Ansia e depressione , perché non riesco a uscire ?
Mi sono sposato a maggio 2025, e mi sono trasferito a 50 km da casa nella città di mia moglie, dopo 3 mesi circa ho avuto diagnosticato un suturino dell adattamento con ansia e forte stress dovuto alla pressione che mia moglie continuamente mi metteva per badare alla mamma che è rimasta vedova e continuava a chiedere imperterrita un figlio in un breve tempo, ho iniziato a stare molto male, attacchi di panico, ansia, pensieri cattivi ricorrenti, insonnia, diarrea e lei non riusciva a comprendermi in nessun modo, esausto da tutto ciò arrivo ad una nebbia mentale fortissima, crisi di pianto improvvise e il mio corpo mi costringe a tornare a casa perché avevo bisogno di dormire e riprendermi, comunico il tutto a mia moglie che dopo 3 giorni mi manda la lettera di separazione con l avvocato, da lì iniziamo problemi più gravi, non riesco a lavorare ad alzarmi la mattina, dopo 5 mesi ancora ho difficoltà a decidere perché li nn riesco a tornare più, nn abbiamo più casa in affitto (35mq) , lei si fa risentire, dicendo di aver capito cosa stavo passando ma nn vuole assolutamente spostarsi dalla sua città e continua imperterrita a rimarginare sul fatto che lei doveva essere già incinta ecc ha 40 anni, io la capisco anche ma adesso sarebbe per me un salto nel vuoto e questa cosa mi genera un ansia terribile, la psicologa ormai nn sa più come riprendermi, lo psichiatra mi ha dato cipralex 10 mg al giorno, e xanax 0, 50 all occorrenza, ma mi domando è possibile che debba prendere per forza questi farmaci?
Io mi sento paralizzato, un cadavere, fallito a 35 anni dopo aver investito tutto il mio essere per mia moglie mi ritrovo a dover affrontare questa cura comunque da solo e con gli effetti indesiderati nn sarà una passeggiata, lei da me nn vuole venire dove avrei una casa di proprietà di 120 mq perché questo era il patto, ma io lì sono stato malissimo e sono paralizzato solo al pensiero di tornare lì, che mi consigliate di fare?
Umanamente mi sento in colpa per averla abbandonata ma io mi sto consumando e nn riesco a rassegnarmi al fatto di dover buttare tutto, mi spacca il cuore al solo pensiero di perderla, e nn so come fare perché è un combattimento fortissimo interiore
Io mi sento paralizzato, un cadavere, fallito a 35 anni dopo aver investito tutto il mio essere per mia moglie mi ritrovo a dover affrontare questa cura comunque da solo e con gli effetti indesiderati nn sarà una passeggiata, lei da me nn vuole venire dove avrei una casa di proprietà di 120 mq perché questo era il patto, ma io lì sono stato malissimo e sono paralizzato solo al pensiero di tornare lì, che mi consigliate di fare?
Umanamente mi sento in colpa per averla abbandonata ma io mi sto consumando e nn riesco a rassegnarmi al fatto di dover buttare tutto, mi spacca il cuore al solo pensiero di perderla, e nn so come fare perché è un combattimento fortissimo interiore
"ma mi domando è possibile che debba prendere per forza questi farmaci?"
"Umanamente mi sento in colpa per averla abbandonata ". A me sembra che abbia spiegato bene le ragioni, di quello che non mi pare sia definibile come abbandono, comunque. Se è depresso ha idee di colpa, la fonte è questa. Inoltre, può darsi che sia una chiave in cui si immagina di recuperare il rapporto con sua moglie. La cosa che non capisco però è: le ha mandato dopo 3 giorni una lettera di separazione, fatto che è oggettivo.
In questo momento in ogni caso le conviene curarsi. Perché dice se deve "per forza" prendere la terapia ? In che senso ? Le sembra una cosa negativa poter curare questa situazione con delle medicine ?
"Umanamente mi sento in colpa per averla abbandonata ". A me sembra che abbia spiegato bene le ragioni, di quello che non mi pare sia definibile come abbandono, comunque. Se è depresso ha idee di colpa, la fonte è questa. Inoltre, può darsi che sia una chiave in cui si immagina di recuperare il rapporto con sua moglie. La cosa che non capisco però è: le ha mandato dopo 3 giorni una lettera di separazione, fatto che è oggettivo.
In questo momento in ogni caso le conviene curarsi. Perché dice se deve "per forza" prendere la terapia ? In che senso ? Le sembra una cosa negativa poter curare questa situazione con delle medicine ?
