Dolori radicolari anche con neurostimolatore midollare
Gentilissimi Dottori
La mia storia inizia nel 2000 con l’asportazione di un ernia discale e laminectomia sinistra a livello L5-S1 . Quindi, per persistente sintomatologia dolorosa, sono stata sottoposta ad un ulteriore intervento per lisi delle aderenze L5-S1 sinistra nel 2001. Dopo sette anni mi sono ricomparsi i dolori e nel 2008 sono stata sottoposta ad asportazione di recidiva di ernia in L5-S1 sinistra e lisi periradicolare. I dolori neuropatici sono sempre continuati e quindi si è deciso di impiantare un neurostimolatore midollare ricaricabile Precision della Boston Scientific, in data 26/10/2010. Lo strumento ha lavorato molto bene, per più di un anno ma purtroppo, nel mese di Dicembre 2012, sono di nuovo riapparsi. Sottoposta ad una TAC è stato constatato ulteriore accostamento delle vertebre L5-S1 e nel mese di Giugno 2012 sono stata sottoposta ad un nuovo intervento per la stabilizzazione e fusione di L5-S1 e decompressione radicolare con diagnosi “ Spondilosi lombosacrale senza mielopatia “ e intervento “ Artrodesi lombare e lombosacrale con approccio posteriore”. Per poco più di un anno sono stata discretamente bene e poi, puntuale, è tornato quel maledetto dolore e ad oggi, per calmarlo, sono sotto terapia di ossicodone ( 6/7 compresse di Depalgos 20 mg al giorno) più il neurostimolatore. Il dolore lo sento sia da sdraiata che da in piedi, non ho altri sintomi, cammino con dolore ma abbastanza bene, la mia giornata la passo 24 ore completamente sdraiata nel letto, mi alzo solo per espletare i bisogni fisiologici. Due mesi fa, mi sono sottoposta ad ulteriore TAC con contrasto con il risultato di “ E’presente discreta quota di fibrosi nel versante postero-laterale sinistro con stiramento del sacco durale. Non sono evidenti fenomeni compressivi. I metameri appaiono in asse. Degenerazione dello spazio intersomatico L5-S1. Discrete quote di artrosi nelle articolazioni interapofisarie”.
Ora sono in cura presso il reparto di terapia del dolore in un grande ospedale di Roma, ma anche qui trovano difficoltà a curarmi. Hanno pensato all’epidurolisi, ma dopo un consulto fra vari specialisti, lo hanno sconsigliato per via di possibili infezioni anche gravi e con scarso risultato. Hanno pensato di sostituirmi il neuro stimolatore che porto da 60 Hz ( il migliore in circolazione) con un altro da 10 Khz, ma sono molto scettica per via delle cicatrici. Hanno anche pensato di inserirmi un infusore di farmaci antidolorifici ( metodica utilizzata anche in America in parallelo al neurostimolatore).
Nel forum ho letto dell’intervento in mini invasiva descritto dal Dott. Della Corte. ma poi non tornano le cicatrici?
Gradirei un Vostro parere medico e un consiglio su quale sia la migliore terapia chirurgica da intraprendere dato il mio caso.
Vi prego di darmi presto una risposta perché sono sfinita dal dolore e molto depressa perché non vedo ancora la luce in fondo a questo lunghissimo e tenebroso tunnel.
