Emorragia celebrale e decorso
Buonasera,
mio padre nella mattinata della domenica prima di Pasqua si è sentito male e ha cominciato a non sentirsi più il braccio destro e successivamente anche la gamba destra, era cosciente e parlava normalmente dunque è stato portato subito al PS.
La diagnosi è stata subito quella dell'emorragia celebrale e dato che il paziente cominciava ad avere problemi anche a parlare è stato portato il sala operatoria. In quella sede è stata ridotta l'emorragia e applicato un drenaggio.
Da quel momento sino ad oggi è ricoverato nel reparto di terapia intensiva di neurochirurgia, hanno provato a dissedarlo e per una giornata era vigile e collaborante seppure la parte destra del corpo fosse ferma e avesse dei problemi a parlare.
Hanno deciso di sedarlo nuovamente in quanto si stava assopendo e aveva dei problemi di espulsione dei catarri, non abbiamo capito però se questo era dovuto ad un peggioramento o se avendo difficoltà a respirare questo potesse creare un assopimento.
Al momento continuano a fare delle finestre continuando la sedazione, l'altra sera però ci è stato detto che il drenaggio che aveva sulla testa si era staccato ed era necessario portarlo nuovamente in sala operatoria per riapplicarlo.
Non conoscendo il modus operandi ho due domande:
- considerando che mio padre è comunque fermo a letto e addirittura contenuto è possibile che questo sondino si sia staccato da solo oppure è stato involontariamente tirato durante le normali procedure infermieristiche? Se il sondino è profondo più di un cm è evidente che non è normale che si sia staccato ma semplicemente c'è stata disattenzione
- per la applicazione del nuovo sondino è stato mandato in sala operatoria, vorrei capire di che tipo di operazione si tratta e se questo ha comportato una sedazione profonda. Il grado di complessità mi aiuta a capire se ad esempio è stato mandato in sala operatoria soltanto per un discorso di sterilità dell'ambiente ma all'atto pratico si trattava soltanto di inserire nuovamente il tubicino.
Alla luce di quanto detto non mi dispiacerebbe sapere anche quali sono in base all'esperienza Vostra le tempistiche affinchè l'edema cominci a riassorbirsi e in base a quali tempistiche o eventi si può togliere il drenaggio.
Ringrazio e saluto cordialmente.
mio padre nella mattinata della domenica prima di Pasqua si è sentito male e ha cominciato a non sentirsi più il braccio destro e successivamente anche la gamba destra, era cosciente e parlava normalmente dunque è stato portato subito al PS.
La diagnosi è stata subito quella dell'emorragia celebrale e dato che il paziente cominciava ad avere problemi anche a parlare è stato portato il sala operatoria. In quella sede è stata ridotta l'emorragia e applicato un drenaggio.
Da quel momento sino ad oggi è ricoverato nel reparto di terapia intensiva di neurochirurgia, hanno provato a dissedarlo e per una giornata era vigile e collaborante seppure la parte destra del corpo fosse ferma e avesse dei problemi a parlare.
Hanno deciso di sedarlo nuovamente in quanto si stava assopendo e aveva dei problemi di espulsione dei catarri, non abbiamo capito però se questo era dovuto ad un peggioramento o se avendo difficoltà a respirare questo potesse creare un assopimento.
Al momento continuano a fare delle finestre continuando la sedazione, l'altra sera però ci è stato detto che il drenaggio che aveva sulla testa si era staccato ed era necessario portarlo nuovamente in sala operatoria per riapplicarlo.
Non conoscendo il modus operandi ho due domande:
- considerando che mio padre è comunque fermo a letto e addirittura contenuto è possibile che questo sondino si sia staccato da solo oppure è stato involontariamente tirato durante le normali procedure infermieristiche? Se il sondino è profondo più di un cm è evidente che non è normale che si sia staccato ma semplicemente c'è stata disattenzione
- per la applicazione del nuovo sondino è stato mandato in sala operatoria, vorrei capire di che tipo di operazione si tratta e se questo ha comportato una sedazione profonda. Il grado di complessità mi aiuta a capire se ad esempio è stato mandato in sala operatoria soltanto per un discorso di sterilità dell'ambiente ma all'atto pratico si trattava soltanto di inserire nuovamente il tubicino.
Alla luce di quanto detto non mi dispiacerebbe sapere anche quali sono in base all'esperienza Vostra le tempistiche affinchè l'edema cominci a riassorbirsi e in base a quali tempistiche o eventi si può togliere il drenaggio.
Ringrazio e saluto cordialmente.
[#1]
Egr. signore,
le notizie che fornisce sono imprecise e non ci permette di dare una risposta appropriata.
Intanto bisognerebbe sapere la sede dell'emorragia e che tipo di intervento è stato effettuato.
Mi spiego: se si è trattato di un ematoma nella parte sinistra del cervello (l'afasia e l'emiparesi destra lo conformerebbero), l'intervento sarà consistito in una craniotomia per evacuare l'ematoma. In questo caso il drenaggio sarà stato sistemato in sede superficiale.
