Ernia discale paziente protesi valvolare aorta in tao

ho 69 anni sono alta 1,70 peso 83 kg,ho una protesi valvolare meccanica all'aorta dal 99 sono in terapia TAO godo buona salute generale; nel mese di febbraioho accusato dolori alla gamba dx che partivano dal centro del gluteo fino al polpaccio.Diagnosi del fisiatra:tendinopatia con borsite a livello gran trocantere,terapia ghiaccio e lenotac cerotti.RX scoliosi sinistro-convessa di minima entità del rachide lombare in assenza di crolli vertebrali.
spondiloartrosi e spondilosi con riduzione dello spazio discale L3-L4 e soprattutto L5-S1 - coxartrosi bilaterale con sclerosi del tetto acetabolarre e riduzione della rima articolare di modesta entità- aspetto osteoaddensante della sinfisi pubica specie a sx.esame del 2b febbraio 2010
non avendo ottenuto miglioramenti in aprile ho consultato un secondo fisiatra che ha confermato la diagnosi. Ho pure fatto un ecodoppler che ha escluso patologie vascolari agli arti inferiori. ho poi iniziato fisioteria :15 applicazioni diadinamica + magnetoterapia + tecarterapia e il problema si è risolto.
Due giorni dalla fine della fisioterapia esattamente il 7/5/10 ho accusato un improvviso fortissimo dolore(secondo me uguale al precedente come localizzazione) ma molto più forte addirittura insopportabile e invalidante tanto da recarmi al PS . diagnosi sciatalgia acuta sx. terapia bentelan 4 mg. poi 1,5 per circa 10 gg + contramal.questo dolore era talmente forte da non permettermi nessuna postura diversa dallo stare seduta impedendomi di fare una RM. ho ripreso fisioterapia con 20 diadinamica + laserterapia + tecarterapia.
Finalmente il 21/6/19 sono riuscita a sottopormi alla RM:
IL canale vertebrale,in L2-L3,L3-L4,L4-L5,è ristretto secondariamente a modificazioni artrosiche invertebrali posteriori ed a bulging discali che improntano il sacco durale- in L4-L5 si associa inoltre voluminosa protusione erniaria discale postero-laterale sx. con impegno foraminale,ampiamente estrusa e migrata cranialmente che comprime il sacco durale e la radice neurale adiacente.nei limiti di norma l'ampiezza del canale vertebrale degli altri livelli esaminati e regolare intensità di segnale del midollo spinale-
il fisiatra mi ha indirizzato verso uno specialista neurochirurgo.
diagnosi:lombosciatalgia sx.in miglioramento- ernia discale L4-L5 sx.terapia
fisioterapica con tecar e Mckenzie. intervento di microdiscectomia in caso di persistenza della sintomatologia dolorosa. Tutto ciò anche in condiderazione della mia terapia anticoagulante e alla tendenza a non intervenire chirurgicamnte se non strettamente necessario-
ora il dolore è scomparso ho ripreso la mia vita quotidiana quasi al 100%-
Gradirei avere un secondo parere e vi ringrazio fin d'ora scusandomi della lunga presentazione.
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
Gent.le Sig.a,
come secondo parere, e soprattutto in considerazione del quadro clinico da Lei descritto, credo che in caso di necessità (e senza aspettare un altro attacco iperacuto) sia opportuno sì un intervento, ma direi che quello di microdiscectomia sia per Lei troppo aggressivo.
Conseguentemente è da eseguire un trattamento chirurgico in mininvasiva (legga a riguardo i miei articoli in MinForma sulla mia pagina web) che per il minitraumatismo è sostanzialmente l'unico approccio che, considerati i rischi/benefici, Lei dovrebbe affrontare per la patologia spinale da cui è affetta.
Cordialmente e...non si riduca come l'ultima volta in quanto, oltre al dolore, determinati deficit potrebbero residuare permanentemente.

Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: "La Madonnina Milano-02/58395555
"Villa Mafalda" ROMA-06/86094294

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dopo
Utente
Utente
Egr.Dr.Della Corte mi scuso prima di tutto del ritardo nel risponderLe, ho avuto problemi di connessione.
Devo ringraziarLa di cuore per la tempestività e la chiarezza della Sua risposta. Ho letto i Suoi articoli in MinForma relativi alla chirurgia mininvasiva, ma non ho conoscenza degli ospedali dove si eseguono tali interventi: Modena-Reggio Emilia-Bologna per me sono abbastanza comodi. Devo farLe presente che il mio pensiero è rivolto al problema degli anticoagulanti anche se l'ematologo che mi prescrive la terapia mi ha rassicurato ma non completamente. Lei avrà certamente avuto tra i suoi pazienti qualcuno con lo stesso problema,c'è maggior rischio postoperatorio in questi casi? Le sarei grata se potesse indicarmi dove rivolgermi
e La ringrazio di nuovo per la Sua cortesia. Cordialmente.
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
gent.le Utente,
direi che intrecciando vari farmaci, per la coagulazione, di norma non si rinvengono particolari ulteriori rischi.
Il caso singolo andrebbe valutato clinicamente e, quindi,si potrà decidere.
Eventualmente anche nella Sua Regione sarebbe possibile procedere nel senso già da me indicato.
Credo che, on-line, non sarebbe corretto specificare ulteriormente.
Ancora auguri cordiali.