Ichemia cerebrale con edema esteso

mia suocera è stata colpita da ischemia cerebrale 8 giorni fa con un trombo che ha ostruito la vena in una parte terminale e la creazione di un edema esteso che coinvolgerebbe quasi metà dell'emisfero con afasia, perdita della parola, immobilità braccio destro della faccia lato destro, e difficoltà visiva sempre occhio destro. Il primo giorno del ricovero era vigile, così pure nel secondo giorno, nei giorni successivi i medici per ridurre l'edema hanno inettato via endovenosa una forte concentrazione di medicinale, credo mannetologo, ogni sei ore intervallate. ha avuto una pre crisi epiletica. Pur riconoscendo i familiari è avvolta da un torpore che la fa apparentemente dormire, russando, in realtà a noi pare che senta tutto. Su sollecitazione a domande risponde a cenni muovendo anche le gambe, un po meno quella destra. Ha avuto fino a 38,2 gradi di febbre e per questo è stata sottoposta a terapia con antibiotico. I valori delle analisi e della pressione sono buoni 70-80 e 130 di pressione e ora la febbre oscilla tra 36,4 e 37. E' alimentata con un sondino in quanto non muove la lingua. Ha 84 anni. Quando vede figli o nipoti o parlano di lei i medici reagisce dal torpore. Gli hanno fatto subito una TAC che non ha riscontrato quello che volevano vedere i medici e così il giorno dopo fatto una risonanza magnetica in cui è stato confermato una ischemia con esteso edema. La situazione a detta dei medici è molto seria. Mi chiedo se ha raggiunto la stabilizzazione dell'evoluzione dell'evento e se questa sonnolenza è negativa nell'evoluzione. Ieri su richiesta del medico di miovere la gamba sinistra e poi quella destra ha provveduto a farlo.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398 77
Egr. signore,
dopo un insulto ischemico di una certa estensione a soli 8 gg. di distanza, il torpore è quello che meno preoccupa, in considerazione anche del fatto che, come Lei ci riferisce, sembra eseguire degli ordini e riconoscere le persone.
L'infusione di MANNITOLO è indicata e i parametri vitali mi sembrano buoni.
Se nel decorso di questo stato clinico non sopravvengono complicanze gravi(polmonite, insuff. renale ecc.) è possibile un ripristino soddisfacente della vigilanza e coscienza. In seguito si potrà programmare una degenza in un Centro di Riabilitazione.

Cordialità ed auguri.
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dopo
Attivo dal 2008 al 2009
Ex utente
oggi 21.6.2008 come ieri mia suocera sonnecchia si sveglia e non parla ma emette suoni, sillabe talora comprensibili. ha recitato preghiere didtinte con difficoltà. Il mannitolo è dato solo una volta al giorno assieme ad un protettivo per lo stomaco. La glicemia varia intorno a 96-98 massimo 102 la pressione inveceo è 70-130. Quanto dovrà stare in questo stato a 12 giorni dall'ischemia. Mi hanno consigliato di fare domande precise e non insistere nell'avere risposta perchè non riuscendo ad esprimersi correttamente con le parole si innervosisce e questo può creare ulteriore distruzione di neuroni e poi sconforto e depressione. Vorrei per questo sapere se sia il caso di farla incontrare con altri parenti o se non sia il caso perchè si emozionerebbe. Ho trovato un centro all'avanguardia in europa sta a oristano per la riabilitazione è difficile farla ricoverare perchè tutto dipende dal codice di dimissione se questo è per una terapia intensiva 56 o 60 per lunga degenza. Nel caso di lunga degenza il recupero è a ns. spese. Quanto dovrà stare in ospedale qui i medici non dicono nulla anzi ci dicevano che era irrecuperabile per poi ora ammettere il contrario. Questa afasia permarrà e quindi avrà difficoltà ad ingoiare e dovrà avere il sondino ? Capisco che lei non è un vegente ma per esperienza personale senza creare false aspettative sarà così. Vorrei che leggessero anche altri amici perchè sono sicuro che quello che noi stiamo vivendo lo vivono in molti. Grazie ancora.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398 77
L'afasia non compromette, da sola, la possibilità di deglutire i cibi.
Questo disturbo, che riguarda, mi pare di capire, solo la espresione verbale e non la comprensione è più difficile da recuperare, ma la logopedia potrebbe darle un buon aiuto.
Il recupero motorio potrebbe essere più agevole.
Sulle varie prassi e pratiche burocratiche non intervengo perchè non saprei come consigliarvi.
Auguri
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dopo
Attivo dal 2008 al 2009
Ex utente
Oggi mia suocera è più lucida mi ha riconosciuto e teso la mano per salutarmi. Ha 36,7 di febbre. Emette suoni ma incomincia a muovere la lingua. Con cenni ha richiesto il cambio pannolone. Mi serve sapere se sia il caso, oltre ai figli, farla incontrare con altri parenti (sorelle)ho veramente paura che non riuscendo a esprimersi, lei che era abituata a parlare molto, possa innervosirsi ed avere altri problemi. Non le abbiamo fatto ancora incontrare il marito perchè sarebbe troppo emozionante ma l'abbiamo rassicurata che tutto va bene.
Grazie ancora Dott. Migliaccio per la sua disponibilità.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398 77
Sembra che stia procedendo per il meglio, no?
Non penso che gli incontri e le visite possano diventare causa di ulteriori problemi clinici.
Il <nervosismo> di Sua suocera è, per così dire, un aspetto della afasia motoria o espressiva. Infatti la signora ha <in mente> le parole che vorrebbe dire, ma il danno cerebrale non lo consente, quindi, avendone perfettamente coscienza, scatta la rabbia.
E' una situazione molto simile a quella che capita, a ognuno di noi, quando stiamo per pronunciare un nome o una parola, ma non la ricordiamo, e quindi ci innervosiamo dicendo la classica frase <ce l'ho sulla punta della lingua, ma non mi esce>.

