Mal di schiena cronico e ricorrente: alternative alla chirurgia?
Buongiorno a tutti, vorrei chiedere un vostro illustre consulto.
Ho sempre avuto mal di schiena già dall età di 20 anni.
Con la seconda gravidanza all' età di 29 anni i sintomi sono peggiorati.
Nel 2018 ebbi il primissimo forte mal di schiena che non dava tregua, né in piedi né coricata, dolore alla gamba sinistra sino alla caviglia con forte bruciore.
A momenti mi veniva come una sorta di " frustata improvvisa" nella zona lombare che mi faceva perdere la forza nelle gambe.
Non riuscivo più a eseguire i semplici movimenti quotidiani, tant'é che mi vestiva mio marito.
Feci una rmn che evidenziava segni di spondilosi con sofferenza cronica della spongiosa ossea, nello stessa tratto segni di artrosi interapofisaria con minima falda fluida nelle stesse articolazioni.
Disco intersomatico L4-l5, protrude diffusamente il canale spinale, assume aspetto di piccola ernia sia in sede laterale ed intraforaminale dx che in sede intraforaminale sx.
Canale spinale tendenzialmente stretto nel distale a causa della formazione spondilosica e Dell artrosi interapofisaria.
Sublussazione della prima vertebra coccigea.
Il medico che mi visitò mi diede da utilizzare corsetto ortopedico e mi diede integratori con acido alfa lipoico che non presi in quanto allergica.
Andai da un osteopata che dopo una serie di sedute mi rimise in piedi e senza dolore per circa due anni.
Ebbi qualche dolore lombare nel 2022 e con antinfiammatori e con qualche seduta dall osteopata risolvetti.
A febbraio di quest'anno purtroppo ho avuto nuovamente un severo blocco che per 10 gg mi ha tenuto a letto con dolori per ogni singolo movimento e non sono passati neanche con punture e cortisone.
Ho eseguito una rmn ad aprile che evidenzia lieve riduzione della fisiologica lordosi lombare.
Nel tratto L4-S1 si osservano segni di spondilosi con osteofitosi margino-somatica ed artrosi delle articolazioni interapofisiarie.
Fenomeni degenerativi disidratativi dei dischi intersomatici con riduzione di altezza degli spazi intersomatici.
Alterazione del segnale a banda delle limitanti somatiche contrapposte come per modic2.
In L4-l5 si evidenzia bulging discale ad ampio raggio con osteofitosi di accompagnamento e coesistenza di focalità erniana mediana paramediana s che lambisce la radice discendente di L5 a tale livello in verosimile condizione di conflitto neuroradicolare.
In L4-l5 si evidenzia bulding discale ad ampio raggio con maggiore salienza a sx che impronta il sacco durale ed i neuroforami riducendoli di ampiezza.
Dopo rmn ho eseguito O3 senza beneficio, anzi avevo dolori lancinanti.
Mi sono rivolta ad un neurochirurgo che mi ha indicato necessariamente l'intervento chirurgico, che vorrei evitare
Dimenticavo che dopo il trattamento osteopatico ho iniziato pilates e ginnastica posturale e devo dire che avevo ripreso una vita senza dolori.
Per questo chiedo un Vostro cortese consulto.
Vi ringrazio e mi scuso, spero in una risposta che mi possa far capire come comportarmi.
Ho sempre avuto mal di schiena già dall età di 20 anni.
Con la seconda gravidanza all' età di 29 anni i sintomi sono peggiorati.
Nel 2018 ebbi il primissimo forte mal di schiena che non dava tregua, né in piedi né coricata, dolore alla gamba sinistra sino alla caviglia con forte bruciore.
A momenti mi veniva come una sorta di " frustata improvvisa" nella zona lombare che mi faceva perdere la forza nelle gambe.
Non riuscivo più a eseguire i semplici movimenti quotidiani, tant'é che mi vestiva mio marito.
Feci una rmn che evidenziava segni di spondilosi con sofferenza cronica della spongiosa ossea, nello stessa tratto segni di artrosi interapofisaria con minima falda fluida nelle stesse articolazioni.
Disco intersomatico L4-l5, protrude diffusamente il canale spinale, assume aspetto di piccola ernia sia in sede laterale ed intraforaminale dx che in sede intraforaminale sx.
Canale spinale tendenzialmente stretto nel distale a causa della formazione spondilosica e Dell artrosi interapofisaria.
Sublussazione della prima vertebra coccigea.
Il medico che mi visitò mi diede da utilizzare corsetto ortopedico e mi diede integratori con acido alfa lipoico che non presi in quanto allergica.