Grazie di cuore
La mia storia inizia nel 2000 con l’asportazione di un ernia discale e laminectomia sinistra a livello L5-S1 . Quindi, per persistente sintomatologia dolorosa, sono stata sottoposta ad un ulteriore intervento per lisi delle aderenze L5-S1 sinistra nel 2001. Dopo sette anni mi sono ricomparsi i dolori e nel 2008 sono stata sottoposta ad asportazione di recidiva di ernia in L5-S1 sinistra e lisi periradicolare. I dolori neuropatici sono sempre continuati e quindi si è deciso di impiantare un neurostimolatore midollare ricaricabile Precision della Boston Scientific, in data 26/10/2010. Lo strumento ha lavorato molto bene, per più di un anno ma purtroppo, nel mese di Dicembre 2012, sono di nuovo riapparsi. Sottoposta ad una TAC è stato constatato ulteriore accostamento delle vertebre L5-S1 e nel mese di Giugno 2012 sono stata sottoposta ad un nuovo intervento per la stabilizzazione e fusione di L5-S1 e decompressione radicolare con diagnosi “ Spondilosi lombosacrale senza mielopatia “ e intervento “ Artrodesi lombare e lombosacrale con approccio posteriore”. Per poco più di un anno sono stata discretamente bene e poi, puntuale, è tornato quel maledetto dolore e ad oggi, per calmarlo, sono sotto terapia di ossicodone ( 6/7 compresse di Depalgos 20 mg al giorno) più il neurostimolatore. Il dolore lo sento sia da sdraiata che da in piedi, non ho altri sintomi, cammino con dolore ma abbastanza bene, la mia giornata la passo 24 ore completamente sdraiata nel letto, mi alzo solo per espletare i bisogni fisiologici. Due mesi fa, mi sono sottoposta ad ulteriore TAC con contrasto con il risultato di “ E’presente discreta quota di fibrosi nel versante postero-laterale sinistro con stiramento del sacco durale. Non sono evidenti fenomeni compressivi. I metameri appaiono in asse. Degenerazione dello spazio intersomatico L5-S1. Discrete quote di artrosi nelle articolazioni interapofisarie”.
Ora sono in cura presso il reparto di terapia del dolore in un grande ospedale di Roma, ma anche qui trovano difficoltà a curarmi. Hanno pensato all’epidurolisi, ma dopo un consulto fra vari specialisti, lo hanno sconsigliato per via di possibili infezioni anche gravi e con scarso risultato. Hanno pensato di sostituirmi il neuro stimolatore che porto da 60 Hz ( il migliore in circolazione) con un altro da 10 Khz, ma sono molto scettica per via delle cicatrici. Hanno anche pensato di inserirmi un infusore di farmaci antidolorifici ( metodica utilizzata anche in America in parallelo al neurostimolatore).
Nel forum ho letto dell’intervento in mini invasiva descritto dal Dott. Della Corte. ma poi non tornano le cicatrici?
Gradirei un Vostro parere medico e un consiglio su quale sia la migliore terapia chirurgica da intraprendere dato il mio caso.
Vi prego di darmi presto una risposta perché sono sfinita dal dolore e molto depressa perché non vedo ancora la luce in fondo a questo lunghissimo e tenebroso tunnel.
Grazie di cuore
[#1]
Gent.le signora,
temo che sia impossibile dare a distanza delle risposte adeguate per un caso così complesso e senza potere visionare le immagini della sua colonna.
Se il suo dolore è un vero dolore neuropatico, non capisco perchè lei abbia avuto un beneficio dall'intervento di stabilizzazione, che invece avrebbe dovuto darle giovamento in caso di un'instabilità locale nella sede dei precedenti interventi.
Comunque, in senso generale, se il dolore è neuropatico, diffcilmente una qualche procedura chirurgica può essere di aiuto.
Penso che sia giusto continuare a farsi seguire in terapia del dolore.
temo che sia impossibile dare a distanza delle risposte adeguate per un caso così complesso e senza potere visionare le immagini della sua colonna.
Se il suo dolore è un vero dolore neuropatico, non capisco perchè lei abbia avuto un beneficio dall'intervento di stabilizzazione, che invece avrebbe dovuto darle giovamento in caso di un'instabilità locale nella sede dei precedenti interventi.
Comunque, in senso generale, se il dolore è neuropatico, diffcilmente una qualche procedura chirurgica può essere di aiuto.
Penso che sia giusto continuare a farsi seguire in terapia del dolore.
