Lombosciatalgia destra da ernia del disco L5-S1

Salve, sono un ragazzo di 22 anni e soffro da più di anno di lombosciatalgia destra da ernia del disco. Il dolore si estende per tutta la gamba destra causando grossi problemi sia durante la deambulazione sia a riposo. La RM ha evidenziato la presenza di "cospicua protrusione erniaria del profilo postero-laterale destro del disco L5-S1 obliterante il recesso laterale destro e l'ostio foraminale e impegnante il neuroforame omolaterale; rettilineizzazione della fisiologica lordosi del rachide lombare; modesta scoliosi dell'asse dorso-lombare; ridotto spessore dischi intersomatici L4-L5 e L5-S1 ed attenuazione della normale intensità di segnale del nucleo polposo nelle scansioni a TR lungo per disidratazione; convessità ad ampio raggio del profilo posteriore dei dischi L3-L4 e L4-L5 per lassità dell'anulus con impronta sul sacco durale e parziale impegno intraforaminale bilaterale". Dalla comparsa della patologia ho intrapreso sia terapia farmacologica con antinfiammatori, antidolorifici e miorilassanti, sia attraverso sedute di fisioterapia e chiroterapia, senza ottenere alcun effetto positivo. Recentemente, durante una visita neurochirurgica, mi è stato prescritto il Lyrica da 75 mg da assumere di sera una volta al giorno per un periodo di 3 mesi. Volevo avere delucidazione su tale farmaco e sulla sua efficacia nel trattamento della lombosciatalgia da ernia discale e consigli su un eventuale intervento chirurgico. Vi ringrazio in anticipo per la vostra risposta.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Gentile ragazzo,
secondo il referto da Lei trascritto, è presente un'ernia L5-S1 che irrita/comprime le radici nervose che "vanno" alla gamba destra.
Le cure finora attuate sembra non abbiano dato benefici e il proseguire con farmaci può apportare qualche regressione del dolore accettabile, ma ovviamente essi non rimuovono la causa.
L'uso prolungato dei farmaci può essere più dannoso e un'ernia discale causa di sintomi può essere a maggior rischio di complicanze che l'intervento stesso.

A distanza, seppur intuibile, non è possibile dare indicazioni su terapie, ma è molto probabile che si debba arrivare a considerare la possibilità chirurgica.

Cordialmente
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dopo
Utente
Utente
Gentilissimo dottore, durante la mia ultima visita neurochirurgica mi è stato in qualche modo sconsigliato l'intervento neurochirurgo sia per la mia giovane età sia perché nel mio caso bisognerebbe ricorre ad un intervento a cielo aperto, senza utilizzo di endoscopia o laparoscopia, il che renderebbe l'intervento stesso complicato. Vorrei avere una conferma da parte sua di ciò oppure essere messo al corrente di metodi alternativi per poter effettuare tale intervento.

Cordiali saluti
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Se il neurochirurgo consultato ritiene un intervento per ernia del disco, complicato, evidentemente parla per se stesso.
Se pensa che un giovane debba rischiare lesioni importanti non operandosi di ernia del disco, verosimilmente tale neurochirurgo ha scarsa conoscenza di tale patologia.

Inoltre ( a parte il fatto che per "laparoscopia" si intende un accesso chirurgico in addome e non sulla colonna vertebrale) metodi cosiddetti mininvasivi non riducono il rischio di complicanze e non per tutte le patologie della colonna vertebrale (ernie comprese) tali tecniche sono indicate.

Cordialmente
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Dr. Mauro Colangelo Neurologo, Neurochirurgo 6.5k 354 161
Mi inserisco nel consulto perché ritengo necessario chiarire all'Utente (in aggiunta al parere dell'illustre Collega che mi ha preceduto) che la decisione di dilazionare un approccio chirurgico è giustificata solo se tutto il quadro clinico si racchiude in una sintomatologia di dolore con un reperto per imaging (RM cioè) di non evidenza di conflitto disco-radicolare. Laddove, invece, è conclamata la condizione di conflitto, ossia di compressione della radice, e sussiste un evidente coinvolgimento neurologico (come Lei stesso denuncia lamentando problemi di deambulazione), l'indicazione chirurgica è considerata ineludibile. Dilazionare è ingiustificato e foriero solo di conseguenze poi inemendabili.
Cordiali saluti

Dott. Mauro Colangelo, Neurochirurgo/Neurologo
maurocolang@gmail.com
www.colangeloneurologo.it