Andai da un osteopata che dopo una serie di sedute mi rimise in piedi e senza dolore per circa due anni.
Ebbi qualche dolore lombare nel 2022 e con antinfiammatori e con qualche seduta dall osteopata risolvetti.
A febbraio di quest'anno purtroppo ho avuto nuovamente un severo blocco che per 10 gg mi ha tenuto a letto con dolori per ogni singolo movimento e non sono passati neanche con punture e cortisone.
Ho eseguito una rmn ad aprile che evidenzia lieve riduzione della fisiologica lordosi lombare.
Nel tratto L4-S1 si osservano segni di spondilosi con osteofitosi margino-somatica ed artrosi delle articolazioni interapofisiarie.
Fenomeni degenerativi disidratativi dei dischi intersomatici con riduzione di altezza degli spazi intersomatici.
Alterazione del segnale a banda delle limitanti somatiche contrapposte come per modic2.
In L4-l5 si evidenzia bulging discale ad ampio raggio con osteofitosi di accompagnamento e coesistenza di focalità erniana mediana paramediana s che lambisce la radice discendente di L5 a tale livello in verosimile condizione di conflitto neuroradicolare.
In L4-l5 si evidenzia bulding discale ad ampio raggio con maggiore salienza a sx che impronta il sacco durale ed i neuroforami riducendoli di ampiezza.
Dopo rmn ho eseguito O3 senza beneficio, anzi avevo dolori lancinanti.
Mi sono rivolta ad un neurochirurgo che mi ha indicato necessariamente l'intervento chirurgico, che vorrei evitare
Dimenticavo che dopo il trattamento osteopatico ho iniziato pilates e ginnastica posturale e devo dire che avevo ripreso una vita senza dolori.
Per questo chiedo un Vostro cortese consulto.
Vi ringrazio e mi scuso, spero in una risposta che mi possa far capire come comportarmi.
Gentile Paziente,
ho letto con attenzione la sua storia clinica, che è articolata ma molto chiara, e merita alcune considerazioni fondamentali.
Le risonanze descrivono un processo degenerativo lombare pluriennale, con: spondilosi e artrosi interapofisaria, discopatia L4 L5 e L5 S1, bulging discale con focalità erniana L4 L5 a sinistra, in rapporto con la radice L5.
Si tratta di reperti frequenti e coerenti con la sua sintomatologia, ma non automaticamente indicativi di chirurgia.
C’è un elemento molto importante nella sua storia che non può essere ignorato: lei ha già dimostrato di poter stare bene, anche per periodi prolungati, grazie a trattamento osteopatico ed
esercizio terapeutico (pilates, ginnastica posturale). Questo significa che il quadro è funzionalmente modulabile e non c’è una sofferenza neurologica fissa e irreversibile; il sistema rachideo, pur degenerato, risponde positivamente a un corretto riequilibrio muscolo-posturale.
Questo è un punto fortemente sfavorevole a un’indicazione chirurgica obbligata .
Il blocco severo di febbraio, per quanto doloroso e invalidante, non è di per sé una prova di fallimento definitivo del trattamento conservativo. Il dolore lombare-radicolare infatti può avere fasi di riacutizzazione violenta, può essere sostenuto anche da infiammazione, contrattura, instabilità funzionale e non sempre correla linearmente con la gravità dell’immagine RM. Il mancato beneficio da O -O non significa che l’unica alternativa sia la chirurgia.
In generale, l’intervento chirurgico trova indicazione quando sono presenti: deficit neurologici persistenti e documentabili, dolore radicolare continuo, ingravescente e non più responsivo,
progressiva perdita di forza o sensibilità, disturbi sfinterici. Da quanto riferisce, questi criteri non sembrano pienamente soddisfatti.
Alla luce della sua storia, appare ragionevole non correre verso l’intervento quanto piuttosto
impostare un percorso conservativo strutturato e continuativo, non episodico, badando di
integrare: esercizio terapeutico mirato, controllo del carico e dei movimenti, eventuale supporto farmacologico solo nelle fasi acute.
La chirurgia può restare un’opzione di riserva, non la prima scelta.
Il suo rachide è certamente degenerato, ma non rotto .
Il fatto che lei sia tornata più volte a una vita normale è il miglior indicatore prognostico possibile.
Capisco il desiderio di evitare l’intervento, e sulla base di quanto riferisce questa posizione è ragionevole e supportata dai dati clinici.