Le indicazioni su riportate non possono sostituire il giudizio medico fornito in prima persona dal sottoscritto o da altri colleghi
[#2]
Utente
Gentilissimo dottore,
La ringrazio per la sua risposta anche in questo periodo di festività Pasquali.
Volevo precisare che non ho trovato beneficio dall’intervento di stabilizzazione anzi sento più dolore nella parte bassa della schiena, ma l’ho trovato sempre ad ogni intervento dopo che mi avevano tolto le aderenze.
Le spiego: Nel secondo intervento di esplorazione e decompressione con lisi delle aderenze alla radice in L5-S1 sin. effettuato nel 2001, il professore che mi ha operata, a causa delle condizioni del mio nervo, mi ha dato il 50% di possibilità di poter camminare di nuovo, invece per circa sette anni, oltre a camminare bene, il dolore si era affievolito moltissimo permettendomi di fare una vita normale, inoltre mi ha detto che il mio corpo genera in maniera esagerata queste aderenze e che in futuro, forse, avrei potuto avere gli stessi problemi, come poi si è puntualmente avverato.
Credo che il problema sia dato proprio da questo.
Ho notato che ad ogni intervento con asportazione delle aderenze, per circa poco più di un anno vivo abbastanza bene. Il neuro stimolatore riesce a tenere a bada i dolori, ma quando si ripresentano, sicuramente si sono riformate le solite aderenze che vengono poi confermate dalla TAC.
Le chiedo cortesemente se c’è qualche tecnica operatoria mini invasiva, tipo l’epidurolisi, per togliere queste aderenze e, la cosa più importante, tenere a bada o rallentare il riformarsi delle stesse. L’ultimo neurochirurgo che mi ha operata ha anche detto che non potrò più fare gli interventi tradizionali a causa delle molteplici incisioni effettuate, perché ha avuto difficoltà a suturare la ferita. Dovrò rassegnarmi a vivere con questo dolore per tutto il resto della mia vita ?
La ringrazio nuovamente e con affetto La saluto.
La ringrazio per la sua risposta anche in questo periodo di festività Pasquali.
Volevo precisare che non ho trovato beneficio dall’intervento di stabilizzazione anzi sento più dolore nella parte bassa della schiena, ma l’ho trovato sempre ad ogni intervento dopo che mi avevano tolto le aderenze.
Le spiego: Nel secondo intervento di esplorazione e decompressione con lisi delle aderenze alla radice in L5-S1 sin. effettuato nel 2001, il professore che mi ha operata, a causa delle condizioni del mio nervo, mi ha dato il 50% di possibilità di poter camminare di nuovo, invece per circa sette anni, oltre a camminare bene, il dolore si era affievolito moltissimo permettendomi di fare una vita normale, inoltre mi ha detto che il mio corpo genera in maniera esagerata queste aderenze e che in futuro, forse, avrei potuto avere gli stessi problemi, come poi si è puntualmente avverato.
Credo che il problema sia dato proprio da questo.
Ho notato che ad ogni intervento con asportazione delle aderenze, per circa poco più di un anno vivo abbastanza bene. Il neuro stimolatore riesce a tenere a bada i dolori, ma quando si ripresentano, sicuramente si sono riformate le solite aderenze che vengono poi confermate dalla TAC.
Le chiedo cortesemente se c’è qualche tecnica operatoria mini invasiva, tipo l’epidurolisi, per togliere queste aderenze e, la cosa più importante, tenere a bada o rallentare il riformarsi delle stesse. L’ultimo neurochirurgo che mi ha operata ha anche detto che non potrò più fare gli interventi tradizionali a causa delle molteplici incisioni effettuate, perché ha avuto difficoltà a suturare la ferita. Dovrò rassegnarmi a vivere con questo dolore per tutto il resto della mia vita ?
La ringrazio nuovamente e con affetto La saluto.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 12.7k visite dal 17/04/2014.
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