
Riduzione di ampiezza dello spazio intersomatico L5 S1.
R.A. : calcificazione ateromasica dell'aorta addominale.
I dolori di cui soffro sono a tratti come qualosa che opprime, a tratti fitte lancinanti la sede più interessata è quella lombosacrale, non escludendo la parte dorsale ed iliaca. Dopo che sono stata per un pò seduta anche pochi minuti faccio fatica a raggiungere la posizione eretta. A volte avverto un cedimento a gli arti inf.. Qualche volta i dolori si calmano stando distesa su di un fianco, cerco di assumere una posizione cifotica. L'Anestesista che mi segue visto che il dolore non passa con i cortisonici, antalgici e antinfiammatori mi ha prescritto un oppioide che alla terza somministrazione mi ha provocato allucinazioni!! L'ho sospeso di corsa.... Egr. Dr. Rando a proposito della mia distrofia f.s.o. ho perso una discreta massa muscolare e, più di un medico che mi ha visitata mi ha detto che potrebbe essere appunto la carenza di questa una delle cause dei miei terribili dolori e deficit. Spero di essere stata capace di esporre la mia situazione in modo chiaro e, mi scuso se sono stata prolissa. La ringrazio per avermi "ascoltata". Aspetto fiduciosa un suo consulto. Grazie C.V.
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Dr. Giancarlo Rando Medico dello sport, Angiologo 165 5 6
buongiorno Cara Signora,
adesso è tutto molto più chiara . Non deve preoccuparsi di essere prolissa....., come Le ho detto , e soprattutto in questo tipo di comunicazione paziente/medico, i dettagli devono essere tanti, ricchi di ogni particolare utile, precisi e corretti.
Quindi va bene così.
Credo che la sua storia sia molto complessa ed anche sfortunata....
Senza poter fare delle considerazioni sul passato, ritengo che il suo dolore possa essere di due tipi al tempo stesso : nocicettivo ( da attribuire alle strutture scheletriche, muscolari, articolari , capsulari, discali e legamentose della colonna ) e neuropatico ( da attribuire alla sofferenza neurologica dovuta al conflitto tra radici nervose, e dischi , aderenze cicatriziali, osteofiti...).
Per ciascun tipo di dolore occorrono farmaci specifici.
Per il dolore nocicettivo vanno bene i cortisonici, gli antalgici ed i fans in genere . Paziente e medico scelgono quello più appropriato e che funzioni......
Per i dolore neuropatico i farmaci elettivi più usati sono : il pregabalin, il gabapentin, la duloxetina ( che agisce bene anche sul tono dell'umore, il che non guasta ) , l'ossicodone ed il patentadolo .
Ciascun da prescrivere a discrezione e secondo le valutazioni ed il giudizio del medico .
Tutti questi sono farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale , tutti molto efficaci nel controllo del dolore, secondo il dosaggio che può variare da un paziente all'altro, tutti possono dare effetti indesiderati transitori : sonnolenza, spossatezza, senso di ubriachezza, nausea, vomito , stipsi , talvolta anche le allucinazioni ...
Alcuni di tali farmaci sono proprio oppioidi , ma a basso dosaggio e ben lontani dagli effetti della morfina .
Per quanto essi possano produrre effetti indesiderati alquanto sgradevoli, posso pure dirle che questi sono spesso soltanto transitori e provando ora l'uno , ora l'altro, spesso si trova alla fine il farmaco tra questi più efficace e meglio tollerabile per ciascun paziente .
Alla fine , l'effetto indesiderato più importante per il quale può valere la pena sospendere la terapia è la stipsi ostinata, per ovvi motivi.
In mancanza di risultati farmacologici l'unica vera alternativa può essere poi quella di impiantare un elettrostimolatore antalgico sottocutaneo.
Una sorta di TENS più efficace che viene impiantata con un piccolo catetere sotto la cute nell' area di maggior dolore .
Ne ho visti parecchi, ci sono bravi anestesisti in Italia con una grande esperienza, vanno bene e consentono il recupero di una buona qualità di vita.
I problemi derivati dalla distrofia muscolare possono contribuire alla sua sofferenza.
La fisioterapia dolce , personalizzata e modulata secondo i periodi di maggiore o minor dolore il controllo della postura e la massoterapia rilassante Le possono essere soltanto molto utili , non ne dovrebbe fare a meno , ma certamente non miracolosi .
Rimanendo a disposizione per ulteriori chiarimenti , Le porgo i miei auguri e i più cordiali saluti .
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dopo
Utente
Utente
.Egr. Dr. Rando.
Grazie per avermi risposto con tanta sollecitudine. Ho letto con
" avidità" il Suo parere. Già prima dell'intervento di artrodesi in un accredidato centro di terapia antalgica e neurochirurgia, mi fu proposta l'applicazione di un elettrostimolatore sottocutaneo. Credo che allora questa pratica forse era agli inizi e, parlando con altri pazienti a cui era stato applicato
seppi che non aveva sortito alcun miglioramento. Quindi più delusa e sofferente che mai ritornai nella mia città, rifiutando il trattamento. Ad onor del vero fu lo stesso specialista che mi scoraggiò dicendomi che ero una giovane donna e la cosa mi avrebbe creato problemi circa la mia vita affettiva.
Proprio ieri ho ripreso ad andare in piscina, nuoto lento, dolce. Sono un'esperta nuotatrice e, Lei sarà sicuramente daccordo sul fatto che in acqua ci si muove meglio. Per quanto riguarda i farmaci che mi ha consigliato, ne parlerò con l'anestesista che mi segue.
Gentile Dr. Rando, non posso far altro che ringraziarLa dal profondo del cuore
da buona napoletana! Spero di ricontattarLa a breve per comunicaLe i miei miglioramenti. Ancora grazie e complimenti per la sua professionalità.