La scelta chirurgica, se mai necessaria, va presa solo dopo il fallimento documentato di un percorso conservativo ben condotto nel tempo.
Cordialmente
ho letto con attenzione la sua storia clinica, che è articolata ma molto chiara, e merita alcune considerazioni fondamentali.
Le risonanze descrivono un processo degenerativo lombare pluriennale, con: spondilosi e artrosi interapofisaria, discopatia L4 L5 e L5 S1, bulging discale con focalità erniana L4 L5 a sinistra, in rapporto con la radice L5.
Si tratta di reperti frequenti e coerenti con la sua sintomatologia, ma non automaticamente indicativi di chirurgia.
C’è un elemento molto importante nella sua storia che non può essere ignorato: lei ha già dimostrato di poter stare bene, anche per periodi prolungati, grazie a trattamento osteopatico ed
esercizio terapeutico (pilates, ginnastica posturale). Questo significa che il quadro è funzionalmente modulabile e non c’è una sofferenza neurologica fissa e irreversibile; il sistema rachideo, pur degenerato, risponde positivamente a un corretto riequilibrio muscolo-posturale.
Questo è un punto fortemente sfavorevole a un’indicazione chirurgica obbligata .
Il blocco severo di febbraio, per quanto doloroso e invalidante, non è di per sé una prova di fallimento definitivo del trattamento conservativo. Il dolore lombare-radicolare infatti può avere fasi di riacutizzazione violenta, può essere sostenuto anche da infiammazione, contrattura, instabilità funzionale e non sempre correla linearmente con la gravità dell’immagine RM. Il mancato beneficio da O -O non significa che l’unica alternativa sia la chirurgia.
In generale, l’intervento chirurgico trova indicazione quando sono presenti: deficit neurologici persistenti e documentabili, dolore radicolare continuo, ingravescente e non più responsivo,
progressiva perdita di forza o sensibilità, disturbi sfinterici. Da quanto riferisce, questi criteri non sembrano pienamente soddisfatti.
Alla luce della sua storia, appare ragionevole non correre verso l’intervento quanto piuttosto
impostare un percorso conservativo strutturato e continuativo, non episodico, badando di
integrare: esercizio terapeutico mirato, controllo del carico e dei movimenti, eventuale supporto farmacologico solo nelle fasi acute.
La chirurgia può restare un’opzione di riserva, non la prima scelta.
Il suo rachide è certamente degenerato, ma non rotto .
Il fatto che lei sia tornata più volte a una vita normale è il miglior indicatore prognostico possibile.
Capisco il desiderio di evitare l’intervento, e sulla base di quanto riferisce questa posizione è ragionevole e supportata dai dati clinici.
La scelta chirurgica, se mai necessaria, va presa solo dopo il fallimento documentato di un percorso conservativo ben condotto nel tempo.
Cordialmente
Dott. Mauro Colangelo, Neurochirurgo/Neurologo
maurocolang@gmail.com
https://neurochirurgomaurocolangelo.it/
Utente
Buonasera Dottor Colangelo, la ringrazio infinitamente per la sua risposta, mi ha dato ulteriore conferma del fatto che potrei dare un' altra possibilità alla ginnastica posturale e il pilstes e non azardar per il momenti a sottopormi all' operazione.
Questi giorni ho nuovamente molti dolori ma cerco di non abbattermi e di eseguire comunque le attività quotidiane.
A Gennaio riprenderò pilates e spero nuovamente in un grande miglioramento come ebbi in passato.
La ringrazio ancora di cuore per il suo consiglio e le auguro un buon proseguimento di serata.
Questi giorni ho nuovamente molti dolori ma cerco di non abbattermi e di eseguire comunque le attività quotidiane.
A Gennaio riprenderò pilates e spero nuovamente in un grande miglioramento come ebbi in passato.
La ringrazio ancora di cuore per il suo consiglio e le auguro un buon proseguimento di serata.
Gentile Paziente,
la ringrazio per il suo gentile riscontro.
Come ho avuto occasione di spiegarle nella precedente risposta alla sua richiesta di consulto, in assenza di segni neurologici evolutivi, un percorso conservativo con ginnastica posturale e Pilates rappresenta una scelta ragionevole e spesso efficace. È comprensibile che il dolore possa riacutizzarsi, ma se il percorso riabilitativo è ben guidato, sono convinto che possa darle nuovamente beneficio.
la ringrazio per il suo gentile riscontro.
