Inoltre da anni è affetto di diabete in terapia con insulina

Spettabili Dottori,
a mio zio di 59 anni (che vive in Armenia) recentemente è stata diasnosticata l'osteosarcoma al livello T12-L1 con metastasi ossee. I medici l'hanno dimesso dall'ospedale dicendo che oramai non si poteva più fare nulla. Il tumore ha compresso il midollo per cui è paraplegico e ha l'incontinenza urinaria. Inoltre da anni è affetto di diabete in terapia con insulina. Già in ospedale gli è venuto lo singhozzo persistente, che non gli da tregua.
Capisco che a distanza è difficile valutare ma ho alcune domande se è possibile ipotizzare una risposta sarei molto grata:

1)è possibile che il tumore non sia stato proprio quello che hanno scoperto i medici armeni e cioè tra le vertebre (tra l'altro è la colonna in questa zona è tumefatta), ma nello stomaco o esofago o altro organo ancora? Ho letto che l'osteosarcoma in questa età è piuttosto raro.

2)Qual'è il protocollo applicato negli ospedali italiani in casi simili? Non bisogna tentare una cura?

3)Ci sono rimedi per questo singhiozzo?

4)non facendo nessuna cura quanto potrebbe vivere? So che risponderete che è difficile dire, ma basandovi sulla esperienza personale, un diabetico che pesa 48 chili e con tutti i sintomi sopracitati potrebbe andare avanti per tanto?

Grazie per il consulto.
Cordialmente,
Marina
[#1]
Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133
Gentile Marina,

difficile ipotizzare un errore istologico. Posto che la diagnosi sia corretta si potrebbe tentare una terapia compatibilmente però con le condizioni generali e gli esami ematochimici. I protocolli di chemioterapia per i sarcomi sono piuttosto energici e quindi occorre essere ben certi che il rapporto rischio/beneficio sia vantaggioso. Per le lesioni ossee si può impiegare l'acido zoledronico. Tale farmaco si somministra per infusione ev ogni 28 gg. Inibisce il riassorbimento dell'osso, ha un effetto antalgico e può avere una azione antitumorale nell'osso. Il singhiozzo invece può essere dovuto a cause molteplici derivando da una irritazione del nervo frenico (che produce movimenti scoordinati del diaframma). Per frenarlo occorre comprenderne la causa scatenante. Non è possibile infine quantificare l'aspettativa di vita essendo questa dovuta a tanti fattori tra cui la velocità di crescita delle cellule tumorali e le eventuali terapie che verranno messe in atto. Per le localizzazioni di malattia della colonna vertebrale, soprattutto se dolenti, suggerirei un consulto con un collega radioterapista per una eventuale irradiazione.

Resto a disposizione, cari saluti

Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it

Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/

[#2]
Utente
Utente
Grazie Dottore,
la cosa che mi lascia nel sconforto più totale che i suoi colleghi armeni radioterapisti inclusi, ritengono che qualsiasi terapia sia inutile anche ai fini antalgici. Non sono d'accordo, penso che se fosse qui avrebbe avuto un decorso più sereno e benevolo. Cercherò l'acido zoledronico e chiederò se qualche medico che abbia buon senso glielo somministri.
Grazie ancora.

Marina
[#3]
Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133
Di nulla, figurati.

Resto a disposizione.

un caro saluto

Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
[#4]
Utente
Utente
Caro Dr. Pastore,
avrei un paio di domande da fare.
Il farmaco di cui mi parlava ha delle controindicazioni?
Le spiego: i suoi colleghi armeni purtroppo si rifiutano di somministrarglielo perché secondo loro è uno farmaco molto costoso e non vogliono "sprecarlo" su un malato senza speranza.
Ora, mio zio non ha particolari dolori fortissimi, gli fa male soltanto la zona del tumore al livello t12-l1, lo singhiozzo è andato via.
E' diabetico, alto 170 e pesa 48 kg. Non ha altre patologie note se non le metastasi ossee. Mi hanno detto poco fa che gli è venuta la febbre 39°. Gli hanno dato la tachipirina 500mg. Cosa mi può consigliare per questa febbre? E secondo lei si potrebbe somministrargli l'acido zoledronico?

Grazie infinite.
Marina
[#5]
Utente
Utente
dimenticavo: gli è venuta una piaga al sacro abbastanza profonda, se può essere causa di infezione e quindi febbre.
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