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Dr. Giancarlo Rando Medico dello sport, Angiologo 165 5 6
Signora Carissima,
grazie per i complimenti, comunque non dovuti.
La nostra mission è anche quella di tranquillizzare i pazienti, renderli consapevoli e responsabili, educarli e metterli sulla strada più favorevole, con chiarezza e lealtà.
Purtroppo talvolta il compito è reso difficile dal fatto che, trovata la diagnosi e spiegati i tanti " perché ", non sempre si trova la soluzione per tutto e soprattutto la soluzione desiderata dal paziente.

Il suo è uno dei tanti casi travagliati e sfortunati , come quelli che qualche volta mi sono ritrovato a discutere nell' ambito di un corso che si tiene in primavera a Roma sul tema del dolore neuropatico, al quale partecipano neurologi, anestesisti, ortopedici e fisiatri.
Bisogna imparare a gestire il dolore ed a cercare con tanta forza di volontà e con tutti i mezzi utili una buona qualità della vita-
A Roma può contattare se crede il Maestro della terapia del dolore, il Professor Giorgio Cruccu o il suo più valido allievo, professor Andrea Truini.
Li trova entrambi alla Sapienza, al Policlinico Umberto I.

In ordine ai farmaci le ho detto abbastanza, ne parli col suo anestesista.

Per quanto riguarda la terapia antalgica con l'impianto di cateteri elettrostimolatori sottocutanei permanenti, le posso fornire il rifermento di un collega che in campo nazionale ha una grande esperienza.
Si tratta del dr. Marzio Bevilacqua , direttore della struttura operativa di terapia antalgica dell'Ospedale dell' Angelo di Mestre.
Può facilmente contattarlo cercando nel sito dell'ospedale.
L'ho incontrato come docente in occasione di un corso sulla terapia del dolore dell' Advanced Algology Research di Betinoro, un gruppo di altissimo livello nella ricerca e nella terapia del dolore.
Da allora gli ho indirizzato diversi pazienti, tutti con ottimi risultati.

Può valere la pena un contatto e, perché no, un visita.
Venezia è anche vicina a Mestre e può essere un pretesto per organizzare un mini - vacanza.
Oggi, per fortuna, sono stati fatti molti passi avanti rispetto a quando le fecero le prime proposte di impianto permanente di un elettrostimolatore.
Pensi che la mia paziente più giovane portatrice di un elettrostimolatore ha la metà dei suoi anni di età.............

Per quanto riguarda l'attività fisica, posti gli indubbi vantaggi del nuoto, le potrei suggerire anche il Pilates, ben fatto, per mano di un preparatore/trice certificato/a e con un lavoro personalizzato.

Mi tenga pure al corrente, se crede.
Cordiali saluti



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