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Utente
Le spiego meglio , mia moglie ha detto che la lettera era dovuta al fatto che quando me ne andai le dissi io nn posso mettere più piede qui , in un momento in cui non sapevo nemmeno come mi chiamavo , ho visto passare la mia vita davanti dove nn c’èra altro che tutte le domeniche intera giornata a casa della mamma , tutti i giorni le usciva da lavoro e doveva passare sempre ritirandosi a casa nn prima delle 19 , esce da lavoro alle 17 , però adesso il medico mi ha detto che dato le scarse condizioni della casa , dato che sono stato sdradicato da tutto , mi portavo stress di un anno da pendolare a Roma stavo in completa crisi perciò la medicina , era l unica via per schiarirmi le idee e poi capire cosa fare , ma ho paura degli effetti collaterali che portano e che comunque mia moglie cambia di continuo idea e insiste sempre sul fatto che avevamo concordato di vivere da lei , ma io adesso sono paralizzato al solo pensiero di tornare lì e perciò ho optato x le medicine almeno così ho quella spinta per poter tornare da lei, mi dice che nn può aspettare che io mi curi perché lei nn ha più tempo per un figlio , e ho un senso di colpa grandissimo per avergli rovinato la vita per questo mio malore
Utente
Le spiego meglio , mia moglie ha detto che la lettera era dovuta al fatto che quando me ne andai le dissi io nn posso mettere più piede qui , in un momento in cui non sapevo nemmeno come mi chiamavo , ho visto passare la mia vita davanti dove nn c’èra altro che tutte le domeniche intera giornata a casa della mamma , tutti i giorni le usciva da lavoro e doveva passare sempre ritirandosi a casa nn prima delle 19 , esce da lavoro alle 17 , però adesso il medico mi ha detto che dato le scarse condizioni della casa , dato che sono stato sdradicato da tutto , mi portavo stress di un anno da pendolare a Roma stavo in completa crisi perciò la medicina , era l unica via per schiarirmi le idee e poi capire cosa fare , ma ho paura degli effetti collaterali che portano e che comunque mia moglie cambia di continuo idea e insiste sempre sul fatto che avevamo concordato di vivere da lei , ma io adesso sono paralizzato al solo pensiero di tornare lì e perciò ho optato x le medicine almeno così ho quella spinta per poter tornare da lei
Utente
Lo so che sembra una situazione contorta , e che la soluzione è lasciarla , ma io ci credevo nel matrimonio, le sono stato vicino per tutto il tempo della malattia del padre durata 2 anni , senza mai lasciarla rinunciando a tutto pur di stare vicino a lei e sopportarla sempre, ho fuso un motore dell’ auto per andare avanti e indietro piè di non lasciarla sola , da sposato è vero che il patto era vivere da lei , ma se ho avuto questo malessere , disturbo come avrei potuto evitarlo e soprattutto perché adesso mi paralizza e mi sento così in colpa per non essere stato in grado di stare bene e di averle rovinato la vita , sto malissimo , piango continuamente e la mattina per me è faticoso anche alzarmi dal letto , sono esausto , dormo continuamente e ho paura di tutto , della morte , di invecchiare , del nuovo lavoro che mi aspetta a settembre perché quest anno ho dovuto rinunciare a Roma , nn ce la facevo a svegliarmi alle 4 , sono in tilt , datemi un consiglio per carità ve lo chiedo
Curi il suo malessere, e prenda le decisioni in una condizione in cui non è dominato da pensieri che sono propri di uno stato ansioso o depressivo, se possibile. Questo rende migliore sia la capacità di sostenere un riavvicinamento che di sostenere un distacco.
Io mi limitavo a notare che Lei mi descrive una situazione in cui subisce un comportamento oggettivo in tempi rapidissimi (lettera di separazione) per poi trovarsi a rimuginare sulla sua colpa...
Io mi limitavo a notare che Lei mi descrive una situazione in cui subisce un comportamento oggettivo in tempi rapidissimi (lettera di separazione) per poi trovarsi a rimuginare sulla sua colpa...
Dr.Matteo Pacini
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Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Utente
Sì dottore è proprio così , ma al di là della lettera che per me lascia il tempo che trova , lo stigma burocratico si può sempre risolvere , ma è come se nn avessi tempo davanti a me di potermi curare per bene , perché lei continua a darmi colpe perché nn ha ancora avuto un figlio , ad oggi senza una casa , senza un progetto di vita da qualche parte , lei continua a chiedere questo figlio perché l età incombe , allora io mi faccio mille domande , vuole stare con me ? Mi vede come una persona o un oggetto da usare ? , sa cosa sto passando e possibile che lei nel momento in cui io nn posso tornare a Castellammare per ovvi motivi , e nn si completa il suo quadro con i suoi bisogni, devo rompere un matrimonio ? Sto impazzendo , comunque la ringrazio a prescindere dalle sue parole , ho iniziato la cura perché nn riesco ad uscirmene da solo , volevo farla solo con l affetto di mia moglie vicino , ma a quanto pare per la seconda volta mi ritrovo completamente da solo ..
Beh, Lei in questo momento si sta ponendo domande che sono sintomatiche del fatto che teme di prendere decisioni. In generale. Che alcuni elementi oggettivi "lascino il tempo che trovano", beh, è discutibile, sono condotte oggettive.
Dr.Matteo Pacini
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Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 680 visite dal 04/02/2025.
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Approfondimento su Ansia
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