Se invece l'emorragia ha riguardato i ventricoli cerebrali, il drenaggio sarà stato sistemato in una di tali cavità ventricolari.
Nel caso del primo drenaggio la sua rimozione accidentale è possibile anche a seguito di manovre per l'igiene del paziente, nel secondo caso appare molto più difficile, ma possibile.
La riapposizione di un tipo o dell'altro di drenaggio va comunque effettuata in sala operatoria.
Il drenaggio non serve per l'edema che regredisce con l'uso di farmaci e gli opportuni provvedimenti di terapia intensiva.
Cordiali saluti
le notizie che fornisce sono imprecise e non ci permette di dare una risposta appropriata.
Intanto bisognerebbe sapere la sede dell'emorragia e che tipo di intervento è stato effettuato.
Mi spiego: se si è trattato di un ematoma nella parte sinistra del cervello (l'afasia e l'emiparesi destra lo conformerebbero), l'intervento sarà consistito in una craniotomia per evacuare l'ematoma. In questo caso il drenaggio sarà stato sistemato in sede superficiale.
Se invece l'emorragia ha riguardato i ventricoli cerebrali, il drenaggio sarà stato sistemato in una di tali cavità ventricolari.
Nel caso del primo drenaggio la sua rimozione accidentale è possibile anche a seguito di manovre per l'igiene del paziente, nel secondo caso appare molto più difficile, ma possibile.
La riapposizione di un tipo o dell'altro di drenaggio va comunque effettuata in sala operatoria.
Il drenaggio non serve per l'edema che regredisce con l'uso di farmaci e gli opportuni provvedimenti di terapia intensiva.
Cordiali saluti
[#2]
Utente
La ringrazio per la risposta. Non conoscendo i termini tecnici dell'intervento effettuato le riporto quello che è stato il risultato della TC cranio effettuata al PS:
Modesta lesione emorragica acuta intraparenchimale talamo non capsulare posteriore e radiata sinistra con inondazione intraventricolare omolaterale e nel terzo ventricolo. Minimi edema periferico ed i segni di massa sulle contigue sezioni ventricolari.
Concomitano esiti lacunari disseminati prevalentemente nelle strutture nucleo capsuleo talmiche e nella sostanza bianca sottocorticale bilaterale con maggiore evidenza in sede talamo capsulare dx.
Sinceramente non sò interpretare però sò dirle che a questo è seguito un operazione di circa 15 minuti con una incisione a metà cranio lato sx e l'applicazione di un drenaggio.
Durante l'evento scatenante mio padre appariva con una paresi al braccio dx e la gamba dx parzialmente invalidata, durante il ricovero in PS si è aggiunta anche una problematica nel linguaggio.
Sembra scontato chiederle i tempi per un riassorbimento dell'edema, una chiusura del drenaggio ed un eventuale inizio di recupero.
Grazie
Modesta lesione emorragica acuta intraparenchimale talamo non capsulare posteriore e radiata sinistra con inondazione intraventricolare omolaterale e nel terzo ventricolo. Minimi edema periferico ed i segni di massa sulle contigue sezioni ventricolari.
Concomitano esiti lacunari disseminati prevalentemente nelle strutture nucleo capsuleo talmiche e nella sostanza bianca sottocorticale bilaterale con maggiore evidenza in sede talamo capsulare dx.
Sinceramente non sò interpretare però sò dirle che a questo è seguito un operazione di circa 15 minuti con una incisione a metà cranio lato sx e l'applicazione di un drenaggio.
Durante l'evento scatenante mio padre appariva con una paresi al braccio dx e la gamba dx parzialmente invalidata, durante il ricovero in PS si è aggiunta anche una problematica nel linguaggio.
Sembra scontato chiederle i tempi per un riassorbimento dell'edema, una chiusura del drenaggio ed un eventuale inizio di recupero.
Grazie
[#3]
Non è tanto l'edema che preoccupa, ma l'emorragia a livello dei nuclei della base (talamo, capsula interna) e quella all'interno dei ventricoli.
Per il riassorbimento del sangue ci vorrà del tempo (in media da 2 a 6 settimane).
Quando il sangue si sarà riassorbito è probabile che sia necessario impiantare permanentemente un sistema di drenaggio del liquor contenuto nei ventricoli.
La fase di riabilitazione motoria inizierà quando sarà trascorsa l'attuale fase acuta.
Con molti auguri
Per il riassorbimento del sangue ci vorrà del tempo (in media da 2 a 6 settimane).
Quando il sangue si sarà riassorbito è probabile che sia necessario impiantare permanentemente un sistema di drenaggio del liquor contenuto nei ventricoli.
La fase di riabilitazione motoria inizierà quando sarà trascorsa l'attuale fase acuta.
Con molti auguri
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 8.7k visite dal 30/03/2016.
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