Radicolite sinistra da grossa ernia l5 s1 da 3 mesi...operare?
Salve,
chiedo un consulto su un intervento di microdiscectomia che dovrei fare..ma ora sono assalita da dubbi!!
Da fine aprile 2014 ho avvertito un "fastidio" alla gamba sinistra, ma non ci ho dato molto peso e ho continuato a lavorare (lavoro d'ufficio) per tutto maggio nonostante il fastidio aumentasse col tempo..ho voluto attendere di finire di lavorare a metà giugno prima di vedere un medico, intanto il fastidio è diventato dolore con difficoltà a a camminare, finchè il 20 giugno rimango completamente bloccata a letto nel senso che non riuscivo neanche a girarmi se non tra urla e pianti..hoesegiuto iniezioni di diclofenac e poi toradol, ma non avevano effetto e il dolore era aumentato..così sono stata portata in pronto socc in ambulanza x la mia impossibiltà a muovermi..per 12 ore mi hanno somministrato antidolorici, antiffiamatori e cortisone in vena e il dolore si è placato...mi hanno rimandata a casa con ricetta per eseguire infiltrazioni e punture di cortisone e toradol...il 26 giugno eseguo "infiltrazione paravertebrale con desametasone 8mg +ropivacaina 0.2% 2ml...
Ma dopo 2 giorni ero di nuovo al pronto soccorso dove hanno deciso di ricoverarmi in ortopedia e in attesa della risonanza mi hanno imbottita di antidolorifici che avevano scarso effetto sul dolore...La RM riporta "a livello l5 s1 presenza di grossolana ernia mediana-paramediana sn espulsa nel canale e migrata verso il basso che esercita evidente compressione sulla radice nervosa omolaterale. conservati i diametri del canale". I medici eseguono dunque "infiltrazione foraminale con cortisone e anestetico in sala operatoria"...e dopo 2 giorni mi dimettono dicendo che il dolore sarebbe migliorato...ancora no dembulazione (esco in sedia a rotelle) dopo una settimana ritorno x controllo sempre in sedia a rotelle, il dolore era impercettibilmente migliorato...referto: "disestesie in s1 a sn; achilleo-medioplantare assente a sn; plantar-flessione piede sn forza 4. Rivalutazione x eventuale intervento...dopo un' altra settimana (18 luglio ad ormai un mese dal mio "blocco") mi confermano la necessità dell'intervento...consulto allora un neurochirugo (ospedale borgo trento di Verona) e anche lui mi mette in lista x l'intervento dicendomi che se il dolore diminuiva non c'era bisogno di operare e mi prescrive nicetile che aggiungo alla terapia con targin 5mg x 2die...ho continuato così x tutto luglio e agosto...a settembre ho smesso di prendere farmaci..il dolore è quasi scomparso..nel senso che mi è rimasta una certa "rigidità" nella gamba sinistra, non riesco a piegarla del tutto(es. non riesco ad accucciarmi per terra - dolore parte dietro al ginocchio)..quando cvammino x un po ho dolore lieve alla caviglia come se avessi preso una storta e nella parte esterna della pianta del piede...il dolore non c'è ma non sono tornata quella di prima...secondo voi è necessario operare visto i disturbi rimasti dopo tre mesi e dopo terapie così forti o è pensabile che con la fisioterapia si risolva?
chiedo un consulto su un intervento di microdiscectomia che dovrei fare..ma ora sono assalita da dubbi!!
Da fine aprile 2014 ho avvertito un "fastidio" alla gamba sinistra, ma non ci ho dato molto peso e ho continuato a lavorare (lavoro d'ufficio) per tutto maggio nonostante il fastidio aumentasse col tempo..ho voluto attendere di finire di lavorare a metà giugno prima di vedere un medico, intanto il fastidio è diventato dolore con difficoltà a a camminare, finchè il 20 giugno rimango completamente bloccata a letto nel senso che non riuscivo neanche a girarmi se non tra urla e pianti..hoesegiuto iniezioni di diclofenac e poi toradol, ma non avevano effetto e il dolore era aumentato..così sono stata portata in pronto socc in ambulanza x la mia impossibiltà a muovermi..per 12 ore mi hanno somministrato antidolorici, antiffiamatori e cortisone in vena e il dolore si è placato...mi hanno rimandata a casa con ricetta per eseguire infiltrazioni e punture di cortisone e toradol...il 26 giugno eseguo "infiltrazione paravertebrale con desametasone 8mg +ropivacaina 0.2% 2ml...
