Brachialgia che non passa
Buongiorno, ho avuto modo di scrivere riguardo al mio problema qualche mese fa ma aimè mi ritrovo nella stessa situazione. A maggio ho iniziato ad avere problemi alla schiena e a giugno, quando è comparso il formicolio alle dita del braccio destro, mi sono recato dal fisioterapista. Riassumo il tutto riportando l'esito della risonanza magnetica che ho fatto il primo luglio:
"Si osserva una modesta riduzione di spessore e segnale dei dischi intervertebrali C5-C6 e C6-C7 su base degenerativa con ridotta protusione posteriore che, associata ad iniziale spondilosi con produzione osteofitaria somatica posteriore, determina una minima impronta sugli spazi subaracnoidei anteriori. In corrispondenza dello spazio discale C6-C7 si osserva protusione di materiale discale paramediana destra in parte intraforaminale, che determina compressione dell'emergenza radicolare omologa e substenosi del canale radicolare.
Ipertrofia dei processi articolari posteriori ed uncoartrosi responsabili di una modesta riduzione dei forami di coniugazione.
Il midollo spinale presenta dimensioni e segnale nei limiti della norma"
In quei mesi ho sempre effettuato qualche piccola manipolazione da parte del fisioterapista, massaggi, e poi lui stesso mi ha detto che il tempo avrebbe fatto rientrare il problema. Se non che ad agosto mi è venuta una lomalgia acuta che mi dura un mese e che, in modo più lieve, mi porto ancora oggi specie un po' al risveglio, feci così una lastra, questo l'esito:
"Altezza dei corpi vertebrali regolare. Riduzione dello spazio discale e interarticolare L5/S1. Tendenza all'orientalizzazione del sacro".
Contemporanemante alla lombalgia ho avvertito qualche lieve formicolio o sensazione alterata alla caviglia destra. Anche lì il fisioterapista mi ha fatto un paio di manipolazioni dicendo che il problema alla cervicale ha condizionato anche la parte lombare. Il fisoterapista mi ha detto che queste cose si risolvono nell'arco di 3-7 mesi e che, controllandomi il collo, c'erano i presupposti per una risluzione dei problemi.
Ora, sono passati ben sei mesi dall'inizio di tutto e la situazione della cervicale, soprattutto negli ultimi giorni, mi sembra sia tornata a punto da capo: formicolii un po' più intensi e dolore molto fastidioso sotto la scapola (cosa che mi era sparita da un paio di mesi almeno), per non parlare della tensione al collo a fine giornata. Mi chiedo: tutto questo per una protusione? (che in teoria è più lieve di un'ernia, figuriamoci se un domani vi viene un'ernia). Dovrò convivere con questa cosa? Quando e come potrò sperare in una risoluzione della cosa? Quali presupposti vi devono essere un intervento chirurgico, visto che negli ultimi anni c'è una maggiore tendenza alla risoluzione naturale di questi problemi.
"Si osserva una modesta riduzione di spessore e segnale dei dischi intervertebrali C5-C6 e C6-C7 su base degenerativa con ridotta protusione posteriore che, associata ad iniziale spondilosi con produzione osteofitaria somatica posteriore, determina una minima impronta sugli spazi subaracnoidei anteriori. In corrispondenza dello spazio discale C6-C7 si osserva protusione di materiale discale paramediana destra in parte intraforaminale, che determina compressione dell'emergenza radicolare omologa e substenosi del canale radicolare.
Ipertrofia dei processi articolari posteriori ed uncoartrosi responsabili di una modesta riduzione dei forami di coniugazione.
Il midollo spinale presenta dimensioni e segnale nei limiti della norma"
In quei mesi ho sempre effettuato qualche piccola manipolazione da parte del fisioterapista, massaggi, e poi lui stesso mi ha detto che il tempo avrebbe fatto rientrare il problema. Se non che ad agosto mi è venuta una lomalgia acuta che mi dura un mese e che, in modo più lieve, mi porto ancora oggi specie un po' al risveglio, feci così una lastra, questo l'esito:
"Altezza dei corpi vertebrali regolare. Riduzione dello spazio discale e interarticolare L5/S1. Tendenza all'orientalizzazione del sacro".
