Astrocitoma

Buongiorno,
mio marito ha subito asportazione di astrocitoma a basso grado (II) nel 2008 e successiva recidiva, stesso grado, nel 2010. Ieri abbiamo ritirato i risultati della RMN eseguita il 6 ottobre. La visita con il neurochirurgo è fissata tra diversi giorni, ma leggendo il referto ci siamo un po' preoccupati e volevamo sapere cosa significa l'incremento delle aree iperintense. Vi ringrazio in anticipo e porgo cari saluti.
NT

Rm encefalo (senza e con)
Tecnica: sono stati acquisiti tomogrammi con sequenze pesate in T1, DP, T2 T2-FLAIR E DWI su piano di scansione assiale. Sono stati inoltre acquisiti tomogrammi T1 pesati dopo somministrazione ev di mdc. L'esame è stato completato con studio di perfusione, che non è stato tuttavia analizzato per malfunzionamento del software.
Si osserva un incremento volumetrico delle aree iperintense in T2 localizzate perifericamente al cavo operatorio in sede temporo-mesiale posteriore mentre risultano invariate le componenti con la stessa intensità di segnale a livello occipitale e parietale. Appare invariata l'area iperintensa in T2 precedentemente segnalata nello splenio del corpo calloso. Dopo somministrazione ev di mdc non si rilevano potenziamenti di significato patologico. IV ventricolo normale ed in sede. SVST di dimensioni normali ed in asse. Spazi subaracnoidei della base e della convessità nella norma nelle sedi estranee al cavo operatorio.
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
Se Lei l'esame lo ha fatto per verificare eventuali recidive, penserei a completare l'indagine con la somministrazione del gadolinio (o se l'esame è stato fatto e recuperabile valutare le imagini).
Non mi preoccuperei, nel Suo caso, della pesata in T2, per l'astrocitoma è più importante l'altro aspetto.
Ritengo anche, non essendo stati segnalati spostamenti, compressioni..., che l'esame con mdc non sarà deludente (naturalmente la certezza la si avrà una volta che l'indagine completata sarà visibile).
Auguri cordiali e, se ha piacere, dia ulteriori notizie.

Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: "La Madonnina Milano-02/58395555
"Villa Mafalda" ROMA-06/86094294

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio molto per la chiara e rapida risposta e mi permetto di porle una ulteriore domanda. Premesso che la RMN è stata effettuata per un normale controllo di routine, e al momento mio marito non ha sintomi che possano far preoccupare, quello che mi dà pensiero è l'incremento di queste aree (se ho ben capito si tratta di zone del cervello demielinizzate, che non rispondono più alle stimolazioni del mdc pertanto dovrebbero essere morte). Tale incremento, qualora continuasse, e a prescindere dall'astrocitoma, che effetti può provocare?
Grazie ancora e cordiali saluti.
NT
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
Se non ci troviamo di fronte ad una malattia degenerativa (e non vedo perchè questa dovrebbe essere presente), penso che sia un qualcosa sovrapponibile a fenomeni di leucoaraiosi che, in persone non più giovanissime, è possibile ritrovare senza che vi debba essere necessariamente un significato prognostico severo.
Cordialmente.
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dopo
Utente
Utente
Grazie mille Dottor Della Corte per la sua risposta. Mi scuso per la nuova domanda che nasce spontanea riferendomi alla sua supposizione. Trattandosi di un uomo di 43 anni (pertanto abbastanza giovane) Lei ritiene che a seguito dell'evoluzione di questo problema, le cellule cerebrali di mio marito possano essere assimilate a quelle di una persona anziana? Ho dato un'occhiata su internet cercando di informarmi sui fenomeni di leucoaraiosi ma Le chiedo cortesemente ulteriori informazioni in merito.
Voglio comunque ringraziarla per la disponibilità, che purtroppo non ho trovato nella struttura dove mio marito ha affrontato entrambe gli interventi. Ho la massima stima dell'equipe chirurgica che ha effettuato le operazioni, dal punto di vista "tecnico", purtoppo però devo ammettere che l'aspetto umano è talvolta stato posto in secondo piano.
Con grande stima,
NT
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
Se è andata in internet avrà visto che il problema non riguarda solo la senilità ma anche altre situazioni, per. es. nel caso di Suo marito, potrebbe incidere anche il trauma chirurgico subito, ev. una terapia specifica per la lesione...
In casi simili, non mi sento di allarmare per un reperto che, data la situazione, mi appare pressocchè occasionale.
Cordialità.
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dopo
Utente
Utente
La ringrazio veramente molto per la Sua risposta, non ci resta che attendere (ora più serenamente) la prossima visita con il neurochirurgo.
Sono certa che Le è facile comprendere la paura che avvolge le persone coinvolte in tali malattie, in particolar modo successivamente agli esami di controllo, ogni volta un referto differente, sovente difficile da comprendere. Per quanto ci riguarda all'inizio del nostro percorso siamo stati informati che si tratta di un tipo di neoplasia con tendenza alla recidiva (come è successo) quindi cerchiamo di scansare il pensiero ma la preoccupazione rimane e si riaffaccia in questi momenti.
Grazie ancora.
Cordiali saluti,
NT
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
Infiniti auguri. E' importante l'esame con contrasto.
Ha fatto terapia radiante e/o chemioterapia dopo l'asportazione della lesione?
Saluti cordiali.
[#8]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la Sua risposta.
Fortunatamente dopo entrambe gli interventi i medici non hanno ritenuto necessarie delle terapie.
Successivamente alla prima operazione mio marito ha avuto un problema di emianopsia laterale omonima destra che è lievemente progredito col passare del tempo, per quanto riguarda lo stato generale di salute è buono, ha solo dei lievi problemi di memoria a breve tempo (che sono stati riferiti a shock post traumatico) e confusione, specialmente negli ambienti dove ci sono molte persone (vedi stazioni metro ecc.).
Abbiamo due figli piccoli e riteniamo utile sapere ciò che dobbiamo aspettarci per riuscire a spiegarlo anche a loro. Compatibilmente con le diagnosi, le analisi ed i referti, e le storie cliniche simili, avere un'idea quanto più realistica dell'evoluzione della sua malattia ci permetterebbe di affrontarla in modo più funzionale.
Con grande stima,
NT