Ma dopo 2 giorni ero di nuovo al pronto soccorso dove hanno deciso di ricoverarmi in ortopedia e in attesa della risonanza mi hanno imbottita di antidolorifici che avevano scarso effetto sul dolore...La RM riporta "a livello l5 s1 presenza di grossolana ernia mediana-paramediana sn espulsa nel canale e migrata verso il basso che esercita evidente compressione sulla radice nervosa omolaterale. conservati i diametri del canale". I medici eseguono dunque "infiltrazione foraminale con cortisone e anestetico in sala operatoria"...e dopo 2 giorni mi dimettono dicendo che il dolore sarebbe migliorato...ancora no dembulazione (esco in sedia a rotelle) dopo una settimana ritorno x controllo sempre in sedia a rotelle, il dolore era impercettibilmente migliorato...referto: "disestesie in s1 a sn; achilleo-medioplantare assente a sn; plantar-flessione piede sn forza 4. Rivalutazione x eventuale intervento...dopo un' altra settimana (18 luglio ad ormai un mese dal mio "blocco") mi confermano la necessità dell'intervento...consulto allora un neurochirugo (ospedale borgo trento di Verona) e anche lui mi mette in lista x l'intervento dicendomi che se il dolore diminuiva non c'era bisogno di operare e mi prescrive nicetile che aggiungo alla terapia con targin 5mg x 2die...ho continuato così x tutto luglio e agosto...a settembre ho smesso di prendere farmaci..il dolore è quasi scomparso..nel senso che mi è rimasta una certa "rigidità" nella gamba sinistra, non riesco a piegarla del tutto(es. non riesco ad accucciarmi per terra - dolore parte dietro al ginocchio)..quando cvammino x un po ho dolore lieve alla caviglia come se avessi preso una storta e nella parte esterna della pianta del piede...il dolore non c'è ma non sono tornata quella di prima...secondo voi è necessario operare visto i disturbi rimasti dopo tre mesi e dopo terapie così forti o è pensabile che con la fisioterapia si risolva?
[#1]
Gentile signora,
stando al referto della RM e dalla storia clinica, pur nei limiti della consulenza on-line, è molto probabile che la terapia risolutiva sia l'intervento chirugico.
Mi stupisco infatti come i colleghi che L'hanno visitata non ci abbiano pensato prima.
La riduzione o scomparsa del dolore a seguito di dosi più o meno massicce di farmaci, in presenza di un'ernia espulsa, non sempre ha un buon significato perchè potrebbe significare che la radice nervosa ha perso la propria funzione di trasmettere al cervello la sensazione "dolore". Il protrarsi della compressione può portare a far perdere l'altra funzione, ovvero quella motoria.
Inoltre non mi pare, a quanto dice, che i sintomi attuali siano soddisfacenti.
Con i più cordiali saluti
stando al referto della RM e dalla storia clinica, pur nei limiti della consulenza on-line, è molto probabile che la terapia risolutiva sia l'intervento chirugico.
Mi stupisco infatti come i colleghi che L'hanno visitata non ci abbiano pensato prima.
La riduzione o scomparsa del dolore a seguito di dosi più o meno massicce di farmaci, in presenza di un'ernia espulsa, non sempre ha un buon significato perchè potrebbe significare che la radice nervosa ha perso la propria funzione di trasmettere al cervello la sensazione "dolore". Il protrarsi della compressione può portare a far perdere l'altra funzione, ovvero quella motoria.
Inoltre non mi pare, a quanto dice, che i sintomi attuali siano soddisfacenti.
Con i più cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.4k visite dal 18/09/2014.
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