Come ho avuto occasione di spiegarle nella precedente risposta alla sua richiesta di consulto, in assenza di segni neurologici evolutivi, un percorso conservativo con ginnastica posturale e Pilates rappresenta una scelta ragionevole e spesso efficace. È comprensibile che il dolore possa riacutizzarsi, ma se il percorso riabilitativo è ben guidato, sono convinto che possa darle nuovamente beneficio.
Dott. Mauro Colangelo, Neurochirurgo/Neurologo
maurocolang@gmail.com
https://neurochirurgomaurocolangelo.it/
Utente
Buongiorno Dottore, mi creda che le sue parole sono Balsamo per le mie orecchie, da Febbraio ad oggi i dolori non sono mai passati e anche le piccole attività quotidiane non sono state semplici da svolgere ma, mi ha ridato fiducia sul mio pensiero iniziale che, ricominciando l'attività, con pazienza e impegno sono fiduciosa di riprendere una quotidianità quantomeno normale.
La ringrazio ancora una volta per avermi dedicato del tempo a rispondermi e incoraggiarmi, se le farà piacere la terrò aggiornato sull'avanzamento del mio percorso.
Per il momento le auguro una buona giornata e visto che stiamo arrivando a Natale tanti auguri di buone feste.
Cordialmente
La ringrazio ancora una volta per avermi dedicato del tempo a rispondermi e incoraggiarmi, se le farà piacere la terrò aggiornato sull'avanzamento del mio percorso.
Per il momento le auguro una buona giornata e visto che stiamo arrivando a Natale tanti auguri di buone feste.
Cordialmente
Gentile Paziente,
la ringrazio sinceramente per le sue parole, che colgo come un segnale importante di ritrovata fiducia. Il percorso che sta affrontando richiede tempo, pazienza e gradualità, ma l’atteggiamento con cui lo sta vivendo è già di per sé un elemento terapeutico fondamentale.
È comprensibile che nei mesi passati le difficoltà abbiano inciso sulla qualità della vita quotidiana; ciò non toglie che, riprendendo l’attività in modo progressivo e rispettoso dei propri limiti, sia realistico attendersi un recupero funzionale e una maggiore stabilità nel tempo.
Continui ad ascoltare il suo corpo senza timore, evitando forzature ma anche l’eccessiva rinuncia al movimento. Sarà un equilibrio da costruire giorno dopo giorno.
Se lo desidera, potrà aggiornarmi sull’evoluzione del suo percorso: sarà un piacere leggere i suoi progressi.
La ringrazio ancora per la stima e le auguro anche da parte mia di trascorrere serenamente le prossime festività natalizie nella sua bella città, che conosco molto bene.
Un cordiale saluto.
la ringrazio sinceramente per le sue parole, che colgo come un segnale importante di ritrovata fiducia. Il percorso che sta affrontando richiede tempo, pazienza e gradualità, ma l’atteggiamento con cui lo sta vivendo è già di per sé un elemento terapeutico fondamentale.
È comprensibile che nei mesi passati le difficoltà abbiano inciso sulla qualità della vita quotidiana; ciò non toglie che, riprendendo l’attività in modo progressivo e rispettoso dei propri limiti, sia realistico attendersi un recupero funzionale e una maggiore stabilità nel tempo.
Continui ad ascoltare il suo corpo senza timore, evitando forzature ma anche l’eccessiva rinuncia al movimento. Sarà un equilibrio da costruire giorno dopo giorno.
Se lo desidera, potrà aggiornarmi sull’evoluzione del suo percorso: sarà un piacere leggere i suoi progressi.
La ringrazio ancora per la stima e le auguro anche da parte mia di trascorrere serenamente le prossime festività natalizie nella sua bella città, che conosco molto bene.
Un cordiale saluto.
Dott. Mauro Colangelo, Neurochirurgo/Neurologo
maurocolang@gmail.com
https://neurochirurgomaurocolangelo.it/
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 99 visite dal 07/12/2025.
Se sei uno specialista e vuoi rispondere ai consulti esegui il login oppure registrati al sito.
Se sei uno specialista e vuoi rispondere ai consulti esegui il login oppure registrati al sito.
Altri consulti in neurochirurgia
- Forame arcuato atlante: è motivo di preoccupazione?
- RM encefalo: cisti aracnoidea retrocerebellare può causare vertigini/vista offuscata?
- Rimozione stabilizzazione vertebrale: rischi e necessità di terapia intensiva?
- RMN encefalo: salienze vascolari (aneurismi): preoccupazioni?
- Dolore lombare e deficit neurologici: cosa fare?
- Colpo di frusta persistente: neurochirurgo o altre opzioni?