Diastema creato dal dentista
Salve, chiedo cortesemente un consulto a seguito di intervento che mi ha profondamente insoddisfatto.
Il mio dentista mi ha proposto in diverse occasioni, nonostante mia riluttanza, di intervenire sugli incisivi inferiori 41 e 42 mediante rifacimento dei colletti scoperti da recessione gengivale, nonché di intervenire nuovamente su un colletto già da lui ricostruito tempo addietro che mostra evidente discromia rispetto alla porzione naturale del dente (il 34).
La mia delusione è duplice.
Infatti, oltre a non accorgermi che ha operato invece sul canino 33 che a suo dire presentava una recessione (non mi sembrava fosse molto evidente) ricostruendo il colletto senza che lo avessimo concordato e rinviando a seduta successiva la ricostruzione del colletto del 34, la resa estetica del rifacimento del colletto del 41 è tale da mostrare un diastema evidente, creando in sostanza uno spazio nero tra il 31 e 41 che prima assolutamente non c’era.
Guardatomi allo specchio in studio mi accorgo che era intervenuto sul canino e non sul 34 per il rifacimento del colletto, lui rimanda che si doveva intervenire sul canino che presentava recessione.
In studio non mi accorgo del diastema da lui creato tra i due incisivi centrali, me ne accorgo appena giunto a casa, per cui immediatamente torno in studio manifestando pacatamente la mia insoddisfazione per l’intervento.
Lui risponde che lo spazio sarebbe stato creato dall’uso dell’ablatore che liberando lo spazio interdentale dal tartaro avrebbe reso evidente questo spazio.
Sono sicuro che ciò non corrisponde al vero, dato che di pulizie profonde con l’ablatore ne ho fatte, sempre da lui, di ravvicinate, ogni 5-6 mesi, l’ultima poco più di un mese fa, e i due denti in questione 31-41 non hanno mai evidenziato soluzione di continuità, anzi (ho un affollamento dentale piuttosto evidente sulla mandibola).
Alla mia richiesta di rimediare con rifacimento della otturazione per ricoprire il diastema creato mi rimanda che l’unica soluzione sarebbe mettere una faccetta, che non si possa in sostanza agire con il composito per ridurre questa fenditura
Vi chiedo ora:
1) è corretto quel che afferma, ossia che non possa richiudersi il diastema reintervenendo?
2) nel caso si possa, è possibile intervenire sul composito già collocato aggiungendone di altro senza togliere il vecchio? (il mio timore è che possa risalire a fresare sulla parte integra del dente per chiudere il solco per preparare l’adesione per il composito).
3) cosa sentite di suggerirmi come alternativa?
Grazie per le risposte, un saluto
Il mio dentista mi ha proposto in diverse occasioni, nonostante mia riluttanza, di intervenire sugli incisivi inferiori 41 e 42 mediante rifacimento dei colletti scoperti da recessione gengivale, nonché di intervenire nuovamente su un colletto già da lui ricostruito tempo addietro che mostra evidente discromia rispetto alla porzione naturale del dente (il 34).
La mia delusione è duplice.
Infatti, oltre a non accorgermi che ha operato invece sul canino 33 che a suo dire presentava una recessione (non mi sembrava fosse molto evidente) ricostruendo il colletto senza che lo avessimo concordato e rinviando a seduta successiva la ricostruzione del colletto del 34, la resa estetica del rifacimento del colletto del 41 è tale da mostrare un diastema evidente, creando in sostanza uno spazio nero tra il 31 e 41 che prima assolutamente non c’era.
Guardatomi allo specchio in studio mi accorgo che era intervenuto sul canino e non sul 34 per il rifacimento del colletto, lui rimanda che si doveva intervenire sul canino che presentava recessione.
In studio non mi accorgo del diastema da lui creato tra i due incisivi centrali, me ne accorgo appena giunto a casa, per cui immediatamente torno in studio manifestando pacatamente la mia insoddisfazione per l’intervento.
Lui risponde che lo spazio sarebbe stato creato dall’uso dell’ablatore che liberando lo spazio interdentale dal tartaro avrebbe reso evidente questo spazio.
Sono sicuro che ciò non corrisponde al vero, dato che di pulizie profonde con l’ablatore ne ho fatte, sempre da lui, di ravvicinate, ogni 5-6 mesi, l’ultima poco più di un mese fa, e i due denti in questione 31-41 non hanno mai evidenziato soluzione di continuità, anzi (ho un affollamento dentale piuttosto evidente sulla mandibola).
Alla mia richiesta di rimediare con rifacimento della otturazione per ricoprire il diastema creato mi rimanda che l’unica soluzione sarebbe mettere una faccetta, che non si possa in sostanza agire con il composito per ridurre questa fenditura
Vi chiedo ora:
1) è corretto quel che afferma, ossia che non possa richiudersi il diastema reintervenendo?
2) nel caso si possa, è possibile intervenire sul composito già collocato aggiungendone di altro senza togliere il vecchio? (il mio timore è che possa risalire a fresare sulla parte integra del dente per chiudere il solco per preparare l’adesione per il composito).
3) cosa sentite di suggerirmi come alternativa?
Grazie per le risposte, un saluto
Gentilissimo utente, il suo odontoiatria le ha specificato che lo spazio che lei vede era occupato da tartaro che ha leso la gengiva riducendola, il 33 aveva precedenza di cura e non vedo motivi perché il suo odontoiatra dovrebbe eseguire delle cure non corrette o crearle dei danni.
Probabilmente c'è stata una scarsa comunicazione tra di voi, le consiglio di farsi spiegare nuovamente.
Probabilmente c'è stata una scarsa comunicazione tra di voi, le consiglio di farsi spiegare nuovamente.
https://www.dentisti-italia.it/dentista-lombardia/dentista-bergamo/239_diego-ruffoni.html