Contemporanemante alla lombalgia ho avvertito qualche lieve formicolio o sensazione alterata alla caviglia destra. Anche lì il fisioterapista mi ha fatto un paio di manipolazioni dicendo che il problema alla cervicale ha condizionato anche la parte lombare. Il fisoterapista mi ha detto che queste cose si risolvono nell'arco di 3-7 mesi e che, controllandomi il collo, c'erano i presupposti per una risluzione dei problemi.
Ora, sono passati ben sei mesi dall'inizio di tutto e la situazione della cervicale, soprattutto negli ultimi giorni, mi sembra sia tornata a punto da capo: formicolii un po' più intensi e dolore molto fastidioso sotto la scapola (cosa che mi era sparita da un paio di mesi almeno), per non parlare della tensione al collo a fine giornata. Mi chiedo: tutto questo per una protusione? (che in teoria è più lieve di un'ernia, figuriamoci se un domani vi viene un'ernia). Dovrò convivere con questa cosa? Quando e come potrò sperare in una risoluzione della cosa? Quali presupposti vi devono essere un intervento chirurgico, visto che negli ultimi anni c'è una maggiore tendenza alla risoluzione naturale di questi problemi.
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Egr. signore,
non so chi Le abbia dato la notizia che <negli ultimi anni c'è una maggiore tendenza alla risoluzione naturale di questi problemi >, ma non credo sia stato un professionista del settore.
Cosa vuol dire? Che le ernie vent'anni fa non si risolvevano per "via naturale" ed ora invece si? E per quale prodigio? Cambiamento climatico? Politico? Sociale?
Caro signore, la terapia delle ernie della colonna vertebrale può essere sia di tipo medico che chirurgico e la scelta si basa su ben precisi parametri clinici, non su preferenze personali come la scelta di un optional.
Per quanto riguarda la definizione di protrusione o ernia, essa ha scarsa importanza dal punto di vista morfologico poiché è su base clinica (ovvero sintomi soggettivi e oggettivi) che va valutata l'importanza della minore o maggiore presenza di tessuto discale.
Infatti nel Suo caso, da quanto riporta del referto, la protrusione discale entra in conflitto con una radice nervosa e ciò è verosimilmente responsabile dei Suoi disturbi.
E' poi evidente che se le terapie conservative non sortiscono gli effetti sperati, la soluzione terapeutica di tipo chirurgico va, seppur attentamente, valutata.
Disponibile per eventuali ulteriori chirimenti, invio cordiali saluti
non so chi Le abbia dato la notizia che <negli ultimi anni c'è una maggiore tendenza alla risoluzione naturale di questi problemi >, ma non credo sia stato un professionista del settore.
Cosa vuol dire? Che le ernie vent'anni fa non si risolvevano per "via naturale" ed ora invece si? E per quale prodigio? Cambiamento climatico? Politico? Sociale?
Caro signore, la terapia delle ernie della colonna vertebrale può essere sia di tipo medico che chirurgico e la scelta si basa su ben precisi parametri clinici, non su preferenze personali come la scelta di un optional.
Per quanto riguarda la definizione di protrusione o ernia, essa ha scarsa importanza dal punto di vista morfologico poiché è su base clinica (ovvero sintomi soggettivi e oggettivi) che va valutata l'importanza della minore o maggiore presenza di tessuto discale.
Infatti nel Suo caso, da quanto riporta del referto, la protrusione discale entra in conflitto con una radice nervosa e ciò è verosimilmente responsabile dei Suoi disturbi.
E' poi evidente che se le terapie conservative non sortiscono gli effetti sperati, la soluzione terapeutica di tipo chirurgico va, seppur attentamente, valutata.
Disponibile per eventuali ulteriori chirimenti, invio cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 9.2k visite dal 05/11/2014.
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