Con cordialità ed auguri
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dopo
Attivo dal 2008 al 2009
Ex utente
Gent. Dr. Migliaccio,
mia suocera da alcuni giorni ha la pressione 70-130 la minima non è troppo bassa ? Infatti ha torpore e si sveglia ed è coscente solo se sollecitata o quando passa il medico perchè cerca di sentire quello che dice per sapere esattamente quello che le succede. La febbre da due giorni è a 36,7 da quando gli è stato dato levolac (credo) un blando lassativo ed ha evacuato ciò che in 4-5 giorni non faceva. Quanto può duare questa condizione di terapia intensiva generalmente ?
Grazie.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398 77
Non mi pare che stia facendo una terapia intensiva se si riferisce al Laevolac. La pressione arteriosa è ottima. Stia tranquilla, sembra che stia andando tutto per il meglio.
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dopo
Attivo dal 2008 al 2009
Ex utente
la terapia intensiva si riferisce al mannitolo adesso somministrato ogni 24 ore e ad un antibiotico.
Grazie
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dopo
Attivo dal 2008 al 2009
Ex utente
Egregio dott. Migliaccio, mia suocera è stata dimessa il 27/6/2008e nella scheda di dimissione è scritto:
ESAME NEUROLOGICO: netto miglioramento del sensorio. Buon compenso della PAO
RX torace del 24/6/08: rispetto al precednte esame del 16/6/08 il quadro x-grafico appare migliorato per la scomparsa dell'area di sfumato addensamenro in sede medio-basale sinistra. Invariati i restanti reperti.
l'esame neurologico al ricovero riportava: paziente vigile, soporosa, presenza di afasia prevalentemente motoria, esegue ordinbi semplici, plegia arto superiore destro (foorza grado 0), paresi arto inferiore destro b(forza grado 3), RCP in flessione a sinistra, tendente alla flessione destra, deficit di tipo centrale del VII nc di destra.
Attulamente l'alimentazione avviene mediante sondino e dispone di catetere vescicale.

E' stata ricoverata in una clinica a lunga degenza senza riabilitazione poichè questa deve essere a carico del paziente.
Mi sono opposta al ricovero in questa clinica perchè non dispone di attrezzature appropriate e per questo ho richiesto al giudice di trasferirla in un centro riabilitativo che dispone di LOKOMAT ossia robot per la deambulazione robotizzata che consente un recupero motorio e soprattutto elimina la contrattura che impedisce la deglutizione.

Il giudice chiede che un medico si esprima sul vantaggio che potrebbe dare la riabilitazione con queste macchine rispetto a quella ordinaria che per questo non è inferiore.

Mi può dare il Suo contributo in merito. La ringrazio e attendo con urgenza Sue deduzioni.

L'ipertensione è lo stato costante di pressione arteriosa superiore ai valori normali, che riduce l'aspettativa di vita e aumenta il rischio di altre patologie.

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