Utente
Gentile Dr. Ruffoni, la ringrazio per avermi risposto. Non dubito che il mio dentista possa essere orientato dal principio di crearmi danni deliberatamente ( primum non nocere ) e sicuramente un difetto si comunicazione ha portato a non farmi comprendere la sua intenzione di intervenire ex novo sul canino anziché rifare il colletto del dente adiacente. Quel che sento di obiettare è la creazione ex novo dello spazio tra i due incisivi centrali inferiori, spazio che non si limita alla porzione inferiore del contatto tra il 31 e il 41 (prossimo alla gengiva, per intenderci) ma che piuttosto prosegue a partire dalla gengiva e sale per la lunghezza dei 3/4 circa il contatto tra i suddetti, peraltro precedentemente serratissimo per ragioni anatomiche e non dovuto, le assicuro, alla presenza di tartaro. Così meglio specificato, chiedo cortesemente di riesaminare le domande poste per rimediare, se possibile, al danno estetico. Un cordiale saluto

Utente
Oltre al fattore estetico devo aggiungere che già mi è capitato mi si incastri del cibo tra il 31 e il 41, cosa mai finora successa
Per riesaminare le domande e valutare come risolvere il problema estetico occorrerebbe il parere del collega e un chiaro quadro clinico, radiologico, anamnestico.
https://www.dentisti-italia.it/dentista-lombardia/dentista-bergamo/239_diego-ruffoni.html

Utente
La ringrazio per la risposta, comprendo la necessità dei dati richiesti per poter esprimere validamente un parere su come poter procedere.
Chiedo in ultimo un solo chiarimento tecnico sul materiale detto composito , ragionando in astratto, senza considerare il mio quadro clinico specifico ma le sole caratteristiche fisiche del materiale: in teoria, per la caratteristica intrinseca del materiale composito, operando un restauro composito su composito, il materiale suddetto aderisce o deve necessariamente essere collocato su una porzione naturale di dente precedentemente preparata con la fresa? In sostanza chiedo se ASTRATTAMENTE, nella pratica clinica, è TECNICAMENTE possibile l’adesione di nuovo composito su composito precedentemente polimerizzato.
Un cordiale saluto
Chiedo in ultimo un solo chiarimento tecnico sul materiale detto composito , ragionando in astratto, senza considerare il mio quadro clinico specifico ma le sole caratteristiche fisiche del materiale: in teoria, per la caratteristica intrinseca del materiale composito, operando un restauro composito su composito, il materiale suddetto aderisce o deve necessariamente essere collocato su una porzione naturale di dente precedentemente preparata con la fresa? In sostanza chiedo se ASTRATTAMENTE, nella pratica clinica, è TECNICAMENTE possibile l’adesione di nuovo composito su composito precedentemente polimerizzato.
Un cordiale saluto
Si può fare tutto, anche composito su composito, ma sui testi troviamo rimuovere il vecchio composito e rimettere tutto nuovo, questo perché i due materiali potrebbero essere di marche diverse e i primmer utilizzati potrebbero lasciare infiltrazioni, anche il colore potrebbe non corrispondere.
https://www.dentisti-italia.it/dentista-lombardia/dentista-bergamo/239_diego-ruffoni.html

Utente
La ringrazio per il suo tempo. Buona serata
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 356 visite dal 19/06/2025.
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