Piede equino

Nel 1990, mio figlio, che oggi ha 40 anni, è stato operato di astrocitoma di II° a livello delle vertebre D11 - L1. L'intervento ha lasciato come postumo qualche problema di sensibilità e motilità. Allora il chirurgo ci prospettò la possibilità di ridurre il problema con un intervento di neurotrasposizione. E' ancora un'opportunità? Quali i rischi? In attesa di riscontro ringrazio cordialmente.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398 77
<<L'intervento ha lasciato come postumo qualche problema di sensibilità e motilità.>>

Quale?
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dopo
Attivo dal 2010 al 2014
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Solo oggi ho potuto leggere il suo riscontro. Le trascrivo il referto della visita effettuta un anno dopo l'intervento:"L'entità della paresi L5 sinistra e della ipoestesia distale S1 bilaterale e L5 sinistra, non è tale da limitare questo giovane pz nelle attività principali. Siamo soddisfatti per l'assenza di una complicazione maggiore (cauda equina).Non prendiamo posizione sui mezzi ortopedici che potrebbero ridurre lo steppage a sx. (stecca di heidelberg, scarpa ortopedica con rinforzo alla caviglia...). Qualora il disturbo dovesse mantenersi stabile, entra in considerazione , dopo due anni dalla lesione, un intervento di neurotrasposizione." Il problema del piede equino, purtroppo non si è risolto. Chiedo scusa per il ritardo, la ringrazio per l'attenzione e resto in cortese attesa."
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398 77
Egr. signore,
chi ha scritto quanto Lei ha riportato?
L'intervento proposto è una possibilità per ottenere un miglioramento della motilità dell'arto, ma ritengo che dopo 10 anni l' articolazione del piede sia bloccata e quindi non si otterrebbe un risultato soddisfacente.
Perché non ha pensato di eseguirlo come consigliato ?
Cordialità ed auguri
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dopo
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Il referto - riassunto saltando qualche passaggio non significativo per il quesito posto - è stato scritto dal neurochirurgo che ha effettuato l'intervento. La diagnosi di una non perfetta benignità e la paura che il tumore, a crescita lenta, potesse ripresentarsi anche dopo lustri ci hanno bloccato e forse anche fatto rimuovere quell'informazione. La zoppia, comunque, non è evidentissima e non gli impedisce di vivere "normalmente". Certo, un intervento che riduca i limiti alla scioltezza dei movimenti ed alla sicurezza connessi al piede equino sarebbe un bel regalo. Grazie del gentile riscontro.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398 77
Se la funzionalità della deambulazione non è poi così invalidante, a questo punto credo che sia opportuno lasciare le cose così come stanno.
Non capisco però cosa c'entra il non aver voluto effettuare l'intervento dopo due anni dall'esordio del deficit.
Questo infatti fu l'esito di una complicanza possibile dell'intervento, ma intanto il ragazzo avrebbe avuto beneficio a prescindere se poi si sarebbe ripresentata la recidiva dell'astrocitoma

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dopo
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La decisione fu assunta in ambiente medico e tenne conto di una molteplicità di fattori. Il giudizio da lei espresso , ovviamente, ha tenuto conto delle sole motivazioni da me addotte, sintetiche ed omissive poichè ininfluenti ai fini del riscontro al mio quesito. Un suo collega ospedaliero che ha appena visitato mio figlio e ha rilevato una situazione di forte recupero rispetto al referto, non esclude la possibilità che l'intervento possa consentire un ulteriore recupero e gli ha prescritto una elettromiografia per una migliore valutazione del caso. Poichè l'eventuale intervento sarà eseguito altrove (ci è stato fatto qualche nome di strutture specialistiche) ritiene che detto esame sia utile alla valutazione del decisore finale o ci verrà richiesto di ripeterlo? Grazie. Dato il periodo, auguri di buone feste.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398 77
Certo la L'EMG è utile.
Buone Feste anche a Lei e famiglia.