Rallentamento pensiero, astenia, senso di scollegamento dalla realtà

Gentili esperti,

sono uno studente di 22 anni.
Da un anno e mezzo a questa parte soffro del seguente disturbo.
Il problema si presenta come segue: un generale rallentamento delle funzioni cognitive che mi produce la netta sensazione di essere scollegato’ dalle situazioni in cui mi trovo e non pienamente partecipe della sensorialità.
Nei momenti di maggiore intensità si unisce a forte stanchezza e molti sbadigli.
Non ho mai ravvisato difficoltà motorie, ma rilevo in queste situazioni una maggiore difficoltà ad articolare i pensieri, nonché una leggera ma evidente tendenza a scambiare alcune parole per altre e a faticare a produrre alcuni fonemi.
Vi è inoltre la fastidiosa impressione di avere la testa che scoppia, come se la pressione aumentasse.
Quando il fenomeno si verifica la produttività dello studio, molto alta in situazioni normali, diviene nulla.
Il problema si protrae per diversi giorni prima di scomparire e ripresentarsi dopo due tre mesi.
Il primo episodio si verificò un anno e mezzo fa ed ebbe durata una settimana.
Gli episodi sono poi aumentati di frequenza.
Il problema ha tratti ben definiti e sufficientemente invalidanti da escludere ragionevolmente che si possa trattare di semplice stanchezza.

Specifico infine quanto segue.

Nel corso di questi due anni in seguito ad un evento molto stressante mi è insorta una situazione di forte squilibrio psichico, con fasi ipomaniacali alternate ad altre di forte depressione.
Nonostante il problema sia notevolmente migliorato grazie all’intervento di psicoterapia, due mesi fa ho ricevuto una diagnosi di autismo ad alto funzionamento.
Qualche mese fa ho sostenuto una visita neurologica ambulatoriale per il problema di cui all’inizio che ha escluso la presenza di problemi al sistema nervoso.
Tuttavia per le modalità con cui si manifesta ho serie difficoltà a ritenere che il problema possa avere origine esclusivamente psichiatrica o che sia una somatizzazione di un problema psicologico o che derivi direttamente dalla depressione.
Ho sofferto di depressioni per venti anni e so bene cosa significhi alzarsi alla mattina con un macigno in gola, altra cosa è avere il pensiero rallentato, cosa del tutto nuova e assai fastidiosa.
Il problema insorge indipendentemente dal mio stato dell’umore e in modo repentino, e scompare altrettanto repentinamente.
Peraltro, differentemente dalle situazioni di depressione, in cui la mancanza di produttività deriva da una generale mancanza di interesse verso le attività che devo svolgere, in questo caso ho sempre ben presenti le incombenze che mi attendono, ma mi mancano le capacità e le forze di affrontarle.

Vi chiedo un parere di massima e soprattutto se vi siano esami che possano rapidamente portarmi ad escludere patologie che per gravità meriterebbero un’attenzione immediata.
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Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 220
A distanza non è possibile emettere diagnosi, e questo tanto più è vero quando la sintomatologia è sfumata come la sua.
E' comunque probabile che si tratti sempre di subfasi depressive, che si manifestano senza angoscia e senza tristezza, ma con rallentamento cognitivo.

Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-