Somatizzazione ansia mal di testa nausea
Buonasera, vorrei innanzitutto ringraziare tutti gli specialisti che mi risponderanno.
Sono un ragazzo di 26 anni che due anni fa ha subito un episodio che ha cambiato fortemente le mie giornate.
A seguito di un periodo di fortissimo stress protratto per una settimana circa ho iniziato ad accusare sintomi quali nausea, mal di testa, fastidio rispetto agli stimoli luminosi ecc.
Inizialmente ho ricercato la causa di questo malessere a livello organico.
Tuttavia effettuando esami strumentali di ogni tipo con i rispettivi specialisti (oculista, neurologo, otorinolaringoiatra ecc) è stata evidenziata una totale assenza di cause fisiche.
A questo punto avendo anche poca disponibilità economica mi arresi a questa condizione sperando che prima o poi sarebbe migliorata col tempo e combattendo tutti i giorni contro questo mio stato di malessere.
Durante tutto questo tempo ho imparato ad ascoltare il mio corpo, e ho compreso e notato come, nelle rare volte in cui riesco a farmi coinvolgere da emozioni positive il mio corpo reagisce molto bene, quasi a pensare di essere guarito; d'altro canto, nelle situazioni negative o nei momenti di stress tali sintomi si accentuano esponenzialmente.
Ho appunto evidenziato una sorta di andamento direttamente proporzionale tra il mio stato emotivo e le manifestazioni fisiche.
Tendenzialmente appena sveglio tendo a stare abbastanza bene, per poi, tuttavia, iniziare a rimuginare su vari pensieri e sulla condizione attuale, finendo a stare molto peggio e dovendo poi quindi concedermi un po' di riposo o cercare di svagarmi in qualche modo per staccare la testa e stare meglio anche fisicamente.
Premetto che sono da sempre una persona molto ansiosa e tendente a non esternare le proprie emozioni e le proprio paure; tale mia natura unitamente al fatto di perseguire una vita molto sedentaria probabilmente hanno contribuito.
Da poco ho finalmente deciso di affrontare la situazione e rivolgermi ad uno psicoterapeuta per capire a cosa sono legati i miei stati ansiosi e cercare di risolvere il problema alla radice.
A questo punto le mie domande sono: parallelanente alla psicoterapia, sarebbe d'aiuto una regolare attività fisica per una diminuizione dei sintomi fisici?
Inoltre, è possibile che l'ansia mi provochi questo stato tensivo continuo e invalidante anche nelle rare giornate in cui non penso a nulla?
Avete consigli da darmi?
Vi ringrazio
Sono un ragazzo di 26 anni che due anni fa ha subito un episodio che ha cambiato fortemente le mie giornate.
A seguito di un periodo di fortissimo stress protratto per una settimana circa ho iniziato ad accusare sintomi quali nausea, mal di testa, fastidio rispetto agli stimoli luminosi ecc.
Inizialmente ho ricercato la causa di questo malessere a livello organico.
Tuttavia effettuando esami strumentali di ogni tipo con i rispettivi specialisti (oculista, neurologo, otorinolaringoiatra ecc) è stata evidenziata una totale assenza di cause fisiche.
A questo punto avendo anche poca disponibilità economica mi arresi a questa condizione sperando che prima o poi sarebbe migliorata col tempo e combattendo tutti i giorni contro questo mio stato di malessere.
Durante tutto questo tempo ho imparato ad ascoltare il mio corpo, e ho compreso e notato come, nelle rare volte in cui riesco a farmi coinvolgere da emozioni positive il mio corpo reagisce molto bene, quasi a pensare di essere guarito; d'altro canto, nelle situazioni negative o nei momenti di stress tali sintomi si accentuano esponenzialmente.
Ho appunto evidenziato una sorta di andamento direttamente proporzionale tra il mio stato emotivo e le manifestazioni fisiche.
Tendenzialmente appena sveglio tendo a stare abbastanza bene, per poi, tuttavia, iniziare a rimuginare su vari pensieri e sulla condizione attuale, finendo a stare molto peggio e dovendo poi quindi concedermi un po' di riposo o cercare di svagarmi in qualche modo per staccare la testa e stare meglio anche fisicamente.
Premetto che sono da sempre una persona molto ansiosa e tendente a non esternare le proprie emozioni e le proprio paure; tale mia natura unitamente al fatto di perseguire una vita molto sedentaria probabilmente hanno contribuito.
Da poco ho finalmente deciso di affrontare la situazione e rivolgermi ad uno psicoterapeuta per capire a cosa sono legati i miei stati ansiosi e cercare di risolvere il problema alla radice.
A questo punto le mie domande sono: parallelanente alla psicoterapia, sarebbe d'aiuto una regolare attività fisica per una diminuizione dei sintomi fisici?
Inoltre, è possibile che l'ansia mi provochi questo stato tensivo continuo e invalidante anche nelle rare giornate in cui non penso a nulla?
Avete consigli da darmi?
Vi ringrazio
Buona sera. Ha fatto bene a rivolgersi a uno Psicoterapeuta. Continui con pazienza e fiducia questo percorso. Penso che i sintomi da Lei descritti siano somatizzazioni d'ansia, con uno sfondo depressivo-compulsivo. E` probabile che abbia atteggiamenti di soervigilanza e di forte controllo come tornare a verificare gli interruttori, la porta di casa, il rubinetto del gas ecc. Quando si parla di ansia si distingue un TRATTO d'ansia, cioe` una predisposizione caratteriale e uno STATO di ansia, cioe` la tensione emotiva percepita, che a volte ha fattori scatenanti e a volte insorge senza apparente motivo. Le consiglio di associare alla psicoterapia un sostegno farmacologico, ovvero uno stabilizzatore dell'umore che favorisca l'azione della serotonina. Ne parli con il suo medico . Io le consiglio Zoloft. Stia il piu` possibile all'aria aperta, cammini con regolarita` in campagna o nei boschi e come sport le consiglio il nuoto.
Cordiali saluti.
Cordiali saluti.
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 470 visite dal 04/02/2025.
Se sei uno specialista e vuoi rispondere ai consulti esegui il login oppure registrati al sito.
Se sei uno specialista e vuoi rispondere ai consulti esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.