Ldn, naltrexone o antaxone e uso in medicina a dosaggi low

salve,
ho letto parecchi articoli sull'uso a dosaggio low dell'antaxone, o naltrexone o LDN.
questo in forum americani e inglesi.

i italia si inizia solo ora a parlare delle potenziali doti di rinforzare il sistema immunitario a dosaggi bassi, e pare aiuti sopratutto come sintomatico e antidolorifico in parecchi patologie autoimmuni.

Alcuni di voi, conoscono questo farmaco e mi possono dare informazioni maggiori?
Vorrei sapere in italia chi lo sta utilizzando per questo tipo di sperimentazione.
i dosaggi indicati sono dai 1,5 a massimo 4.5 mg, e non i classici 50 mg usati come "antiabuse" degli oppiacei.

Vorrei sapere se è controindicato a lungo termine i persone con patologie al sangue (anemia megaloblastica, macrocitosi, mielodisplasica)

vorrei sapere se la sua azione sulle endorfine potrebbe tornare utile per il controllo o la riduzione del dolore neuropatico, e se è vero che pare agisca sul controllo della ritenzione vescicale migliorandone il problema.

scusatemi le troppe domande....
grazie
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Gentile utente,
mi limito a riferire quello che so per il mio ambito, quindi sarà una risposta incompleta.
L'entusiasmo per il ldn nasce dal fatto che se è un farmaco realmente efficace come antidolorifico, ha il vantaggio di essere un farmaco attivo sul sistema oppiaceo con un meccanismo che non dovrebbe essere completamente morfino-simile. I due sembrano potenziarsi quindi non sono competitivi, ovvero non è un altro morfinico. L'altro aspetto interessante è che il profilo di effetti collaterali promette bene, visto che è già in commercio il naltrexone che a dosi 10 volte superiori si può usare con alcune cautele. Potrebbe trattarsi di un effetto analogo a quello della buprenorfina, su un sistema oppioide diverso da quello classico m, che nel nostro campo è studiato perché legato ad effetti sull'umore e sull'aggressività.
Sul piano metodologico, vi sono alcuni limiti per ora. Ad esempio, per essere sicuri di qualcosa occorre sempre avere il paragone con un altro trattamento, il placebo o il trattamento di riferimento per quella malattia. Certo, è difficile che un effetto placebo comprenda anche la guarigione delle ferite, ma potrebbero esservi fattori non chiari quando si leggono i riassunti degli studi senza analizzare bene i dati nel lavoro originale.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Risposta utile
Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
Grazie,
per la risposta esaustiva e per avermi chiarito come funziona il farmaco e dove agisce; attualmente lo stanno utilizzando in America, e in Italia, iniziano ora la sperimentazione presso alcuni centri lombardi.
con stima e simpatia.
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