Sciatalgia con ernia del disco

Buongiorno, da 3 settimane ho dolore al gluteo dx anca inguine coscia anteriore fino al ginocchio, all'inizio il dolore mi faceva piangere e non trovavo posizione. Ho iniziato cura con Toradol 1fl im x2 volte/dì, Medrol 16mg 1 cp ore 8 x 5gg poi 8mg x 5gg poi 4mg x 5gg, Nicetile 500 1 cp x2 v/dì. Questa cura però è stata cambiata in parte dopo 1 settimana perchè non aveva effetto. Ho sostituito il Toradol con Coefferalgan primi 10gg e poi Contramal. In più mi è stato prescritto dal medico curante Mionevrasi fl im x 10gg, Lyrica 75mg e Sirdalud. Metto la fascia elastica alla schiena quando sto in piedi. Ho finito la cura ma il dolore persiste. Ho ricominciato il Medrol 6mg solo mattina e Contramal, Lyrica e Sirdalud la sera. Il Contramal che prendo la sera alle 23 dura fino alle 5 del mattino quando mi sveglio dal dolore, a volte non posso dormire di fianco dal dolore pungente all'anca e al gluteo. Non posso stare seduta, il dolore da seduta diventa una specie di intorpidimento e formicolio simile a delle scosse elettriche lungo la gamba. Inoltre ho problemi anche ad andare di corpo, sia per la posizione sia per lo sforzo.
Se sto a lungo in piedi peggioro la situazione, anche se la posizione non è dolorosa, ma il giorno dopo ne risento. Devo stare a letto la maggior parte del tempo.
Le copio il risultato dell'esame RM rachide lombo sacrale:

"Regolare morfologia ed intensità del segnale del cono midollare e delle radici della cauda equina. Disidratazione dei dischi intersomatici. In particolare il disco L4-L5 mostra lieve protrusione posteriore ad ampio raggio e configura in sede mediana fissurazione radiale dell'anulus con leggera protrusione focale che impronta il profilo ventrale del sacco durale e contatta entrambe le tasche radicolari".
Aspetto una cortese risposta su cosa devo fare.
Cordiali saluti
[#1]
Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Gentile signora,
dal ciò che racconta, ovvero della sintomatologia che non recede con quel pò-pò di cocktail di farmaci, se potrebbe ipotizzare che la soluzione non possa essere che chirurgica.
Seppur verosimile, ma per poter dar l'indicazione corretta, è necessaria la visita neurochirurgica che, sulla scorta dell'osservazione clinica diretta, valuterà l'attinenza con quanto risulterebbe dalle immagini della RM.
Uso il condizionale poichè il solo referto (tra l'altro riassuntivamente trascritto) non sembrerebbe descrivere una situazione allarmante.
Confermo quindi la necessità della valutazione clinica che dovrà interpretare le immagini (tutte le scansioni eseguite), valutarle congrue con i sintomi, eventualmente prescrivere approfondimenti.

Le raccomando anche una certa cautela nell'assumere farmaci che, lo ricordi, agiscono sull'effetto, ma non sulla causa.

Disponibile per eventuali ulteriori chiarimenti, La saluto con cordialità
[#2]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Grazie dottore, ma non mi ha detto quali sono i farmaci per cui dovrei usare cautela. Eventualmente un consiglio su cosa prendere? E se dovesse essere necessaria la soluzione chirurgica, quali sono le tecniche più recenti che danno un'alta percentuale di successo? Mio padre è stato operato diverse volte negli anni 80-90 per varie ernie, ed ha vissuto sempre nel dolore lancinante che gli ha procurato la cicatrizzazione delle radici nervose della cauda equina, quindi mi capisce se sono contraria all'intervento in generale. Ma se si trattasse di chirurgia mininvasiva forse potrei anche convincermi...
Cordiali saluti
[#3]
Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Gentile signora,
certamente le moderne tecniche chirurgiche hanno ridotto di molto (fin quasi allo zero) rischi e complicanze che più facilmente si osservavano 30-40 e più anni fa, ma non abolite.
Quindi complicanze, fallimenti e rischi devono essere considerati anche al giorno d'oggi, come del resto in ogni cosa a questo mondo.
40-60 anni fa il rischio di incidenti mortali con le auto di allora era più alto di quello di oggi, ma ancora oggi c'è rischio di essere vittima di un incidente.

Per quanto riguarda il Suo cocktail di farmaci, a distanza non è possibile dare indicazioni per modificarne gli "ingredienti" o prescriverli senza visitare il paziente in quanto si configurerebbe il reato di falso ideologico, ma a prescindere da questo sarebbe pericoloso.

Non conoscendo la storia clinica di Suo padre non posso esprimere alcun giudizio, ma posso dirLe che molto spesso ad eventuali complicanze si può benissimo far fronte e con successo.
Inoltre se vi è un insuccesso in un determinato caso, ciò non significa che sia lo stesso per tutti.
E' come se Lei non volesse viaggiare più in auto o in aereo perchè un Suo conoscente è morto o è rimasto ferito in un incidente.

In conclusione:
- l'uso di farmaci prolungato può creare maggiori rischi e complicanze dello stesso intervento che si vorrebbe evitare
- i farmaci hanno effetto sui sintomi (per es. il dolore), ma non sulla causa che lo provoca.

Mi scuso per la lunga risposta, ma spero che Le sia stata utile

Con molta cordialità
[#4]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Grazie dottore
Buon lavoro
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