Neuochirurgia/neurologia/ortopedia
Egregi dottori,
mi ritrovo a richiedere un consulto perché, sinceramente, non so più dove sbattere la testa. Soffro da un paio di settimane di dolori/fitte/formicolii/senso di pesantezza a torace, mani, piedi, gambe e braccia, diversamente distribuiti nell’arco della giornata (oltre a lievi fascicolazioni, che avverto solo da ferma..suggestione?). Soffro di “cervicale” e di una leggera discopatia, accertata tramite rx e visita fisiatrica. Analisi del sangue, comprensive di ves e valori tiroidei, nella norma. Reumatest negativo. Ho effettuato ben 2 visite neurologiche, una privatamente ed una presso una struttura ospedaliera, con relativi test dell’equilibrio e coordinazione, ma nessuno ha voluto prescrivermi ulteriori accertamenti strumentali e mi hanno prescritto ansiolitici, attribuendo tutto all’ansia e alla postura. Sono disposta a credere a tale diagnosi, ma è possibile svegliarsi ogni mattina con un nuovo dolore? Ad esempio, stamattina ho avvertito un fortissimo dolore al polso destro, poi dolore alle gambe poi il braccio destro intorpidito, poi niente e ora di nuovo le gambe. Temo una grave malattia del sistema nervoso, ma i medici attribuiscono tutto allo stress e questa cosa mi provoca una grande frustrazione perché, per quanto sia un soggetto ansioso, i dolori ci sono davvero e, anche se sopportabili, mi stanno rovinando le giornate e l’umore. Devo fidarmi?
Vi ringrazio in anticipo.
Cordiali saluti.
mi ritrovo a richiedere un consulto perché, sinceramente, non so più dove sbattere la testa. Soffro da un paio di settimane di dolori/fitte/formicolii/senso di pesantezza a torace, mani, piedi, gambe e braccia, diversamente distribuiti nell’arco della giornata (oltre a lievi fascicolazioni, che avverto solo da ferma..suggestione?). Soffro di “cervicale” e di una leggera discopatia, accertata tramite rx e visita fisiatrica. Analisi del sangue, comprensive di ves e valori tiroidei, nella norma. Reumatest negativo. Ho effettuato ben 2 visite neurologiche, una privatamente ed una presso una struttura ospedaliera, con relativi test dell’equilibrio e coordinazione, ma nessuno ha voluto prescrivermi ulteriori accertamenti strumentali e mi hanno prescritto ansiolitici, attribuendo tutto all’ansia e alla postura. Sono disposta a credere a tale diagnosi, ma è possibile svegliarsi ogni mattina con un nuovo dolore? Ad esempio, stamattina ho avvertito un fortissimo dolore al polso destro, poi dolore alle gambe poi il braccio destro intorpidito, poi niente e ora di nuovo le gambe. Temo una grave malattia del sistema nervoso, ma i medici attribuiscono tutto allo stress e questa cosa mi provoca una grande frustrazione perché, per quanto sia un soggetto ansioso, i dolori ci sono davvero e, anche se sopportabili, mi stanno rovinando le giornate e l’umore. Devo fidarmi?
Vi ringrazio in anticipo.
Cordiali saluti.
Gentile Signora 56842,
la mia risposta è fortemente limitata dal mancato esame clinico completo.
Da quello che descrive la prima diagnosi che mi viene alla mente è quella di fibromialgia.
Consulterei anche un odonto-posturologo: a volte l'uso notturno di un "bite" basta a risolvere situazioni simili alle sue.
Io sono fermamente contrario ad una terapia protratta con ansiolitici.
Distinti saluti.
P. Salvatore
la mia risposta è fortemente limitata dal mancato esame clinico completo.
Da quello che descrive la prima diagnosi che mi viene alla mente è quella di fibromialgia.
Consulterei anche un odonto-posturologo: a volte l'uso notturno di un "bite" basta a risolvere situazioni simili alle sue.
Io sono fermamente contrario ad una terapia protratta con ansiolitici.
Distinti saluti.
P. Salvatore
Utente
Egr. Dott. Salvatore,
La ringrazio per il consulto.
Effettivamente avevo pensato anch'io alla fibromialgia (essendomi documentata a riguardo), ma nessuno dei medici a cui mi sono rivolta ha paventato questa ipotesi.
Proverò, qualora la sintomatologia non diminuisca, a rivolgermi ad un odonto-posturologo, augurandomi di risolvere in qualche modo questi problemi.
Posso chiederLe come mai è così contrario ad una terapia protratta con ansiolitici(e, a dire il vero, lo sono anch'io)?
La ringrazio ancora infinitamente e Le porgo cordiali saluti.
La ringrazio per il consulto.
Effettivamente avevo pensato anch'io alla fibromialgia (essendomi documentata a riguardo), ma nessuno dei medici a cui mi sono rivolta ha paventato questa ipotesi.
Proverò, qualora la sintomatologia non diminuisca, a rivolgermi ad un odonto-posturologo, augurandomi di risolvere in qualche modo questi problemi.
Posso chiederLe come mai è così contrario ad una terapia protratta con ansiolitici(e, a dire il vero, lo sono anch'io)?
La ringrazio ancora infinitamente e Le porgo cordiali saluti.
Gli ansiolitici sono farmaci molto utili a brevissimo termine, ad esempio in una crisi di panico oppure in situazioni di stress acuto, come ad esempio un lutto, una disgrazia; cioè in situazioni che vanno elaborate e, mi consenta il termine, "digerite".
In situazioni croniche gli ansiolitici, assunti per lungo periodo di tempo, danno assuefazione e dipendenza (allo stesso modo di droghe quali l'eroina....). In tali situazioni l'organismo ha bisogno di dosi sempre maggiori di ansiolitici per dominare il sintomo e molto spesso ci si riduce a dover "inseguire" la crisi dovuta alla breve durata di attività del farmaco. Assumere una dose inferiore a quella assunta precedentemente, non ottiene nessun effetto e così sono necessarie dosi sempre maggiori di farmaco.
Doversene dissuefare richiede una "disitossicazione" molto lenta e graduale: la sospensione acuta dell'ansiolitico determina violente crisi da sospensione del farmaco.
Conclusione: assunzione dell'ansiolitico, solo quando necessario (raramente, per fortuna!) e per un massimo di due tre giorni.
Cordialmente,
P. Salvatore
In situazioni croniche gli ansiolitici, assunti per lungo periodo di tempo, danno assuefazione e dipendenza (allo stesso modo di droghe quali l'eroina....). In tali situazioni l'organismo ha bisogno di dosi sempre maggiori di ansiolitici per dominare il sintomo e molto spesso ci si riduce a dover "inseguire" la crisi dovuta alla breve durata di attività del farmaco. Assumere una dose inferiore a quella assunta precedentemente, non ottiene nessun effetto e così sono necessarie dosi sempre maggiori di farmaco.
Doversene dissuefare richiede una "disitossicazione" molto lenta e graduale: la sospensione acuta dell'ansiolitico determina violente crisi da sospensione del farmaco.
Conclusione: assunzione dell'ansiolitico, solo quando necessario (raramente, per fortuna!) e per un massimo di due tre giorni.
Cordialmente,
P. Salvatore
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.3k visite dal 25/02/2008.
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