Recidiva ernia disco l5-s1 e dubbi sul percorso terapeutico da seguire
Buongiorno,
nonostante sia relativamente giovane (27 anni), in peso forma e con una schiena "normale" come evidenziato dalle risonanze, sono perseguitato da 3 anni a questa parte da queste ernie al disco in posizione L5-S1 che mi causano una forte sciatica destra.
Si tratta probabilmente di una debolezza strutturale congenita dato che anche mio padre soffre dello stesso identico problema nella stessa posizione.
Sono stato operato 2 anni fa perchè, nonostante la giovane età, l'ernia era espulsa, di medio-grandi dimensioni e il dolore non rispondeva nè a farmaci (antiinfiammatori e cortisone ecc) nè a trattamenti come infiltrazioni.
Dopo essere stato operato, sono stato libero completamente dal dolore per 1 anno e mezzo ma dopo sintomi sospetti improvvisi ho eseguito RM a Natale scorso che ha confermato la presenza di una recidiva sempre in posizione L5-S1 destra.
Il dolore si è ripresentato subito come forte sciatica dx da 2 mesi a questa parte.
Il mio neurochirurgo che mi ha operato sostiene che questa volta l'ernia che è riuscita è di piccole dimensioni e che le ernie nel 90% non si operano (la prima volta era stata un'eccezione perchè era stata scoperta tardi, quando già era stata espulsa) perciò di avere fiducia.
Però le "consuete" terapie farmacologiche non sembrano funzionare e dopo 2 settimane a 8 mg di cortisone il dolore non è minimamente diminuito.
Sono molto sfiduciato e sconfortato perchè mi viene continuamente detto che la sintomatologia dolorosa acuta scompare "da sola" dopo 1 mese, che le ernie nel 90% rientrano "da sole" senza bisogno di operazioni chirurgiche ma la situazione è che ho già subito un intervento di discectomia, le terapie tradizionali non funzionano nel trattare i miei sintomi come le forti sciatiche che vanno avanti per mesi e dopo mesi la fase acuta e il dolore non passano (la prima volta sono durate 2 anni quasi prima di essere operato)
Non si avvera nulla di ciò che mi dicono gli specialisti che consulto e ciò che mi viene consigliato è sempre il ciclo cortisone-infiltrazioni altrimenti operazione dai neurochirurghi o il nuoto dai fisiatri.
Nel frattempo la mia vita sociale e lavorativa è fortemente compromessa e devo purtroppo constatare che sono lontano da una soluzione.
nonostante sia relativamente giovane (27 anni), in peso forma e con una schiena "normale" come evidenziato dalle risonanze, sono perseguitato da 3 anni a questa parte da queste ernie al disco in posizione L5-S1 che mi causano una forte sciatica destra.
Si tratta probabilmente di una debolezza strutturale congenita dato che anche mio padre soffre dello stesso identico problema nella stessa posizione.
Sono stato operato 2 anni fa perchè, nonostante la giovane età, l'ernia era espulsa, di medio-grandi dimensioni e il dolore non rispondeva nè a farmaci (antiinfiammatori e cortisone ecc) nè a trattamenti come infiltrazioni.
Dopo essere stato operato, sono stato libero completamente dal dolore per 1 anno e mezzo ma dopo sintomi sospetti improvvisi ho eseguito RM a Natale scorso che ha confermato la presenza di una recidiva sempre in posizione L5-S1 destra.
Il dolore si è ripresentato subito come forte sciatica dx da 2 mesi a questa parte.
Il mio neurochirurgo che mi ha operato sostiene che questa volta l'ernia che è riuscita è di piccole dimensioni e che le ernie nel 90% non si operano (la prima volta era stata un'eccezione perchè era stata scoperta tardi, quando già era stata espulsa) perciò di avere fiducia.
Però le "consuete" terapie farmacologiche non sembrano funzionare e dopo 2 settimane a 8 mg di cortisone il dolore non è minimamente diminuito.
Sono molto sfiduciato e sconfortato perchè mi viene continuamente detto che la sintomatologia dolorosa acuta scompare "da sola" dopo 1 mese, che le ernie nel 90% rientrano "da sole" senza bisogno di operazioni chirurgiche ma la situazione è che ho già subito un intervento di discectomia, le terapie tradizionali non funzionano nel trattare i miei sintomi come le forti sciatiche che vanno avanti per mesi e dopo mesi la fase acuta e il dolore non passano (la prima volta sono durate 2 anni quasi prima di essere operato)
Non si avvera nulla di ciò che mi dicono gli specialisti che consulto e ciò che mi viene consigliato è sempre il ciclo cortisone-infiltrazioni altrimenti operazione dai neurochirurghi o il nuoto dai fisiatri.
Nel frattempo la mia vita sociale e lavorativa è fortemente compromessa e devo purtroppo constatare che sono lontano da una soluzione.
[#1]
Oltre alla rmn lombo-sacrale, ne ripeterei un'altra anche con mezzo di contrasto. Può essere che ci si trovi di fronte ad una fibrosi (cicatrice interna) che, quindi, potrebbe/dovrebbe svelarsi col contrasto.
Il trattamento, in questi casi, è diverso.
Il Medico Specialista cosa dice? Esistono segni clinici, insorti recentemente, che possano far orientare per una sofferenza monoradicolare?
Cordialità.
Il trattamento, in questi casi, è diverso.
Il Medico Specialista cosa dice? Esistono segni clinici, insorti recentemente, che possano far orientare per una sofferenza monoradicolare?
Cordialità.
Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: La Madonnina Milano-02/50030013
Le Betulle Appiano Gentile (Co) 031/973311
[#4]
Ex utente
Non sono sicuro di aver capito. Il mio unico sintomo è una forte sciatica dx. Non saprei quali siano i segni clinici di una sofferenza monoradicolare.
Dal momento che dalla RM eseguita vi è un'ernia recidiva tutto fa pensare che sia essa a causare la sciatica.
Per questo motivo si è riniziato col ciclo cortisone, ecc. Mercoledì subirò un'infiltrazione peridurale lombosacrale.
Dal momento che dalla RM eseguita vi è un'ernia recidiva tutto fa pensare che sia essa a causare la sciatica.
Per questo motivo si è riniziato col ciclo cortisone, ecc. Mercoledì subirò un'infiltrazione peridurale lombosacrale.
[#5]
La terapia cui si sta sottoponendo va benissimo per l'eventuale presenza di fibrosi dell'ex-focolaio chirurgico.
Alla rmn sia una recidiva d'ernia, sia una "cicatrice" interna danno un'immagine simile (la somministrazione del contrasto sdoppia le due immagini, in quanto la cicatrice è vascolarizzata e si impregna col contrasto, mentre l'ernia no). Confrontando le due immagini neuroradiologiche (senza e con mdc) si può notare la differenza e comportarsi di conseguenza.
La mia sensazione è che i Colleghi La stiano seguendo con professionale perizia.
Saluti.
Alla rmn sia una recidiva d'ernia, sia una "cicatrice" interna danno un'immagine simile (la somministrazione del contrasto sdoppia le due immagini, in quanto la cicatrice è vascolarizzata e si impregna col contrasto, mentre l'ernia no). Confrontando le due immagini neuroradiologiche (senza e con mdc) si può notare la differenza e comportarsi di conseguenza.
La mia sensazione è che i Colleghi La stiano seguendo con professionale perizia.
Saluti.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 389 visite dal 29/04/2021.
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